Era il 1990 quando una ragazzina dell'est, bruttina quanto il suo tennis, metteva in ginocchio la Regina Steffi, facendola cadere sulla terra rossa di Parigi. Un codone di ispidi capelli biondi, faccia da folletto, gambette non certo da atleta, ma una carattere nuovo, nel tennis femminile, anche per le "vecchie glorie": combattiva, fredda, lucida, razionale, mai vittima dell'emozione. Con questa forza mentale incrina l'equilibrio della Regina che appare improvviasamente fragile ed impotente (se non sull'erba) di fronte a chi ha capito come batterla.
La strada sembra segnata, il dominio destinato a durare, tutti parlano di una "nuova era".
Poi un giorno, un fanatico accoltella il folletto alla schiena, ferendola lievemente, ma spaventandola a morte. La tragedia è solo sfiorata, ma la strada compie un brusco cambiamento di direzione, il dominio cessa, il folletto scompare in mondo di paure e la Regina ritrova il suo trono.
In un attimo la storia è cambiata, non si torna indietro, il folletto ritornerà, ma niente sarà come avrebbe potuto essere.
Perchè scrivo di questa vecchia storia? Perchè in questo periodo mi chiedo spesso se siamo davvero artefici del nostro destino.
A quattordici anni, assistere (in TV, non ero ad Amburgo) a quell'aggressione, in qualche modo mi fece crescere. Ci sono degli episodi nella vita, ognuno di noi li ha e li porta dentro, che ci segnano e che segnano il nostro cammino. Io per esempio ricordo anche piazza Tienanmen (spero sia scritto giusto), lo scoppio della guerra in Kuwait e le stragi del '92.
Ma l'aggressione pianificata di una ragazzina, di una singola persona...non so, mi aveva fatto rabbrividire. Ho aperto gli occhi e ho visto un mondo ingiusto, in cui non siamo noi a muovere i fili. Ho visto come in un secondo un destino possa cambiare senza che l'interessato ci possa fare nulla.
Oggi più che mai, dopo gli avvenimenti della scorsa settimana, queste domande mi frullano in testa.
Noi facciamo-brighiamo-tramiamo fin dove possiamo. Più in là, le nostre forze non vanno e siamo in balia del vento.
Iscriviti a:
Commenti sul post
(
Atom
)
Sai che non ricordavo questo fattaccio? ma ora certo si l'ha riportato a galla. Io la penso come te, ci sono cose contro le quali non puoi andare. Per questo mi irrita sempre molto chi dice: "tutto cio che voglio lo ottengo" e "basta crederci!" non è così, non per tutti gli espetti di questa nostra esistenza, spesso misera. Senza arrivare a stragi, tragedie, attentati, ma anche in cose più piccole ma ugualmente ingovernabili. Ieri ero a Bologna, mio marito non c'era mai stato, e non aveva mai visto lo squarcio nel muro, io ero transitata dalla stazione di bologna come ogni anno, solo 2 giorni prima della strage, di ritorno da Rimini. BACI
RispondiEliminaRicordo anch'io quella storia Lizzie. Che dire? Oggi più che mai penso che abbiamo ben poco controllo sul nostro destino. E che ci conviene goderci al meglio quello che abbiamo qui e ora, se ci riusciamo.
RispondiEliminaA presto tesora
@Ilaria: irrita anche me sentir dire quelle frasi, tipiche di chi, fortuna sua, non ha mai avuto un schiaffo dalla vita. Purtroppo sono una minoranza...
RispondiElimina@Maude: esatto, ogni giorno di più cerco di concentrarmi sul presente, sulle piccole cose. Sarà una banalità, ma del domani davvero non c'è certezza. BACI
e proprio perchè non abbiamo certezze sul punto in cui possiamo decidere che dobbiamo fare di tutto per sfruttare tutte le nostre possibilità!
RispondiElimina@Laura: esatto e dobbiamo ricordarcene ogni giorno!
RispondiElimina