30 settembre, 2009

Alla fine non è poi tutto nero...

In queste giornate segnate da

un caldo anormale, l'ansia lavorativa di cui ho già parlato fin troppo, lo stipendio che se ne vola via in tante piccole (e meno piccole) spese, il tempo per se stessi che ormai è un bene di lusso...

ci sono anche

le amiche (le madamine) che mi portano fuori a cena, Darcy che torna a casa con i miei pasticcini preferiti, la Ila che mi scrive "è sempre bello vederti" via sms, la Borto con cui la sintonia è sempre a mille e...Isabel Dalhousie che mi porta in giro per Edimburgo filosofeggiando qua e là.

E poi c'è questo piccolo blog con i suoi visitatori, valvola di sfogo di cui non saprei più fare a meno! Grazie!

28 settembre, 2009

A viso aperto

Per cercare di arginare la situazione che ho descritto nel mio post precedente, ho intrapreso qualche piccola azione.

Per prima cosa, mi sono iscritta ad un corso in palestra, ma non uno dei quei corsi in cui si fa cose leggiadre come l'aerobica, lo step...No, mi sono iscritta a fit-boxe, perchè così prendo a pugni il sacco e sfogo un po' di negatività.

Seconda cosa: ho ripreso a leggere libri in lingua originale. In realtà ho ripreso già da un po'....avrei dovuto farlo prima, ne ricavo un piacere inestimabile. Se il libro mi garba, ovvio.

Terzo: oggi ho parlato a viso aperto al mio giovane capo narciso (lo chiamerò così, lui è il successore dell'essere periforme). Gli ho parlato del mio disagio, degli sforzi che faccio, delle mie aspirazioni, dei miei obiettivi reali. Un po' credo di averlo scioccato, perchè se in parte lui già sapeva del mio "scazzo", credo non sapesse che è così profondo. Bene, alla fine della chiacchierata il risultato è "Spero davvero che un giorno tu possa fare ciò che vuoi, ciò che ti appassiona. Per adesso, qui, non ci sono opportunità".

Ottimo. Almeno non mi ha rifilato della panzane.

27 settembre, 2009

Conoscersi

Anche se fuori dissimulo serena tranquillità (fuori di casa, intendo) dentro di me sono mesi e mesi che mi rodo il fegato. Il tutto ha origine dalla mia attuale occupazione, che non solo non è per me appagante, fosse solo questo. Il vero problema è che questo mestiere mi fa star MALE. Mi viene la nausea quando mi sveglio al mattino e nei weekend, quando potrei riposare, invece sono attanagliata da mal di testa da calo di tensione. Mi vengono dubbi etici su come mi comporto, anzi, su come mi dicono di comportarmi e mi ripeto spesso che quello che faccio non fa bene a nessuno, se non al Signore della Barca. Ma io non voglio questo. Nonnononnonò. Non sto a dire quanto sia difficile cambaire questa condizione in questo periodo di crisi.
Poi, perchè c'è anche un poi, ci sono i risvolti personali. Perchè la verità è che i miei desideri vanno oltre. Ben oltre. Ma per ora non se ne parla, non si possono realizzare. Questo crea in me ancora più negatività, che sommata a quella prodotta dal lavoro, crea una massa critica che mi opprime e mi rende onestamente poco simpatica. Inoltre, mi ritrovo a provare sentimenti che non mi appartengono: disillusione, pessimismo cosmico, invidia...Dio mio, ma come si fa ad invidiare gli altri? Per me è sempre stata una cosa inconcepibile e invece adesso...mi ritrovo a pensare certe cose e riflettendo mi dico: oh cazzo sono invidiosa.

Non si finisce mai di conoscersi.

21 settembre, 2009

Ode alle Ferrovie dello Stato

Se hai un sacco di tempo, stai pur tranquilla che il treno sarà in perfetto orario;
se hai i minuti contati, un po' di ritardo non te lo leva nessuno;
se devi lavorare, non troverai posto a sedere;
se hai corso e sei trafelata, i finestrini saranno bloccati, oppure l'aria condizionata sarà guasta;
se fa un freddo porco e sei congelata, i vagoni saranno una ghiacciaia, perchè il riscaldamento sarà in blocco;
se hai voglia di startene per i cavoli tuoi a sentire musica o leggere, incontrerai qualcuno di molesto e logorroico che non riuscirai a levarti di dosso;
se hai dimenticato libro e ipod e speri di trovare qualcuno con cui fare due chiacchiere, il treno sarà deserto;

se hai già in mano un biglietto di prima, il treno avrà solo le carrozze di seconda classe.



PS. Oggi, il giorno in cui un treno è entrato direttamente in una casa, sono dovuta andare a Milano. Credo sia chiaro il mio stato d'animo...

Fame - Saranno Famosi

Stavo sentendo la radio e ho scorperto che tra pochi giorni al cinema uscirà il remake del film Fame, celebre successo dei primi anni '80 da cui era stata tratta una serie tv forse addirittura di maggior successo (chi si ricorda Bruno Martelli? Il pianista dolce e schivo coi riccioli neri e gli occhi da triglia?). Il film, come pure il telefilm, narrava le vicende di un gruppo di ragazzi alunni di una "scuola d'arte". Ambiziosi, talentuosi, tenaci...tutti con il sogno di diventare famosi.
Ecco, ho pensato che oggi la televisione ed il cinema sono saturati da messaggi che dicono "anche tu puoi farcela". Tutti i vari orrendi (per me) talent show, dicono questo, anche tu hai la tua opportunità per raggiungere la fama. Dai talent show, fino al più infimo dei reality show, il succo è che tutti possiamo diventare famosi, entrare nel mondo di quelli che contano.
Ormai i palinsesti televisi versano in queste condizioni da anni...però caspita, il regista che ha deciso di riesumare Fame è davvero furbo. Il tema è più che mai di moda. Ma ancor di più, quanto era avanti il regista della versione originale?

Certo è che tutto questo "famosismo" ha portato ha ad un effetto piuttosto negativo: in tv, ed in parte anche al cinema, c'è di tutto. Tutti. Bravi, non bravi, talentuosi, persone senza alcuna capacità...
Si è persa un po' per strada la vera professionalità, mi pare.

18 settembre, 2009

Friday night

Adoro il venerdì sera, perchè anche se di solito rientro a casa tardi dall'ufficio, posso prendermela comoda e preparare la cena con calma, oppure fare con tranquillità altre faccende casalinghe o addirittura sedermi sul divano a leggere. Possiamo mangiare senza il pensiero che abbiamo cenato tardi quindi andremo a dormire tardi quindi l'indomani mattina faremo fatica a svegliarci, ma possiamo far tardi guardando un film o sistemando le fotografie dell'estate. Raramente usciamo, di venerdì sera, perchè di norma io ho finito le batterie. La settimana è lunga e logorante, di solito sono troppo stanca per organizzare qualcosa che vada oltre una pizza veloce.
Stasera per esempio...sono tornata a casa un po' trafelata perchè si è messo a piovere e io ero in bici rigorosamente senza ombrello (chi mi conosce sa che lo uso pochissimi giorni all'anno), però una volta a casa i ritmi sono rallentati. Sistemato biacheria, ritirato la spesa, cena, piatti e adesso divano e blog.
A volte sono questi attimi di tranquillità a rendere bella una giornata.

Domani, amici a cena

Antipasto: sedano e gorgonzola, involtini di bresaola e caprino
Primo: risotto della cuoca (nel senso che dipende da quel che ho a portata di mano)
Secondo: bollito con bagnetto verde rigorosamente fatto dalla nonna
Contorno: insalata di pomodori
Dolce: torta paradiso guarnita con sciroppo d'acero (l'avevo detto...)
Frutta: pesche bianche (ancora ottime)

Vino rosso: Barbera d'Asti e Nebbiolo

Può andare?

Ho già fame...

17 settembre, 2009

Sorry about that

Mi scuso in partenza per lo sfogo sottostante. Capisco che possa sembrare infantile e lamentoso se non offensivo nei confronti di chi cerca un lavoro. Qualsiasi. Il problema è che a volte ne capita una...che è la classica goccia che fa traboccare il vaso.

Sfogo di giovedì 17 settembre 2009

Io sono una linguista, cazzo!
Cosa ci faccio qui???
Io gioco con le parole, io le adoro, come adoro le poesie, i romanzi, i saggi; mi piacciono gli Holy Sonnets di John Donne, il ciclo Arturiano in Old English, mi piace André Gide, mi piace Emile Zola e mi piace parlarne, discuterne, sviscerare ogni parola e ogni concetto! E il Bardo, signori, IL BARDO!!! E quando leggo penso "come lo esprimerei in inglese?" o "come lo esprimerei in italiano?" Anche quando vedo i film stranieri doppiati, rifletto in continuazione "chissà com'era in lingua originale...forsi così, no, forse cosà, rende meglio...".

E allora, ripeto, cosa caspita ci faccio qui???????

Raduno dei rossi

Qualche tempo fa, non molto, ho letto su un giornale che in Olanda c'è stato il raduno dei rossi di capelli. Ecco, l'avessi saputo, avrei affrontato le perigliose conseguenze, ma avrei preso ferie e ci sarei andata. Per essere vicina e persone che sono state tormentate da nomignoli noiosi come "Anna dai capelli rossi", "Rosso Malpelo", "Pelo rosso cattiva lana", "Pel di carota" "Pippi Calzelughe"....Senza contare, in età adolescenziale, le battutacce (o meglio, tentate battutacce, perchè ridere proprio non facevano) di ragazzotti arroganti e spocchiosi...

Che due maroni...

E dire che i miei capelli mi piacciono!

16 settembre, 2009

Sponsor

Cerco di guardare poca tv, ma a volte, il problema di girare con le orecchie, è che non le puoi chiudere, come si fa con gli occhi. Quindi stasera, mentre tentavo di cucinare del merluzzo imbrattando i fornelli, pur non osservando lo schermo, ho sentito la conduttrice di una nota trasmissione del pre-serata presentare lo sponsor della trasmissione stessa.

Si fingeva che la redazione della trasmissione ricevesse lettere da fans che sottoponevano problemi da risolvere.
 
"Tizia ci scrive di aver cambiato città e di non trovarsi bene in quella nuova, perchè non riesce ad integrarsi nella nuova compagnia e a farsi dei nuovi amici. Ma cara amica, la soluzione è semplice: non devi far altro cambiare look! E con un look trandy e accattivante, vedrai che conquisterai l'amicizia della nuova compagnia!!!"


Ho trovato questo spot orrendo. Della serie, non devi essere apprezzata per ciò che sei, per CHI sei,ma per come ti vesti. Ottimo consiglio, ottimo messaggio da trasmettere ad una generazione di adolescenti che ha già abbastanza casini per i fatti suoi - un po' perchè fa parte di quell'età, un po' perchè il mondo ora è obiettivamente difficilotto per dei ragazzini.

Complimenti, ci mancava solo questo cavolo di sponsor.

12 settembre, 2009

Famiglia numerosa

Sapete, io vengo da una familgia in formato ridotto. Al contrario della tendenza moderna, che vede proliferare famiglie allargate, la mia è una mini famiglia. I miei genitori sono figli unici, io pure. Gli unici cugini di primo grado che ha mio papà, vivono a Roma. I cugini di mia mamma sono distribuiti un po' qui e un po' a Torino, ma i rapporti direi che sono quanto meno rari. I miei parenti sono quelli di Roma, all'atto pratico. Quindi sono cresciuta senza cuginetti e senza fratelli o sorelle della mia età.

Oggi sono stata al battesimo di un cuginetto acquisito, lato famigliare di Darcy. C'erano quattro cuginetti: tre fratelli tra di loro e il piccolo festeggiato del giorno, il nuovo piccolo cugino. Ecco, ho pensato a quanto sono fortunati, perchè si vede che si vogliono bene e hanno una bella famiglia numerosa. Non si sentiranno mai soli a giocare nelle loro camette, non dovranno inventarsi amici immaginari o sperare che il vicino di casa accetti di andare a giocare da loro.
E anche quando saranno grandi, non dovranno mai sostenere certi pesi e certe scomode incombenze da soli. Ci sarà sempre qualcuno con cui condividere gioie e dolori. Se avranno la fortuna di continuare ad andare così d'accordo.

Così mi è tornato in mente About a Boy, il libro di Nick Hornby in cui Marcus, verso la fine del romanzo, ormai circondato da amici stretti, dice "Ho capito che perchè le cose vadano bene, occorre essere in più di due. Due non è abbastanza", riferendosi a se stesso e alla madre single.

11 settembre, 2009

I miei profumi...

Il profumo della terra umida, che mi ricorda il giardino di mia nonna, quando veniva innaffiato

il profumo dell'erba tagliata dei prati, che mi ricorda i pomeriggi trascorsi in paese, in montagna

il profumo dell'asfalto caldo delle strade quando piove, che mi ricorda i temporali estivi

il profumo delle parti in legno delle case di montagna

il profumo del sottobosco

il profumo di casa dei miei genitori, un profumo non saprei definire, se non "di casa"




Oggi mi sentivo un po' spaesata, un po' un pesce fuor d'acqua.
Sono stata "a palazzo", come diciamo noi in ufficio, ovvero nella sede centrale, quella dove si prendono le decisioni importanti e dove circolano persone importanti, quelle che contano...Urca. In mezzo a queste persone, mi sono sentita piccola piccola. Ma non perchè mi senta inferiore. Perchè so che qualcuno di loro, per fortuna non so chi, ha definito la nostra piccola sede periferica "un parco giochi".
Questa frase, oltre che a mandarmi su tutte le furie, mi ha fatto sentire la persona sbagliata nel posto sbagliato. Ecco perchè, per ritrovare l'orientamento, la strada di casa, ho ripensato ai profumi che per me rappresentano un rifugio, un posto sicuro, dove io sono io e dove io sono giusta.



Imbarazzo

L'altro giorno una mia collega mi ha portato un suo libro, non richiesto dalla sottoscritta. Per carità, ho apprezzato molto, dato che l'unica collega con cui scambiavo libri si è licenziata un annetto fa e per quel che ne so ora è a Zanzibar a fare non so che lavoro. Comunque, dicevo, mi ritrovo con questo libro tra le mani. E penso: ok, grazie. Ma se poi non mi piace? Glielo dico? O le dico che mi è piaciuto anche se non è vero?
Il fatto è che temo proprio che non mi piacerà e quindi mi preoccupo già dell'imbarazzante momento della restituzione. Ma si può?? Son fatta male...Però mi conosco, ho paura di trovarmi tra le mani un libro lacrimoso e allora saranno grane. Ecco, sul cosa dire alla mia collega e come dirglielo, sono riuscita pure a fare un brutto sogno.
Da domani, ogni sera camomilla.

Sagra

In questo momento dovrei essere in bagno a lavarmi i capelli, perchè domani mattina la sveglia suonerà più presto del solito e non è proprio il caso di avere ANCHE l'incombenza di shampoo e asciugatura, vorrebbe dire doversi alzare ancora prima dell'ancora prima. Improponibile. Soprattutto considerato che: sono tornata da soli dieci  giorni dalle vacanze mi sembra di non andare in ferie dall'estate del 1992; ogni mattina, pur dormendo un buon numero di ore per notte, alzarmi rappresenta una tragedia. Perchè è ciò che mi aspetta fuori di casa a deprimermi. Ma questa è un'altra storia e verrà racconta un'altra volta.

Tutto ciò per dire che ho preferito venir qui a scrivere piuttosto che essere più saggia e prepararmi per domani. Ma saggia più di tanto non lo sono mai stata.

Questa sera sono stata ud una sagra con Darcy, i miei genitori ed i suoi. Alla sagra, infilati nell'organizzazione, c'erano i miei fratellini e la ragazza di uno dei due, che ci hanno riservato un tavolo speciale, piuttosto vip (?), per il quale non abbiamo dovuto far coda. Quindi alle nove avevame le gambe sotto al tavolo e abbiamo gustato: agnolotti, spiedini, peperoni ripieni, patatine, dolce e caffè. Sto scoppiando.

Capite perchè non ce la faccio a buttarmi sotto la doccia??

07 settembre, 2009

Nel mio piccolo

Sono rientrata da una settimana e ho già pochissimo tempo per scrivere. Mi dispiace un sacco perchè capita che mi saltino alla mente certe idee che vorrei riportare qui, ma poi un contrattempo, un imprevisto, un impegno e ciao...mi dimentico, passano i giorni e le idee svaniscono.

Adesso, dopo una giornata di delirio in ufficio e una serata svolta così raccolgo i panni, piego i panni, ritiro i panni, ricarico la lavatrice, mangio - per fortuna Darcy nel frattempo aveva preparato la cena - lavo i piatti, riordino la cucina, stendo i panni, avevo davanti a me 2 possibilità. Sedermi davanti alla tv e di conseguenza spegnere il cervello, sedermi al pc e scrivere la sola cosa che ricordo di voler scrivere.

Che poi sarebbe questa: odio gli sprechi, di qualsiasi genere e soprattutto quelli che inquinano.

Ora, io non sono nè un'esperta di ambiente-inquinamento-clima-riscaldamento globale, tutt'altro, ma a questo cavolo di pianeta in cui viviamo un po' ci tengo, quindi nel mio piccolo faccio quattro cose in croce che possono aiutare. Sono davvero delle sciocchezze, ma forse, e dico forse, se chi è nella condizione di farle le facesse...Boh.

Per prima cosa, ho smesso da tempo di usare i sacchetti di plastica del supermercato. Mi sono dotata di qualche borsa di tela e uso sempre quelle. Per la spazzatura uso poi quelle apposta; inquineranno di sicuro anche quelle, ma almeno elimino il consumo in eccesso.
Seconda cosa, fin quando posso, vivendo in una piccola città, non uso l'auto (sarà forse anche perchè non ce l'ho?). Sono una fortunella, lavoro in citta, per il momento ho smesso i panni della pendolare, quindi per andare al lavoro e fare commissioni varie, se il tempo me lo concede, uso la bici (così faccio girare anche un po' le gambe, che non può che farmi bene).
E poi limito al minimo i caffè alla macchinetta dell'ufficio, così riduco l'uso dei bicchieri di plastica. Adesso ho anche in mente di recuperare una borraccia e usarla per l'acqua, in alternativa alle bottigliette da 1/2 litro.

Come dicevo, sono quattro scemate, ma quando giro per la città con la mia borsa di tela, provo una grande soddisfazione.