16 luglio, 2007

La grigliata del 15 luglio

All'inizio doveva essere un pic nic su un prato verde. Poi la paura delle intemperie ci ha fatto pensare ad un polenta in un rifugio, in modo da avere i nostri nobili capoccini al coperto. Alla fine si è trasformata in una grigiata sotto casa.

Spesa tutti insieme e poi a casa a preparare. Gli ingegneri addetti al fuoco (non so perchè, ma la grigliata risveglia negli uomini un istinto primitivo di uomo che procura il cibo e accende il fuoco) hanno fatto un ottimo lavoro con la brace, mentre noi fanciulle montavamo il tavolo, non senza qualche problemino.
Messe le costine sulla grigia e infornata la focaccia, abbiamo cominciato a sgagnare patatine bevendo birra.
Praticamente abbiamo mangiato e bevuto ininterrottamente fino alle sei di sera, ingurgitando le costine, una costata gigante, peperoni e zucchini grigliati, patate al cartoccio, tomette alla griglia e concludendo il pantagruelico pranzo con il gelato alla cheesecake, l'ottava meraviglia del mondo.
Dopo un indispensabile caffè, dato il caldo che diventava atroce, siamo tornati in casa, dove abbiamo combattuto coraggiosamente contro il sonno.

Naturalmente, una volta rientrati a casa, di cenare non se n'è proprio parlato. Meglio un film del terrore di seconda categoria per concludere in bellezza il fine settimana che ci porta direttamente alle sospirate vacanze.



La musica che mi gira in testa



Oh, what good is it to live

With nothing left to give
Forget, but not forgive
Not loving all you see?



13 luglio, 2007

A volte, il caso...

A novembre stavo girellando (forse dovrei dire surfando) per un sito dove è possibile registrarsi e inserire dati sul proprio curriculum scolastico e lavorativo. Facendo una ricerca su un'azienda che ha rapporti con la mia (inteso come "quella per cui lavoro", ovviamente), mi sono imbattuta nel nome di un mio amico, un amico che non vedevo da 10 anni (non esagero). Lì c'era tutto: studi, prime esperienze lavorative, attuale occupazione, ma soprattutto, indirizzo email. Non ho resistito alla tentazione e gli ho scritto cercando di farmi riconoscere. Dopo un iniziale fallimento (la sua risposta fu "Ma io conoscevo 6 o 7 Elizabeth") in seguito mi ha riconosciuta, ritrovando la mia faccia nella sua memoria. Dato che a breve avevo in programma un salto nella sua città per cause lavorative, abbiamo organizzato un aperitivo. Ci siamo dai appuntamento sulla banchina della metropolitana (facile: un luogo prima di tutto ameno, secondariamente poco affollato dove è semplice vedersi, soprattutto dopo 10 anni di non frequentazione). L'idea del luogo non è stata mia, ma comunque, contro ogni previsione, ci siamo incontrati! Abbiamo bevuto e spizzicato tartine raccontandoci 10 anni di vita in un'oretta, ma il bello è che in seguito abbiamo anche passato il capodanno insieme, in un dei luoghi che io amo di più al mondo e adesso che lui vive oltre Manica, è uno dei miei pochi, ma autorevolissimi lettori. Questo mi fa sentire che non ci siamo persi di nuovo, anzi.
Grazie anche a questo blog.

Voce muta

Oggi ho risentito una voce che proveniva dal passato. Giorni sepolti sotto strati di polvere, tanto tanto tempo fa.
Ma mi sono espressa male: non ho sentito quella voce, lei tentava di farsi sentire, ma era troppo lontana, troppo attutita, soffocata dalla tanta polvere, portata via dal vento che soffiava intorno a me. Capisco che era una voce amara, che portava dolore. Ma non è riuscita a farsi sentire.

Giornate interlocutorie

Da un  lato completamente sballottata, instabile, incerta, stanca.
Dall'altro serena, carica, trepidante, impaziente, felice.

Sto facendo convivere questi stati d'animo allo stesso tempo, ogni giorno, durante tutte le giornate. Forse tutto questo avrà delle conseguenze negative, ma per adesso non riesco a farne a meno. Non ho pericolosi sbalzi d'umore, questo no. Ma ogni tanto è come se fossi appena uscita dal cestello della lavatrice.

Domani mattina dormo e stanotte spero di sognare.

Domenica mi aspetta un pic-nic con gli amici, la cosa più semplice e banale del mondo in queste tiepide giornate estive. Però è quello che ci vuole.

10 luglio, 2007

Stanchezza

La stanchezza si accumula, mi si ferma sugli occhi, sulle palpebre, pesa sulle spalle e opprime i miei pensieri. Sono giorni ormai che non riesco a riposare, o meglio, riposo, ma non a suffiecienza. Sembra che i weekend non siano abbastanza lunghi, sembra che scivolino via in un attimo. Di sera arrivo a casa senza energia, svuotata, mi costano fatica anche azioni semplici come bagnare i fiori, uscire a mangiare una pizza con le amiche, raccogliere i panni stesi. Di notte, dormo come un ghiro, ma la luce del mattino mi sveglia dandomi il tormento, sono senza l'entusiasmo che fino a poco tempo fa avevo e che avevo raccontato proprio qui. Stanchezza fisica, ma soprattutto stannchezza mentale. Conto i giorni che mi separano da ogni sabato, conto i giorni che mi separano dalle sospirate vacanze, chissà che possano servire per ritrovare l'energia e la serenità.
In questo stato di affaticata inquietudine, mi viene in mente questa poesia:



Forse perché della fatal quiete
tu sei l'imago a me sì cara vieni
o sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge


03 luglio, 2007

Libro nuovo

Ieri sera ho iniziato un nuovo libro. Ne riporto un passaggio molto bello.

Almeno nella sfera sentimentale, l'agognato status di divi ce lo siamo guadagnati un po' tutti. E' bastato diventare come loro. Convincersi che la love story ideale sia una festa eterna senza sacrifici. E che quando la passione richiede uno sforzo è perchè sta cominciando a svanire. Eppure persino l'amore più grande cammina su strade piene di buche, spesso c'è la nebbia, "e quanti ostacoli e sofferenze e poi", cantava Battisti, "sconforti e lacrime per diventare noi".
Troppa fatica. Ma per chi ha ancora voglia di sobbarcarsela, il premio è qualcosa di assolutamente unico, quasi eroico, in un mondo di valori ed emozioni flessibili, riciclabili, facilmente sostituibili. E' il respiro dell'eternità.


Massimo Gramellini "Ci salveranno gli ingenui"




Dialogo telefonico

Va bene che spesso mi si dice che ho la voce da bimba, però....

DRIIIIIIIIIN!!!

Elizabeth: Pronto?
Interlocutrice: .....
Elizabeth: Pronto??
Interlocutrice: Ehm, ciao, ci sono la mamma o il papà?
Elizabeth: No, chi parla?
Interlocutrice: No? E quando li posso trovare?
Elizabeth: A questo numero mai, vivo sola.
Interlocutrice: Come vivi sola??!! Ahahahaha!
Elizabeth: Vivo sola. (il tono comincia ad essere decisamente incazzato)
Interlocutrice: Ahahaha, vivi sola?? Ma allora bisogna chiamare la protezione dei minori!!! Ahahha!
Elizabeth: Non vedo perchè, ho trentun anni. (brutta idiota)
Interlocutrice: Ah, hai trentun anni...beh, non c'è nessuno che si occupi del telefono?
Elizabeth: Se non vado bene io, no.
CLICK.


Roba da matti.

02 luglio, 2007

Nuova settimana

La settimana infernale è passata, finita. Ne è già iniziata un'altra che però si prospetta decisamente migliore. Tanto per cominciare, arrivo da un favoloso weekend tra i monti, dove ho ricaricato un po' le batterie. Avevo in programma di riposare, liberarmi dalla negatività e mangiare cose buone. Con soddisfazione ho raggiunto tutti questi piccoli, ma fondamentali obiettivi. Piccoli, certo, ma assolutamente indispensabili per potermi presentare al lavoro, alle 9 di questa mattina. Del resto sapevo che sarebbe stata la cura migliore: stare con chi amo in un posto che amo.

La giornata lavorativa sta per volgere al termine, tra poco esco e a casa mi aspetta un preserata dedicato ad attività tipicamente femminili: lavatrice, riordinare, bagnare i fiori e un po' di cura di me stessa. Due palle.
Più tardi credo che il massimo che posso fare sarà passare dal tavolo della cucina al divano in soggiorno per guardare un film che richieda attività cerebrale pari a zero.

Domani sera vado da Ila per una serata tra donne: con i fidanzati sempre con noi, va a finire che non ci vediamo mai da sole, il che è davvero un peccato, poi abitando in due città diverse la situzione si fa ancora più difficile. Ma domani me ne frego, esco presto, prendo un treno e vado da lei per taglio e cucito davanti a birra e pizza. Mercoledì mattina sarò uno straccio, ma sono certa che ne varrà la pena! Naturalmente non siamo più le poco più che ventenni che facevano seratoni e tornavano all'alba a casa (riso cantonese seguito da crostata all'albicocca alle 6 del mattino...), ma anche se stiamo a casa ci divertiamo lo stesso, e come.