29 aprile, 2011

Furibonda

Se c'è una categoria di persone che incatenerei in fondo all'oceano, è quella composta da chi fa male deliberatamente agli animali.
Gli animali spesso non hanno armi per difendersi dall'uomo, non possono neanche insultarci.

Ora ce l'ho con te, grandissimo pezzo di rifiuto umano che hai investito (o forse anche solo preso a calci, il che è anche peggio) la regina del nostro quartiere. Hai ucciso una gattina bellissima e socievolissima, Iris, un vero tesoro, sempre pronta a regalarti un saluto, uno strofinamento, un miao, sempre alla ricerca di una carezza. Tu le hai fatto del male e non l'hai neanche soccorsa, l'hai lasciata lì da sola a morire e lei, da super donnagatta qual era, è andata a morire nella sua cuccia, a casa sua, dalla sua famiglia, trascinandosi come poteva.

Non bisognerebbe augurare il male al prossimo, ma con te, credimi, faccio proprio fatica.

Spero due cose: o che tu non ti sia reso conto di ciò che hai fatto (nel caso dei calci però, quest'ipotesi decade automaticamente), oppure che tu possa prendere un virus intestinale di quelli che ti fanno sussurrare "Voglio morire" nel silenzio della tua miserevole stanza da bagno.

27 aprile, 2011

Post letteral-sentimentale. Della serie "Abbiate pazienza, è colpa degli ormoni"

Ieri notte sono stata sveglia fino alle 2.30 circa per finire il libro che stavo leggendo. Mi piaceva un sacco, l'ambientazione era praticamente il sogno della mia vita...l'ho divorato. Lette le ultime righe, soddisfatta e felice, l'ho posato con amore sul comodino e mi sono abbandonata ad un piacevolissimo sonno.

Stamattina ho evitato di affrontare il problema, avevo un'incombenza peggiore, stirare. E intanto, procrastinavo.
Nel pomeriggio, un'ora e mezza di lezione di Inglese (definirla così mi fa un po' vergognare, visto che la mia alunna esige di venir qui a tradurre dall'italiano un ignobile libro che parla di vampiri, licantropi, demoni, streghe...una saga mal scritta, sottospecie della più famosa Twilight). Ma tant'è.
Emigrata verso casa sua la fanciulla, sono andata al supermercato.

Ma una volta sistemata la spesa, ho passato mezz'ora buona davanti alla libreria per scegliere il prossimo amico libro.

E così mi sono soffermata a riflettere sui sentimenti che suscita la lettura. Quando leggi un libro che ti appassiona, lo divoreresti e allo stesso tempo gli vuoi bene, lo tratti bene, ti piace la copertina, l'odore della carta (non sempre a dire il vero, i Penguin puzzicchiano), il carattere di scrittura...diventa proprio un amico.
E quando ne scegli uno nuovo, lo osservi quasi con timore, sembra così delicato, così liscio, senza increspature sul dorso, senza pieghe...e poi chissà se sarà all'altezza del precedente, chissà se quest'autore, anche stavolta, non mi deluderà, chissà se riuscirò a finirlo entro la prossima settimana così poi inizio quell'altro, chissà...

Ogni nuovo libro è un nuovo viaggio, una nuova vita, un'esistenza parallela che ci porta più in là rispetto alla nostra, un amico che ci accompagna a visitare luoghi che non conosciamo, che ancora non ci appartengono, ma che presto ci risulteranno famigliari.

26 aprile, 2011

Io, l'estetista e la perplessitudine

Non sono mai stata una grande frequentatrice di centri estetici, ho fatto un paio di lettini, anni fa, prima di andare al mare; poi è successo che mi sono sentita male, crisi di ipotensione dovuta al calore, non mi reggevo più in piedi, la titolare del centro estetico ha perso dieci anni di vita perchè temeva una denuncia e io ho smesso di farmi lampade e ho accettato di buon grado la mia carnagione bianca e lentigginosa. 


Anni dopo ho iniziato a fare un trattamento per la circolazione, consigliato da un angiologo che mi ha anche consigliato di nuotare, cosa che però faccio raramente perchè qui la piscina è una, il tempo è poco e nelle ore appetibili le corsie per il nuoto libero sembrano il GRA nelle ore di punta.

Adesso che sono in dolce attesa, il problema circolatorio si è acutizzato e quindi ho fatto violenza a me stessa e dalla fine di gennaio vado tutte le sante settimane a fare massaggi e impacchi vari. 
Fin qui, tutto sopportabile.


Poi la scorsa settimana mi sono accorta di non raggiungere i piedi per tagliarmi le unghie e magari mettere un po' di smalto. Panico, che faccio? Ho provato a farmi aiutare da Darcy, ma poverino, una seconda volta mi sembrava troppo. Così ho prenotato una pedicure. 
Bella esperienza eh, niente da dire, ma 25 euri...sti cavoli.


E così, chiacchierando con un'amica (quella col marito scemo dei calzettoni ), viene fuori che oggi ho fatto la prima pedicure della mia vita. Lei, visibilmente sconvolta, mi chiede "La prima della tua vita??? E per il matrimonio??" Avevo le scarpe chiuse, a che cacchio serviva, penso ingenuamente e rispondo "Ho fatto da sola, tanto avevo le scarpe chiuse, ma ho fatto da sola pure la depilazione alle gambe. Ti ho mai detto che, ad oggi, non ho mai fatto una ceretta in un centro estetico? Sempre silk-épil a casa e banale crema depilatoria in posti dove mi rifiuto di torturarmi strappandomi i peli".

Ecco, se le avessi detto che ero un'agente della CIA sotto copertura qui in Italia, incaricata di scoprire la ricetta autentica della bagna cauda, forse l'avrei stupita di meno.


Ma io dico. 
Sono cresciuta in una famiglia normale, i miei lavoravano entrambi, ma mi hanno insegnato a dar valore ai soldi guadagnati. Quindi finchè sono stata in casa, a loro carico, non ho mai speso un euro in abiti superfirmati e attività - ai miei occhi - frivole come una pedicure. Una volta uscita di casa e trovato un lavoro, ho avuto la sensazione di poter spendere più a cuor leggero, trattandosi di soldi interamente miei. Ma avevo modi migliori per spendere e se ne avanzavo ok, altrimenti estetista e parrucchiera (altra professionista che se va bene, mi vede 4 volte l'anno) erano in fondo alla lista delle priorità. 
Che ci posso fare? Mi piange il cuore a pensare ai soldini che volano via in quei trattamenti, preferisco un cappello, un paio di scarpe, una camicia, dei guanti...mi danno l'idea di più "duraturo"! Ovvio che poi, ognuno nella vita sceglie in cosa investire i propri risparmi e io non giudico nessuno.
Ma sono perplessa. 

23 aprile, 2011

Buona Pasqua, auguri!!!

22 aprile, 2011

Sorry. Secondo post della giornata

Abbiate pazienza, oggi è così, straripo comunicatività. Ovviamente per iscritto e via blog, mica di persona, per carità.

E' che oggi vivo in una specie di stato di grazia.
Ieri ho fatto il tiramisù con mio papà ed è venuto buonissimo; mia suocera è appena passata a prenderne un po' e intanto mi ha aiutata a stendere i panni.
La giornata è mite, i miei balconi sono fioriti, in casa la luce è filtrata dalle tende da sole, l'atmosfera è serena e rilassante. Di fronte a me, sul tavolino, mi aspetta un divertentissimo libro.
Stasera c'è la processione, una tradizione di questa città. Non mancheremo, tutta la famiglia schierata.
Domani è sabato, Darcy è a casa.
Domenica è Pasqua, tutti dai miei. Non vedo l'ora di mangiare il vitello tonnato (di guardare gli altri che azzannano salami ogni tipo, un po' meno. Ma pazienza).
A Pasquetta siamo al lago con gli amici e io ho tanta voglia di prendere la macchina fotografica e scattare qua e là.

Quindi, in questo stato di beata serenità un po'o idiota, mando un pensiero a due amiche legate al mondo mammesco.
La prima ha una visita il 26, per capire che altre strade si possono provare per acchiappare sta cavolo di cicogna che per ora è sfuggente manco fosse un'anguilla.
La seconda ha una bimbetta nella pancia, ma dovrà crescere in una famiglia un po' strana, perchè il suo papà è un po' scemo. Capirete che è un educatissimo eufemismo.

La giornata della Terra: le mie poche semplici regole

La mia non è una casa ad impatto zero, non ho i pannelli solari, nè l'orto o il pozzo in giardino. Ma faccio del mio meglio, perchè la povera vita del nostro povero pianeta mi sta a cuore e sono convinta che la questione sia presa molto sottogamba, nonostante la tanta informazione che si tenta di fare in quest'ultimo periodo.
Per non sentirmi inutile, seguo qualche regoletta dettata solo dal buon senso (questo manca a gran parte della popolazione mondiale, direte voi e io vi dò ragione), che non mi costa fatica applicare.

  • La raccolta differenziata, ormai un must della vita moderna. Qualcuno dice che tanto va a finire tutto nello stesso bidone e poi nell'inceneritore. Ne siamo certi? Nel dubbio, io la faccio.
  • Uso i sacchetti di tela per fare la spesa. Ho preso l'abitudine di comprarli nei luoghi di vacanza, così sono anche dei bei ricordi di viaggio. 
  • I sacchetti di plastica che ancora circolano, li uso appunto, per la spazzatura.
  • Chiudo l'acqua quando non serve (tipo mentre mi spazzolo vigorosamente i denti o strofino i piatti).
  • Quando potevo, usavo molto la bicicletta, ora sono impedita causa panza, quindi se posso mi muovo a piedi, l'auto è l'ultima spiaggia, anche perchè economicamente mortale.
  • Spengo le luci se non servono e le accendo SOLO quando servono. 
  • Tento di fare meno giri di lavatrice possibili (Dio benedica l'Acchiappacolore) e a bassa temperatura (Dio benedica lo smacchiatore spray).
  • D'estate accendo l'aria condizionata proprio se mi sto sciogliendo e comunque, con criterio, con il timer. Anche perchè soffro di cervicale! In caso di caldo "normale" preferisco spalancare le finestre e ovviare agli insetti con le zanzariere.
Detto ciò, vedete che non è granchè, ma un piccolo contributo. Avete qualche altro suggerimento utile e facilmente applicabile? Sarebbe davvero ben accetto!

20 aprile, 2011

Per fortuna esistono le amiche

Quelle che fanno ridere e riflettere.
Quelle che passano a trovarti a casa, perchè tu sei un dirigibile.
Quelle che ti telefonano per sapere come stai.
Quelle che ti scrivono lunghe e confidenziali email.
Quelle con cui scambiarsi i libri.
Quelle che sarebbero giustificate se sparissero per un po', ma non lo fanno.
Quelle che ti passano un sacco di vestitini e roba varia per la bambina.
Quelle che ti mandano la lista pratica di cose utili per quando si tornerà a casa dall'ospedale.
Quelle che bloggano, con cui non ci si vede, ma ci si sente, e come.
Quelle senza le quali i pomeriggi sarebbero solo un lungo susseguirsi di ore.

19 aprile, 2011

C'era una volta Darcy

La situazione matrimoniale che sta vivendo un’amica, mi ha spinta a riflettere su me e Darcy, ma soprattutto su di lui, su quanto sia strana a volte la vita, su quanto ora la vita stessa mi appaia inconcepibile senza di lui.

Darcy era un collega. Quello da cui tutti ti mandano a chiedere spiegazioni quando non capisci qualcosa, quello che ne sa talmente tante da metterti in imbarazzo, da farti sentire stupida. Almeno, era come mi sentivo io quando parlandogli, emergeva la mia inesperienza. Alcuni lo chiamavano “Il Giustiziere” perché, come dire, anche coi clienti non era proprio morbido. Darcy era di poche parole e di pochi sorrisi, sia le prime che i secondi riservati a pochi eletti. E io non ero fra quelli.

Poi un giorno i sorrisi sono scomparsi e le parole dimezzate. Ancor più chiuso e ancor più serio, mi sembrava un blocco di granito. Io, col mio piccolo scalpello senza filo, cosa pensavo di fare? Niente, anche perché il messaggio che traspariva dai suoi occhi bellissimi era: lasciatemi stare. Poi mi sentivo così inadeguata, convinta com’ero che mi considerasse una stupidella, convinta com’ero che non mi avrebbe mai nemmeno guardata, convinta com’ero, in qualche modo, di non essere alla sua altezza.

Ma io e Darcy avevamo una cosa in comune, una persona. Avremmo scoperto solo tempo dopo, che le cose in comune erano quattromiladuecentocinquanta, come cantava qualcuno. La persona in comune, suo malgrado, ci ha avvicinati. A me diceva: “Per carità, lascia perdere”, a lui forse, anche. E sta di fatto che a me non è piaciuto sentirmi dire Lascia perdere. Proprio per niente, no che non lascio perdere, lascerò perdere quando sarò io a deciderlo. E voilà. Non fatico ad ammettere che non senza un fifa bestia, ho deciso che avrei scalfito il blocco di granito. Il lavoro mi ha dato una mano: una telefonata, uno scambio in chat, un’uscita da un cliente, una pausa caffè…E sotto quelle lunghe ciglia, mi è sembrato, pian piano di intravedere un sorriso.

Finchè una sera, stanchi morti per aver lavorato fino a tardi, davanti alla birra numero N e con un hamburger a testa nello stomaco, seduti ad un tavolino di un pub, non ho rivisto i sorrisi e le risate. Quelle che non gli vedevo fare da anni, quelli che gli illuminavano lo sguardo. E mentre sentivo il cuore che si gonfiava, pensavo alle quattromiladuecentocinquanta cose che avevamo scoperto di avere in comune, in pochi mesi.

In quel momento ho pensato: da ora in avanti, io questo non lo mollo più, col cavolo. 

18 aprile, 2011

Mancano 43 giorni

Il contatore, qui a lato, recita così: ancora 43 giorni. Sembrano pochi, ma in questo momento a me paiono un'eternità. Quarantatrè giorni di schiena affaticata alla minima passeggiata, di voglia insoddisfatta e insoddisfabile di un panino col salame, di movenze agili come quelle di un leone marino, di esami del sangue, urine e tamponi vari ed eventuali. E che palle.

In più, ho voglia di conoscere te, piccola ballerina di tango che abiti nella mia pancia. Ho deciso che balli il tango perchè di sicuro ami l'Argentina come i tuoi genitori e poi con gli slanci di gamba che dai, mi riesce difficile immaginare altri balli.
Ho voglia di prenderti in braccio, di vedere il tuo faccino, di cercare somiglianze nei tuoi occhi, di portarti a casa e poi di farti scoprire il mondo. E' così bello in questi giorni: cielo terso, aria fresca, merli che cantano e fiori che sbocciano. Se non penso a tutto quello che capita nella realtà, oggi il mondo sembra un luogo accogliente.

Sto diventando impaziente.

Nello stesso tempo, mi vengono in mente tante cose che dovrei fare prima del tuo arrivo, perchè poi tutto il mio tempo sarà per te: finire ennemila libri, sistemare le piante sui balconi, fare un po' repulisti nel cassetto della biancheria (tenere un completino intimo comprato 13 anni fa mi sembra ridicolo...), vedere alcune persone...prima che le mie serate siano dedicate a te.

Stamattina, tanto per cominciare, ho messo da parte quasi tutto l'occorrente per l'ospedale: per me tre camicie da notte, biancheria varia, ciabatte, accappatoio. Per te, tre sacchettini contenenti body, tutina e calzine, più un golfino, asciugamano, copertina e cuffietta.
Sono impazzita dall'emozione a piegare e ritirare tutti quei bellissimi, minuscoli vestitini....

Ormai manchi solo tu, rospetta mia.

17 aprile, 2011

Auguri papà

Da circa mezz'ora è ufficialmente il sessantunesimo compleanno di mio papà. Abbiamo festeggiato tutti, io, la mamma, papà, Darcy e i suoi genitori, in un bel, ma soprattutto buon, ristorante in collina, qua vicino.

Auguri papy, a te a cui devo i capelli rossi, l'amore per il rock e la musica in generale, l'antipatia per chi parla a vanvera, un debole per le castagne e  l'amore per la montagna.
A volte ti guardo e penso che proprio non sembri un over sessanta, che forse perchè sei alto e relativamente in forma, sembri più giovane. Ma poi, con occhio più attento, vedo che ora assomigli al nonno, ogni giorno di più, mentre anni fa non sembravate nemmeno padre e figlio. Le espressioni degli occhi, le movenze, i capelli (o meglio, la loro assenza!), la gestualità...tutto in te lo ricorda sempre di più. Da un lato fa male, vuol dire che stai invecchiando, dall'altro è naturale, giusto. Anche perchè guardando i fatti, tra poco sarai nonno anche tu.

La cosa bella e che non mai cambiata, è l'essenzialità della nostra efficientissima comunicazione. Poche parole, pochi gesti, ma ci siamo sempre capiti al volo, anche se tu sei un super pignolo e io una ruvida testona.

AUGURI!!!

14 aprile, 2011

Restyling v.4

E' ancora un po' work in progress...ma ci stiamo lavorando (più che altro Darcy).
Avevo voglia di uno spazio più personale e nuovo. Non so se durerà, ma per ora mi piace!

13 aprile, 2011

Riflessioni di un mite, limpido pomeriggio ventoso

Il vento a molti dà fastidio: porta mal di testa, bruciore agli occhi, nervosismo, spettina. Tutto vero, ma a me ha sempre anche dato l'idea di movimento, di evoluzione, di crescita. Su questa base, riflettevo sulla mia condizione attuale. Fisicamente sono diversa, ho questa pancia prominente e diversi chili in più, sono più rotonda; ho un mini guardaroba nuovo perchè dei miei vestiti vecchi non mi va bene niente. Sono inchiodata qui, nella mia città, devo aspettare che nasca la pupa, cosa che dovrebbe avvenire tra circa un mese e mezzo, quindi niente viaggetti pasquali, primaverili o simili. Al massimo ci si può concedere una gita di un giorno in montagna. Ho dovuto acquistare un sacco di cose per la pupa: tutine, body, calzine, cuffiette. E il lettino, il fasciatoio, l'armadio (che è in arrivo)...insomma, con Darcy le stiamo arredando la stanzetta, perchè tutto sia pronto quando la porteremo a casa.
Ecco, quel giorno comincerà un nuovo viaggio. La vita con lei sarà una scoperta continua, una novità dietro l'altra, una raffica di sorprese, di imprese, fatiche e gioie. 
Quindi questo periodo, che in certi momenti mi sembra così statico, tranquillo, con tempi dilatati, è in realtà il preludio di una vera e propria rivoluzione, una nuova fase della vita, un nuovo viaggio, un enorme magnifico cambiamento.

12 aprile, 2011

Giornata di blogging sulla scuola italiana


Ringrazio Seavessi per l'interessante spunto di oggi: parliamo di scuola, che non fa mai male, tanto ormai ne parla chiunque...

Per comodità, elencherò anch'io alcuni punti sulla scuola, pensieri nati da esperienze di vita vissuta, sia come allieva, lo sono stata dai 6 ai 26 anni, quindi ho un bel bagaglio, sia - indirettamente - come insegnante, perchè mia mamma ha insegnato alle medie statali dai 23 ai 58 anni, quindi ne ha viste cose che vuoi umani non potete neanche immaginare.

Ho frequentato scuole statali fino al primo giorno di università. Elementari, medie e superiori della mia piccola città, mi hanno dato, nel complesso, una signora formazione.

Le due persone che più hanno contribuito a fare di me una persona forte, non complessata, che ha imparato a difendersi e fronteggiare le ostilità della vita sono Dorina e Anna, le mie maestre. Dorina ci guarda dal cielo, perchè se n'è andata troppo, troppo presto.

Oltre a queste due splendide persone, della mia scuola elementare ho ricordi stupendi: porte azzurre, grandi finestre che guardavano un cortile con ciliegi selvatici in fiore, una classe di bambini molto legati (tanto che in parecchi, siamo in contatto ancora oggi), una pessima mensa, una grandissima palestra in cui si giocava a palla prigioniera.

Le medie: scuola inaugurata nell'82 con tanto di visita di Sandro Pertini, quando ci sono arrivata io, nell'87, già i cornicioni cadevano a pezzi: il bello dell'edilizia votata al risparmio.

Delle medie ricordo in particolare le mie diatribe con l'insegnante di italiano (a me hanno sempre fatto abbastanza schifo i Promessi Sposi e andavo a dirlo in giro, il che non giocava molto a mio favore) e tre anni partiti con difficoltà, ma che si sono rivelati tra i più divertenti della mia vita.

Le superiori: istituto tecnico commerciale e per geometri. Frequento un corso sperimentale, progetto Giuridico Economico Aziendale. Un flop colossale: trascorro 5 anni a chiedermi cosa ci faccio lì. Per fortuna, alcuni (non tutti) insegnanti sono ottimi e in qualche modo, arrivo al sospirato diploma. Ancora oggi però, qualsiasi cosa faccia vagamente riferimento ad un bilancio, uno stato patrimoniale o roba affine, mi dà la nausea.

La Scuola Sbagliata è grandissima, piena di perditempo, teppistelli, ma anche di brave persone; dal soffitto cola acqua e nelle aule d'inverno non si superano MAI i 18 gradi. La palestra è inagibile, l'aula magna non c'è, i bidelli spesso, neanche. Anche questo è scuola pubblica...

Conclusione: a 14 non ho avuto la maturità per scegliere la scuola giusta, ho toppato in pieno. Per fortuna, a 19 anni ho potuto aggiustare il tiro.


Ma veniamo a mia madre. Perchè è andata in pensione dalla disperazione?
Perchè qualche fenomeno un giorno le ha scritto: Il canale più importante della pianura padana è Canale 5? No.
Perchè una volta le è stato chiesto chi fosse Malcom Decimo? No.
Perchè un'altra volta le hanno chiesto se Alessandro Magno e Carlo Magno fossero fratelli? No.
Perchè parlando di "commercio di braccia umane", qualcuno ha chiesto come facessero a tagliarle, le braccia? No.
Perchè le è stato detto che Napoleone in esilio era andato in un'isola dove si va in vacanza, una bella isola...Ibiza? No.

Niente di tutto ciò.
Perchè ormai, una povera insegnante delle medie, non poteva più permettersi di dire la verità ai genitori. Il ragazzo non studia? Non si può dire. Se il ragazzo non ha buoni risultati, è SOLO perchè l'insegnante non spiega.
I presidi (ora, scusate, si chiamano Dirigenti), avevano imposto di non bocciare se non in casi "disperati" e l'allora ministro Moratti, si era inventata che, se l'insegnante voleva bocciare, prima avrebbe dovuto chiedere ai genitori del ragazzo "se fossero d'accordo". In caso negativo, niente bocciatura.
La bocciatura, un'insegnante che pretende, che fa lavorare tanto, sono tutte pessime pubblicità per l'istituto e ormai, a scuola, il dictat era: cercare di avere più alunni possibile. Quindi via ad attività alternative: teatro, botanica, taglio e cucito, salto dell'aiuola e boiate di ogni tipo. Ma attenzione, non di pomeriggio, perchè i ragazzi devono poter fare nuoto sincronizzato, tiro con l'arco, scuola di violino e corno francese.

Vorrei scrivere ancora tante, tante parole, ma mi rendo conto che sto diventando noiosa, quindi per ora, la pianto qui!

11 aprile, 2011

L'ecografia più bella che ci sia

Partiamo dal presupposto che i parametri di crescita della pupa sono a posto, cresce bene, non ho neanche bisogno di farne un'altra (ecografia) prima della scadenza...insomma, tutto per il meglio. Del resto col mio super cordone maxitaglia, la bimba mangia che è un piacere. Tale cordone però, fa sì che quasi sempre ne sia coperta, non si vede mai un tubo, stavolta per esempio era proprio bella nascosta. Ma pazienza. 

La cosa che mi ha fatto un po' venire il nervoso, è il comportamento del ginecologo dell'ospedale. Va bene, signor ginecologo, non sei più un ragazzino, ne hai pieni i maroni della burocrazia dell'azienda sanitaria per cui lavori, vorresti fare largo ai giovani, vorresti essere in pensione ad Alassio con i tuoi nipotini, non certo qui a massaggiare panze. Però ti tocca, perchè per ora è ancora il tuo lavoro. Quindi per favore, quando ti trovi davanti due quasi genitori, alla prima esperienza pargolesca, agitati ed emozionati, prova a tirar fuori qualche parola dalla tua saggia bocca. Non che deve essere la povera mamma, che ti tira fuori due commenti col forcipe, perchè per prima cosa mi sento scema, seconda cosa alla tapina vien subito in mente che il mutismo sia dovuto a qualcosa che non va e quindi le parte un battito, il cuore si ferma, la pressione si abbassa...tutto in un lunghissimo istante dopo il quale riprende fiato e chiede delucidazioni. Ti concedo che alla fine hai detto: "Ok signora, è tutto a posto, cresce bene", ma se poi suddetta signora ti chiede per cortesia di sentire il battito, perchè le piace e la fa stare tranquilla, non apostrofarla come se fosse un'oca dicendole: "Tanto non è il battito del bambino, lo sa? Gliel'hanno spiegato? E' solo un suono riprodotto dal doppler. Il battito vero è quello che vede sul monitor". Grazie sulla lezione tecnica sull'ecografia e le sue meraviglie. Sarà pure un suono riprodotto, avevo intuito che la sonda NON è un microfono, ma tant'è, sentire il battito mi piace, oh cavolo!

07 aprile, 2011

Award!

Oggi è una splendida giornata. Darcy stamattina lavora da casa, quindi è qui che installa non so cosa per non so chi sulla sua virtual machine (non chiedetemi cos'è); mi sono svegliata al cantar dei passerotti, ho fatto colazione coi cereali al cioccolato sul balcone e ho pure ricevuto un premio!

Per prima cosa ringrazio la Tina e le dico che, a meno che non sia cambiata mostruosamente negli ultimi anni, non ricordo che avesse un sedere smisurato!!
Ora passiamo alle mie nominations. Ragazze, 15 blogger sono un'enormità, non ce la posso fare.

And the Versatile Award goes to...
Maude e Linda, amiche storiche dai tempi di Splinder, come potrei vivere senza di loro?
Scarlett, amica reale che facendo l'hostess di terra, meriterebbe anche ben altro!
Aerie, quasi mamma come me ;-)
Mare, che adesso scrive raramente, ma se devo pensae a qualcuno di versatile, penso a lei, una che canta, suona, recita, è laureata in fisica ed ha pure un master. Vi basta?
E poi, sono in grossa difficoltà, perchè tra chi è stato nominato da Tina e chi da Seavessi, ho praticamente esaurito le scorte di bloggers! Bon oltre i 5 non vado, chiedo perdono!

Ma veniamo alle 7 cose su di me...oh santo cielo, ci sarebbero così tante cose da dire, devo scegliere:

-non ho ancora capito con quale mano devo usare il coltello; sono destra, ma lavo i denti con la sinistra, porto la borsa a sinistra e uso il coltello tendenzialemente a caso.

-non mangio funghi, che per essere piemontese è un gran difetto e non mangio ananas e kiwi, praticamente i frutti che fanno meglio. In compenso toglietemi tutto, ma non pizza e caffè.

-adoro Beethoven fin da quando sono molto piccola, di questo ringrazio mio papà.

-sognavo di andare in Giappone, di vedere il monte Fuji, i ciliegi fioriti, i magnifici templi, la modernissima Tokio...mi sa che dovrò aspettare un bel po'.

-quando dovevo sposarmi, cercavo un abito con un po' di maniche, tutto intero e non gonfio: tutte le negozianti mi guardavano come se venissi da Marte. Ma alla fine ho vinto.

-sono affascinata dagli aerei, di qualsiasi tipo: se ne sento uno nel cielo, non posso fare a meno di alzare la testa e cercalo.

-vorrei che fosse già lunedì, perchè vado a fare l'ecografia e ho voglia di vedere mia figlia.

Lo so, sono in gran parte piccole cose, ma ho cercato aspetti di me che non conosceste già!

04 aprile, 2011

Madri e figli

Una volta un amico mi ha detto: "La vita è come la scala di un pollaio: corta, ripida e piena di cacca".

Ecco, è vero. E io sono schifosamente fortunata. Non vi capita mai di sentirvi talmente fortunati da sentirvi in colpa in contemporanea? A me sì. Mi è successo oggi e non era mica la prima volta, evidentemente sono recidiva. 
Perchè sono emotivamente instabile con tutti questi cavolo di ormoni che fanno il bunga bunga, perchè è primavera, non lo so. Però sta di fatto che sono uscita per fare compere per la pupa in arrivo (acquisti zero a fine giornata) con mia mamma e come da tradizione, abbiamo litigato. Lei ed io funzioniamo così da 20 anni a questa parte (non è un numero tirato a caso, sono VENT'ANNI): io parlo, lei non mi ascolta, io dico bianco, lei sente nero, poi mi risponde rosa e io capisco verde...Insomma, non parliamo la stessa lingua, non l'abbiamo mai fatto e credo che non lo faremo mai. Non per questo non ci vogliamo bene, ma cazzo (scusate) è così difficile...Perchè? Perchè lei PIANGE. Se io solo oso dirle che non mi ha capita, non mi ha ascoltata, anche premettendo la mia porzione di colpa, parte il disco rotto che sento dai suddetti vent'anni. Io non so più cosa fare per te - io sbaglio tutto - io sono inutile - le figlie delle mie amiche vanno d'accordo con le loro madri (?) - io non ti dirò mai più niente - io mi sento inadeguata - ecc...
Vorrei conoscere ste figlie di amiche, comunque, dopo scene da malavita di cui mi vergogno, finalmente siamo giunte ad una sorta di tregua, come sempre accade, grazie all'intermediazione di quel santo di mio papà. Fino alla prossima volta. 

Dopo un'ora, mi incontro con la mia amica Y, che la mamma non ce l'ha più da 14 mesi e ancora non ci crediamo. E' venuta qui (vive a un centinaio di km) per stare un po' con suo papà, per cenare con lui, perchè l'ha sentito giù. E mi sento talmente uno schifo che non digerisco l'Estathè. 

Già a quel punto della giornata mi sentivo un essere ignobile, poi ho sentito un'altra amica, M., che fa parte della schiera nutritissima di splendide persone alla disperata ricerca di un figlio che non arriva. E che forse, con la sola natura, non arriverà mai. Mi si stringe il cuore: lei è lì che soffre come un cane e io litigo con mia madre per dei lenzuolini?? Guardo la mia pancia e penso che mi dovrei solo vergognare. 

Adesso sono qui sul divano che scrivendovi cerco...cosa? Comprensione, redenzione, scuse? Non lo so, spero solo che per domani mi passi, almeno il bruciore di stomaco.

02 aprile, 2011

Di nuovo tra voi

Non ho più dato segni di vita da martedì 22 marzo e oggi, considerato che sono le 00.46, è sabato 2 aprile. Bene, volevo solo dire che la mia assenza è stata dovuta al decesso improvviso del nostro modem di casa, che ha deciso di non collegarsi più alla rete, mai più. E' seguita una fase di incazzamento ("Ma porcaescort, è ancora nuovo"), poi una fase di consolazione ("Va beh, almeno è ancora in garanzia") e una fase finto-contenta ("Meglio, così non sto sempre davanti a sto pc"). Il modem è stato spedito a chi di dovere e chi di dovere oggi ce ne ha consegnato (con non pochi problemi col corriere) uno nuovo e funzionante. Ma che palle, ragazze! Io non sono una maniaca della rete, di fb, della mail, di internet insomma, ma i vostri blog mi sono mancati da morire e mi è anche mancato tanto non poter aggiornare il mio! Domani passerò il pomeriggio a recuperare le pagine dei vostri blog che mi sono persa in questi giorni e poi riordinerò un pochino anche le mie idee. Che bellezza essere di nuovo tra voi!!!