29 febbraio, 2012

Valigie a grappolo

A seguito di questo post, l'autrice mi ha chiesto di svelarle la mia tecnica di Clustering dei vestiti per fare valigie intelligenti, leggere e senza carichi inutili.


Premetto che io sono una maniaca compulsiva, ordino i vestiti nell'armadio in modo un po' pazzoide: per peso, per tipologia, per colore.  


Prima, parlando di Clustering, mi riferivo alla teoria secondo cui si può ordinare gli armadi abbinando camicia con gonna, con maglioncino, con giacca, con calze; ecco, questo sarebbe troppo anche per me, ma quando si tratta di imbastire una valigia, applico un teorema abbastanza simile.


Immaginate di dover trascorrere un weekend estivo in un posto dove il clima è all'insegna della variabilità, che so, la Scozia o l'Irlanda (posti a caso, che come sapete non mi piacciono per niente! ;)). Avete a disposizione un microscopico trolley, che deve essere leggero, oltre che minuscolo, perchè dovete assolutamente portalo con voi in sull'aereo, dato che il recupero bagagli (di solito uno stillicidio all'insegna del "oddio-la-mia-non-arriva") vi farebbe perdere tempo prezioso in un già breve uicchend. 
Bene, la mia teoria, dettata da un po' di esperienza e qualche situazione tragicomica, è:

  1. prendere tanti sacchetti trasparenti (quelli che a volte danno i negozi quando comprate i maglioni, ma vanno bene anche quelli più leggeri e sfigati della lavanderia) quanti sono i giorni della vacanzina.
  2. in ogni sacchetto mettete: canottiera, t-shirt, felpa, calzettoni. Tutto abbinato, naturalmente. Supponendo di partire un venerdì mattina e tornare domenica sera, avrete tre sacchetti contenenti ognuno gli indumenti sopra elencati. Per esempio in un sacchetto indumenti intonati sui toni del verde, in un altro del viola, in un altro del blu.
  3. tre canottiere di ricambio, imbustate a parte, perchè non si sa mai, si potrebbe sudare e doversi cambiare più volte in un giorno. Di solito io le prendo bianche così vanno bene (o male?) con tutto.
  4. un giubbottino antivento tipo k-way ben ripiegato, che occupa poco spazio. Il colore deve essere neutro, bianco, nero o anche blu o grigio, così vi sta bene con tutto.
  5. due paia di jeans.
  6. una sciarpa intonabile con tutto e un cappellino anti pioggia. 
  7. Biancheria: negli interstizi, tra un sacchetto e l'altro.
Le scarpe: impermeabili, una bella scarpa sportiva (con la suola un po' spessa) spruzzata con spray impermeabilizzate è l'ideale. Ma le metterete direttamente nei piedi, perchè sono ingombranti. Nella valigia, tutt'al più se riuscite, infilate un paio di scarpette tipo superga, se facesse proprio caldo.


Et voilà, col metodo dei sacchetti non rischierete di portare indumenti inutili perchè non abbinati con niente e fare la valigia sarà semplice e veloce. La roba si stropiccerà anche meno.


Ora, chiamate pure la neuro deliri.

25 febbraio, 2012

Il tempo passa, o forse no

Mercoledì 22 febbraio

Mini krapfen party a casa Darcy-Bennett. 

La nonna ed io, dopo tanto lavorare, abbiamo prodotto una quarantina di deliziose pallottole dolci, per niente unte e leggere. Un po' le ha tenute lei per sè, le vicine e i nipoti (figli dei fratelli); qualcuna l'ha presa mia mamma; qualcuna mia suocera. Le altre erano tutte per me e Darcy.

Quindi ho avuto un'ideona: invitare due compagne di scuola diventate mamme quasi in contemporanea con me (in realtà per una di loro si trattava del bis) e gustare insieme il frutto del mio lavoro, facendo due chiacchiere mammesche.
Così le invito, loro accettano e mercoledì pomeriggio eccoci qui, nel mio salotto, sei meravigliose donne: noi tre e le nostre tre splendide bambine. 
Beviamo una tisana, mangiamo i krapfen (soprattutto), parliamo di tante cose, figli, lavoro, genitori, suoceri, lettoni, lettini, allattamento, abbigliamento...Come se non fosse passato neanche un giorno dall'ultimo a scuola insieme. Stessa confidenza, stesso essere a proprio agio e non una sola, singola parola di amarcord. Nemmeno una. Riflettendo, capisco che è proprio lì che sta il bello, è lì la differenza fra persone che conosco da vent'anni (oddio anche di più!) e persone che conoscevo vent'anni fa. Non abbiamo avuto bisogno di srotolare l'album dei ricordi per essere a nostro agio, per avere qualche argomento di cui parlare e che ci unisse. Niente "ma ti ricordi quella volta...", "e quel tipo che fine ha fatto...", "quella gita, ti ricordi...", che fanno tenerezza, ma a me mettono sempre un po' di tristezza. Nulla di tutto ciò, ma tanto presente, tanto come siamo oggi, che è indubbiamente è un po' come eravamo ieri, ma con tanti strati in più, come il tronco di un albero (che pensiero contorto, scusate, spero di essermi spiegata).
E' stato un bel pomeriggio, sentirsi così bene con le amiche e vedere le nostre tre bambine sorridere mi ha fatto pensare che in certi momenti, la vita è proprio bella.

20 febbraio, 2012

Lezioni di vita

Oggi pomeriggio ho preso un po' di tempo per me e sono andata da mia nonna a preparare con lei la pastella per i krapfen, o almeno, a fare il primo passo, perchè trattasi di processo abbastanza lungo, quindi dovrò tornare domani a completare l'opera. Siamo un po' in ritardo sui tempi del Carnevale, ma è lo stesso perchè, diciamo la verità, il Carnevale è un mero pretesto per concederci questi dolci sfiziosissimi. 
Qui nelle lande nebbiose sono tipicamente carnevalesche anche le Gale, che nel resto del paese si chiamano per lo più Bugie o Chiacchiere. Qui si chiamano Gale perchè originariamente avevano la forma di un fiocco, una gala, appunto.
Ma non divaghiamo.


Doveva essere una lezione di cucina, invece è stata una lezione di vita, e scusatemi se parlo di mia nonna e sono di parte, ma credo che il discorso si possa generalizzare.


Fate conto:
mia nonna tra pochi giorni compirà 92 anni, da quattordici è vedova e durante la sua vita di moglie e madre ha gestito un marito che la guerra le ha restituito depresso, malaticcio e completamente inappetente. Come dire, non una vita a rose e fiori. Ha sempre lavorato, era sarta, e ha cresciuto egregiamente la mia mamma.
Negli anni, oltre a mio nonno, ha visto andarsene tre fratelli e una sorella.
Qualche mese fa ha perso la sua vicina di casa (lì, porta a porta da circa 50 anni) e la sua più cara amica. Destino di chi ha la fortuna di vivere a lungo.


Da qualche tempo mia nonna non vede quasi più. Portava già l'apparecchietto per l'udito e ora le capita pure questa quasi-cecità. Lei cuciva ancora, faceva orli, cambiava bottoni, piccole modifiche...lavoretti da poco che la tenevano impegnata. Poi faceva tante parole crociate e guardava la tv. 
Ora non può più cucire, scrive e leggere e per guadare la tv deve mettersi vicinissima e tenere le cuffie collegate al televisore, altrimenti non sente. 
Ecco. 
Eppure, anche quest'anno, ha voluto fare i krapfen. Anche se non vede bene quanta farina versa, anche se sporca un po' in giro, anche se si stanca a impastare.
Così ho pensato di andare da lei, così la aiuto e intanto imparo. 
E l'ho trovata un po' triste, sì, perchè questo problema della vista proprio non le va giù, ma sempre coraggiosa, orgogliosamente autonoma, intraprendente, capace e desiderosa di non pesare mai su di noi. Desiderosa di ribadire la sua indipendenza, la sua forza, la sua lucidità, la sua memoria e il suo cervello ancora perfetto.
Insomma, che donnina.


Altro che se imparo...e non solo a fare i krapfen.

14 febbraio, 2012

San Valentino riveduto e corretto





Darcy mi ha regalato una scatola di lindor misti e un nocciolato fondente novi...Il giorno 10 febbraio, dicendomi buon non-sanvalentino!
Adorabile, un po' "Alice nel paese delle meraviglie". Sia lui che io del resto non amiamo molto questo giorno, che ci fa un po' effetto festa della donna: perchè festeggiare qualcosa che dovrebbe esserci ogni giorno? E da qui, la mia ideona.


Invece di amare chi amiamo, che santo cielo, è normale e si presume lo si faccia ogni giorno, perchè oggi non proviamo a voler bene a qualcuno che ci sta sulle scatole? a qualcuno che ci ha fatto qualcosa di poco carino? a qualcuno verso cui proviamo rancore?
Il rancore fa male solo a chi lo porta. Perchè non ce ne liberiamo?
E  così rivediamo un pochino sta festa di San Valentino, perchè così com'è, ha rotto!

07 febbraio, 2012

Punta sul vivo

Non faccio mai politica. Primo perchè non credo di averne le competenze, poi non mi piace e terzo non è questo il luogo, questo blog non è nato per i dibattiti politici.


Adesso però, due parole le scrivo.


Ai nostri cari ministri-professori-risanatori-salvatoridellapatria. Grazie per il vostro lavoro, ma certe uscite potreste risparmiarvele. 


Il posto fisso è noioso? Sarà, ma a tanta gente piacerebbe provare, per credere. 
Il posto fisso è noioso? Può darsi, ma chi ne ha uno, riesce forse a cambiarlo?
Il posto fisso è noioso? Forse, ma il mercato del lavoro di oggi non permette cambiamenti: se si inizia facendo un mestiere, difficilmente si riesce poi a cambiare...
Il posto fisso è noioso? Certo, ma almeno in banca mi concedono il mutuo.


Quindi, sarà pure noioso, ma se ce l'ho non riesco a cambiarlo e se non ce l'ho, non lo trovo.


Ma non lo trovo perchè lo cerco solo vicino a mamma e papà!


Sarà, ma io conosco tanta gente che si è trasferita qui dal sud e mamma e papà sono a 800km quando va bene.
Sarà, ma fare il pendolare è fattibile (nonostante il divario prezzo/servizio che offre trenitalia!) e gli affitti nei piccoli centri pure, invece gli affitti nelle grandi città, dove guarda caso si concentrano le - poche - opportunità di lavoro, sono proibitivi.
Sarà, ma se mamma e papà mi tengono ancora un po' a casa con loro, riesco a mettere da parte due soldi per quando mi scade il contratto a termine, se invece dovessi pagarmi l'affitto, poi cosa mangerei?
Sarà, ma io da neolaureata prendevo la corriera alle 6.55 per andare a fare uno stage a 50km da qui, con un rimborso spese di 370€ mensili e zero possibilità di assunzione e zero contributi. Partivo di casa alle 6.40 e ci tornavo la sera alle 18.30. I 370€ mi bastavano appena per i pranzi fuori e l'abbonamento al pullman. 


E sto parlando di 10 anni fa. 
Ora la situazione è ben peggiore, quindi mi chiedo come teste così fini possano scivolare con dichiarazioni pressapochiste e poco furbe come queste.


Inoltre, oggi, a 36 anni e con un mitico posto fisso, il mio destino è:


1)mi verrà proposta la buonuscita;
2)verrò trasferita in una sede a 90km da qui IRRAGGIUNGIBILE coi mezzi, quindi dovrò comprarmi una macchina e spendere chissà quanto di benzina/gasolio e pedaggi autostradali. Ovviamente a stipendio identico.


Mah.

01 febbraio, 2012

Mythbuster in the kitchen

Oggi sfatiamo qualche piccolo mito dei fornelli.


Voi sapete bene che mi piace tanto cucinare e in particolare adoro fare dolci, ormai anche sperimentando.
Già perchè dopo aver passato anni seguendo alla lettera le ricette altrui (sentendomi accusare da mio papà che avevo la fantasia di palo della luce), da qualche tempo mi sono convertita anch'io alla filosofia che in cucina bisogna buttarsi e sperimentare. Complici un paio di successi che mi hanno dato la necessaria fiducia.
La sperimentazione poi, mi ha fatto scoprire che ci sono dei miti che sono da sfatare assolutamente perchè creano solo ansia e incatenano le manine di tante aspiranti cuoche fai-da-te.


- Primo. Ci vuole un sacco per fare il ragù.
Ok, non insultatemi, ma io ci metto mezz'ora. Un quarto d'ora per la preparazione e un quarto d'ora per la cottura. Giurin giuretta che viene buono, anzi buonissssssimo! 


- Secondo. Fare lo strudel è un casino.
Falso, io ho addomesticato una ricetta che già di per sè si proponeva di semplificarlo e vi garantisco che ci metto pochissimo, l'unica rottura di scatole è pelare le mele, ma se avete un pela-patate, anche quel processo diventa molto easy.


- Terzo. Usare il forno è difficile.
Niente di più farlocco. Salvo casi particolari, il forno si usa sempre a 180°, quasi per tutto, poi i forni moderni che possono essere sia "tradizionali", che "ventilati", sono davvero a prova di idiota.


- Quarto. Fare la maionese è difficile, laborioso e poi impazzisce.
Falsino: perchè non è nè difficile, nè laborioso, ma può capitare che impazzisca, questo sì, non neghiamolo. Comunque Darcy ha ricetta eccezionale.


- Quinto. Fare il cheesecake è un casino peggio dello strudel.
Falso, fare il cheesecake non è un casino, è solo lungo. Bisogna preparare il fondo, preparare la farcitura che è ricca e con molti ingredienti, ma è solo lungo e se si ha pazienza, il risultato è eccellente.


- Sesto. Stendere la pasta frolla è difficile. 
Falsissimo: mettete la pasta tra due fogli di carta forno, uno sopra e uno sotto e stendete con un normale mattarello. Non avrete alcun problema. (Questo suggerimento non è mio, l'ho copiato da un cuoco famoso).


- Settimo. La torta paradiso, aka torta margherita, sembra facile invece è infingarda. 
Falsino: è facile, ma non va presa sottogamba. Il procedimento poi è davvero elementare, ma occorre essere precisi coi dettagli (chiare d'uovo a neve fermissima, per esempio).


- Ottavo. Il vitello tonnato, essendo freddo, è un piatto estivo. 
Questa l'ho sentita per la prima volta quest'inverno ed è falsissimo. Qui dove vivo io, per esempio, è il tipico antipasto di Natale. Essendo un piatto piuttosto condito (la salsa di tonno e maionese non è proprio la quint'essenza del light) e calorico, va benissimo anche per un pranzo quando fuori nevica. Tanto dopo proponete la polenta! ;-)


- Nono. L'antagonismo agnolotto/tortellino. 
E' un po' come Beatles/Rolling Stones. Imparagonabili. L'agnolotto ha la pasta sottilissima e il ripieno saporito e tritato non troppo fine. Il secondo ha la pasta più spessa e corposa e il ripieno è delicato e tritato finissimo.


- Decimo. Per cucinare i dolci col cioccolato bianco non occorre prenderne una tavoletta di qualità.
Falsissimo. Sul cioccolato bisogna investire, in particolare su quello bianco che se non è buono, non si scioglie.


Direi che basta. Magari sapevate già tutto, magari qualcosa vi sarà utile, io lo spero.
E se per caso vi interessa qualche ricetta che ho citato, scrivetemi una mail 
:-)!