Oggi pomeriggio ho preso un po' di tempo per me e sono andata da mia nonna a preparare con lei la pastella per i krapfen, o almeno, a fare il primo passo, perchè trattasi di processo abbastanza lungo, quindi dovrò tornare domani a completare l'opera. Siamo un po' in ritardo sui tempi del Carnevale, ma è lo stesso perchè, diciamo la verità, il Carnevale è un mero pretesto per concederci questi dolci sfiziosissimi.
Qui nelle lande nebbiose sono tipicamente carnevalesche anche le Gale, che nel resto del paese si chiamano per lo più Bugie o Chiacchiere. Qui si chiamano Gale perchè originariamente avevano la forma di un fiocco, una gala, appunto.
Ma non divaghiamo.
Doveva essere una lezione di cucina, invece è stata una lezione di vita, e scusatemi se parlo di mia nonna e sono di parte, ma credo che il discorso si possa generalizzare.
Fate conto:
mia nonna tra pochi giorni compirà 92 anni, da quattordici è vedova e durante la sua vita di moglie e madre ha gestito un marito che la guerra le ha restituito depresso, malaticcio e completamente inappetente. Come dire, non una vita a rose e fiori. Ha sempre lavorato, era sarta, e ha cresciuto egregiamente la mia mamma.
Negli anni, oltre a mio nonno, ha visto andarsene tre fratelli e una sorella.
Qualche mese fa ha perso la sua vicina di casa (lì, porta a porta da circa 50 anni) e la sua più cara amica. Destino di chi ha la fortuna di vivere a lungo.
Da qualche tempo mia nonna non vede quasi più. Portava già l'apparecchietto per l'udito e ora le capita pure questa quasi-cecità. Lei cuciva ancora, faceva orli, cambiava bottoni, piccole modifiche...lavoretti da poco che la tenevano impegnata. Poi faceva tante parole crociate e guardava la tv.
Ora non può più cucire, scrive e leggere e per guadare la tv deve mettersi vicinissima e tenere le cuffie collegate al televisore, altrimenti non sente.
Ecco.
Eppure, anche quest'anno, ha voluto fare i krapfen. Anche se non vede bene quanta farina versa, anche se sporca un po' in giro, anche se si stanca a impastare.
Così ho pensato di andare da lei, così la aiuto e intanto imparo.
E l'ho trovata un po' triste, sì, perchè questo problema della vista proprio non le va giù, ma sempre coraggiosa, orgogliosamente autonoma, intraprendente, capace e desiderosa di non pesare mai su di noi. Desiderosa di ribadire la sua indipendenza, la sua forza, la sua lucidità, la sua memoria e il suo cervello ancora perfetto.
Insomma, che donnina.
Altro che se imparo...e non solo a fare i krapfen.
20 febbraio, 2012
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brava, vero. purtroppo a volte prendiamo ad esempio le persone sbagliate. bisognerebbe invece scegliere chi ha qualcosa da insegnarci veramente. io purtroppo i nonni non li ho + da molto tempo ma li nomino spesso.
RispondiEliminaChe persona splendida.
RispondiEliminaGrazie...
sto piangendo, in ufficio. Adoro queste nonne combattive, come la mia che ci ha lasciato un mese dopo aver compiuto 100anni!
RispondiEliminaW i krapfen. Perdere la vista credo sia tremendo, ma se lo associ all'udito allora l'isolamento è inevitabile. UN abbraccio di cuore a questa nonna che da lezioni di vita con gli esempi non coi discorsoni come fa certa gente che davvero non reggo più! baci
Grazie per averci parlato di lei. Abbiamo bisogno di riflettere sulla vita di queste donne che hanno fatto l'Italia. Un caro saluto.
RispondiEliminaChe donna straordinaria.
RispondiEliminaSempre entusiasta di vivere, che non si fa piegare da nulla.
Un esempio per tutte Liz.
prendi tutto quello che ti può dare, sono risorse preziosissime!!
RispondiEliminaBella donna che è: orgogliosa, dignitosa e autonoma. Praticamente stupenda.
RispondiEliminaQueste sono lezioni preziose, approfittane. Grazie per aver condiviso queste belle emozioni.
RispondiEliminaEcco quello intendevo con il diventare grande del mio post di ieri!
RispondiEliminaCoraggiosa come la tua nonnina, come la mia mamma!
Ti bacio
Care amiche, grazie a tutte voi per i vostri affettuosi commenti :)
RispondiEliminaAnche io ho una nonnina novantenne, un po' malandata, ma orgogliosa e testarda, che pur vedendo poco e sentendo peggio, ricama in modo incantevole e partecipa alle riunioni familiari non facendosi scappare una virgola, e intervenendo sempre con il consiglio più sensato di tutti....
RispondiEliminaKalì, dev'essere una generazione formidabile. Non so se noi lo siamo altrettanto...
RispondiEliminaCiao, ho scoperto il tuo blog per caso attirata dal nick... che come vedi ha una notevole affinità "austeniana" con il mio! ;-)
RispondiEliminaMolto belle e commoventi le parole su tua nonna... Io ho perso la mia ormai vent'anni fa e ancora non mi rassegno... è stata come una seconda mamma, abbiamo vissuto nella stessa casa e avremmo potuto trascorrere ancora molto tempo insieme. Oltre al suo amore incondizionato mi ha trasmesso la passione viscerale per i libri, e per questo non la ringrazierò mai abbastanza. Era una donna coraggiosa e indipendente, nata in una famiglia contadina che però, cosa rarissima all'epoca, la fece studiare. Durante la Seconda guerra mondiale e la Resistenza aveva vissuto dolori indicibili, ma era riuscita a conservare un'energia straordinaria e un ottimismo che niente poteva scalfire. Sì, quella era davvero una generazione formidabile, come hai scritto tu... A presto, spero! Elinor
Ciao Elinor, benvenuta e grazie per le tue bellissime parole
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