22 marzo, 2011

Mercato

Stamattina ho fatto un giro al mercato bisettimanale della mia ridente città. Non si tratta di un'attività che faccio spesso e neanche volentieri: prima, col lavoro, era molto difficile e ora che sono in maternità, comunque trovo di meglio da fare visto che la ressa, il casino, la bolgia...come dire, mi generano ansia, senso di soffocamento. Quindi oggi, strappo alla regola.
Ho appurato che al mercato esiste una categoria di cui - prometto - non farò MAI parte: la mamma col passeggino/carrozzina. I suddetti mezzi di locomozione d'infanzia pestano piedi e triturano caviglie a meraviglia senza che le mamme se ne accorgano e i poveri bebè vengono ben ben scecherati sul selciato, manco fossero tanti mojito (si scrive così?). Poi vi lascio immaginare che bellezza passare in mezzo ad un fiume di gente presa dal sacro fuoco dell'offerta speciale, con cotanti mandroni a rotelle...
Se mai, qualcuno di voi nei prossimi mesi mi individuasse al mercato con la pupa in carrozzina, prego, mi spari!

21 marzo, 2011

Shopping

Va bene che c'ho una panza tanta, ma resto pur sempre femmina come tale, attratta dallo shopping. Soprattutto primaverile. Basta un giorno di sole e tepore che zac! la lucina dell'acquisto si accende. Ma io sono pesante e pure un po' pigra, non sono una che ama le scorribande per negozi lunghe intere pomeriggi, io odio i camerini (soffrendo lievemente di claustrofobia), odio provare la roba perchè sudo, odio le commesse che vogliono rifilarmi roba diversa da quella che ho chiesto ("No, azzurro non ce l'ho più, ma ho un malva che è la fine del mondo...."), odio quando sempre le commesse ti dicono, a seconda dei casi "Sì, è un po' tirato, ma tanto questo tessuto si rilascia sempre un po'..."/ "Sì, è un po' grande, ma tanto dopo un lavaggio questo tessuto si stringe sempre un po'..."
Quindi perchè non affidarsi ai meravigliosi outlet online temporanei? Già, perchè?


Ve lo dico io. 


Punto primo: vi arriva la mail di avviso della vendita con qualche giorno di anticipo, ma già si intravede la  magagna: suddetta vendita inizia alle 7 del mattino di sabato. Parliamone, forse preferisco dormire.
Punto secondo: quando riesci finalmente a trascinarti al pc, noti due cose: c'è molta più roba da uomo (contrariamente a quello che accade nei negozi non virtuali) e la roba da donna vagamente mettibile è esaurita dopo 10 minuti dall'apertura della vendita. Quindi è evidente che queste sante donne si sono piazzate davanti a tastiera e mouse agguerrite e determinate, manco cercassero un biglietto per la zona sottopalco riservata per l'unica data degli U2 di questo secolo. Va beh.
Punto terzo: le taglie. Chi non teme di acquistare qualcosa che poi non va bene? Soprattutto se hai una pupa nella pancia....Quindi si opta per gli accessori. E qui si ritorna al punto 2, è rimasta solo roba o tinta vomito o con una foggia che nemmeno Cindy Lauper nel 1987 avrebbe osato indossare. Fate voi....

20 marzo, 2011

Liebster Blog


Sono superfiera di aver avuto questo riconoscimento, per il quale ringrazio di cuore la mia amica Sfolli.
Eccovi in breve le regole:
1_Accettare il riconoscimento e scrivere un post nel proprio blog
2_Scegliere dai 3 ai 5 blog che seguite, nati da poco e con meno di 100 lettori fissi e comunicare loro che hanno vinto
3_Linkare il blog della persona che ve lo ha inviato.
Non è mai facile selezionare i blog da premiare, in questo caso la mia preferenza va a
Tina
Matte
Julia
tre blog giovani, ben scritti e che meritano di essere conosciuti!

18 marzo, 2011

Effetto primavera

Portefinestre spalancate, l'aria fresca gira per casa e i piumini di polvere escono felici da sotto il divano e gareggiano sul pavimento del soggiorno, ma chissenefrega; il sole inonda il parquet della stanza da letto evidenziando lo strato di polvere, ma chissenefrega.
Quattro giri di lavatrice di fila: 1) asciugamani+ roba del tennis di Darcy+roba della piscina di Elizabeth; 2) abbigliamento; 3) biancheria; 4) lenzuola. Il rischio che domani non ci sia questo sole è troppo alto.
Cuscini sdraiati ai raggi del sole sullo stendibiancheria piazzato sul balcone.
I tulipani che quasi stavano annegando sembrano ripigliarsi, così come le viole del pensiero (il gelsomino invece non ha mai fatto una piega).
Stamattina ho fatto la spesa, sono andata in ospedale a ritirare degli esiti, poi abbiamo pranzato con la finestra aperta così le voci dei bambini che uscivano da scuola ci hanno rallegrato.
Ora sono sul divano, in maniche corte, a scrivere e ad aspettare di uscire per far compere (per la pupa). 
Mi sento bene, euforica, contenta e rilassata. Che io sia meteoropatica?? Noooooo, figuriamoci! In ogni caso, sto una meraviglia, nonostante il ferro sotto i piedi che denunciano i miei esami :-(

16 marzo, 2011

Eroi personali

Rispondo volentieri a La Tina, che qualche giorno fa ha postato una lista molto intrigante, i suoi eroi personali. Non potevo non fare altrettanto!


Rob Fleming, protagonista di Alta Fedeltà, così nelle nuvole, così preso dalla sua musica...come si fa a non volergli bene?


Felipe, amichetto di Mafalda di Quino, angosciato dalla scuola, sogna perennemente che nella notte l'edificio scolastico prenda fuoco o venga raso al suolo per errore... Praticamente, io da piccola.

Thomas Lynley, sovrintendente di Scotland Yard, esce dalla penna di Elizabeth George, giallista americana, ma che scrive romanzi meravigliosi ambientati in Gran Bretagna. Lynley è nobile, bello e intelligente. Perfetto? Nononono. Ha un armadio pieno di scheletri e la vita non è proprio un amore con lui....

Heatcliff. Già sapete. Affascinante perchè incarnazione del male, incapace di compassione o pietà, è l'egoismo fatto persona. Decisamente unico. E meno male.

Il papà di Hans (protagonista de L'amico Ritrovato di Ullman). Vive con la famiglia un persecuzione che non può capire, si sente perseguitato a casa propria, ma dalla sua bocca escono saggezza, moderazione, tolleranza...

Bertie, piccolo protagonista di diversi romanzi di Alexander McCall Smith. Bambino prodigio per certi versi, bambino normalissimo per altri. Sopravvive nonostante una madre che è davvero pessima, credetemi! Leggere per credere. 

E per finire, Fitzwilliam Darcy. Me lo sono praticamente sposato ;-)

15 marzo, 2011

Piccolo, piccolissimo intermezzo serio

Parlo un attimo del Giappone e di quello che sta capitando. Del problema della centrale nucleare. Poi prometto che tornerò frivola come al solito.

Un solo pensiero gira vorticosamente nel mio cervello:

Se il Giappone, patria della tecnologia, della precisione, patria di gente col sangue freddo, di gente avanti rispetto a quasi tutti gli altri popoli, luogo dove tutto di norma funziona alla perfezione, dove tutto è puntuale, chiaro, cristallino. Se il Giappone ora è in ginocchio, di fronte alla natura che non guarda in faccia a nessuno, NOI, popolo di poeti, naviganti, ecc ecc, ma anche gran cazzari, paese di pastafrolla, ma noi, dove vogliamo andare col nucleare?? Gente, pensiamoci bene.

13 marzo, 2011

Perle di saggezza

Sono sempre stata refrattaria alle riviste femminili, quelle del tipo Questestastecisivestecosì, Comediventaremagraefigacomegwynethpaltrow, Comeviveresanibelliefelicimangiandorobatriste, ecc..Le uniche riviste vagamente femminili che entrano in casa mia sono quelle di arredamento, perchè mi piace guardare quegli ambienti troppo grandi, arredati con gusto, spesso con mobilio insensatamente caro e perchè avendo cambiato casa da poco, l'argomento mi interessa. 


Un paio di giorni fa però, un'amica mi ha consigliato una rivista per mamme, riviste da cui finora mi ero tenuta a distanza di sicurezza. Poi lei mi rassicura: "E' un bel giornale, ben fatto, costa poco e trovi dentro consigli che mai avresti detto". Beh, essendo completamente ignorante in materia, forse qualche consiglio non mi farebbe male, mi dico passando le monete all'edicolante. A casa, sfoglio con attenzione la rivista. Dopo un'oretta, il verdetto è: "Domani sto giornale finisce nel bidone di riciclo della carta"


Eh sì. Perchè va bene tutto, ma a c'è un limite a quanto una possa essere disposta a farsi prendere in giro. 
Tanto per dirvi il livello, rubrica "Domande al ginecologo". Lettera di una sventurata lettrice. "Ho 34 anni, ho un figlio di 6, io e mio marito vorremmo il secondo, ma non arriva. Quali possono essere le cause?"
Già una che invece di rivolgersi al proprio, di ginecologo, scrive a quello di un giornale, mi dà da pensare. Ma sentite le rispose della mente eccelsa.
"Potrebbe essere l'avanzare dell'età della donna, ma solo dopo i 38 anni (la tipa specificava di averne 34, chiaramente). Poi altre cause sono il fumo, l'alcool, l'eccessiva magrezza o sovrappeso della donna e (rullo di tamburi) non avere rapporti nei giorni fertili". Tanti saluti e tanti auguri. Piglia e porta a casa.


Beh, signor ginecologo, complimenti. Avrei voluto leggere qualcosa che non so, ma fa lo stesso.
Sono senza parole!

08 marzo, 2011

10 cose per cui vale la pena vivere

Raccolgo il gradito invito di Seavessi, quindi ecco il mio elenco.

Ah, al di là del pensiero che sta dietro alla creazione di questi elenchi, credo sarebbe buona cosa per ognuno di noi, prendersi ogni tanto qualche minuto per ricordarsi questi punti...


-Sentire la mia pupa che si muove nella mia pancia
-Vedere gli occhi di mio marito che ridono fino alle lacrime
-Il profumo che c'è in montagna...di legno umido che si scalda al sole nelle prime giornate calde dell'anno, profumo che si mischia a quello della terra e dell'erba bagnata
-La pizza
-Capire che ci sono amici che ti vogliono bene sul serio, che saranno sempre con te
-Inforcare le auricolari dell'iPod e drogarsi con le canzoni che fanno stare bene
-Leggere la sera, a letto, prima di addormentarsi
-Vedere tutta la mia famiglia che va d'accordo
-I colori dopo un temporale: il cielo grigio piombo che si squarcia di azzurro, i raggi gialli del sole, il verde brillante dell'erba
-Scoprire il mondo viaggiando con chi si ama

Non voglio passare il testimone a dieci blogger in particolare, ma chi passasse di qua e sentisse il desiderio di postare il proprio elenco, può farlo. A me ha fatto bene!



07 marzo, 2011

Escursione domenicale

L’escursione all’Ikea è sempre un’esperienza che segna. Nella mia testa, si tratta di mettersi in auto presto,  di mattina o subito dopo pranzo, con la brioche o l’arrosto che ti balla ancora sullo stomaco; percorrere un’ottantina di km di cui almeno dieci in coda con altri sventurati come te, che, non paghi di stare in coda ogni mattina per lavoro, trovano il modo di complicarsi la vita anche di domenica. Superata la fase coda, inizia la lotta al coltello (se va bene, perché qualcuno si porta anche armi da fuoco) per il parcheggio. I parcheggi dell’Ikea di solito sono aree immense che sconfinano nelle province limitrofe, ma di domenica state certi che sembreranno pieni in ogni loro centimetro quadrato. Quindi l’essere umano tira fuori il peggio di sé: impaziente al volante, violento col pedone incauto, mano pronta sul clacson, insulto libero dal finestrino abbassato, disponibile a compiere ogni manovra pur di raggiungere il tanto agognato posteggio. Se, e dico se, per caso si ha successo in questa fase, bisogna guadagnarsi l’ingresso pedonale. Di solito si parcheggia talmente lontano che per arrivarci occorrono almeno 15 minuti, in cui si tenta: a) di memorizzare dove si ha parcheggiato, altrimenti chi la ritrova l’auto? b) di individuare l’ingresso più prossimo, che generalmente è ben nascosto da colonne di cemento armato, file di carrelli e naturalmente, file di auto dai guidatori ormai estenuati. Ma ecco che finalmente, si entra. Ascensore, scale mobili e via, inizia il giro! Qui ci possono essere tre possibilità, a seconda di quale tipo di frequentatore voi siate.

Primo tipo: vi servono ennemila cose, quindi avete scelto un luogo mediamente a buon mercato dove troverete tutto. Vi aspetta un tour infinito, che si concluderà con una strisciata per cui la vostra carta di credito chiederà pietà e il vostro carrello sarà pieno di tutto ciò che cercavate e anche di più. A conclusione della vostra giornata, vista la tarda ora, cena nel ristornate svedese all’interno del mondo Ikea.

Secondo tipo (quello a cui appartengo io): avete individuato che vi serve UNA cosa, sul sito avete visto che l’Ikea è fornita dell’articolo e il design vi piace, quindi pianificate una missione silenziosa, rapida e letale. Entrate, matitina e foglietto per segnare lo scaffale alla mano e individuata la posizione dell’oggetto, vi dirigete con moderata speditezza all’area magazzino. Di solito la visita dura 1h – 1h e 1/2, uscite con ciò che cercavate e anche qualcosa in più.

Terzo tipo: non cercate niente, volete solo fare un giro perché l’Ikea vi piace, fuori fa freddo, ma non volevate stare a casa. Il giro può durare da 1h in avanti, a seconda di pause caffè e test di divani, sedie, poltrone,…ecc. Uscirete dopo una sosta al bar svedese e il vostro carrello sarà pieno di oggetti molto belli, ma assolutamente inutili o di cui comunque, non avevate bisogno.


A noi ieri è andata bene: abbiamo visitato un’Ikea relativamente nuova qua vicino. Niente traffico, non troppo piena di gente, ordinata e pulita. Quanto durerà??

04 marzo, 2011

L'epopea della scelta del nome

La scelta del nome è una cosa seria. Va pensata e ponderata bene, tenendo conto di tanti fattori, anche delle sensazioni e delle sfighe incidentali. La mia piccola sfiga, per esempio, è che fin da bambina mi son detta "il mio figlio maschio si chiamerà così" e poi ho sposato Darcy, che si chiama proprio così. E quindi niente, dovrò cambiare. La fortuna è che, come sapete, salvo cantonate madornali di tre ginecologi, aspetto una femmina. 
Veniamo ora alle sensazioni: io non riesco a non farmi condizionare dalle sensazioni, come ad esempio simpatie ed antipatie. Non riuscirei mai a chiamare mia figlia come una che mi sta sonoramente sulle palle, è più forte di me. Il che provoca problemi, perchè in linea di massima le stronzette hanno nomi bellissimi. 
Ma va beh, tra una peripezia e l'altra, ora pare che Darcy ed io abbiamo trovato un accordo, un nome che soddisfa entrambi, un nome se vogliamo banale, ma che in questo periodo non è molto gettonato.

E qui apro una parentesi. Mi sono accorta, valutando le scelte fatte in merito da amiche e amici, che esistono diverse categorie di nomi. Più o meno, ho evidenziato queste.

Nomi VIP-derivati
C'è stato un momento in cui le varie Suellen, Pamele, Jennifer e altre straniererie erano passate di moda, per fortuna. Poi c'è stato un rigurgito VIP, ma di derivazione italiana. Da qui la diffusione di Martina (che ammettiamolo, è anche un bel nome), di ispirazione Martinacolombaresca e Martinastellesca. Poi Sofia e Mattia, gettonatissimi tra le mamma VIP o pseudo tali (mi viene in mente Federica Panicucci).
Non ho niente contro chi si ispira ad un nome vippesco, ma il Signore ci salvi da Nathan Falco.

Nomi altisonanti
Vanno molto di questi tempi, come se le mamme desiderassero rendere i figli indimenticabili per chiunque già dal nome. E via con Vittoria, Ginevra, Leonardo, Guglielmo, Gregorio, Amedeo, Edoardo, Ludovico/a, Rebecca, Desdemona, Atena...Anche qui, niente in contrario, sebbene a me il nome Ginevra evochi inevitabilmente una donna non tanto seria e Desdemona una clamorosa sfigata. Ma è un problema mio.

Nomi non convenzionali che iniziano per "G"
Gruppo che si interseca con quello precedente per Ginevra, Guglielmo e Gregorio, ma aggiungo Gaia, Greta, Gloria, Guya, Guendalina...
Signori, sono gusti.

Nomi stranieri malamente motivati
"I nostri figli si chiamano Isabel e Thomas perchè mia moglie è irlandese e voleva mantenere il legame con la sua terra".
???? Se io fossi di Bray, carina ma decadente località a sud di Dublino, piuttosto opterei per nomi davvero irlandesi, se la motivazione fosse il legame con la mia terra. Certo, ci si va ad impegolare con Ciara che si legge Chira, Niamh che si legge Niv, Roisin che si legge Roscin...e quindi bisognerebbe rassegnarsi a dover spiegare periodicamente ai proprio figli perchè si ritrovano un tale fardello.
(Ricordiamoci che i bambini sanno essere crudeli, ve lo dice una che per cinque anni è stata tormentata da frasi tipo "No tu non sei Elizabeth, sei Anna, perchè hai i capelli rossi", oppure "Pelo rosso cattiva lana",  fino al classico "Dovresti chiamarti Rossomalpelo, i rossi sono cattivi").

Nomi classici (eh sì, persistono!)
Silvia, Giovanni, Elisa, Luca....quanti ce ne sono?? E cosa c'è di male a dare alla propria creatura un nome classico? Niente!

La mia esigua esperienza nomesca di quasi mamma finisce qui, ma se voi avete esperienze di altre buffe categorie, fatemi sapere!

03 marzo, 2011

Parole, parole, parole

Ieri, al momento della seconda inutile ecografia, ore 12.15


Ginecologo di tendenza: "Peccato che sia nascosta dal cordone e non si giri, perchè si vede che ha un bel nasino alla francesina e che è fotogenica".


Lo guardo con stupore mal celato, lui avverte il bisogno di giustificare le sue parole.


"Sì, è fotogenica, perchè non tutti i bambini lo sono a questo punto della gestazione, lei invece è proprio bellina, con quel nasino...".


Non so perchè, ma ho pensato che un medico che ha la fama di essere quello di tendenza, che si è fatto con la moglie uno studio megagalattico con corsi preparto, corsi per allattamento, svezzamento, ginnastica preparto, corsi per papà complessati, supporto psicologico per mamme isteriche, corsi per mamme manager che vorrebbero scagliare il figlio dalla finestra perchè ha tarpato loro una brillante carriera, studio pediatrico, e potrei andare avanti ancora...dicevo, uno così, potrebbe dirti qualsiasi cosa.


Con tutto ciò, lui a me piace, è professionale, scrupoloso, segue benissimo me e mi ha risistemato una mamma in pessime condizioni.


E mia figlia è bella davvero, naturalmente!

02 marzo, 2011

Crollo dell'ultima frontiera

Sarò onesta, a volte ancora stento a crederci. Penso, non sarà per qualcos'altro che non ho il ciclo da sei mesi? Mi guardo allo specchio di profilo e mi dico, ma sono davvero io con questa pancia? Avrò mica ingoiato un'anguria intera?
Insomma, ci sono istanti, ancora oggi, in cui la presenza della mia piccola esserina nella pancia mi sembra incredibile, nel senso che non-ci-credo.
Poi, ovviamente, faccio esami, ecografie, analisi e il verdetto è nero su bianco: tra meno di tre mesi sarò mamma (e mentre lo scrivo mi tremano le dita...).

Niente però è riuscito a farmi realizzare questo pensiero come il primo acquisto in un negozio pre maman. Già, perchè finora, la clemente moda di quest'inverno mi ha concesso leggings, vestitini di lana, poncho di lana, maglioni lunghi e altre meraviglie che hanno fatto sì che fino a ieri, io sia sopravvissuta egregiamente con i miei vestiti.

Ieri però ho sentito un cocente bisogno di paio di jeans. Scartati i Levi's 501, quelli a zampa (che tanto amo nonostante tutto), quelli a sigaretta, quelli a vita bassa e quei maledettissimi skinny (che forse avrei potuto comprarmi a 16 anni, e poi ancora), mi sono infilata in un negozio di abbigliamento per future mamme. I modelli a disposizione sono ben tre: scuri, chiari normali e chiari con effetto push-up sul sedere. Scarto subito quelli scuri e provo gli altri due: vantandomi del fatto che il mio sedere non ha bisogno di alcun aiuto, scelgo quelli normali. In sostanza erano decisamente più comodi. Vi garantisco però che trattasi dell'indumento più buffo che sia mai entrato nel mio armadio: in vita hanno un fascione di stoffa blu morbida che avvolge la pancia e non hanno nè cerniere nè bottoni. Diciamo che non sono il massimo del sexy, ma quant'è bello riavere a disposizione un bel paio di jeans...

Ah, e poi, già che c'ero, ho presto anche un bellissimo vestitino blu che mi serve per un battesimo. Potevo mica presentarmi in jeans!