28 gennaio, 2012

Non so fare niente

Allora, stasera vedete di sopportarmi perchè nonostante la neve, che io amo, sono un po' in sbatti. 
Spiego: tra due settimane ho un colloquio col capo. Argomento: il mio rientro in ufficio, varie ed eventuali.


Nella mia mente bacata ripasso quasi ogni giorno come un mantra tutto il mio bel discorsetto su quanto io mi sia data da fare in questi anni e abbia ottenuto in cambio solo di sentirmi la più scema del villaggio e su quanto ora io mi sia sonoramente strarotta le scatole quindi voglia un minimo di considerazione.
E già questo è difficile. Difficile non cadere nel "ma forse sono proprio io che sono una foca", o nel "non è possibile che sia solo stata sfigata, sarò anche incapace", o nel "se ci è riuscito tizio e io no allora sono proprio una frana", eccetera eccetera. 



Ma il peggio è che sono circondata da gente ostentatamente padrona del proprio destino e queste persone, se da un lato mi danno speranza, dall'altra mi gettano nello sconforto.


Perchè? Com'è possibile?
Sempre la mia mente contorta dice che se questi determinati personaggi sono riusciti a costruirsi il loro futuro trasformando la loro passioni e capacità in un lavoro, mandando al diavolo i lavori precari, tristi e grigi, beh allora ci posso riuscire anch'io. 
Bene.
E quali sarebbero le mie passioni e capacità?
Per caso a qualcuno interessa conoscere il metro trocaico? O il più celebre pentametro giambico? Qualcuno mi pagherebbe per spiegargli la differenza fra le Songs of Innocence e le Songs of Experience di quell'eclettico di William Blake? Non so, poi qualcun'altro sarebbe interessato alla conversione e conseguente svolta poetica di John Donne? O a sviscerare tutti i reconditi significati della Rhyme of the Ancient Mariner di Coleridge?


(Va da sè che alla mia veneranda età e in questo venerando momento non potrei mai iniziare a insegnare).


Santo cielo, io non so fare un bel nulla se non splendide cose inutili.


Aiuto.

26 gennaio, 2012

Pubblicità!

Care,
una mia amica ha appena aperto un blog e vorrei aiutarla a farsi qualche nuova lettrice. Lei è estrosa, creativa e amante del fai da te, come vedrete.
Fate un giro, magari troverete qualche idea interessante anche per voi!


http://mammataua.blogspot.com/

24 gennaio, 2012

Naufragio

No, non intendo parlare del disastro dell'isola del Giglio. 


Oggi è iniziato ufficialmente il naufragio del matrimonio di un'amica, naufragio che era iniziato molto tempo fa, direi ancor prima del varo.


Quello che ho nella testa è un gomitolo che questa sera, qui, cerco di dipanare.
Sono sollevata, perchè non ne potevo più di sentire la mia amica infelice, vessata, angosciata. Non posso fare a meno di pensare che finalmente uscirà da questo incubo, ma ora sta vivendo un altro incubo, altrettanto brutto. 
Uscita dallo studio legale a cui si è affidata, ha pensato di aver mandato all'aria la sua vita, di aver sbagliato...le emozioni tirano brutti scherzi. Poi a mente fredda, le irrazionalità hanno lasciato il posto alla realtà e alla consapevolezza che era l'unica strada possibile. Ora l'attendono mesi di legalese, di documenti, di spartizioni, di calcoli. Sperando che il tutto possa "risolversi" in modo consensuale, perchè se così non fosse entreranno in gioco aspetti ben peggiori. 


Di questo disgraziato matrimonio sono stata testimone, un po' col collo storto. Perchè lo sapevamo tutti, tutti, che non avrebbe dovuto essere celebrato, che le basi non c'erano, che sarebbe stato uno sbaglio. La sposa lo sapeva, ne sono certa, ma la casa era stata comprata, l'abito nuziale anche, gli inviti spediti, il ristorante prenotato...
La casa col terrazzo, i mobili costosi, il viaggio di nozze lungo un mese in terre lontane, il servizio fotografico, il pranzo ricercato, le bomboniere perfette, i fiori magnifici...tutto poggiato su un enorme castello di carte che alla fine, non ha retto. Non poteva reggere. 


A questo punto, meglio così. Meglio ora che più avanti, meglio perchè non ci sono bambini a pagare lo scotto. 
E come diceva qualcuno, domani è un altro giorno e non è mai, mai troppo tardi per darsi una seconda occasione.

13 gennaio, 2012

Junk food

Da un po' di tempo ormai mi sono scoperta appassionata di cucina, più o meno da quando, diversi anni fa, sono andata a vivere da sola. Ho iniziato così, dovendo cucinare per me perchè nessun altro lo avrebbe fatto; poi sono passata alle cene per/con gli amici (pochi) per poi rendermi conto che cucinare mi piace, mi rilassa, mi diverte e mi realizza. Già, mi realizza talmente tanto che il mio piccolo, folle sogno nel cassetto è di aprire una pasticceria, o qualcosa di simile, perchè fra tutto, ciò che mi piace di più è fare dolci. 


Oltre a questo, da brava italiana fedele ai luoghi comuni, amo mangiare. Mangiare seduta comoda ad una bella tavola apparecchiata, anche se non ho commensali. Mangiare in compagnia, mangiare come momento di convivialità, per stare insieme, condividere i sapori, le idee, per chiacchierare, ridere, tirare il fiato e prendersela comoda, quando si può. Nella frenesia che la vita nostro malgrado ci impone, mi piace pensare al momento della cena come al momento in cui finalmente si sta insieme, ci si rilassa, ci si racconta la giornata. Davanti ad un buon pasto.


Per questo non posso pensare di mangiare sul divano davanti alla TV, oppure di mangiare in piedi, nei piatti di carta, senza tovaglia, senza apparecchiare come si deve. Di tutte le abitudini orrende che ci stiamo portando in casa dagli USA, trovo che questa scarsa considerazione per i pasti sia la peggiore, peggio delle feste di Halloween.


Quindi mi sono venuti i fumi alle orecchie quando ho visto la pubblicità di una pasta in un cartoccio che si scalda al microonde. Esatto: una nota azienda italiana ha lanciato sul mercato questa aberrazione, la pasta da scaldare al microonde! E col suo bel cartoccino è comoda comoda per essere mangiata lì direttamente, mentre ce ne stiamo spalmati sul divano davanti ad un bel talent show. 


Si salvi chi può.



06 gennaio, 2012

Un inverno fa

Sono in montagna con la connessione via modem che farebbe perdere la pazienza al Dalai Lama, quindi sarò rapida e concisa.


Il giorno della Befana del 2010, svegliandomi, sempre qua in montagna, ho sentito il primo meraviglioso calcetto della Ballerina. Non capivo bene se fosse lei, mi sembrava di più una bolla che scoppiava, o qualcosa di simile. Ma era lei e da quel giorno si è fatta sentire sempre di più. 


Adesso è qui, vicino a me, sulla sua sdraietta, con i pantaloni grigi e la felpa col cappuccio rosa, sta giocando con uno dei suoi pupazzi preferiti. Oggi siamo stati a pranzo fuori con amici, c'era anche un pargoletto poco più piccolo di lei; si sono comportati benissimo! Hanno mangiato con noi, hanno sorriso, hanno pianto un po', ma hanno anche dormito. Noi "grandi" abbiamo chiacchierato, riso e abbiamo gustato ottimo cibo locale, godendo di tutti i complimenti che gli altri clienti facevano ai nostri piccoli. Siamo stati bene, benissimo.


Si vede che oggi è proprio un giorno speciale!