28 ottobre, 2009

Il declino della soap

Nella mia vita passata, quella di studentessa, oltre che di lingue straniere, mi sono occupata di format televisivi. Diciamo che l'indirizzo del corso di laurea prevedeva una specializzazione in comunicazioni sociali e di massa, nuovi media, nuove tecnologie della comunicazione, ecc...
Così mi è capitato di frequentare un laboratorio incentrato sui format televisivi. Storia, evoluzione, modalità comunicative e compagnia bella. Ricordo una parte interamente dedicata alle soap operas, sceneggiati nati negli Stati Uniti, prima in radio poi sbarcati in tv, che hanno spopolato anche qui in Italia negli anni 80.

Ieri dopo pranzo, mi sono resa conto che le soap operas stanno morendo. A dispetto di una delle caratteristiche distintive del format stesso, cioè quella di non avere una fine, questo prodotto ha ormai fatto il suo tempo. Recentemente ha chiuso i battenti una delle soap operas storiche, nata per la radio nell'immediato dopoguerra negli Stati Uniti appunto. Il segnale è chiaro: si è chiusa un'epoca.


Del resto, a ben pensarci, non è che improvvisamente l'utenza richieda opere teatrali di alto livello, documentari scientifici o storici o altri programmi di elevata qualità contenutistica. Tutt'altro. Direi che l'utenza si sta rimbambendo sempre più. Solo che non c'è più bisogno di pagare attori, sceneggiatori e costumisti per impegolarsi a produrre una soap opera. Ci sono i reality, caspita! Partecipanti illustri sconosciuti che mettono alla berlina se stessi e la loro smodata voglia di fama, sconosciuti che possono avere un talento oppure avere solo il talento di non saper fare assolutamente nulla. Il segreto è: chiudi un po' di queste persone a caso (o forse non tanto a caso) in un luogo qualsiasi (una casa, un'isola, una scuola...poco importa) e la soap opera prenderà vita da sè. Niente attori, nè sceneggiatori da pagare.
La qualità del risutato...beh, tutto sta a capire se intendiamo misurarla coi contenuti espressi o con gli ascolti.

............

Meno male che ci restano Criminal Minds e NCIS.

27 ottobre, 2009

Tolleranza

Allora, ditemi voi che cosa dovrei pensare io di una collega che mi dice che "Tre metri sopra il cielo" è il libro più bello che lei abbia mai letto e che ha pianto tanto, che è troppo, troppo bello, indescrivibile...

Ditemi voi.

E' che io ci provo a essere tollerante. Solo che, davanti a questo, non ce la faccio.
Insomma, mi lascio influenzare dai miei preconcetti, è vero. Però in libreria avevo provato a sfogliarlo e a leggere qualche riga e onestamente mi erano bastate. Forse a qualcuno di voi è piaciuto. Mi spiegate se sono io che non capisco o cosa???

24 ottobre, 2009

Tè, caffè

Ho conosciuto tanta gente purista dell'uno o dell'altro. Persone che, a prescindere dall'ora del giorno, sono fedeli ad una e una sola bevanda. Non soltanto; schifano l'altra.
C'è chi racconta di aver acquisito l'amore per il tè dagli inglesi, dopo un viaggio in Inghilterra e di non volerne più sapere del caffè.
C'è chi dice che il tè è solo acquaccia e che nulla è paragonabile all'aroma del caffè.

Non ho mai capito questa diatriba, per me è senza senso.

Al mattino, quando mi sveglio, ho bisogno di caffè come dell'aria che respiro (per questo quando sono stata in Irlanda mi sono portata la moka e il caffè, sapevo che là in casa non li avrei trovati). Se per caso al mattino non riesco a ingerire almeno un caffè, arrivo in ufficio con una sensazione di malessere fortissima e ovviamente sono intrattabile e non so neanche come mi chiamo.
Dopo pranzo poi, se non chiudo il pasto con un caffè, rischio l'abbiocco violento, quasiasi cosa io debba fare dopo, non c'è storia.
Ecco, per me il caffè ha questa connotazione di piacevolissima benzina che mi mette in moto fisicamente e mi accende il cervello, è indispensabile quando ho da fare.

Per il tè è tutta un'altra storia. Ci vuole calma e relax. Non a caso, l'unica mattina in cui mi alzo e mi faccio un tè, è la mattina di Natale. Non c'è una ragione precisa, se non la pace e la serenità che accompagna quella mattinata.
In montagna, nei pomeriggi d'inverno, quando fuori il freddo taglia a fette qualsiasi cosa o addirittura nevica, è bellissimo assaporare un tè guardando fuori dalla finestra.
E oggi, per esempio, dopo una mattinata dedicata ai lavori di casa e dopo un meraviglioso sonnellino su divano, alzarsi e scadarsi l'acqua per un tè, è davvero un piacere della vita.

23 ottobre, 2009

Abbastanza e Troppo

Non siamo abbastanza entusiasti (di cosa, poi)
Non chiamiamo abbastanza i clienti (in realtà, non ne possono più)
Non facciamo abbastanza presentazioni
Non siamo abbastanza propositivi
Non conosciamo abbastanza i nostri prodotti
....

Il tutto detto da uno che scrive QUAL E' con l'apostrofo e che usa il verbo TO PRETEND come se significasse PRETENDERE...

INVECE, tener conto che l'economia cola a picco e che nonostante tutti i pareri contrari, la crisi c'è e si sente e nessuno è più disposto ad investire, ma l'unico imperativo è risparmiare, è troppo difficile.

Troppo.

16 ottobre, 2009

Aspettative...

...degli amici
del marito
dei genitori
dei suoceri
dei colleghi
dei capi
...
Accontentare tutti, soddisfare tutti, dare a tutti ciò vogliono, ciò che mi chiedono, ciò che si aspettano da me. Far sì che tutti siano contenti. Ma capita che accontentare qualcuno significhi scontentare qualcun'altro, o altri. Vorrei arrivare ad una contentezza contemporanea. Ma è difficile, caspita se è difficile.

A volte mi sento soverchiata. A volte ho l'impressione di non farcela.

E' normale?

Tono di voce

Se c'è una categorie di persone che non sopporto, è quella degli urlatori. Quelli che hanno sempre il tono di voce elevato quando non è assolutamente necessario, quelli che non tengono conto che non vivono su un'isola deserta e a pochi interessa quello che hanno da urlare al telefono. Il tutto è aggravato se ci si trova in un contesto di open space, dove guarda caso mi trovo io, quindi in un luogo dove a tante scrivanie lavorano tante persone, ognuna dotata di corde vocali. Pensiamo un po' se tutti utilizzassimo un tono di voce alto: cosa succederebbe? Ma c'è sempre qualcuno che usa poco ciò che ha tra le orecchie e quindi sbraita, senza ritegno, senza vergona. Esite poi un'ulteriore aggravante: se ciò che viene esposto a viva voce è condito dal turpiloquio. Già devo sentire parole per le quali non nutro interesse, ma devo pure sorbirmi una sequela di volgarità?? Ma attenzione, le aggravanti non sono ancora finite: e se il suddetto open space fosse, toh guarda, un luogo di lavoro dove gli impegati sono costantemente al telefono con persone esterne, ad esempio dei clienti, tanto per dirne una? Ammazza che bella figura si fa a parlare al telefono con un cliente con un collega che si esprime come uno scaricatore di porto dotato di megafono. Secondo me il cliente sente...

15 ottobre, 2009

Rugby

Ho appena citato una canzone di un gruppo Gallese.
Il collegamente con il rugby è stato facile.

Non è che io sia una fan sfegatata di questo sport, anzi, lo capisco appena. Però una cosa posso dirla: mi impressiona sempre quando danno in tv il Sei Nazioni, vedere quegli stadi ordinati stracolmi di uomini, donne, bambini e anziani. Allegri, festanti, vestiti coi colori della loro squadra, con cappelloni ridicoli e il trucco colorato in faccia. Mi impressiona se paragonato alla spettacolo completamente diverso che offrono i nostri stadi calcistici: polizia, transenne, sbarramenti, fumogeni lanciati in campo....quando va bene. Perchè quando va male ci sono risse, i cosiddetti "tafferugli" e episodi di delinquenza (se non violenza) gratuita per le strade.

Sarà banale, ma ogni tanto mi chiedo il perchè di queste differenze.

"Dicono che in Galles si gioca a rugby sull'erba, a Cardiff
Nel fango, dietro le case
E tra le nuvole, in Paradiso"





Today I'm feeling blue...

Today I'm feeling blue...I hear this song in my ears...

MAYBE TOMORROW

I've been down and
I'm wondering why
These little black clouds
Keep walking around
With me
With me

It wastes time
And I'd rather be high
Think I'll walk me outside
And buy a rainbow smile
But be free
They're all free

So maybe tomorrow
I'll find my way home
So maybe tomorrow
I'll find my way home

I look around at a beautiful life
Been the upperside of down
Been the inside of out
But we breathe
We breathe

I wanna breeze and an open mind
I wanna swim in the ocean
Wanna take my time for me
All me

So maybe tomorrow
I'll find my way home
So maybe tomorrow
I'll find my way home

So maybe tomorrow
I'll find my way home
So maybe tomorrow
I'll find my way home

So maybe tomorrow
I'll find my way home
So maybe tomorrow
I'll find my way home

10 ottobre, 2009

Dolce risveglio

Il sabato mattina per me è sacro. Va bene che il mattino ha l'oro in bocca, ma non di sabato. Il sabato mattina per me l'imperativo è dormire fino a tardi, fino a quando di sonno non c'è più traccia.

Questa mattina, ad un certo punto, sento la suoneria del cellulare che mi riporta nel mondo dei vivi. Per fortuna l'impostazione"Nanna" prevede una suoneria molto languida che cresce di volume piano piano. Annaspo con la mano sul comodino, afferro l'oggetto infernale e leggo il nome sul display. Cazzo, un cliente. Di sabato. Quello che mi ha chiamata per una questione urgente ieri pomeriggio e a cui io ho dato una pessima notizia (dal suo punto di vista). Quello che è a capo dei sistemi informativi di una delle aziende più importanti della nostra regione, ma che a ben guardare per quel produce è praticamente leader mondiale (non che mi abbiano mai neanche offerto uno sconto su una sciarpina, braccini corti). Comunque, è lui. Nella mia testa si affollano i pensieri più catastrofici: mi vuole denunciare, ritiene che ieri gli abbia dato un'informazione falsa, sono stata smentita da un'altra collega, è successo un casino al sistema di produzione ed è tutto fermo, stanno perdendo euro su euro ad ogni minuto di fermo macchina e danno la colpa al nostro software. Oddio. Non rispondo. Lascio lì il telefono e cerco di far finta di niente ripetendomi che è sabato e quindi non ha il diritto di chiamarmi e rompermi le scatole! Dopo 10 minuti, cedo e lo richiamo.

"Dott. P. buongiorno sono Elizabeth, ho visto che mi ha cercata. Mi scusi, non ho fatto in tempo a rispondere. Mi dica"
"Ah, buongiorno Elizabeth, mi scuso, io: la chiamata è partita accidentalmente alla mia bambina che stava giocando con il mio cellulare, mi scusi se l'ho disturbata"
Cooooosa? penso io. Ma io vengo lì e ti ammazzo!!!
"Ahha, si figuri, nessun disturbo" dico con voce falsissima.
"Poteva andare peggio, pensi che l'altra settimana è successo con nostro direttore generale, ahaahah".

Quindi: per il fatto che svegli me, pazienza, ma svegliare il suo DR è un problema grosso!!!



Alla rinfusa

Le date importanti mi sono sfuggite di mano, in quest'ultimo periodo. A causa di impegni che si sovrappongono, a settembre due compleanni importanti non sono stati vissuti come avrei voluto. Ve beh, le festeggiate sanno, capiscono...forse meglio di me.

La scorsa domenica era il PRIMO ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO e io non ho fatto in tempo a scrivere niente!!! Allora, vero che eravamo a Mantova per il weekend, ma poi domenica tornando abbiamo fatto la follia di fermarci all'IKEA...pazza idea. Non spreco neanche tempo a raccontare l'essenza stessa del casino.

Ed infine, Last but not Least, oggi è il compleanno di Simo, che per me è un fratello ed è anche il testimone di nozze di Darcy. Di prima mattina gli sto volando al collo per fargli gli auguri e lui mi ferma perchè è carico di raffreddore! Ma che palle...
Almeno lui sa che io me ne ricordo. Sempre.

Ah. Lunedì poi avevo fatto il plum cake. Un successone!

07 ottobre, 2009

Scarsa cura

Nella mia eterna lotta con questo infame lavoro in questa Gabbia di Matti, oggi mi sono resa conto di una cosa molto importante: il 90% dei miei problemi, nasce dal fatto che un sacco di colleghi lavorano con....scarsa cura.

Grazie, di tutto cuore.

02 ottobre, 2009

Aria d'autunno

Anche se qui fa ancora caldo, un'altra estate è passata e un altro autunno sta arrivando. Lo vedo, lo sento: l'aria è lattiginosa, bianchiccia, al mattino il sole arancione è già velato dai fumi che arrivano dai campi. E il profumo è inconfondibile, le stoppie bruciate lungo le risaie. Se si va a fare la spesa dopo il lavoro, all'uscita dal supermercato ormai è buio e al mattino, in bici, l'arietta pizzica la faccia.

Tristezza? Malinconia? Neanche un po'. A me l'estate piace, ma quando finisce, non mi dispero certo, visto quanto patisco il caldo. Mi piacciono le stagioni fredde (anche se obiettivamente, qui dove vivo sono molto lunghe), mi piace vestirmi di pesanti maglioni, cappotti, guanti e cappelli...quanto adoro i cappelli!

Sta a arrivando...buon autunno a tutti.

01 ottobre, 2009

Quel Paese

Allora: vorrei tanto far sapere, ma non posso, ai miei cari, stimatissimi colleghi delle altre sedi, che qui lavoriamo esattamente come fanno loro. Magari c'è chi ha degli strumenti un po' diversi, ma più o meno abbiamo l'accesso agli stessi sistemi, ai medesimi applicativi, database, informazioni e così via.
Quindi è inutile lasciar macerare una magagna, che con il tempo non può che ingigantirsi e poi, un bel giorno, chiamare qui e scaricare suddetta magagna a noi pretendendo che venga risolta in tempo zero. Perchè noi qui, non abbiamo nessuna cazzo di bacchetta magica. Mi fa doppiamente incavolare questa cosa, alla luce del fatto che qualcuno ritiene che questa sede sia un parco giochi. Ebbene, perchè? Perchè mediamente noi che ci lavoriamo siamo più giovani degli altri? Ormai non è neanche più vero...Oppure perchè non siamo dotati di mezzi motorizzati e quindi ci facciamo gli occhi quadrati tutti i santi giorni davanti ai monitor dei pc? E comunque, se ritenete che noi qui giochiamo e basta, perchè mai pensate che potremmo essere in grado di dipanare le vostre complicate matasse? Perchè invece che deriderci dietro le nostre spalle, per poi caricarle di odioso lavoro ormai ingestibile, non ve ne andate a quel paese?

Plum Cake

Non l'ho mai fatto, che per una che ama preparare dolci come me, è scandaloso.
Ho appena trovato una ricetta che mi soddisfa. Domani vado in cerca dello stampo giusto e lunedì lo faccio. Magari anche prima, ora che ci penso.


Prepare i dolci mi piace un sacco: normalmente non è troppo complicato, non occorre essere degli chef. Ci vuole un tempo ragionevole e non ultimo, la casa si riempie di un profumo invitantissimo!