28 ottobre, 2010

Tempi duri

La beneamata azienda per cui lavoro ha annuciato grosse novità. La sede dove lavoro, nella mia città, verrà chiusa. Gradualmente, nel giro di 2 anni, le persone che se ne andranno (e quali? con questa crisi...), verranno sostituite nella nuova sede (in Spagna!), fino a completo "svuotamento" della sede attuale. Ovvio che chi, su base volontaria, desidera trasferirsi in Spagna, è il benvenuto. Fin da questo gennaio, sarà possibile partire.

Io non andrò in Spagna e faccio fatica pensare che della nostra sede più di 5 o 6 persone al massimo vogliano fare quel passo. Del resto non siamo più ragazzini, siamo ormai quasi tutti ultra trentenni con famiglia, casa, mutuo...Faccio anche fatica a pensare che i tanti di noi che desiderano rimanere qui, troveranno facilmente un altro lavoro. Altrattanta fatica se penso che le altre sedi, nella migliore delle ipotesi, dovrebbero riassorbire una ventina di persone, quando già loro sono in netto esubero.

Facile intuire che sono molto preoccupata. La mia piccola città di provincia non offre molto, anzi, quasi niente. Si prospetta il pendolarismo, che per carità, non hai mai ucciso nessuno, ma se si potesse evitare, avendolo già provato...Oppure, mi dovrò inventare qualcosa, qualcosa di nuovo, di mio di indipendente, di rischioso....Ma cosa?

Si accettano suggerimenti.....

26 ottobre, 2010

Affanni quotidiani

Ci affanniamo come dei matti per stare appresso a tutto quello che la vita ci chiede di inseguire. Corriamo, corriamo, corriamo e non abbiamo più tempo per riflettere. Ci incavoliamo, passiamo sopra alle parole degli altri, pensiamo solo ai nostri impellenti obiettivi quotidiani, superiamo tutti i piccoli ostacoli e via, continuiamo la nostra inarrestabile marcia fino al traguardo. 
Poi, di tanto in tanto, capitano eventi intorno a noi, ai nostri amici, ai nostri colleghi, ai nostri conoscenti. Eventi tragici e improvvisi. Ed ecco che tutto si ridimensiona, tutte le cose riprendono le giuste proporzioni e ci diamo degli stupidi perchè ci siamo affannati, angosciati e incavolati per cose che in fondo, sono sciocchezze. Guarda invece quali sono le vere tragedie della vita, ci ripetiamo con nuova, riacquisita saggezza.
Peccato però, che questa saggezza duri meno di quanto pensiamo, peccato che nonostante la nostra presa di coscienza, essa ci abbandoni presto, ributtandoci nel vortice dell'urgente, dell'impellente e forse a volte, del poco importante.
Quando impareremo a tenerci stretta la coscienza che un raggio di sole al mattino di un giorno d'autunno è qualcosa per cui sorridere?

18 ottobre, 2010

Buon viaggio Tilde

Se ne va la signora più gentile ed educata che conoscessi, che preparava i biscotti più buoni che abbia mai assaggiato e che mai assaggerò. Se ne va una signora di altri tempi, un po' lady, un po' Miss Marple, un po' zia saggia. La ricorderò sempre china sulle aiuole, inginocchiata a fare giardinaggio, con i guanti di gomma, le cesoie e un vecchio annaffiatoio di latta. E la ricorderò nella sua cucina profumata di biscotti, con indosso il grembiule ricamato di pizzo, le mani sporche di uova e farina e quella voce calda e gentile che sapeva di casa.

14 ottobre, 2010

A cosa serve

A cosa serve essere in una posizione di prestigio, se tanto poi devi sgobbare come un matto fino a tarda sera?
A cosa serve avere il macchinone aziendale, se poi tra tutte le spese, fai i salti mortali per pagartelo?
A cosa serve avere una bella casa, se tanto poi diventa solo il luogo dove passi 5 o 6 ore di sonno?
A cosa serve avere una bella moglie/marito, se tanto poi la/lo vedi un'oretta la sera e mezz'oretta la mattina?
A cosa serve amarsi, se poi si condivide il poco tempo insieme ognuno al proprio pc lavorando?
A cosa serve guadagnare, se non hai tempo di goderti i soldi?
A cosa serve fare esperienze importanti, se non hai più il tempo di parlarne con gli amici?


No, miei cari. Ci avete provato, ma avete fallito. A me non farete il lavaggio del cervello!

12 ottobre, 2010

Profumo di caffè stantio

Stamattina sono arrivata in ufficio e sono subito andata al piano di sopra dove c'è un distributore di bottigliette d'acqua. Quando sono entrata nell'area break, sono stata investita da un forte odore di caffè stantio. Istantaneamente, quel profumo famigliare mi ha riportato alla mente luoghi, persone e sensazioni purtroppo ormai sepolti nella memoria. Ho ricordato, sette anni fa, i primi tempi in cui lavoravo per questa gloriosa azienda. Ero più giovane, ero entusiasta, ero ottimista, perchè questo lavoro mi sembrava la cosa più bella che mi potesse capitare. E forse all'epoca, lo era. Mi assumono e mi mandano in Irlanda a fare formazione. Negli uffici irlandesi, vivaci, cosmopoliti, giovani e pieni di vita, aleggiava sempre nell'aria quell'odore di caffè pessimo che i colleghi irlandaesi  bevono rigorosamente in bicchieri di polistirolo. Ho pensato a come mi sentivo io in quel periodo, felice di poter visitare un paese che da molto tempo sognavo di vedere, elettrizzata all'idea della nuova esperienza lavorativa, orgogliosa di me stessa perchè mi sembrava di essere stata una grande a superare i colloqui e ottenere quel posto, frastornata dalla quantità di nuove amicizie di ogni parte del mondo che stavo facendo in pochi giorni. Avevo grande fiducia in tante persone, credevo in quello che stavo facendo, ne ero fiera. Poi, col tempo, la mia fiducia è stata tradita, non tutti gli amici si sono rivelati tali e la qualità del lavoro è andata lentamente degradando. Adesso è un quotidiano sopportare e cercare, in ogni cosa, di tirar comunque fuori il meglio che posso da ciò che mi viene chiesto. 
Ma mi ha fatto molto, molto bene questa mattina, ricordare perchè sono qui e con quale spirito ho iniziato, grazie a quell'odore di caffè stantio che mi ha investita come un camion in corsa.

11 ottobre, 2010

Sono finiti i sogni

L'altra settimana ho visto per caso una puntata di un talent show, trasmissioni che di solito non guardo. Ad una delle cantanti, dopo essersi esibita, viene data la possibilità di comunicare ai giudici il motivo per cui costoro dovessero votare per lei. Sono venute fuori le solite cose che io non sopporto: perchè per me è un sogno, perchè la mia vittoria dimostrerebbe che TUTTI ce la possono fare, che CHIUNQUE insegua i suoi sogni alla fine ce la fa, perchè io canto col cuore...ecc. A me queste frasi danno sui nervi perchè al contrario credo che per eccellere in discipline artistiche quali canto, danza o recitazione ci voglia sì talento, ma anche tanto impegno, studio, dedizione, professionalità. Non solo "metterci il cuore". 
Da lì mi sono messa a pensare alle generazioni di adolescenti sognanti che seguono assiduamente queste trasmissioni. Ho pensato a ragazzi più fragili, con famiglie traballanti e genitori assenti, con poca voglia di studiare, con amici pericolosi, con gli occhi già pieni di amarezza. Ho pensato a ragazzi super benestanti, a cui i genitori concedono tutto e che non hanno più nemmeno il tempo di desiderare qualcosa che il papà subito glielo compra. Da che pulpito parlo, io non sono madre, ma la mia di mamma ha fatto una vita l'insegnante e di casi simili ne ho visti a fiumi.
Ho pensato che questi ragazzi forse hanno finito i sogni, non hanno più progetti, aspettative da loro stessi e dalla vita. Non hanno più obiettivi e voglia di lottare per essi. Tanto poi, basta cantare, metterci il cuore e puoi diventare ricco e famoso, quindi, perchè sbattersi? Perchè impegnarsi per ottenere qualcosa di davvero gratificante, perchè studiare, perchè passare ore sui libri, se poi i talent show ci aprono le porte del successo?


Ma se poi il talent show ha le maglie troppo strette e non tutti passano il vaglio, che succede?

08 ottobre, 2010

Felicità

Quando si ha un sogno grande, grandissimo, in cui riponiamo un sacco di speranza, in cui continuiamo a credere nonostante mille ostacoli, ebbene, quando si ha un sogno così ed improvvisamente appare realizzabile, verrebbe voglia di urlarlo al mondo intero, di fare tutti partecipi della nostra felicità. Io per adesso non faccio niente. Aspetto il momento in cui M, la mia compagna di sogno, potrà gridare con me la sua gioia. E se questo non succederà mai, alla mia voce mancherà qualcosa.

Quanto è più grande la nostra felicità quando la condividiamo con qualcuno??