17 giugno, 2013

Il gioco della felicità

Come sempre accade, il tempo annebbia la memoria e plasma i ricordi immergendoli nell'acqua di rose, cestinando sapientamente le cose brutte e piazzando lì, bene in evidenza, cosa c'è stato di bello e che ora non c'è più.
Di solito funziona così: gli anni delle superiori (ecco, per me forse non è questo l'esempio più azzeccato, ma facciamo finta), dell'università, dopo il filtro di una decina d'anni o più, ci sembrano ora un periodo celestiale in cui noi eravamo
-giovani
-spensierati
-con niente da fare
-magri

La musica era più bella, l'estate era più lunga, le giornate più intense.

La realtà era ben diversa, lo sappiamo tutti bene.

E sapete anche che per me c'è stato un analogo processo di mitizzazione col lavoro, tanto amato, poi in parte detestato (in realtà non il lavoro in sè, ma è lunga e noiosa da spiegare), ri-apprezzato e infine perso.
Ecco, la mia mente ha abilmente rimosso la fase "in parte detestato": ma ora lo so e ci convivo, so che c'è stata, solo che non la ricordo, non voglio farlo.

Il paragone col presente è pesante. Ma prendendo spunto da una cosa scritta da Seavessi e che ritengo saggissima, dobbiamo pensare che il meglio debba ancora venire.
Preoccuparsi, arrabbiarsi, dannarsi l'anima, sono tutte inutili attività cerebrali, attività che potrebbero essere sostituite con altre ben più costruttive.

Credo che cercare il meglio in ogni giorno sia una vera sfida, in questo periodo, ma una sfida che valga la pena raccogliere. Per il nostro bene e per quello di chi ci sta intorno.
E' un po' quello che faceva Pollyanna, bimbetta sovrana di grandi sfighe, ma che aveva un segreto: cercare sempre il lato positivo in ogni cosa le capitasse. Lo chiamava "il gioco della felicità", trovare sempre una ragione per essere felici.

Spesso c'è, quasi sempre c'è, è che non ci pensiamo, non ci facciamo caso, non ci rendiamo conto, presi come siamo dalla fretta di fare qualsiasi cosa. Ma c'è sempre un motivo per rallegrarci e pensare che il meglio debba ancora venire.

Anche oggi.
Anche qui.



12 commenti :

  1. è quello che provo a fare anche io, non sempre è facile, ma credo che cercare il buono in ogni cosa possa veramente aiutare...
    (è vero, se ripenso agli anni della "gioventù" vedo solo spensieratezza, ma non è tutto oro quello che luccica ;)) un bacione!

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    1. No non è facile, tutt'altro! Ma possiamo farcela. Baci!

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  2. Ohhh Pollyanna...che carino che era quel cartone!!!
    A me piace tantissimo anche la frase di Paulo Coelho che mi ripeto e cerco di far mia ognivolta cedo alla tentazione di autocommiserarmi: "Le persone felici non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa, soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino"...
    Anche se non è sempre facile da attuare...alle volte è una strada tutta in salita!!!

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  3. in realtà io sono abbastanza critica/lucida sul mio passato, i 20 e anche 30 anni, so di essere stata molto sola, per vari motivi, ma se il meglio deve ancora venire BEN VENGA
    intanto buona settimana.
    sandra & natallia

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    1. Certo che deve ancora venire :) Baci e te e Natallia e buona settimana anche a te

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  4. Brava Lizzie! Si, anche oggi, anche qui in Italia!

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    1. Crediamoci Sfolli, se non ci crediamo noi, chi potrà mai farlo??

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  5. Io sono molto fortunata, il mio presente è decisamente meglio del mio passato, degli anni del liceo non rimpiango assolutamente niente...a parte il tono muscolare!

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