20 dicembre, 2013

Natale, simboli e libertà

Permettetemi un piccolo sfogo, in cui il Natale diventa pretesto per esprimervi il mio malcontento.

Leggo or ora che in Francia, a seguito delle proteste di un utente, è stato rimosso il Presepe da una stazione ferroviaria, Presepe che veniva esposto da dieci anni.

In nome della laicità. C'è scritto così.

Allora, a me questa faccenda della repressione di tutti i diversi simbili religiosi e/o culturali sta profondamente, violentemente e cocentemente sui maroni.
Perchè mi sembra la negazione della libertà, non la sua espressione.

Perchè un utente ateo, infastidito dal Presepe, sia contento e con lui lo siano tutti gli altri atei del mondo, niente più Presepi nei luoghi pubblici.
Per non urtare la sensibilità dei bambini non cristiani, niente più crocifissi nelle scuole.
Per non offendere i clienti delle diverse parti del mondo, le aziende multinazionali mandano gli auguri scrivendo sui biglietti "Season's Greetings".

Ma oh.
Ma che cavolo sono i Season's Greetings??

Ironia a parte, a voi non sembra che ci sia una stortura di fondo?
Non vi sembra che in queste belle iniziative, qualcuno di non contento ci sia sempre?
Non vi sembra che reprimere, sopprimere, togliere, abolire siano tutte parole con accezione negativa?
Non vi sembra che si faccia l'esatto contrario di quello che viene richiesto, cioè la tutela dei diritti di tutte le culture e le religioni???

Invece di tutelare tutti, la sensibilità di tutti, sopprimiamo tutti i simboli, che si fa prima.

Non voglio dire che la soluzione di questo inghippo sia semplice e non voglio nemmeno suggerire metodi miracolosi, perchè non li ho, ma quello che penso è che il metodo applicato finora nella maggior parte dei contesti, ovvero l'eliminazione dei simboli, sia la negazione della libertà, non la sua espressione.

Invece di spiegarci, raccontarci, arricchirci e COMPRENDERCI l'un altro, imparando a CONOSCERCI l'un l'altro, imparando a convivere serenamente con ciò che è diverso da noi, la strada che si preferisce è quella della tabula rasa, della piattezza, dell'annullamento totale.

A me sembra una soluzione tutt'altro che democratica.

Magari, anzi sicuramente, io la faccio semplice, dalla mia comoda seggiolina, ma non vedo perchè ad un ateo/musulmano/quel che vi pare, l'esposizione di un Presepe a Natale (non a luglio), debba dar fastidio.
Se domani dovessi andare in Arabia Saudita e trovassi il Corano nel cassetto del comodino, non batterei ciglio. E non batterei ciglio nemmeno se mi capitasse a Londra, per dirne una.

Nelle scuole poi...invece di insegnare le religioni e le tradizioni degli altri, invece di ARRICCHIRE i nostri figli con questo enorme partrimonio che noi non abbiamo potuto avere, preferiamo non raccontare più un bel niente, nè di noi, nè degli altri. E non ce l'ho con gli insegnanti, che sia ben chiaro: loro fanno ciò che viene richiesto.

Ora, ditemi voi se deliro: come può questo atteggiamento, che annulla, che reprime e cancella, portare a sentimenti di fratellanza?

36 commenti :

  1. Infatti non porta da nessuna parte se non ad un isolamento preoccupante e ad un individualismo prepotente. Ognuno guarda ai fatti propri, al proprio orto, senza il minimo sforzo di comprendere l'altro, di fare il primo passo. non potendo accontentare tutti allora scontentiamo per principio. Siamo andando tutti fuori di matto. io il presepe lo voglio e davanti a qualche manifestazione religiosa che non conosco, sto zitta e giurando con rispetto. Rispetto, basterebbe solo più rispetto.
    Buon N a tale, Lizzie.
    Raffaella

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    1. Esatto, rispetto.
      Grazie Raffaella e tanti auguri anche a te

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  2. Non so se conosci Mamme nel deserto, bhe loro sono italiane ma vivono in Kwait, paese islamico dove le feste si celebrano tutte: compreso il Natale, per rispetto delle popolazioni expat che ci vivono. Prendere esempio no?!?!?

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    1. Conosco ed è proprio quello che avevo in mente, quel tipo di atteggiamento, che ahinoi qui sembra lontano anni luce

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  3. sono d'accordo e ti sono grata per la condivisione di questo pensiero! Sandra frollini

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  4. Concordo pienamente cara Lizzie, ora siamo sommersi da babbi Natale in tutte le salse come se il Natale fosse la festa di quel vecchietto panciuto.... auguri per un sereno Natale!!!

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    1. Ma ti dirò, io preferirei un biglietto di auguri col vecchio panciuto invece dei Season's Greetings!!!

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  5. E' il rispetto di cui si parlava poco sopra...

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  6. la penso esattamente come te,per filo e per segno. Ho una nipotina in prima elementare e quest'anno, proprio PER NON OFFENDERE la multietnicità della classe, per far capire che è Natale non hanno fatto proprio un bel NIENTE. Nessun addobbo, nessuna poesia, nessuna canzoncina, nessun lavoretto, nessuna MENZIONE alla parola Natale, niente di niente. Gusto giusto sul quaderno di religione è apparso qualcosa sulla nascita di Gesù, ma senza troppo rilievo. L'ho trovato di una tristezza infinita e , come dici tu, è un atteggiamento troppo comodo e un po' immaturo.

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    1. Io non capisco perchè ci si debba OFFENDERE. Un mio amico, di famiglia molto cattolica, più della mia, ha sposato una ragazza iraniana che ha assistito con noi alla Messa di Pasqua senza sentirsi offesa, semplicemente assistendo senza partecipare al rito. E' così difficile? Boh.

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  7. Sono d'accordo con te, ma voglio specificare che le iniziative di togliere i crocifissi/i presepi/i riferimenti cristiani dalle scuole sono sempre prese dai dirigenti scolastici ma per delle idee tutte loro (e ingiustificate) sul "rispetto" delle altre culture; non ho mai sentito (e penso che mai sentirò) una famiglia di religione islamica lamentarsi del presepe o della recita scolastica, anzi, per loro Gesù è un profeta e il presepe è caro anche a loro. Diversa è la questione degli atei, alcuni dei quali sono davvero accaniti nel chiedere l'eliminazione dei simboli religiosi.

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    1. Grazie della precisazione Ilaria. Quando ho scritto che gli insegnanti fanno ciò che gli viene richiesto, mi riferivo proprio ai dirigenti scolastici, che mossi da questa strana forma di coda di paglia, corrono ai ripari da non si sa cosa prima del tempo...

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  8. Il punto non è tanto la rimozione del presepe, quanto l'invadenza della religione in ogni luogo.
    Francamente, anche se ateo, non avrei protestato per un presepe in stazione (che ritengo comunque un luogo un po' stupido in cui mettere un presepe), ma secondo me i crocifissi in scuole, tribunali e altri uffici pubblici non dovrebbero esserci.
    Così come non dovrebbe esserci l'ora di religione, perché non si insegnano le religioni in quanto argomento storico, ma dei dettami di culto in cui si fa proselitismo.
    E non dovrebbe esserci l'8x1000, i finanziamenti alle scuole confessionali, le esenzioni fiscali, i benefici per gli oratori, i contributi ai cappellani delle forze armate, le tariffe postali aggevolate, il mantenimento delle spese del Vaticano, le cerimonie di culto in scuole ed edifici pubblici, ...
    Doug

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    1. Ciao Doug, il mio cenno al crocifisso non voleva riferirsi all'oggetto in sè, ma alla perdita della tradizione che sta invadendo anche le scuole.
      Non voglio tirare in ballo la Chiesa cattolica con la C maiuscola, tutta la sua pervasività nello stato italiano, per prima quella territoriale (è qui, è un dato di fatto). Non discuto su 8X1000 ed esenzioni fiscali perchè sarebbe un discorso lungo e in gran parte politico. Io parlo di simboli, di cultura e di tradizioni: non vedo come l'annullamento di una possa far star meglio chi appartiene ad un'altra.

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    2. Però comprendi come l'imposizione di culture e credenze possano far star peggio chi non condivide queste dottrine?
      L'Italia è uno Stato laico, giusto?
      Se una coppia atea desiderasse per i propri figli una scuola non confessionale, come potrebbe fare?
      Attualmente in moltissime scuole l'ora alternativa all'ora di religione non viene attivata per mancanza di insegnanti, inoltre ci sono messe, benedizioni e recite tutte in orario scolastico.
      Francamente non mi sembra corretto che la scuola pubblica imponga una o più religioni, ci sono le scuole confessionali (che ricevono parecchi soldi che dovrebbero essere destinati a migliorare le scuole pubbliche) e di certo non mancano oratori e strutture religiose.
      La perdita delle tradizioni è una costante della storia perché vengono sostituite con altre strutture che si sovrappongono: nella tradizione romana, nemmeno 2000 anni fa, proprio nella seconda metà di dicembre si festeggiavano i saturnali, oggi si festegga il natale il 25 dicembre, giorno che era dedicato al sole invitto fino al 380dc (questo per inciso vale praticamente per tutte le ricorrenze cristiane). Le cose cambiano.
      Magari cambieranno fino al punto in cui verrà il giorno in cui finalmente la preghiera e la magia saranno dimenticate.
      Doug

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    3. Certo che lo comprendo, infatti a mio avviso l'imposizione è sbagliata. Io ho avuto, nel corso degli anni, compagni di scuola atei che non frequentavano l'ora di religione e mi rendo conto che potessero sentirsi a disagio, non lo nego. Ricordo anche però che sempre queste persone festeggiavano il Natale esattemente come gli altri, ben felici di farlo. Questo per dire che non sempre è tutto bianco o nero.
      Secondo me però, per tornare all'argomente del mio post (che non è la laicità o meno dello stato italiano) non è tramite l'annullamento di tutte le tradizioni e la cultura di un popolo che si otterranno pari diritti per tutti. Come è emerso diverse volte nei commenti, è il rispetto che manca!

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    4. Posso però capire, anche se personalmente non avrei protestato per il presepe, chi si sente esasperato dalle continue imposizioni confessionali che spesso arrivano fino alla prevaricazione.
      Fino a poco tempo fa lo scorso papa accusava gli atei di tutti i mali del mondo in diretta nazionale una domenica sì e una no.
      Quando i mezzi di comunicazione nazionali danno tale spazio a chi dice che gli atei non hanno una morale, che l'ateismo non può essere che nichilista, che gli atei sono privi di dignità, fino ad arrivare a dire che la colpa dell'olocausto è degli atei, sull'argomento "rispetto" ci si sente un po' come in questa vignetta http://wp.patheos.com.s3.amazonaws.com/blogs/friendlyatheist/files/2008/01/addiscartoon1.jpg
      Doug

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    5. Sulle qualità di comunicatore dello scorso papa posso essere d'accordo, ma ad essere onesta non ho sentito da parte dei mezzi di comunicazione tutta questa demonizzazione dell'ateismo. Ammetto però che io guardo talmente poca tv (non per snobismo, a causa di un lavoro full time e una bambina di 2 anni e mezzo!) che posso essere disinformata. In ogni caso resto della mia idea: cancellare le usanze di tutti perché nessuno si offenda mi sembra l'esatto contrario della libertà. Piuttosto, ognuno dovrebbe essere libero di festeggiare e di seguire le proprie tradizioni/usanze senza che gli altri si sentano oltraggiati da tali manifestazioni. Utopia? Forse.

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    6. Non sto dicendo che i mezzi di informazione demonizzassero l'ateismo, ma che davano acriticamente un notevole spazio mediatico a chi lo faceva.
      Ti immagini cosa sarebbe accaduto se qualcuno avesse detto in diretta nazionale su Rai1 che i campi di concentramento sono il frutto del millenario antisemitismo cristiano, che Adolf Hitler credeva in Dio, mentre gli atei erano fuorilegge durante il nazismo?

      Non ho alcun problema con chi festeggia e segue le proprie tradizioni, personalmente amo le feste e credo che ci siano sempre ottimi motivi per festeggiare :-)
      Quello che vorrei è che lo facessero senza imporre queste tradizioni in luoghi pubblici e istituzioni che dovrebbero essere laiche, come ad esempio la scuola.
      Perché se fanno la messa e la benedizione in una scuola pubblica, dove non tutti sono cattolici, allora perché non dovrebbero far seguire il ramadan a tutti i bambini della stessa scuola?
      Penso che sarebbe meglio che la scuola rimanesse laica e neutrale rispetto a tutte le religioni e le persone religiose seguano le proprie usanze al di fuori delle istituzioni statali.

      Doug

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    7. Veramente qualcuno ha detto che l'olocausto è accaduto per colpa degli atei?? Vedi, me lo sono perso (per fortuna).

      Ma c'è davvero imposizione? E' questo che mi domando. Se in una scuola pubblica danno una benedizione/messa e un bambino musulmano non vuole partecipare, viene costretto a farlo? E se lo stesso bambino vuole seguire il ramadan, viene costretto a NON farlo?
      Chiedo, perché non lo so.

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    8. Sì, l'ha detto: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2011/october/documents/hf_ben-xvi_spe_20111027_assisi_it.html

      Per certo so che messe e benedizioni devono essere seguite da tutti perché non c'è mai sufficiente personale scolastico per fare assistenza a chi non volesse seguirle, anche se mi chiedo quale bambino avrebbe la volontà e la capacità di chiedere di esserne esentato - parliamo di bambini delle elementari e delle medie, credo che i ragazzi delle superiori sappiano gestirsi in tal senso, e i genitori spesso non vengono minimamente avvisati del fatto che ci saranno queste manifestazioni.
      Sul ramadan francamente non lo so.
      Però non riesco a comprendere perché debbano esserci queste manifestazioni: una scuola non è una chiesa.

      Doug

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    9. Sai credo che come in ogni ambito, non si possa generalizzare. Io ho frequentato scuole statali, ma non mi è mai successo che gli insengnanti mi portassero a messa o che mancasse il personale per chi non seguiva l'ora di religione. Le stesse cose potrebbe dirle mia madre, che ha insegnato 40 anni nella scuola pubblica. Detto ciò, concordo con te sul fatto che "l'ora di religione" intesa com'è adesso, non ha senso di esistere nelle scuole statali.
      In questo post però io non volevo entrare nel merito di scuole confessionali, laicità dello stato, ecco. Volevo solo dire che secondo me, sopprimere tradizioni/manifestazioni culturali/usanze, non è un comportamento che porterà mai alla pace e alla tolleranza. Poi magari sbaglio eh!
      Grazie Doug per i tuoi commenti e...auguri di Buon Natale ;-)

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    10. Grazie anche a te delle risposte, credo che questi dialoghi aiutino molto a vedere i diversi punti di vista e concordo che parlarne arricchisca un po' tutti noi.
      Buona festa del Sole Invitto ;-)
      Doug

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  9. Io, che pure sono atea fin nel midollo, credo che sia una forma di razzismo anche questa e che ormai serpeggi ovunque: per paura di offendere gli altri, offendiamo chi a quei simboli ci crede, a quel crocefisso da valore ecc.
    Si fa per paura, però non per rispetto. la paura di essere accusati da quelle che nel nostro paese sono ancora, oggettivamente, minoranze, di essere razzisti...la paura di chi non ha il coraggio di gridare al mondo chi è e si nasconde dietro il perbenismo.
    Non dico che sia necessario ostentare, esibire le nostre idee, ne' tanto meno si può pensare di costringere gli altri a seguire le nostre tradizioni ma non vedo che male ci sia nel consentire a chi vuole, di perpetrarle queste tradizioni e, perché no, consentire a chi lo desidera, di farcene conoscere qualcuna delle proprie e condividerlo con noi.
    Ci sono tanti mussulmani nelle scuole? E allora dividiamo l'ora della recita a metà: chi vuole fa il presepe vivente o simile, chi non vuole un'altra spettacolo e i genitori guarderanno con gli occhi luccicanti entrambi, ne sono certa!

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    1. Non ho nulla da aggiungere!!! La paura e la "coda di paglia" hanno portato a questi atteggiamenti, non certo la tolleranza e la fratellanza.

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  10. Aggiungo ancora un commento, poiché fai riferimento alla Francia: la realtà francese e diversa dalla nostra. Loro sono uno stato laico e la scelta di cui sopra ha senso in quel sistema, Noi, inutile negarlo, siamo uno stato confessionale, nonostante la forma della legge: come ricorda anonimo, la religione e' ovunque. E allora non facciamo finta di essere tolleranti, diventiamolo davvero senza reprimerci.

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    1. Lo so che la Francia è uno stato laico, ma perchè un presepe deve dare fastidio a qualcuno? Non capisco.

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    2. Mi sa che per capirlo devi metterti nei panni di un francese: laico per loro è laico e basta, quindi nessun simbolo di nessuna religione, in pubblico, in casa ognuno fa quello che vuole. Lo Stato deve creare le premesse perchè gli individui siano liberi nel privato, ma non deve pubblicizzare, appoggiare o tollerare nè l'una nè l'altra religione nel pubblico, per una sorta di "neutralità".Loro, per quel che ne conosco io e ne ho studiati, ragionano così.
      IN Belgio, invece, laico significa che tutte le religioni con un minimo di seguito devono avere lo stesso spazio ed infatti nelle loro scuole pubblico si può scegliere tra l'ora di religione cattolica o protestante o mussulmana o ebraica o altre confessioni oppure ora di studio, tutte con insegnanti pagati dallo Stato...o almeno così mi aveva spiegato un ragazzo belga che ha frequentato la terza media ed il liceo in Italia, nella mia classe.

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    3. Si probabilmente per capire bisogna conoscere bene il contesto in cui si sono svolti i fatti. Forse un presepe in una stazione in Francia è una cosa anomala e perciò questo signore si è sentito "urtato" da questa sorta di presa di posizione....Non so, da come lo descrivi, forse mi piace di più il "modello" belga, è più simile all'idea che ho io, un approccio che abitui TUTTI a DIVERSE religioni, tradizioni, festività.

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    4. Come puoi immaginare, io preferisco invece il modello francese :-)
      Doug

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  11. Sarebbe bello rispettare tutti esponendo i loro simboli, non togliendoli. Ogni religione ha diritto di esprimersi, anche quella cattolica, certo. Il gesto francese è orrendo.

    Un abbraccio e un buon Natale a te e famiglia tutta!

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    1. Sì sarebbe bello, ma a quanto pare sembra che sia utopia :(

      Un abbraccio anche a te Linda, felice Natale!

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