05 febbraio, 2014

Stallo

Tanto per usare una figura retorica leggermente abusata, oggi mi vien da dire che la vita è un percorso ad ostacoli. Ci sono tratti ben asfaltati, dove si corre lisci e senza intoppi e poi ci sono diffuse zone tortuose, sterrate, con buche, pozzanghere (noi non le amiamo, non siamo Peppa Pig), steccati da saltare (ma noi non siamo brave come il tizio dell'olio Cuore) e voragini da superare.

Indovinate che tratto sto attraversando da un po' di tempo a questa parte.

Il mio percorso sembra pericolosamente inceppato. Sono di fronte alla voragine.
Guardo ansiosa a destra e a sinistra, ma non vedo ponti. Guardo dall'altra parte del burrone e scorgo altre persone che mi fanno ciao ciao. Quindi un passaggio ci deve essere, da qualche parte c'è un ponte, oppure mi toccherà calarmi fin giù e risalire?

Forse ognuna di quelle persone si è costruita il proprio ponte, la propria possibilità di andare avanti.

Andare avanti per me significava lasciarmi alle spalle una lunga ed ingombrante esperienza lavorativa, per (ri)trovare la mia strada, quella smarrita dopo gli studi al grido di "cogli il posto a tempo indeterminato qualunque esso sia".
Andare avanti per me significava avere il tempo di coltivare un paio di hobbies che avevo trascurato, piccole cose, ma che mi piacciono e avrei tanto voluto rispolverare.
Andare avanti per me significava dare un fratellino alla Ballerina.

Tre bei ponti, tutti e tre al momento inesistenti quanto un unicorno.

Forse questo percorso a volte richiede di saper accettare le pause, i momenti di stallo che per tanti motivi ci vengono imposti.

Questo è il mio momento di stallo.

Adesso riprovo a guardarmi bene attorno e forse, se osservo bene, troverò una panchina. Magari di quelle di legno dipinto di verde che c'erano quando ero piccola, quelle che venivano incise dagli innamorati. Se ne trovassi una, adesso mi siederei e aspetterei.

Aspetterei di ritrovare un po' di serenità, dopo tutti i sagrin* che mi hanno regalato gli ultimi mesi, aspetterei che arrivasse anche solo un pizzico di bel tempo e poi mi alzerei, per ricominciare il percorso, per cercare ciò che mi serve per costruire i miei ponti.
Sì, aspetterei seduta tranquilla, perché le decisioni non si prendono quando si è sull'onda della tristezza e quando piove, piove, piove da sette giorni filati.

*dispiaceri, preoccupazioni.

14 commenti :

  1. Te la auguro di cuore, quella serenità. Una panchina accogliente dal quale osservare il mondo con fiducia. Lo stallo è un po' pesante, ma a volte libera risorse incredibili.

    Sono passata anche per dirti che ehm ehm... mi viene da ridere. Vabbè, se fai clic sul link lo capisci da te!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì è pesante, ma devo imparare ad accettarlo e trarne qualcosa di buono.

      Eheheh.....ti aspettavo al varco ;-)

      Elimina
  2. Ti auguro di trovare presto questa panchina, Lizzie, se non subito il tuo ponte personale!!
    Io vorrei poter rimanere in stallo e prendermi tempo per maturare le mie scelte, invece tutti mi spingono verso l'altra parte del burrone in fretta e furia, costringendomi ad imboccare un ponte qualunque, quale che sia.
    Tu non farlo, perchèhai detto bene: "le decisioni non si prendono quando si è sull'onda della tristezza e quando piove, piove, piove da sette giorni filati" e quando le si prendono così, di solito sono sbagliate, ahimè!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto e dato che io sono campionessa mondiale di scelte avventate figlie dell'ansia, stavolta ho deciso che si cambia strategia.
      Un bacio!

      Elimina
  3. Il periodo di stallo serve eccome, cara, e prenditelo tutto. E' un segnale, magari stai cercando la forza per fare un passo importante, magati ricarichi le energie, pianifichi o magari stai lì, solo a riprendere fiato. Prima non facevo altro che guardare le personcine "arrivate" (ma arrivate dove?!), quelle che hanno già passato lo strapiombo dell'ignoto e che fanno ciao ciao, adesso mi godo il mio percorso accidentato, mi sembra più interessante dell'"ordine" che regna al di là del burrone. Un abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io tendevo a guardare gli altri e ogni tanto ci ricasco. Ora basta. Coi miei tempi, accetto questo stallo e vediamo cosa porta. Un abbraccio a te :)

      Elimina
  4. ah stallo la mia ora pare più una stalla. Bacione Sandra frollini mi siedo con te su quella panchina.

    RispondiElimina
  5. Concordo con te, aspetterei un po'...ma solo un po'....poi niente ponti, prendi la rincorsa e salta...scommetti che arrivi dall'altra parte?

    RispondiElimina
  6. Dai che oggi c'è il sole (almeno in quel di Milano) che sia un segno?
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  7. Mah, secondo me le persone 'arrivate' non esistono. Chi cerca il primo figlio considera le mamme di un figlio come'arrivate', e potrei fare tanti altri esempi. Neanche i dirigenti di azienda si considerano mai arrivati. Certo, speculazioni a parte, capisco perfettamente cosa stai dicendo. Anche stare fermi un po' fa parte della strada. E tu comunque stai lavorando ai tuoi obiettivi, quindi non sei ferma! Forza forza che tra meno di un mese e' marzo e marzo e' praticamente primavera e la primavera porta cose belle :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No non esistono, hai ragione.
      Io devo solo accettare questo stop forzato e magari sfruttarlo per riflettere....vediamo se ce la faccio!

      Elimina