20 novembre, 2013

Volo pindarico

Ho già scritto tempo fa del mio tentativo di leggere qualche riga del primo romanzo di Federico Moccia, tentativo che mi sembrava doveroso, visto che una mia ormai ex-collega me l'aveva descritto come: "...il romanzo più bello che abbia mai letto, non puoi capire, devi leggerlo, non sai quanto ho pianto".

A parte il fatto che la bellezza di un romanzo non si misura in litri di lacrime, confesso che prevenuta ero e prevenuta sono rimasta, dato che il sopra citato commento non giungeva da una persona a cui accordavo particolare stima in ambito libresco. Ma io sono snob, si sa.
Tutto ciò per dire che ci ho provato, abbandonando l'impresa dopo poche pagine. Sì che mi veniva da piangere, ma per la pochezza del lessico e l'insulsaggine del contenuto.

Ecco, oggi mi ripiomba addosso un'altra incognita della mia vita di lettrice: Fabio Volo.
Ho sentito e letto che in questi giorni l'uscita del suo nuovo romanzo è stata accompagnata da scene di fanatismo tipo Beatles allo Shea Stadium nel 1964 e che dopo una settimana il buon Fabio ha già venduto tante copie quante uno scrittore qualsiasi vorrebbe vendere nella sua vita.

Anche con Fabio Volo io ci avevo provato, con il primo romanzo, di cui ahimè non ricordo nemmeno il titolo. In quel caso ero riuscita a fare qualche passo in più, se non sbaglio ero riuscita forse anche a passare la metà. Ma che fatica. Ad un certo punto, stremata, ho lasciato perdere: la vita è troppo breve, troppo difficile e dura per farsi del male leggendo romanzi che non ci piacciono. Quindi, sebbene io detesti farlo, ho abbandonato anche quella lettura.

Oggi mi sorge spontanea la domanda: ma come mai questo fenomeno? E' solo questione di esposizione mediatica? Fabio Volo è un attore, un deejay radiofonico, conduttore televisivo. Moccia è un regista, i suoi film sono molto famosi. Certo che in molti li conosceranno e magari acquisteranno i loro romanzi "sulla fiducia". E' solo questione di questo e dello spazio che le librerie dedicano ai loro libri e alle loro controfigure cartonate?

Non ne sono convinta.
Credo che ci sia qualcos'altro che io non riesco a cogliere. Lo stesso non-so-che che mi ha fatto finire, ma quasi per niente apprezzare, Il codice Da Vinci e L'ombra del vento, indiscussi successi letterari mondiali. Che a me sono piaciuti proprio poco, ma poco.

Però ecco, non vorrei essere fraintesa e sembrare una che fa paragoni azzardati: questi ultimi due romanzi li ho finiti, magari a fatica, ma li ho finiti, fanno parte del mio personale scaffale delle boiate, ma sono leggibili, si può fare, anche se poi a me è rimasto poco.

Ma Moccia no.
E nemmeno Fabio Volo.

Eppure vendono l'ira di Dio, come si suol dire.

Ragazze, a me vengono in mente tante cose da antipatica snob, ma mi sento male a scriverle, tipo che il livello culturale si è abbassato, che questi autori scrivono delle cose semplici che la gente comune (definizione che odio!) può capire, che questi autori rendono un po' tutti lettori (e forse questo non è un male), che il loro livello è basso tanto quello di chi li legge, che chi li legge si sente figo perché legge qualcosa che è di moda, che lo fa sentire importante, perché lo capisce, perché lo leggono tutti.
E io non sono una che va a dormire con La Morte a Venezia sotto il cuscino e fa colazione coi Fratelli Karamazov. Proprio no, credetemi.

Possibile che la risposta si questa?

O semplicemente, a tanta gente piacciono e a me no, ognuno ha i suoi gusti, fine della faccenda.

15 commenti :

  1. Sul Codice (partito bene e finito nel ridicolo) e su l'Ombra del vento (come ho odiato specie quest'ultimo!!!) sono così d'accordo che fonderei un partito "quelli che pensano che l'ombra del vento sia una boiata pazzesca". Agli italiani faciloni modaioli aggiungo "Bianca come il latte, rossa come il sangue" di tale d'Avenia, romanzo piacion-adolescenziale in cui non sono riuscita ad andare oltre pagina 10. Quanta carta sprecata.

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    1. E fondiamolo!!!! Milady, ailoviù :)
      Grazie per la dritta, eviterò come la peste.
      Esatto, carta sprecata. E poi si lamentano della deforestazione.

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  2. Una ragazza che lavora in libreria ne ha scritto approfonditamente.
    http://idoloridellagiovanelibraia.blogspot.it/2013/11/indagine-su-fabio-volo-e-le-sue-28000.html
    Non avendo mai letto Fabio Volo non so se essere o meno d'accordo con lei, ma di certo quello che scrive è plausibile.

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    1. Grazie mille per l'interessante segnalazione, in effetti ciò che scrive la blogger è (ahinoi) plausibile.
      PS. Chi sei? hai dimenticato di firmare!

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  3. azz..avevo scritto un commento articolato e prolisso e il blog me lo ha cancellato!!!! (forse era offeso perchè troppo lungo?!)
    Ci tengo a commentare e riprovo, però più sintetico.
    Moccia, a me non era dispiaciuto (i primi due romanzi), però prendendo i due libri per quello che sono: romanzi d'amore rivolti ad adolescenti o giovani, leggeri, carini, che regalano un pò di emozione, anche se scritti come scriverebbe un adolescente romano poco istruito.
    L'ombra del vento:bella l'ambientazione un pò cupa ed i luoghi, che mi ricordavano viaggi recenti. Carina la storia ma nulla di eccezionale. Gli altri usciti...sempre peggio e ho smesso di leggerlo.
    Il Codice & Co. di Brown: romanzi avventurosi senza infamia e senza lode. Appassionanti finchè leggi ( apatto di non prendere NULLA sul serio, come invece qualcuno pare abbia fatto, credendoci davvero??!), nulla che ti rimanga dopo. Un qualunqyue Ken Follet delle origini o Tom Clancy, secondo me è meglio.
    Bella l'ambientazione nostrana, però, che secondo me in Italia è stata determinante per il successo. Una boiata i film che ne hanno tratto.
    Quanto al romanzo d'Avenia che cita Salottodimilady, stavo pensando se prenderlo in biblio, poichè incuriosita dal successo, ma credo che a questo punto eviterò. Di libri, per fortuna, è pieno il mondo.
    Per inciso: "la morte a Venezia" non l'ho mai trovata un granchè, seppur ottimamente scritta e avendola letyta più di una volta anche per la scuola.
    I fratelli Karamazov non mi ispirano, però mia madre e l'Alpmarito lo adorano (= a me probabilmente non piacerebbe)...tanto per dire i gusti variabili!

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    1. Sì probabilmente il mio "problema" con Moccia deriva anche dal fatto che ho tentato di leggerlo alla soglia dei 30 anni....ma resta il fatto che l'abuso di nomi come COSA e aggettivi come BELLO mi innervoscisce!
      Il Codice Da Vinci al di là del contenuto, secondo me (e il mio gusto) era proprio mal scritto, mentre per quanto riguarda L'ombra del vento l'ho trovato noioso, lento, un romanzo rosa mascherato da pseudo giallo ambientato in una Barcellona che climaticamente sembra Dublino! Mah.
      PS: Su La morte a Venezia sono d'accordo con te :)

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  4. Mi ritrovo proprio in questo tuo post. Adoro leggere, non chiedo l'alta letteratura, ma storie interessanti e qualche spunto di riflessione.

    Ho provato anche io a leggere sia Moccia che Volo, e a causa della mia testardaggine, odio lasciare un libro a metà, li ho finiti entrambi. Che dire? A me sembrano libri scritti apposta per far ricopiare le frasi su facebook (una vola avrei detto sul diario). Quelle frasi zuccherose sull'amore e sull'amicizia, scontate, banali, che però fanno sognare "la gente comune". Secondo me il loro successo è anche dovuto al fatto che fa figo dire che sei uno che legge, sembri un intellettuale: sai che bella figura dire che ti sei fiondato in libreria a comprare l'ultimo romanzo? Però davvero, hanno un contenuto bassissimo secondo me, Moccia ha delle storie banalissime, e Volo, se pur ha qualche spunto carino come storia, poi le sviluppa in modo noioso e populistico.

    Sui romanzi di avventura mi accodo al commento di Mammavvocato: a me non dispiacciono, ma è come se stssi vedendo un bel film. Lì per lì resto abnche col fiato sospeso, mi divertono queste storie complicate, ma pochi spunti di riflessione.

    Posso consigliare a tutte un bel libro? Il tempo è un bastardo. (premio pulitzer 2011). Ne vale davvero la pena!

    p.s. posso confessare che però ho ADORATO la serie degli Hunger Games ;)

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    1. Certo che puoi consigliare, anzi! Benvengano dritte e consigli :)

      Io sono una divoratrice, tra gli altri, dei gialli. Uno dei generi più bistrattati della storia. Eppure, se un libro è ben scritto, ben strutturato, con una trama ed un'ambientazione che stanno in piedi, apprezzo moltissimo.
      E diffido da chi con boria guarda il mio Mankell di turno e dice "Ah, io leggo solo classici!".

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  5. Cara già ti dissi in passato che ho adorato l'ombra del vento pur riconoscendo che si tratti di un polpettone. Dan Brown super sopravvalutato i suoi libri sono tutti uguali, bella l'idea di Angeli e demoni mo' basta. Moccia e Volo sono ormai il bersaglio di chi, e mi ci metto dentro alla grande, viene tacciato di snobismo. Accontentano un certo tipo di pubblico al quale mi sento di non appartenere. Da me un nuovo post a tema. Bacioni Sandra

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    1. E pazienza, saremo snob :) e leggeremo altro! Bacio corro da te a leggere!

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  6. Beh allora mi accodo anch'io alle fila degli snob...non posso sentir nominare Moccia e nemmeno Fabio Volo, carino da sentire in radio ma sarà mica uno scrittore dai...
    E sì, anche io la penso così, hanno successo a causa del livello basso basso, d'altro canto chiediti perchè in questi giorni il film di Checco Zalone ha sbancato i botteghini con cifre senza precedenti o perchè le prime serate della De Filippi facciano schizzare i dati auditel. Purtroppo è la realtà, più abbassi il livello più abbracci una fetta sempre più ampia di destinatari...che tristezza però!

    P.S: A me "L'ombra del vento" era piaciuto tantissimo! sarà che l'avevo letto in lingua originale?

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    1. Infatti mentre scrivevo mi era venuto in mente anche il film di Checco Zalone...e va beh.

      Sì mi ricordo che a te era piaciuto (come a quasi tutto il testo del mondo). Sicuramente la lingua originale aiuta!

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  7. Mi unisco al gruppo delle snob...con Moccia non ho avuto neanche mai la tentazione di provare, con Volo, invece, un tentativo l'ho fatto, ma non sono riuscita ad andare oltre le prime pagine: la fiera della banalità e pure scritta male. Col poco tempo da dedicare alla lettura che ho, preferisco non sprecarne sforzandomi di terminare un libro che non mi dà niente. La spiegazione che mi sono data per il suo successo è che questo sia legato non tanto allo scrittore Fabio Volo quanto al personaggio Fabio Volo. Per tanti nostri coetanei, secondo me lui rappresenta l'incarnazione della loro massima ambizione: raggiungere successo e fama senza alcuna qualifica professionale e dedicandosi principalmente all'aspetto ludico dell'esistenza. Evidentemente Fabio Volo ha avuto le capacità e le giuste intuizioni per raggiungere questo obiettivo, ma per quanti altri si può dire lo stesso?
    L'ombra del vento non è piaciuto neanche a me, non sono riuscita a finirlo, ma non è il genere di romanzo che mi cattura

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    1. Già, è vero, è l'emblema dell'uomo di successo fatto dal nulla, che non ha studiato, che a 14 anni lavorava, che ha sempre vissuto in maniera spensierata seguendo le proprie passioni e rifuggendo le responsabilità e che eppure ora, è ricco e famoso....

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  8. nemmeno io sono una grande lettrice, nel senso che non sono mai stata in grado di avvicinarmi e cimentarmi nella lettura dei grandi classici della letteratura, italiana e non.
    ma ho sempre letto, in alcuni periodi di più, in alcuni meno, ma non sono mai stata senza leggere.
    ma moccia e volo no, non si può, hai ragione tu.
    io non c'ho nemmeno mai provato. non li leggo a priori, e non faccio male.
    non si tratta di essere snob, sono tutto fuorchè snob, si tratta piuttosto di riconoscere la natura di certe "opere" e fare i dovuti distinguo.
    lo stesso vale per la musica, nel mio caso. ci sono opere e ci sono prodotti,ci sono artisti e ci sono operai del settore, c'è ricerca, stile e qualità e c'è puro e semplice confezionamento di contenuti costruito e distribuito per rispondere al mercato e ad un certo tipo di pubblico.
    sul perchè poi funzionino di più loro che altri...ci sarebbe da parlarne per giorni! ;)

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