01 marzo, 2010

Pedine

Lunedì mattina, ore 12.00 riunione plenaria.
Il capo, o meglio, uno dei capi, ci convoca tutti nella Grande Sala.
Argomento: ufficialmente sconosciuto, ma intuibile.

In sostanza: la multinazionale per cui lavoro ha deciso di razionalizzare le spese per gli immobili. Siamo in periodo di tagli e quindi si cerca di ridurre i costi un po' come si riesce. Ed ecco come fa quest'azienda. Dice a 50 persone che forse e dico forse, entro giugno sapranno se:


  • la sede di lavoro verrà spostata di 70 km a est

  • la sede di lavoro verrà spostata di 70 km a sud-ovest

  • la sede di lavoro resterà dov'è


Attualmente siamo circa a metà strada tra due grandi città. Qui lavora gente che vive in diverse città e piccoli centri nell'arco di 80-90 km. Che bello dev'essere, ad esempio, per uno di un paese della cintura torinese, pensare che tra qualche mese, invece di sparasi 200 km a/r tutti i giorni per lavorare, dovrà spararsene il doppio. Gente che ha casa e famiglia.
Eppure, qual è la nostra capacità di intervenire? Nulla. Qualcuno sta facendo i conti per capire quale soluzione fa risparmiare di più l'azienda e noi non possiamo neanche esprimere un'opinione. Anzi, possiamo, ma non essendo neanche richiesta, non verrà ascoltata.
In questi momenti, insieme alle altre mille e più (mille sul serio, non è un numero buttato a caso) persone che lavorano solo in Italia per quest'azienda, mi sento proprio una pedina. Quella sfigata degli scacchi che può andare solo avanti e solo un passetto alla volta e che poi finisce mangiata da una torre che passa di lì per caso.

2 commenti :

  1. Dici una cosa terribile ma vera: capacità di intervenire? Nessuna. Siamo (siete) solo pedine manovrate da giocatori più potenti e dobbiamo solo sperare che non smettano MAI di giocare. Pensa come siamo ridotti, tutti quanti.
    In bocca al lupo, per te e per i tuoi colleghi.

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  2. Purtroppo è proprio così, non si può fare altro che prenderne atto.
    La nostra società ormai è impostata in questo modo e nulla potrà sovvertirla. E chi dovrà fare molta più strada per andare al lavoro dovrà consolarsi dicendo a se stesso che il lavoro ce l'ha ancora. Bisogna stringere i denti e farsi coraggio.

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