20 settembre, 2013

Sottintesi. O forse no?

Post difficile, post pesante, ma voglio scriverlo.

Questi femminicidi, neologismo drammatico di tempi disumani, mi lasciano sconvolta e impaurita per il futuro, in particolare per mia figlia, ça va sans dire.

C'è qualcosa però di sottile che mi urta e mi ferisce in maniera pungente. Come un ago che pizzica dolorosamente e non si può sfilare, come una fitta intercostale che toglie il respiro.

Tralasciando l'atrocità del fenomeno, di cui non parlerò perchè argomento più grande di me, trovo disgustoso come vengano presentate ed etichettate talvolta le vittime.

Tempo fa, nel mio lavoro alla grande multinazionale, avevo a che fare quotidianamente con colleghi di tutto il mondo. Colleghi e soprattutto colleghe. Donne.

Irlandesi, francesi, tedesche, americane, indiane, rumene. Tante, tante rumene.
Di tutte queste colleghe, le uniche a parlare italiano correntemente erano proprio le rumene. Tutte donne giovani e con un titolo di studio equivalente alla nostra laurea.

Eppure.

Eppure erano le uniche ad essere ficcate in un grosso calderone, le uniche ad essere indicate genericamente con la loro nazionalità: Le rumene.
Mai sentito un collega parlare "delle francesi", "delle inglesi" e nemmeno "delle indiane".
Solo "le rumene".

Ricordo una terribile catena di email in cui un collega (uomo) ad un certo punto scriveva "....dì alla rumena di fare la-tal-cosa-e-la-tal-altra...".
Lo trovai di pessimo gusto.
1) Prendi le tue manine sante e scrivile direttamente, o meglio ancora, chiamala, perchè sai, parla italiano meglio di te.
2) Poi immancabilmente la mail è arrivata alla collega in questione che, giustamente scocciata, ha risposto: "La rumena SONO IO, provvederò quando prima e comunque mi chiamo Laura e sono una collega. Ciao"

Spero almeno che il collega sia andato fino al centro della terra and back nel leggere quelle parole.

Ecco ora noto un po' la stessa cosa nei media, nel loro modo di parlare delle vittime.
Perchè "La brasiliana"? Perchè cercare di sottindere chissà cosa che non c'è? Perchè?
E perchè invece poi "L'avvocatessa", "La stimata professionista"? Perchè?

Non so, forse sono solo fisime mie.

Ma per me le donne uccise sono tutte uguali e percepisco una sottile disparità di trattamento, a volte, che mi fa ribollire il sangue.

13 commenti :

  1. Mi sei sempre stata simpatica, ma con questo post meriti tutta la mia stima. E' una sensazione che ho avuto anche io, spesso. Ma non avrei saputo esprimerlo meglio.
    Mi inchino.
    LadeaKalì

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    1. Ciao Kalì! Ti ringrazio per le belle parole (anche se non credo di meritare addirittura un inchino!) e sappi che è tutto reciproco.

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  2. Ahi voglia se e' così, sai cercano tutti il termine ad effetto , quello che ti fa avere i giusti ascolti.

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  3. Sottili, dici?
    Sono insinuazioni pesantissime, quelle dei giornalisti.
    Credo che il problema sia che non sanno più cosa e come scrivere per ottenere attenzione, per vendere, e la moralità e la professionalità nel dare l'informazione e' di pochi.
    Che poi l'avvocatessa non era ancora tale e si dice avvocato anche se donna.
    A me da fastidio anche il termine femminicidio, come se fossimo diverse in quanto donne e uccidere non sia sempre uccidere.
    Il valore di una persona, in questi tempi di crisi, sembra misurarsi solo sulla professione che svolge, i figli che ha (si insiste con il dire che la vittima aveva tre, due, un figlio, come se chi ha ha figli possa essere ucciso suscitando meno pietà e dolore), i soldi che guadagna e la nazionalità...condivido il tuo fastidio.

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    1. E io condivido l'antipatia per certi termini: avvocatessa e femminicidio non piacciono nemmeno a me e vogliamo parlare di quando sia orrendo MINISTRA?

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  4. Quoto questo post, la tua indignazione e i commenti di chi mi ha preceduta. Grazie per averci dato modo di riflettere su questa cosa! Sandra

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    1. Grazie a voi che commentate ed esprimete le vostre idee!

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  5. Sai che l'avevo notato anch'io sta cosa, soprattutto della ragazza brasiliana, continuavano a dire "la brasiliana", e io pensavo "Ma ce l'avrà un nome sta povera ragazza?? perchè non usarlo" mi ha dato proprio la sensazione che lo dicessero in modo dispregiativo.
    Che cafone quel tuo ex collega!! ben gli sta che la ragazza in questione abbia letto l'email!

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    1. Si davvero cafone. E tristemente, era in numerosa compagnia.

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  6. Si e la cosa più odiosa è usare chiaramente certi termini per insinuare scarsa serietà, passati nebulosi, dubbia reputazione, ecc...tutto sulla base di NIENTE.

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  7. non sono fisime tue dolce Lizzie
    le parole pesano molto e chi le usa con uno scopo può maneggiarle con maestria e a volte anche farle esplodere dopo tanto tempo sfruttandone l'eco.
    non preoccuparti, tua figlia passerà il tempo a leggere le belle storie che scriveva la mamma e diventerà bellissima...:)

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