10 aprile, 2013

Vecchio e nuovo

La mia scrivania è un tavolo pieghevole. Grandicello, ma pieghevole.
Il telefono è marchiato Sip e il pc è un Compaq. Questo dovrebbe gettar luce sulla loro età.
Il pc è un laptop, ma non mi hanno dato né docking station, né tastiera, né monitor a cui collegarlo. In barba alle norme vigenti, qui lavoriamo tutti sempre sul laptop. Poco male.
Mi hanno dato UNA biro blu, UNA biro rossa, UN evidenziatore (rosa) e UNA matita, ma niente temperino, pinzatrice, levapunti, graffette e sciccherie varie. Inoltre dispongo di UN blocco appunti, un coso (come si chiama???) di post-it e una gomma.
Non ho il cestino della carta straccia.
Non ho il mouse, né il relativo tappetino, quindi li ho portati da casa, così come il calendarietto da tavolo.
ll portapenne è un bicchierone di plastica.
Ora voi direte :”E quindi?” e avete pure ragione.
Ma per me, dopo 9 anni trascorsi nel regno del lusso sfrenato d’ufficio, dove l’armadietto della cancelleria era una fonte inesauribile di meravigliosi oggetti spesso inutili, dove ognuno aveva il suo cestino, intonato al portapenne e al portacarte,  dove le scrivanie erano meglio del mio tavolo da pranzo, con doppio ripiano e scaffale incorporato, dove ognuno disponeva di un armadietto privato e dove si poteva essere choosy anche per una tastiera “No, scusa ma quella non la voglio, non mi si intona al nuovo monitor schermo piatto ventimilionidipollici”,  ecco per me risulta strano. Strano sì, ma bellissimo, rustico, casalingo, semplice, a suo modo affascinante…Sono di nuovo a casa, per tanti motivi.
E poi ho una bellissima, grande finestra che mi permette di vedere una gran fetta di cielo.
Appena riesco compro una pianta e la porto qui.
I nuovi colleghi sono pochi, per me è una novità anche questa e per quello che posso capire dopo soli sei giorni, sono gentili e disponibili, sebbene con quel fondo di chiusura e scetticismo (Ok parliamoci pure, sei una collega nuova, ok, ma stai lì non ti avvicinare troppo perché non ti conosco) tipica del piemontese. Che mi sta pure bene.
Piccola nota romantica: ci sono persone del vecchio lavoro (vecchio-vecchio, quello durato 9 anni) che non mi mancano per niente , ma nella totalità, sono davvero  poche, forse riesco a contarvele al volo….ecco una, due, tre. Tre uomini di età e con ruoli diversi, ma con in comune una cosa: la scorrettezza (lavorativa). E direi basta, solo loro.
I miei vecchi colleghi in gran parte mi mancano.

5 commenti :

  1. Che bello, una scrivania! Pur avendo ufficialmente una sede di lavoro e un ufficio, non ho una scrivania assegnata, nemmeno in condivisione e la cancelleria la devo portare da casa perché (cito testualmente una collega) "non posso ordinarla perché siamo in tanti e ci sono troppi centri di costo"... Prego??? E io con cosa scrivo???
    Adesso ci chiamano "Road Warriors" e ci propinano pure dei corsi on line su come lavorare meglio e in modo produttivo anche fuori dall'ufficio, peccato che nonostante il nome altisonante che ci hanno appioppato siamo solo una massa di persone in auto che si spostano seguendo le correnti del business...
    Che bello... Una scrivania...

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  2. In effetti di questi tempi anche solo una scrivania è un gran lusso. Che bello avere una finestrona aperta sul cielo!

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  3. Ma certo, la mia non è una lamentela, solo un modo per raccontare quali diversità si possano incontrare!!!
    Oggi avere un lavoro è un lusso, trovarlo è lusso e non dover subire l'umiliazione di essere messi alla porta, è un lusso.

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  4. Non voleva essere una critica, Lizzie. Mi riallacciavo solo al discorso di Darcy :-)

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