06 febbraio, 2009

Cronoca di una mattinata uggiosa.

Ci sono certe giornate in cui proprio non mi alzerei dal letto. Per prima cosa sono una dormigliona, non lo nascondo, non sono una di quelle persone che alle sette è sveglia, pure la domenica. Manco alle otto. Infatti, la mia sveglia, nei giorni lavorativi, suona alle 7.45. Stamattina alle 7.00, perchè il consorte doveva prendere il treno presto. Quindi io me ne sono stata nel dormiveglia nel lettone per un'oretta buona, mentre lui si sbarbava, docciava e vestiva. Poi toccava proprio alzarsi. Alle 8.04 mi sono trascinata giù dal letto, ho raccolto la bottiglia d'acqua che ho sempre accanto al letto e sono strisciata in cucina, dove ho acceso il gas sotto la caffettiera, già pronta dalla sera prima (abitudine che ho ereditato da una collega durante una convivenza in Irlanda per un corso di formazione). In attesa del caffè, torno in camera, apro le finestre (sperando di non trovare operai sul ponteggio) e rifaccio il letto. Torno in cucina, bevo il caffè e finalmente dò segni di attività cerebrale. Penso: oggi, allora, è venerdì, devo andare a pranzo dai miei,  all'una e mezza ho appuntamento con l'architetto e il cartongessista, devo sentire Ilaria per capire che si fa stasera, devo sentire Laura per sapere se domani possiamo andare a trovare lei e la nuova arrivata...poi, cazzarola, dovrei anche andare a lavorare.... Ma è venerdì e tutto va bene. Rotolo in bagno e dopo aver acquistato un aspetto umano, guardo com'è il tempo, ponteggio permettendo. Merda, piove che Dio la manda, anche oggi mi vestirò alla cavolo. Scarpe pesanti, jeans, camicia bianca, maglioncino nero. Lego i capelli, tanto il tempo fa schifo. Mi trucco un po', perchè il mio colorito è come quello del filadelfia. Sono pronta per uscire e penso a quanto odio gli ombrelli. Prendo quello compatto, proprio perchè diluvia, tanto so che non lo userò.
Arrivo in ufficio, accendo il pc, collego il telefono. Buone notizie (se così le vogliamo vedere): non ho messaggi in segreteria o email di fuoco a cui rispondere. Il lavoro latita, la crisi si fa sentire anche qui. Penso che devo fare delle telefonate, ma farle di venerdì mi sembra scortese verso i clienti. Prendo l'agenda e organizzo gli impegni della prossima settimana, perchè ce ne sono già parecchi. A metà mattina mi concedo una pausa caffè con due colleghe, in saletta break si parla di cose da donne. Torno alla scrivania e armata di coraggio alzo il telefono: devo cominciare, in qualche modo.

1 commento :

  1. Sono rimasta affascinata dal "cartongessista", ma guarda che bella parola! Cosa fai nella vita? Il cartongessita. Secondo me rimorchia un casino, perchè una fanciulla non può esimersi dal chiedere ragguagli e il ghiaccio è rotto.

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