09 dicembre, 2009

Pensieri sparsi

Ci sarebbero tante cose da dire, però io sono in una condizione mentale confusa e l'ambiente intorno a me non è dei più consoni a raccogliere le idee con ordine.

Cercherò di fare il possibile.

- Roma è un incanto, sempre e comunque. "Ovvio", dice chi ci abita, "tu te la vivi da turista, prova a starci in pianta stabile!", il che per carità, può essere vero. Il traffico è un delirio a qualsiasi ora del giorno e della notte, il parcheggio è ormai un ricordo di qualcosa che accadeva solo negli anni 70, i turisti - per quanto portatori di soldi - ammorbano l'esistenza di chiunque voglia fare in santa pace un giro in centro; le distanze sono immense, i tempi dilatati, l'economia zoppica, le opportunità di lavoro scarseggiano....
Però basta alzare il naso per trovarsi di fronte a qualcosa con valore storico (un palazzo, una via, un quartiere, una piazza...), per trovare sorprendenti rovine romane, angoli di verde inimmaginabili, scorci che lasciano senza fiato. A Roma c'è sempre qualcosa da vedere, anche se ci vivi o se, come me, si ha la fortuna di andarci più volte l'anno. Io ringrazio il cielo di avere là un pezzo di famiglia che ogni volta mi accoglie con gioia e mi porta in giro a fare la turista.
Voglio tornarci entro la fine di febbraio, perchè, accidenti, mi sono persa la mostra su Grace Kelly! (Ma si può?? Era chiusa il lunedì!!!)

In compenso ho fatto uno shopping di gran classe:


  • una paio di guanti di pelle neri con impunture e bottoncino viola sul polso;

  • un paio di guanti di cachemire neri, lunghi fino al gomito;

  • un abito di seta e velluto verde scuro e annesso coprispalle;

  • 2 libri in inglese


Son soddisfazioni.


- Andare a Roma per me significa anche stare in famiglia ed entrare in contatto con una situazione non proprio rosea. Mio cugino ha quasi trent'anni e un diploma di geometra. Da quando l'ha conseguito, ha lavorato 2 anni in catena di montaggio (di lavatrici) e nulla più. Da ragazzino era allergico allo studio, si è diplomato a calci, era il classico ragazzotto con un accento che neanche Totti si sogna, tutto interessato unicamente alla sua auto nuova. Poi, dopo le delusioni del lavoro, l'allontanamento dagli amici (alcuni, i più buzzurri, si sono persi. Gli altri, hanno preso il volo, altri, chissà...), è diventato un ragazzo chiuso e spaventato del mondo. Sempre più legato ai genitori (ora entrambi pensionati), ora è arrivato al punto di uscire solo per fare la spesa (col padre) e per portare a spasso il cane (uno splendido meticcio prossimo ai 15 anni, quindi tutt'altro che eterno). Mi domando come possa andare avanti così. "Lavoro non ce n'è, a Roma è diverso, qui bisogna essere amici di qualcuno, io non so neanche l'inglese..." sono tutte le scuse che mi sono sentita dire in questi giorni, a giustificazione del fatto di essere a casa a marcire. Hobby non ne coltiva, sostenendo di non poterseli permettere, visto che non lavora...
E dire che non sarebbe stupido, anzi, è anche sensibile. Ma è talmente spaventato dall'idea di staccarsi dal nido, di prendersi le proprie responsabilità, di camminare nella vita da solo, senza i genitori accanto ad ogni passo, è talmente spaventato dall'idea di un qualsiasi fallimento, che si fa andar bene quella specie di non-vita che conduce ora. Che non può bastargli, non ci credo. Non so cosa fare, ho provato più volte a parlargli, ma è sempre spento, rassegnato.
E io provo un amaro senso di impotenza...

4 commenti :

  1. La prima parte del post mi riempie di orgoglio: sì Roma è invivibile, vero, ma è così bella che glielo possiamo anche perdonare... poi sotto Natale risplende e luccica!
    La seconda part mi lascia triste e piena di sensi di colpa per non riuscire a far niente per i nostri ragazzi, per quelli più vulnerabili e delicati... se non dar loro ragione.
    Ma lavorare a Roma si può, magari nel settore turistico con contratti da fame, ma si può. Bisogna tapparsi il naso e chiudere i pugni.

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  2. COME CAPISCO TUO CUGINO...
    IO NON SONO MESSA COSI MALE...LAVORO, HO DEGLI AMICI, MA FACCIO FATICA A STACCARMI DAI MIEI PERCHE' MI FA SCHIFO IL MONDO CHE MI CIRCONDA...

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  3. La vicenda di tuo cugino mi fa provare un leggero senso di angoscia...
    Spero tanto che riesca a trovare la forza di uscire da quel circolo di scoramento in cui si trova...
    Un grosso augurio.

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  4. @ Linda: è vero, lavorare a Roma si può, tant'è che ho degli amici che lo fanno! Il problema di mio cugino è che è impaurito anche solo dal tirar fuori l'auto dal garage perchè pensa "E poi il parcheggio?"

    @ cautelosa: angoscia anche me...non riesco proprio a dargli una mano, anche perchè sono così lontana...

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