29 dicembre, 2010

E' quasi ora di fare la valigia...

Domani mi toccherà, ma quest'anno sarà semplice: solo leggins, calzettoni (supersexy) e vestiti ampi di lana. Aboliti maglioncini aderenti, jeans e affini perchè non ci sto più dentro. 
Darcy è stato ben educato e quindi si dedicherà autonomamente alla sua parte. Lo adoro.
Fatto ciò, io mi occuperò della borsa con i viveri, bagaglio altrettanto importante: un contenitore di insalata russa fatta in casa, un gateau di patate-prosciutto-formaggio, 3 salami, un cotechino, una salsiccia piccante, due latte di lenticchie, gorgonzola, fontina e toma valsesiana. Poi ovviamente pandoro e panettone. E si salvi chi può. 

Buon 2011, ci risentiremo il 10 gennaio!

23 dicembre, 2010

Il colore viola

Il titolo non ha nulla a che vedere con il film, ma ci stava bene.

Una mia cara amica ha la casa bianca e viola. Entri in casa sua e ti sembra di sfogliare Elle Decor: parquet in rovere sbiancato, libreria bianca, cucina bianca, tavolo bianco, letto bianco, armadi bianchi. Qua e là, sprazzi di colore, o meglio, sprazzi di viola: una parete, un pannello sul fondo della libreria, il servizio da caffè, i piatti,  candele, un'orchidea, una pianta finta, una tenda, la tovaglia, le salviette del bagno, la saponetta - e qua degradiamo nella follia - lo zucchero e la tavoletta profumata del wc. Ebbene sì. Anche quella, è viola. 

Ma secondo voi, è normale?

20 dicembre, 2010

Beautiful Blogger

Sono stata insignita di questo award, di cui vado molto fiera, quindi adesso mi ci metto e scrivo. Solo che non me la sento di imporre lo stesso award a dieci di voi, perchè magari non vi va, che ne so...Quindi credo che modificherò un po' la regola e decido che Chi vuole, può ritenersi awardato (tanto cari lettori, lo meritereste tutti) e proseguire con questo gioco (che comunque, secondo me è carino).

Intanto, grazie a Seavessi!



Dieci cose di me:
1. Ho i capelli rossi e gli occhi quasi neri, due particolari, forse gli unici del mio aspetto, di cui vado molto fiera.
2. Vivo una vita sdoppiata: linguista nell'anima e traduttrice per hobby, ma commerciale di software per necessità: sapete bene quali squilibri mentali questo dualismo comporti.
3. Sono una creatura nordica, adoro le montagne, la neve e mi piace il freddo.
4. Il caldo mi stanca, mi affloscia, mi rende inattiva e di cattivo umore.
5. Sono poco sociale, amo circondarmi delle poche persone a cui sono davvero legata, perchè come tanti, ho preso tante mazzate da tanti amici e ho detto "basta".
6. Credo che al momento il mio piatto preferito sia la pizza, l'unica cosa che digerisco senza problemi.
7. Amo tantissimo viaggiare, il miglior modo per spendere i soldi, insieme con l'acquistare libri. Ma leggere è un po' come viaggiare, no?
8. Tra un po' avrò un pargolo/a, quindi avrò anche un altro ottimo motivo per spendere: non oso pensare a tutto ciò che ci servirà...
9. Ho un passato da adolescente rockettara: faccia bianca, trucco nero sugli occhi, auricolari eternamente nelle orecchie con Axl Rose urlante. Penso sia stata una fortuna perchè almeno non ho mai visto un solo episodio di Berverly Hills - 90210
10. Sono testarda, mio marito dice che ho la flessibilità di un paracarro.

17 dicembre, 2010

I love Scotland part 2

Vorrei aggiungere a quanto citato nel post precedente, che della Scozia io amo vento, fresco e profumato un po' di prato e un po' di mare. Amo il fatto che si sente musica (bella) per strada, amo che in centro ad Edimburgo non ci siano auto, amo i loro treni, costosi sì, ma puliti, puntuali, silenziosi. E l'atteggiamento delle persone, che se fregano delle mode e del conformismo, vestono come pare a loro, con kilt o senza kilt, con i colori che non sono trendy, con cappelli fuori tendenza, con scarpe che non si possono commentare....Ma se ne fregano, vivono lontani dalle schiavitù dell'immagine che subiamo noi italianissimi maestri della moda (anche quelli che dicono di non farlo, perchè un pochino siamo tutti ingabbiati).

15 dicembre, 2010

I love Scotland

I love this country, she thought. I love it because it is soft and green and the sky is a theatre of white and grey and is so heart-breakingly beautiful in all its moods. I love it because of its people, who are frustrating and interesting and full of joy and sorrow, in equal amounts perhaps; who plot and scheme and yet find time to love one another and make songs and music and plant rhododendrons and write poetry and talk Gaelic and catch fish. I love it for all of that.

A. McCall Smith, "The charming quirks of others"


Punto primo. Leggendo queste righe, come si può sostenere che l'inglese sia una lignua poco espressiva?
Punto secondo. Non è splendida la scarsità di punteggiatura?
Punto terzo. Umanamente, condivido: la Scozia e la sua gente sono meravigliosi.
Punto quarto. Ok, la smetto di fare la maestrina invasata!

13 dicembre, 2010

Lavoretto per la mamma

Mia madre collabora con un'associazione che si occupa degli scambi fra studenti: tizio va un anno negli USA, la famiglia caia ospita un ragazzino cileno, ecc...L'altro giorno mi manda una mail da correggere, una letterina di presentazione in inglese destinata alla famiglia ospitante americana. Chi sono, cosa faccio, perchè. Roba semplice. Autore: un diciottenne abbastanza meritevole da essere inserito nel programma di scambio. 
Saranno state 30 righe, ma ci ho messo un'ora, a partire dal fatto che già l'italiano era criptico. Cito: "Il mio ruolo in famiglia è presto identificato: sono esclusivamente figlio anche se sono il primo di tre figli". Eh? Ma voi capite cosa vuol dire? Io fatico. Poi soggetti che cambiavano dalla terza alla prima persona così, estemporaneamente, verbi coniugati con fantasia. Ma va beh, mi dico, io devo controllare l'inglese, non l'italiano.
L'inglese è tradotto letteralmente, parola per parola, quindi vi lascio immaginare, se già di per sè non è una pratica sempre (quasi mai) corretta,se poi l'italiano di partenza è naif...Un disastro. Ho smontato e ricostruito frasi, tagliato, riassunto, rigiarato. Alla fine gli avrei dato 4 e mezzo, tenendo conto che il ragazzo frequenta la V superiore, ma io, mi sono divertita un mondo!

09 dicembre, 2010

Natale sì, Natale no

Ho già detto che a me il Natale piace, anche se non sono più una bambina, lo trovo uno dei momenti più belli dell'anno e non mi vergogno a dirlo, anche se sono più gettonati i cinici (o finti tali), che anno dopo anno declamano :"Ah, io quest'anno il Natale proprio non lo sento", infilando anche qualche erroruccio di italiano. 
Comunque, se è vero che mi piace, non è che mi piaccia proprio tutto. 
Tra ciò che non amo, vorrei citare:
  • gli alberi addobbatti con le luci grosse, quelle pallone luminose che nella gran parte dei casi fanno una luce opaca e tristarella
  • i giardini non addobbati (se ne avessi uno, mi sbizzarrirei)
  • gli alberi piazzati sui balconi, al freddo e al gelo, perchè per me l'albero di Natale deve stare in casa, nel calore domestico
  • i babbi natale che si arrampicano su balconi, tetti, terrazzi...orrore
  • i pacchi regalo fatti coi sacchetti di carta lucida, invece che con la carta da pacchi e il nastro vecchio stile
  • gli addobbi cittadini trascurati, mezzi spenti e decadenti, a quel punto meglio non metterli
  • gli addobbi tenuti fuori da case ed esercizi spenti tutto l'anno
  • i regali chiaramente fatti tanto per fare, senza che ci sia un minimo di voglia di farli, piuttosto meglio astenersi

Per adesso, devo ovviare solo ad un pacchetto fatto con un sacchettino rosso lucido, ma per il resto, rifuggo!

08 dicembre, 2010

30 anni

Da quando so chi sei, da quando ho imparato ad ascoltare la tua musica e le tue parole, ho anche iniziato a chiedermi come sarebbe stato il mondo, se la tua vita non fosse stata spezzata.
Ci rimangono sempre quella musica e quelle parole, ma anche un vuoto che non si colma, ma cresce.
Ciao John.

01 dicembre, 2010

Letterina a Babbo Natale

Lo&Lu dovrebbero comprare la casa in cui vivono, ma è costosa e non sanno se ce la faranno. Poi vorrebbero un figlio...
Ya. non sta bene, ma non sa se curarsi, perchè ha paura di diventare medicina-dipendente e perchè il marito non la sta sostenendo, tutt'altro. A chi chiede consiglio ora che la sua mamma non c'è più? A me.
Ma. e la fidanzata si sono lasciati, lei è tornata a casa, a 800km da qui. Convinti della scelta, ma soffrono.
Mo. è rimasta senza lavoro, oggi è il suo primo giorno da disoccupata ed è triste e spaventata.
Dina è alla frutta, è stanca, la stanno schiacciando sotto gli impegni di mamma nefrologo. E passa ora al telefono con me.
Mamma si deve operare, il medico dice che è ruotine, ma io sono un po' impaurita lo stesso.
Papà è in ansia per mamma, più di me, ed è in ansia per se stesso quando mamma sarà in convalescenza.


Che il Natale imminente posti davvero un po' di serenità, per favore...

29 novembre, 2010

Ironie italiane

Ora, io dico "italiane", poi magari all'estero è peggio (probabilmente in Pakistan sì), ma forse no.
Argomento: anticipazione di gravidanza. 
Per problemi che non vi enuncio (non troppo gravi, garantisco), il mio ginecologo ha deciso di farmi stare a casa dal lavoro. Dopo aver metaforicamente acquistato una bottiglia del miglior Champagne di tutta la città, mi sono fatta spiegare l'iter burocratico. 
"Devi andare all'ASL al consultorio famigliare, che non è all'indirizzo indicato su questo foglio, a consegnare il certificato. Ti consegneranno altri due fogli che dovrai portare al medico legale per la visita. Anche il numero di telefono è sbagliato (già mi veniva da ridere), ti scrivo qui quello giusto. Loro ti dicono tutto". Parole della segretaria del medico. 
Torno a casa e chiamo suddetto numero. Una gentilissima (davvero) signorina mi dice: "Deve aprire l'anticipazione di gravidanza? Allora deve andare direttamente da medico legale, che però non c'è sempre, meglio se chiama prima (infatti, cosa sto facendo??) e le consiglio di venire presto, prima delle 10, anzi, facciamo le 9".
"Bene, ma la segretaria del mio medico mi ha detto che prima devo passare all'ASL al consultorio famigliare":
"No!
(scatto semi isterico) La procedura è cambiata, deve andare direttamente dal medico legale".
"Va bene, dato che (ovvio) non sono in forma, posso mandare una persona delegata, che so, mia madre?"
"Nooo, è tassativo che venga lei".



Metto giù. E penso: io dovrei stare a casa a riposo, ma fa lo stesso.


Stamattina vado dal famigerato medico legale. Mi trovo in un corridoio deserto. Dopo un po', da una porta, esce un tizio che sembra Allevi, il pianista, con camice bianco. "Ci sono donne incinte qui?". "Sì, per l'anticipazione di gravidanza" rispondo io. "Ecco, compili questo (mi consegna un plico di fotocopie storte e sbiadite), e entri quando la chiamo"
Detto, fatto. Scrivo circa quaranta volte chi sono, dove vivo e dove lavoro, dopo di che il pianista mi chiama. Entro in un ufficetto dove c'è un tizio in giacca e cravatta che mi consegna un foglio timbrato e controfirmato dicendomi: "Questo è da dare al datore di lavoro, le consiglio di farsene una fotocopia. Tra venti giorni arriverà, a lei al datore di lavoro, una raccomandata dall'ispettorato del lavoro che attesta la gravidanza anticipata. Fino ad allora, stia in mutua (ma va? sto così bene...). Arrivederci e auguri".


Non un documento chiesto, non dato verificato. Avrei potuto essere la Regina d'Olanda. 
Altro che non mandare un delegato!

25 novembre, 2010

A proposito...

...del mio post di qualche giorno fa, sul destino di chi si comporta bene e lavora inde-fessamente, cito la mia esimia collega Seavessi, che questa mattina così mi ha accolta in ufficio.


"(...)...è che qui dentro da te tutti han sempre preteso tutto e io sono la figlia della serva."


Sante parole.

Caffè

L'esserino di 6.39 cm che ho nella pancia mi fa scherzi non da poco. Ebbene sì, così piccino, ma già così invadente. Per prima cosa, come è facile immaginare, il mio stomaco è in fase di autogestione ormai da quasi 2 mesi: ciò che mi piaceva non mi piace più, ciò non digerivo ora digerisco e viceversa. Ma c'è un alimento su cui proprio non mi dò pace: il caffè.
Io ero una nota dipendente dalla caffeina. Numero base di caffè al giorno: cinque. Appena sveglia (o non  mi svegliavo affatto), metà mattina, dopo pranzo, metà pomeriggio, dopo cena. A questo numero base potevano aggiungersene vari ed eventuali. Il che non ha mai minimamente influito sul mio sonno: io mi metto a letto, leggo una mezz'oretta, spengo la luce e svengo (come dice Darcy). Avete prensente quelli che dicono "Io non prendo caffè dopo le 2 di pomeriggio o poi non dormo?". Ecco, io ho provato a prederne dopo le 11 di sera e dormire come un sasso.
Tutto ciò per dire che adesso, invece, non ne tollero nemmeno l'odore. Mi nausea, mi disgusta....ma ne sento una mancanza che voi umani non potete neanche immaginare. Mi manca, al sabato mattina, scendere in cucina e sentire quell'allora delizioso profumo, segno che Darcy aveva già preparato la mia tazza. Mi manca la pausa con le colleghe, mi manca quello estemporaneo con la mamma....
E poi ho sonno, ho sempre sonno, ma forse per questo, l'assenza di caffeina non è l'unica causa.

23 novembre, 2010

Il destino di chi si comporta bene

E' ormai dato per assodato che mi sono strarotta delle dinamiche da multinazionale di provincia* che dominano l'azienda per cui lavoro. Ogni volta che capita qualcosa di incredibile, mi dico che peggio di così non può capitare nulla, che più in basso di così non si può cadere. E invece, puntualmente, vengo smentita. E' storia recente, è capitato di nuovo, per l'ennesima volta. Che dire, non mi incavolo nemmeno più, anche perchè ad essere onesta, ho altro per la testa in questo periodo e in secondo luogo non mi faccio più il sangue amaro per un'azienda che tra qualche mese molto probabilmente mi lascerà a casa. Detto ciò, non sono mica l'unica ad affrontare questo avvilente destino. Nella mia ristretta cerchia di colleghi di questa piccola sede, vedo angherie, ingiustizie, favoritismi, porcherie di ogni genere quasi quotidianamente, il tutto con un fattor comune: chi si comporta bene, chi fa il proprio lavoro al meglio delle sue possibilità, chi si impegna, chi si ingegna (ci vuole anche questo se vendi per vivere, in questo periodo storico), chi si prende le cose a cuore, forse e dico forse otterrà dei risultati, ma saranno solo soddisfazioni personali. Nessuno si accorgerà degli sforzi, della fatica, dell'impegno. Chi invece è visibile e verrà lodato sulla pubblica piazza è chi rompe le palle, chi si lamenta, chi dimostra di voler ottenere solo a parole, ma non con i fatti, chi tormenta il prossimo con richieste, lagne e pretese, chi narra in giro le proprie gesta come se fosse un cavaliere medievale senza macchia e senza paura tormentato da pericolosi draghi sputafuoco. Costoro, seppur con alla base scarsa voglia di lavorare, saranno premiati, saranno visibili (e anche pagati!). Perchè sono talmente una scocciatura per i loro capi, che per zittirli farebbero qualsiasi cosa. La sintesi è che ormai qui non conta più lavorare, ma dire in giro che si lavora, farsi pubblicità.



*La "holding" è multinazionale, ma la Srl locale che fa capo ad essa è ormai talmente italianizzata che sembra di lavorare in un'aziendina padronale di provincia. 

18 novembre, 2010

Natale e novità

Sarà questo tempo decisamente autunnale, oppure sarà che in questo periodo mi sento tornare un po' bambina, oppure le decorazioni ancora spente che pendono sulle vie del centro, ma stranamente sono già in clima natalizio. Sto già pensando ai regali, all'organizzazione del pranzo...Quest'anno ci saranno alcune novità. Mia madre non sarà in forma, non potrà cucinare, dovrà stare a riposo per decorso post operatorio, quindi mi dovrò affidare in gran parte alla suocera, ma sono fortunata perchè non è la classica suocera dell'immaginario collettivo, tutt'altro. E poi io sarò diversa, con poche energie, tanta fame, ma anche tanta nausea, intermittente, fastidiosa, sfiancante. Ma niente, niente potrebbe scalfire la gioia di questo Natale con un fagiolino che cresce nella mia pancia. Ecco, l'ho detto!

08 novembre, 2010

La frolla perfetta

Finalmente.
Finalmente sabato pomeriggio, per una crostata alla marmellata di fragole, ho preparato la pasta frolla perfetta. Non troppo umida, che richiede l'aggiuntina di farina altrimenti ti si appiccica al mattarello quando la stendi. Non troppo asciutta, che ti obbliga ad aggiungere un cucchiaio di latte. Perfetta, signore e signori. Una perfetta crostata su uno stampo da 30 cm, con avanzo di pasta per le striscioline ben calcolato e griglia quasi a livello di pasticceria.
Son soddisfazioni. E stamattina era già finita!

02 novembre, 2010

Congiunzione

Ci sono alcune persone che congiungono il mondo del blog alla vita per così dire "reale". Alcuni amici che sono anche amici di blog. Penso a Maredidirac, a Milady, al Raffinato. Penso proprio a loro perchè venerdì sera li ho visti in scena, a teatro. Una bellissima serata, diversa dai soliti venerdì sera, in cui la forza e l'entusiasmo di una storica compagnia di attori dilettanti ha invaso la piccola sala in cui recitavano. Una forza e un entusiasmo che solo chi sta insieme con piacere facendo qualcosa che ama riesce a trasmettere.
Mi sono divertita un sacco ragazzi, siete stati bravissimi, complimenti!!!

28 ottobre, 2010

Tempi duri

La beneamata azienda per cui lavoro ha annuciato grosse novità. La sede dove lavoro, nella mia città, verrà chiusa. Gradualmente, nel giro di 2 anni, le persone che se ne andranno (e quali? con questa crisi...), verranno sostituite nella nuova sede (in Spagna!), fino a completo "svuotamento" della sede attuale. Ovvio che chi, su base volontaria, desidera trasferirsi in Spagna, è il benvenuto. Fin da questo gennaio, sarà possibile partire.

Io non andrò in Spagna e faccio fatica pensare che della nostra sede più di 5 o 6 persone al massimo vogliano fare quel passo. Del resto non siamo più ragazzini, siamo ormai quasi tutti ultra trentenni con famiglia, casa, mutuo...Faccio anche fatica a pensare che i tanti di noi che desiderano rimanere qui, troveranno facilmente un altro lavoro. Altrattanta fatica se penso che le altre sedi, nella migliore delle ipotesi, dovrebbero riassorbire una ventina di persone, quando già loro sono in netto esubero.

Facile intuire che sono molto preoccupata. La mia piccola città di provincia non offre molto, anzi, quasi niente. Si prospetta il pendolarismo, che per carità, non hai mai ucciso nessuno, ma se si potesse evitare, avendolo già provato...Oppure, mi dovrò inventare qualcosa, qualcosa di nuovo, di mio di indipendente, di rischioso....Ma cosa?

Si accettano suggerimenti.....

26 ottobre, 2010

Affanni quotidiani

Ci affanniamo come dei matti per stare appresso a tutto quello che la vita ci chiede di inseguire. Corriamo, corriamo, corriamo e non abbiamo più tempo per riflettere. Ci incavoliamo, passiamo sopra alle parole degli altri, pensiamo solo ai nostri impellenti obiettivi quotidiani, superiamo tutti i piccoli ostacoli e via, continuiamo la nostra inarrestabile marcia fino al traguardo. 
Poi, di tanto in tanto, capitano eventi intorno a noi, ai nostri amici, ai nostri colleghi, ai nostri conoscenti. Eventi tragici e improvvisi. Ed ecco che tutto si ridimensiona, tutte le cose riprendono le giuste proporzioni e ci diamo degli stupidi perchè ci siamo affannati, angosciati e incavolati per cose che in fondo, sono sciocchezze. Guarda invece quali sono le vere tragedie della vita, ci ripetiamo con nuova, riacquisita saggezza.
Peccato però, che questa saggezza duri meno di quanto pensiamo, peccato che nonostante la nostra presa di coscienza, essa ci abbandoni presto, ributtandoci nel vortice dell'urgente, dell'impellente e forse a volte, del poco importante.
Quando impareremo a tenerci stretta la coscienza che un raggio di sole al mattino di un giorno d'autunno è qualcosa per cui sorridere?

18 ottobre, 2010

Buon viaggio Tilde

Se ne va la signora più gentile ed educata che conoscessi, che preparava i biscotti più buoni che abbia mai assaggiato e che mai assaggerò. Se ne va una signora di altri tempi, un po' lady, un po' Miss Marple, un po' zia saggia. La ricorderò sempre china sulle aiuole, inginocchiata a fare giardinaggio, con i guanti di gomma, le cesoie e un vecchio annaffiatoio di latta. E la ricorderò nella sua cucina profumata di biscotti, con indosso il grembiule ricamato di pizzo, le mani sporche di uova e farina e quella voce calda e gentile che sapeva di casa.

14 ottobre, 2010

A cosa serve

A cosa serve essere in una posizione di prestigio, se tanto poi devi sgobbare come un matto fino a tarda sera?
A cosa serve avere il macchinone aziendale, se poi tra tutte le spese, fai i salti mortali per pagartelo?
A cosa serve avere una bella casa, se tanto poi diventa solo il luogo dove passi 5 o 6 ore di sonno?
A cosa serve avere una bella moglie/marito, se tanto poi la/lo vedi un'oretta la sera e mezz'oretta la mattina?
A cosa serve amarsi, se poi si condivide il poco tempo insieme ognuno al proprio pc lavorando?
A cosa serve guadagnare, se non hai tempo di goderti i soldi?
A cosa serve fare esperienze importanti, se non hai più il tempo di parlarne con gli amici?


No, miei cari. Ci avete provato, ma avete fallito. A me non farete il lavaggio del cervello!

12 ottobre, 2010

Profumo di caffè stantio

Stamattina sono arrivata in ufficio e sono subito andata al piano di sopra dove c'è un distributore di bottigliette d'acqua. Quando sono entrata nell'area break, sono stata investita da un forte odore di caffè stantio. Istantaneamente, quel profumo famigliare mi ha riportato alla mente luoghi, persone e sensazioni purtroppo ormai sepolti nella memoria. Ho ricordato, sette anni fa, i primi tempi in cui lavoravo per questa gloriosa azienda. Ero più giovane, ero entusiasta, ero ottimista, perchè questo lavoro mi sembrava la cosa più bella che mi potesse capitare. E forse all'epoca, lo era. Mi assumono e mi mandano in Irlanda a fare formazione. Negli uffici irlandesi, vivaci, cosmopoliti, giovani e pieni di vita, aleggiava sempre nell'aria quell'odore di caffè pessimo che i colleghi irlandaesi  bevono rigorosamente in bicchieri di polistirolo. Ho pensato a come mi sentivo io in quel periodo, felice di poter visitare un paese che da molto tempo sognavo di vedere, elettrizzata all'idea della nuova esperienza lavorativa, orgogliosa di me stessa perchè mi sembrava di essere stata una grande a superare i colloqui e ottenere quel posto, frastornata dalla quantità di nuove amicizie di ogni parte del mondo che stavo facendo in pochi giorni. Avevo grande fiducia in tante persone, credevo in quello che stavo facendo, ne ero fiera. Poi, col tempo, la mia fiducia è stata tradita, non tutti gli amici si sono rivelati tali e la qualità del lavoro è andata lentamente degradando. Adesso è un quotidiano sopportare e cercare, in ogni cosa, di tirar comunque fuori il meglio che posso da ciò che mi viene chiesto. 
Ma mi ha fatto molto, molto bene questa mattina, ricordare perchè sono qui e con quale spirito ho iniziato, grazie a quell'odore di caffè stantio che mi ha investita come un camion in corsa.

11 ottobre, 2010

Sono finiti i sogni

L'altra settimana ho visto per caso una puntata di un talent show, trasmissioni che di solito non guardo. Ad una delle cantanti, dopo essersi esibita, viene data la possibilità di comunicare ai giudici il motivo per cui costoro dovessero votare per lei. Sono venute fuori le solite cose che io non sopporto: perchè per me è un sogno, perchè la mia vittoria dimostrerebbe che TUTTI ce la possono fare, che CHIUNQUE insegua i suoi sogni alla fine ce la fa, perchè io canto col cuore...ecc. A me queste frasi danno sui nervi perchè al contrario credo che per eccellere in discipline artistiche quali canto, danza o recitazione ci voglia sì talento, ma anche tanto impegno, studio, dedizione, professionalità. Non solo "metterci il cuore". 
Da lì mi sono messa a pensare alle generazioni di adolescenti sognanti che seguono assiduamente queste trasmissioni. Ho pensato a ragazzi più fragili, con famiglie traballanti e genitori assenti, con poca voglia di studiare, con amici pericolosi, con gli occhi già pieni di amarezza. Ho pensato a ragazzi super benestanti, a cui i genitori concedono tutto e che non hanno più nemmeno il tempo di desiderare qualcosa che il papà subito glielo compra. Da che pulpito parlo, io non sono madre, ma la mia di mamma ha fatto una vita l'insegnante e di casi simili ne ho visti a fiumi.
Ho pensato che questi ragazzi forse hanno finito i sogni, non hanno più progetti, aspettative da loro stessi e dalla vita. Non hanno più obiettivi e voglia di lottare per essi. Tanto poi, basta cantare, metterci il cuore e puoi diventare ricco e famoso, quindi, perchè sbattersi? Perchè impegnarsi per ottenere qualcosa di davvero gratificante, perchè studiare, perchè passare ore sui libri, se poi i talent show ci aprono le porte del successo?


Ma se poi il talent show ha le maglie troppo strette e non tutti passano il vaglio, che succede?

08 ottobre, 2010

Felicità

Quando si ha un sogno grande, grandissimo, in cui riponiamo un sacco di speranza, in cui continuiamo a credere nonostante mille ostacoli, ebbene, quando si ha un sogno così ed improvvisamente appare realizzabile, verrebbe voglia di urlarlo al mondo intero, di fare tutti partecipi della nostra felicità. Io per adesso non faccio niente. Aspetto il momento in cui M, la mia compagna di sogno, potrà gridare con me la sua gioia. E se questo non succederà mai, alla mia voce mancherà qualcosa.

Quanto è più grande la nostra felicità quando la condividiamo con qualcuno??

27 settembre, 2010

Un matrimonio in Calabria

Sabato, matrimonio di amici a Vibo Marina. Occasione di riflessione, oltre che di svago. 
Guardandomi attorno vedo una terra promettente, ma maltrattata e trascurata: edilizia selvaggia e cattiva, noncuranza dell'uomo, che sfrutta ciò che trova e lascia le cose a metà. Vedo una mare che anche da lontano, offre tutte le varietà di blu e azzurro che l'occhio umano possa percepire e un cielo bizzoso che butta giù acqua a secchiate per ore e ore, ma a pochi minuti da matrimonio sorride, mostrando un blu intenso e un sole splendente.
Vedo persone emozionate, piene di affetto e di amore sincero e vedo un gruppo di amici, divisi da tante, tante cose. Amici che in queste occasioni, riescono ancora a stare bene insieme. Oltre la cerimonia, il giorno dopo, quindici persone che più diverse non si può, che mangiano insieme, in una piazzetta vista mare, accarezzati dal vento e coccolati dai raggi del sole. Un sole che scalda fuori, ma anche dentro.

22 settembre, 2010

Lavori in corso

E' un po' che non scrivo. La principale causa è una cronica e inevitabile mancanza di tempo. Solitamente scrivevo in ufficio, nei famosi ritagli di tempo che ultimamente non ho. Sono stata via una settimana, è vero, ho raccolto tante idee, tanti spezzoni di vita che volevo raccontare, ma mi sono scappati come la sabbia in un pugno, scivolati via perchè "ho perso l'attimo".
Non ho ancora completa confidenza con la mia nuova casa virtuale: devo aggiornare il template, devo inserire i link degli amici, altri cosine che avevo nella vecchia casa....E anche in questo caso, incombe inesorabile il problema del tempo.
E poi, ho in cuore pesante. Sto passando un periodo complicato, di grande confusione e grande tristezza, quindi spesso non mi trovo nemmeno nello stato d'animo giusto per scrivere: finirei per mettere nero su bianco solo un sacco di amarezza.
Quindi sto cercando una luce, una guida che mi conduca fuori dal tunnel dove mi trovo, che oltre che un tunnel è anche una prigione, una gabbia, dove non riesco a fare niente per smuovere la situazione. Che brutta cosa sentirsi incapaci ed impotenti, ma la vita a volte ci mette davanti a questa antipatica realtà, ci sono cose che sfuggono dal nostro controllo.
Obiettivo dei prossimi mesi sarà quindi, ritrovare un po' di serenità. Come ancora non lo so. Forse anche riprendendo a scrivere come facevo una volta.

03 settembre, 2010

Amici, libri, gatti e tanti guai

Questo rientro dalle vacanze (come dice giustamente la mia amica Maredidirac, odio chiamarle ferie), è stato particolarmente duro. Sarà perchè sono stata in luoghi che adoro, dove sto bene e oltre che in vacanza in qualche modo mi sentivo anche a casa, contemporaneamente. Sarà che mi aspetta un lungo e assai monotono autunno, soprattutto dal punto di vista lavorativo. Sarà perchè la mia delusioncina di agosto è puntualmente arrivata...
Sarà che invecchio...
Proprio perchè è stato così arduo, vorrei ringraziare:
Oscar e Iris, i gatti dei miei vicini di casa, che quando mi vedono mi inseguono, mi fanno le fusa e mi chiedono coccole;
la Vallis, perchè con i suoi scleri prematrimoniali, sa tenermi allegra durante la tediosa vita dell'uffcio;
la Yaia, che ha problemi ben più seri dei miei, ma mi dice sempre che mi vuole bene;
i miei fiori, che nonostante il caldo afoso e i violenti temporali, hanno superato l'estate e quando io gli parlo, non mi rispondono (grande dote!);
Darcy, perchè si sta guadagnando la santità sopportandomi in questo periodo di alti e bassi;
Alexander McCall Smith, perchè scrive dei libri che mi fanno ridere fino alle lacrime;
la saga di Star Wars, perchè riesce sempre a tirarmi su il morale anche quando sono a terra, anzi, di più;
alla mia mamma, che è stata praticamente l'unica a ricordarsi del mio onomastico.

31 agosto, 2010

Cattedrali gotiche

Ho sempre avuto una predilezione per le cattedrali gotiche. Rispetto alle pompose chiese barocche e alle essenziali romaniche (che comunque apprezzo molto), le cattedrali gotiche mi hanno sempre suscitato un senso di misticismo particolare. Entrarci, vedere quelle navate slanciatissime, mi ha sempre parlato chiaro sulla ricerca dell'uomo di elevarsi verso il cielo, verso qualcosa di superiore. Le grandi vetrate, con mille colori vivissimi, creano effetti di luce che hanno qualcosa di soprannaturale. Il silenzio, i pochi rumori che rimbomano, gli arredi essenziali, le linee architetoniche pulite, lineari, senza fronzoli, il profumo della cera delle candele, regalano un'atmosfera difficilmente ripetibile e che mi fa sentire in contatto con qualcosa di divino. 
Se quella era l'intenzione originale degli architetti dell'epoca, da parte mia hanno avuto pieno successo.
Durante il viaggio nell'Inghilterra meridionale ne ho viste diverse e vi assicuro che non sono in grado di dire quale sia la più bella. Sono tutte imperdibili, per un motivo o per l'altro. 
Un viaggio in quelle terre non può non prevere una tappa a Exeter, Salisbury, Winchester (dove riposa Jane Austen) e Canterbury, forse la più famosa. 

27 agosto, 2010

Pista cliclabile

Da quando, un anno fa circa, mi sono spostata dal centro città, sono perennemente in giro in bicicletta. Prima potevo andare al lavoro a piedi e per fare la spesa, mi facevo prestare l'auto di mamma. Ora, continuo a non avere una macchina mia (non mi serve, è sufficiente quella di Darcy che però non posso guidare perchè è aziendale), ma ho comprato una bici e ogni mio spostamento è fatto con lei. Per fortuna, l'amministrazione cittadina, qualche anno fa, ha istituito tutta una serie di piste ciclabili ricavandole in gran parte dai diversi viali alberati della città. Questi viali sono lunghi, ma soprattutto ampli, hanno un corso centrale e due laterali più stretti, uno dei quali ora è adibito a pista ciclabile. Allora mi chiedo, se c'è un sacco di spazio, perchè le signore che chiacchierano, i ragazzini urlanti che vagano senza meta e senza idee, i pensionati che pontificano e i bambini scorrazzanti senza controllo dei genitori, occupano costantemente le piste ciclabili? Solo questi ultimi non hanno colpa, perchè i genitori non hanno spiegato loro cosa sia una pista ciclabile. 
Mi rendo conto che non siamo nè in Olanda, nè in Danimarca, dove la cultura è ben diversa e questo problema non si pone, dove le strade sono enormi, sono nate con le piste ciclabili e non c'è stato bisogno ricavarle dai viali.
Ma ci sono i cartelli, c'è la segnaletica orizzontale...Basterebbe guardarla.
Ieri pomeriggio, tornando a casa, pedalavo tranquilla sulla pista ciclabile ed ecco che mi si presenta all'orizzonte una schiera di ragazzini, maschi e femmine, perfettamente schierati orizzontalmente: è come se pedalassi verso un muro. Io mi avvicino senza accennare a deviazioni e loro sembrano serrare i ranghi. Io proseguo, loro anche, lo scontro sembra ormai inevitabile quando, all'ultimo secondo, IO mi sposto di quel centimentro che basta per non agganciarne uno col manubrio. Sulla mia corsia, io mi sono dovuta spostare, ed è sempre, sempre così!!

25 agosto, 2010

E poi oggi volevi dire un'ultima cosa....

...sono rientrata in ufficio da otto giorni, solamente otto e....


ne ho già piene le scatole!!!

Riflessione pomeridiana

Come distinguere l'interessamento sincero di un'amica, dalla curiosità morbosa?


Una mia amica, o che almeno tale si professa, ma che ogni tanto ha comportamenti discutibili, mi sta un po' troppo addosso in questo periodo: "Qualcosa non va? Se vuoi io ci sono, per qualsiasi cosa chiamami...ecc". Fino al punto di dirmi "Per come considero io l'amicizia non posso evitare di preoccuparmi sapendo che hai un problema e non sapendo di cosa si tratta. Siamo diverse, io ti direi tutto, devo accettarlo, non posso fare altro".
Io a mia volta ho spiegato le mie ragioni, ma lei insiste. 
Ora mi chiedo, magari sbagliando, non è che è solo curiosità? Se le ho detto varie volte che non è una questione personale con lei, visto che non mi va di parlare con nessuno, perchè se la prende? Perchè ho la sensazione che si sia offesa anche se dice il contrario? Ma posso io, con i casini che devo affrontare, dovermi anche preoccuapare che questa ragazza sia offesa o no?
Che stanchezza...

Port Isaac, Portloe, Lamorna Bay, Polperro

Tutti luoghi da favola. Io ho visitato questi, affrontando terribili stradine lunghissime e strette, fincheggiate da terrapieno o muretti a secco e di tanto in tanto incrociando qualche trattore. Ma la Cornovaglia è piena di questi piccoli porticcioli, un tempo abitati unicamente da pescatori e che in seguito hanno affrontato superato la crisi e lo spopolamento. 
Oggi, queste località, sono in gran parte rinate. Sono diventate meta di villeggianti che cercano soprattutto pace e tranquillità. I cottage sono stati ristrutturati, le case ridipinte, i balconi sono tutti fioriti, sono nati negozietti, pub e farmacie. Le strade sono agibili (seppur strette!). Insomma, questi luoghi hanno vinto la loro battaglia e sono sopravvissuti assumendo un nuovo aspetto, una nuova vita. Le case sono diventate "seconde case" e i pescatori probabilmente sono ormai pochissimi, ma vedere come si siano conservati intatti  fa davvero piacere. Non c'è scempio edilizio, non ci sono forzature, esagerazioni, la natura non è stata violentata per far spazio al cemento. 


Per chi si trovasse in Cornovaglia, consiglio di visitarli e, se possibile, anche di farci tappa per un paio di giorni: i B&B non mancano e sono tutti carinissimi (almeno, visti da fuori). 

24 agosto, 2010

Newquay e St. Ives

Un anno fa, d'estate ho letto un libro che si intitola "La donna che vestiva di rosso". Devo a questo romanzo la voglia matta di visitare la Cornovaglia.

Newquay e St. Ives sono due tra le località che ho visitato che più mi hanno ricordato i luoghi descritti nel romanzo: paesini sulle coste atlantiche, diventati centri turistici di grande richiamo, soprattutto per il sempre più nutrito popolo dei surfisti.
Le spiagge qui sono ampie e sabbiose, sempre battute da un vento impetuoso che garantisce onde di tutto rispetto. Intorno a questi posti si aggirano numerosi furgoncini colorati, molto anni 60, recuperati ed affitatti dai surfisti in vacanza.

Newquay paga un po' di edilizia selvaggia, qualche struttura non è proprio il massimo della vita, ma la bellezza della sua spiaggia fa perdonare questi abusi.
Schiere di surfisti fasciati nelle loro mute nere, corrono e si tuffano in mare sdraiandosi sulle loro tavole...e via che volteggiano sulle onde. Sono uno spettacolo!
Su questa spiaggia io e Darcy ci siamo concessi una lunga passeggiata, respirando a pieni polmoni il profumo del vento e dell'oceano e con lo sguardo rapito da questo esercito di sportivi.

St. Ives è molto graziosa. E' la classica località di mare, piena di alberghi, di B&B, di negozietti e...di gallerie d'arte! Infatti la sottoscritta non ha saputo resistere e ha acquistato un quadretto di un'artista locale (molto simpatica, tra l'altro).
St. Ives mi è paciuta perchè ha ben tre splendide spiagge e un porticciolo da cartolina, con una bellissima baia piena di barche variopinte.
Nota culinaria: abbiamo mangiato delle linguine al granchio davvero favolose!

19 agosto, 2010

Intermezzo


Piccola divagazione dal mio resoconto di viaggio. Che poi non è neanche più di tanto una divagazione visto che parla di qualcosa visto laggiù, oltre Manica.
Ho visto Cime Tempestose in una nuova edizione molto dark, etichettato come "Il romanzo preferito di Bella ed Edward".
Ora, con tutto il rispetto per saga di Twilight, ma era proprio il caso? Del resto, dopo aver visto 1984 riedito come "La vera storia del Grande Fratello", dovevamo aspettarcelo.
Forse è comunque un bene, perchè qualche innamorata della saga forse un giorno comprerà Cime Tempestose e deciderà che il tenebrosissimo Heathcliff è molto meglio del vampiro perfettino Edward...Vediamola così, ma a me un brividino nella schiena è passato.

18 agosto, 2010

Boscastle e Tintagel

Boscastle è un piccolo porto, sorto dove le scogliere si spaccano, alla foce di un fiume. Si estende in lunghezza attorno ad esso, è composto solo da case di pietra, alcune dipinte di bianco, altre lasciare con le pietre a vista. Boscastle anni fa era stato devastato da un'inondazione, ma nonostante sia così piccino e fuori mano, è sopravvissuto. Le case sono restaurate, la strada sistemata, ci sono aiuole, ponticelli, il pub e un negozietto. Si vede che è ancora un luogo vivo. E' immerso nel verde, sprofondato tra due pareti rocciose e circondato da prati; i colori che ci regala sono meravigliosi perchè ha appena smesso di piovere e quindi l'erba è più che mai verde, le pietre più nere, il cielo blu intenso punteggiato da nuvole bianche in fuga.
Qui dalle mi parti si direbbe che è proprio un "bumbunìn".



Tintagel, minuscolo paesino della Cornovaglia è noto, ma neanche poi tanto, perchè lì accanto, su una favolosa scogliera, sorgono i resti di un antico castello che, leggenda narra, sembra essere stato quello di re Artù. Che sia vero o no, poco ci interessa. Alloggiamo proprio vicino alla scogliera e lasciata l'auto, facciamo subito un giro in paese perchè è tardi per l'escursione al castello. La sera sta arrivando, anche se qui arriva molto più tardi rispetto all'Italia, quindi è quasi ora di concedersi una buona cenetta di un pub di paese.
Quello che ci aspetta dopo cena, è un tramonto da mozzare il fiato: il mare è una lastra grigio-azzurro, il cielo dal color perla diventa rosa, poi arancione, poi rosso e nuvole nere in controluce si delineano all'orizzonte. Davanti a tutto, le rovine del castello. Imponente, anche se ormai distrutto, sembra dominare quel luogo ancora oggi, sembra dominare il vento fresco che non cala mai.
Davanti a tutto questo come si fa a dubitare che lì dentro ci fosse la Tavola Rotonda e che nella grotta sottostante ci fosse Merlino? Non ci penso proprio!

17 agosto, 2010

Avebury e Bath


La prima tappa del nostro viaggio è stata Bath, la bellissima città rinomata per le terme romane e per l'ambientazione di un paio di romanzi di Jane Austen, se non sbaglio Persuasione e L'Abbazia di Northanger.
La fama di Bath è assolutamente meritata: la città colpisce subito perchè è "spalmata" su verdi colline e le case di pietra una in fila all'altra sembrano disegnare delle greche dorate sulle pendici. Bath è fiorita, ci sono fiori ovunque, aiuole meravigliose che anno dopo anno inanellano successi nella competizione di "Città fiorita d'Inghilterra" (al punto che, per alcune edizioni di del concorso, Bath è stata esclusa a tavolino).
A Bath, nonostante i tanti negozi, i ristoranti di chef famosi e il traffico cittadino, si respira aria d'altri tempi, sembra davvero di essere ai tempi di Anne Elliot e pare che da un momento all'altro debbano comparire persone vestite con gli abiti del tempo, uomini a cavallo e fanciulle a spasso con in testa strani cappelli.
Come tappa di avvicinamento alla Cornovaglia era irrununciabile.

Prima di fermarci a dormire a Bath in realtà, abbiamo fatto una breve tappa intermedia ad Avebury. Avebury è una località non molto conosciuta, ma ospita il cerchio di megaliti più grande d'Inghilterra, è molto più grande di Stonhenge, tanto che un paese intero vi si è sviluppato all'interno. Inutile dire che passeggiare sull'erba tra quei colossi di pietra è davvero emozionante, soprattutto perchè, a differenza di Stonehenge, ad Avebury ci si può avvicinare ai pietroni e li si può toccare. Un tocco di eternità.

16 agosto, 2010

Pensiero post vacanze nr. 1


Quando andiamo in giro per il mondo, dovremmo comportarci bene e sapere, almeno un pochino, a cosa andiamo incontro. Perchè la nostra povera nazione, già alla berlina a causa della politica, non ha davvero bisogno di altra pubblicità negativa.
Ecco l'unico aspetto amaro della mia vacanza. Ne parlo subito così via il dente, via il dolore, poi solo cose piacevoli.

Non è bello vedere come tanti italiani si comportino da buzzurri all'estero e il fatto che tanti stranieri facciano lo stesso in Italia non è una giustificazione. Non è stato piacevole vedere mandrie di adolescenti allo stato semi-brado (i responsabili delle mandrie erano poco più che ventenni, poco più maturi dei ragazzi stessi), con evidenti strascichi post-sbornia, ciondolare per le vie di Salisbury traducendo in italiano le parolacce alle ragazze straniere (roba ben volgare) e spruzzandosi addosso quella specie di schiuma colorata filante che viene riesumata di solito a carnevale. I passanti si giravano a guardare il gruppone di ragazzi urlanti, perchè non parlavano, bensì urlavano e nel frattempo giravano ben ben al largo per paura di essere colpiti dalla suddetta schiuma vomitevole e appiccicosa. Credo anche che macchi.
E' stato ancor meno bello vederli bivaccare dando il peggio di loro nel prato antistante la famosa cattadrale. Piazzati sul prato, guardarli era un'apoteosi di braghe calate, mutande il bella vista, perizomi selvaggi, tette al semivento e scarpe inguardabili. E sentirli era un trionfo di volgarità che non riporto, sappiate solo che era a volume altissimo. Soprassiedo poi sul dettaglio di una fanciulla ciucca persa e riversa sul prato a cui hanno rovesciato una bottiglietta d'acqua sulla schiena per svegliarla...
Il tutto, mentre gli altri turisti lanciavano occhiatacce e tentavano di leggere le loro guide. Il tutto di fronte ad una spettacolosa cattedrale che magari non simboleggerà niente di sacro per qualcuno, ma è in ogni caso una splendida opera architettonica e non destava in questi ragazzi nessun interesse!!!

Adesso ditemi pure "ti ricordi com'eri tu a quell'età? anche noi eravamo stupidi, anche a noi non fregava niente se non di andare in giro a fare i cretini...ecc".
Mah, certo quella è l'età della stupidera, ma mi sembra che si stia superando la soglia dell'idiozia, ben oltre la stupidera.

Ancora una considerazione: sentendoli parlare (non sentirli era impossibile!), ho capito che i fanciulli si vantavano l'un l'altro dei loro insuccessi scolastici, delle telefonate a casa dai presidi, delle sospensioni, delle note e compagnia bella. Ma ragazzi con simili esperienze alle spalle, meritavano davvero la vacanza studio?

I'm back!


Sarà difficile non pensare più al vento fresco, al mare sconfinato come pure i verdissimi prati. Sarà dura superare il distacco da tanta buonissima birra e dall'ottimo fish&chips. Sarà complicato riabituarsi alla guida sulla destra, dopo aver fatto tanta fatica ad adattarsi a quella a sinistra. Sarà impossibile dimenticare la sensazione di piccolezza, ma anche quella di grande sacralità, provate entrando nelle magnifiche cattedrali e abbazie gotiche. Sarà difficile non ripensare sorridendo alle tante bellissime casette di mattoni rossi, o ai cottage con il tetto di paglia o ancora alle ordinate case vittoriane di Londra, tutte ugualmente fiorite con surfinie, gerani, guinee e rose in trionfo.

Sarà difficile.

E io non alcuna intenzione di affrontare prove difficili, da ora in avanti, visto che dovrò già mettermi a dieta. Quello basta.

Quindi in questi giorni di rientro lavorativo in sordina, vi avviso che vi sommergerò di racconti delle passate due settimane!

30 luglio, 2010

Vacanze britanniche

Da domani, per due settimane, non avrò modo di collegarmi e aggiorare il blog. Sarò nel Sud dell'Inghilterra, partendo da Bath arriverò in Cornovaglia, dove tra porticcioli, spiaggette e scogliere cercherò di spegnere tutti gli interruttori del lavoro e dello stress, per accendere solo quelli del relax, della scoperta, della meraviglia.
Attiverò la modalità "spugna" e cercherò di assorbire più cose belle possibile: i colori, i profumi, i luoghi.
Auguro a tutti voi una splendida estate.

29 luglio, 2010

Gossip


Tu, stimato collega che sei sposato (eri?) con una stimata collega

Tu, che hai una figlia di otto anni

Tu, che hai casa, famiglia, lavoro, salute e agiatezza

Tu, che al lavoro hai creato una situazione che definire imbarazzante è un complimento

Tu, che a quanto pare te freghi di aver mandato a rotoli la vita di tua moglie

Tu, che ti sei fatto beccare con un'altra stimata collega

Tu, ma ti rendi almeno conto di che male hai fatto a tua figlia?

Tu, proprio tu, lo sai che sei un emerito pirla??

27 luglio, 2010

Rancore


Tenere rancore fa male. Fa male all'anima e complica le cose, rende tutto più difficile. E poi stanca, stanca tantissimo! Molto meglio lasciarlo andare via, per la sua strada e assaporare il senso di pace e leggerezza che lascia. Forse è proprio questo ci insegna: il bello sta solo nel farlo scivolare via da noi.

17 luglio, 2010

Il tormento del benessere

Un'amica racconta, al telefono.

"Sono stanca, fa così caldo! Al mattino mi sveglio già stanca perchè di notte con sto caldo non si riposa, poi mi precipito in stazione, prendo il treno, che è un carro bestiame e quando arrivo in ufficio avrei già bisogno di un'altra doccia. Mi ripiglio un attimo e poi ordino al bar cappuccino e brioche altrimenti svengo. E poi stasera, non posso neanche riposarmi perchè siamo a fuori a cena con Tizio e Caia e quindi chissà a che ora andrò a dormire. E domani lo stesso, visto che abbiamo Sempronio a cena da noi! E meno male che arriva il weekend...ma mica mi riposo! Giovedì sera a casa di corsa, fai la cena, sistema la casa e...la valigia! (Puntualmente lascio a casa quel che mi serve e porto roba inutile). Così poi venerdì, che facciamo mezza giornata, partiamo direttamente per il mare, come ogni settimana, meno male che abbiamo sta casa, però guarda che andar sempre via nel weekend è pesante". (oltre a quella al lago, penso io).
"E poi so già che ci sarà casino per strada, faremo coda e chissà quando arriviamo...
Uff. Che stanchezza. E oggi il filippino non ha neanche stirato! Non riesco mai a dedicarmi a me stessa
, a riposarmi davvero..."

Già, dico io. E intanto penso cose poco carine.


Rieccomi


Come vedete, ho chiuso per ben poco. I pensieri tormentosi restano, ma forse devo solo lasciarli fluire e a volte chiudermi in me stessa e a volte sfogarmi: scrivendo, parlando...come mi sento, senza star lì a rifletterci tanto...

13 luglio, 2010

Chiudo per...


...perchè come ho scritto nel post precedente, il caldo mi toglie qualsiasi energia, anche quella cerebrale;
perchè devo finire un lavoro entro luglio e quindi anche il tempo libero da dedicare al blog si assottiglia;
perchè ormai ho un unico, impellente pensiero che mi angoscia ogni giorno e non lascia che la mia mente si muova serena.
A presto e buona estate a tutti.

09 luglio, 2010

Caldo


Il caldo mi spegne. Ci sono persone che soffrono il freddo, che si lamentano tutto l'inverno, io invece mi lamento per il caldo. E' vero che le temperature di questi ultimi giorni sono davvero alte, il tasso di umidità non aiuta...però....
Sabato scorso sono andata "lunga e tirata" per terra, come si dice da queste parti. Mi alzo da divano, faccio due passi verso la scala e poi più niente, tutto nero e mi ritrovo col sedere per terra. Per fortuna sono ben imbottita. Bevo tanta acqua, mangio frutta e verdura, bevo succo di mirtillo, un integratore di sali minerali...ma non basta. Sono stanca, assonnata, senza forze. Eppure, chi può negare il fascino di un bel sole che splende nel cielo azzurro? Solo che in questi giorni il cielo è quasi bianco-grigio, per la grande afa a e forse, anche per lo smog.
Soffoco. Ho bisogno di un po' di pioggia e di vento.

-22 alla Cornovoglia, grazie al cielo.

07 luglio, 2010

Fiammifero


Sono proprio fatta male. E invecchiando, non faccio che peggiorare.
In un attimo, mi infervoro, mi accendo come un fiammifero e strepito, protesto, inveisco, mi scaldo come l'asfalto in questi giorni. Certo, ci sono anche delle persone che hanno il potere naturale di scatenare tutto questo in me. E' vero, trattasi di talento allo stato puro. E io ci casco sempre come una pera matura e via! Fuoco e fiamme per....boh, mezz'ora al massimo. Poi, ci rifletto, passano un po' di minuti, mi raffreddo, piano piano, ci ragiono e comincio ad essere meno incazzosa, più tranquilla. Puntualmente, il fervore passa e l'ira funesta si spegne, veloce come un fiammifero.
Anche oggi.

Quindi per oggi, l'avete fatta franca di nuovo, mie cari capi delle alte sfere (??).
Occhio però che come diceva qualcuno, domani è un altro giorno e ultimamente la mia pazienza è sottoposta a sollecitazioni notevoli. E fa pure un gran caldo!

Tanto so già come andrà a finire...

Ma perchè devo SEMPRE fare così? Alla fine poi l'incazzatura passa e non concludo mai niente. Perchè non sono capace di incenerire a parole chi mi fa impazzire Lì SU DUE PIEDI??

05 luglio, 2010

Se facessero il campionato...

...dell'azienda più confusionaria, incasinata, gestita a minchia (scusate, ma la pazienza ha un limite), in balìa di forze imperscrutabili...beh, quella dove lavoro io trionferebbe incontrastata. Non perdo neanche tempo a raccontare una sola parola del casino che sta succedendo, perchè non ho voglia ed è troppo, troppo incredibile.
Dico solo che NE HO PIENE LE SCATOLE di non essere una persona, ma di essere come una sedia, che si sposta senza problemi da una scrivania all'altra.
Andate tutti a quel paese!

28 giugno, 2010

Ustica


Già dalle prime lettere digitate, mi sento inadeguata. Perchè scrivo di qualcosa di più grande di me e che non mi riguarda direttamente. Però...sì che mi riguarda, perchè anch'io vivo in questo paese. E mi vergogno come una ladra se penso che in trent'anni, non è mai stata fatta chiarezza e la verità si è inabissata nel mare con le 81 vittime. Di fondo, questa orrenda sensazione che dietro ci sia qualcosa che, per motivi a noi sconosciuti, non deve essere reso noto. Restano solo vite spezzate, vite quasi nemmeno iniziate, perchè a bordo c'erano anche dei bambini. Vite distrutte, quelle dei parenti delle vittime, che, dopo tanti anni non hanno ancora saputo perchè.

25 giugno, 2010

Lacrime


Stamattina, ennesima batosta. La settima, l'ottava...ormai non le conto neanche più. Questa volta ho il vantaggio di poter restare a letto, a rigirarmi nel mio dolore, quello fisico, lancinante e passeggero e quello mentale, sordo come un ronzio che non si spegne mai e mi logora dentro. Poi, il citofono mi costringe ad alzarmi e vincendo la fotofobia, alzo la tapparella. Fuori la luce è bianca, abbagliante: non c'è il sole, non vedo le nuvole, solo un cielo bianco e piatto. Come tutte le volte, dopo essermi commiserata un po', arriva il momento di sciacquarsi la faccia con l'acqua fresca, darsi una mossa, vestirsi e fare qualcosa di utile. Così, continuando a piangere, con gli occhi gonfi e affaticati, passo lo swiffer sul parquet, spolvero il tavolino del soggiorno e rifaccio il letto. Le lacrime continuano a scendere, ma un altro giorno è cominciato. Domani sarà una giornata intensa e gli amici non meritano le mie lacrime e neanche Darcy. Vado sul balcone a vedere i miei fiori: li adoro, loro sono lì che mi aspettano e non fanno mai domande. Torno in casa, accendo il pc e mentalmente scrivo questo post, un altro piccolo aiuto per spingere avanti le ore di questa giornata così difficile. Ma negli anni mi sono un po' fatta le ossa, non sono così fragile come credo, nonostante queste lacrime, che sembrano arrivare da un serbatoio inesauribile.

23 giugno, 2010

Correva l'anno

Nota introduttiva: scrivo questo post ispirata da un post di Scarlett che ha per protagonista una commessa di una profumeria. Quel post ha riportato alla mia memoria l'episodio che di seguito racconto.

1993.

Estate.
Vado con mia madre in una profumeria di un noto centro commerciale della mia città per acquistare creme solari e altre meraviglie della scienza.
Entriamo, dietro al bancone si aggira una ragazza che avrà al massimo tre o quattro più di me.
La giovane commessa riconosce subito mia madre:
"Professoressaaaaaaaaaaaaaa! Come staaa? Tutto beeeneee? Ma è sua figlia? Com'è cresciutaaaa!".
Mia madre, risponde pacatamente: "Ciao Tizia, tutto bene, insegno sempre là e questa sì, è mia figlia Elizabeth".
Commessa: "Sì??? E che classe hai fatto?" dice rivolgendosi a me come se fossi scema o stupida.
La guardo e sinteticamente rispondo: "Terza".
Lei insiste: "Ah sì??? E l'hanno prossimo? Cosa farai?"
A me cascano le palle, per così dire. Le raccolgo e le rispondo: "Quarta".

A quel punto le si dipinge il vuoto in fronte e posso chiaramente vedere il deserto nelle sue pupille. Poi si riprende e con un colpo di reni, mi sorride e riesce a dirmi: "Aahh! Io pensavo avessi fatto terza media!!!".

Ecco. Voi avete presente come si poteva sentire una diciassettenne già mediamente incazzata col mondo a cui davano con tanta leggerezza della quattordicenne???

17 giugno, 2010

Vale la pena


Breve post mancino per dirvi che vale la pena di avere:

le tende da sole nuove inutilizzate da giorni
i balconi in uno stato pietoso
le surfinie marce
i limoni annegati
i gerani che si stanno suicidando
la rosa che chiede pietà

se poi, dopo il temporale, il cielo ancora blu cobalto si apre ed escono raggi di sole dorati che inondano i prati e le piante verde smeraldo e l'aria tutt'intorno è fresca e sa di terra bagnata!

15 giugno, 2010

Chiuso per malattia


A causa di un'operazioncina alla mano destra, sto scrivendo solo con la sinistra ed è un vero casino, anche perchè non sono mancina. Quindi, per qualche settimana mi assenterò, ma passerò da tutti voi ogni tanto a leggere e lasciare qualche breve commento.
Un bacio a tutti!!!!

11 giugno, 2010

Il concerto di fine anno scolastico


L'altro giorno gli studenti hanno organizzato qui in centro città il concerto di fine anno scolastico. Lavorando a pochi metri dal palco, per tutta la mattina ho goduto delle note prodotte dai gruppi che si alternavano sul palco. Qualcuno bravino, qualcuno tragico.
Mi ha colpito il repertorio: Led Zeppeli, Nirvana, Guns 'n' Roses prima maniera e altri gruppi rock ormai, ahimè, sciolti da chissà quanto.
Non è che la musica "suonabile", a parte alcune eccezioni, si è fermata lì?

10 giugno, 2010

Asilo nido


Elizabeth: "Lidia, i colleghi F e C hanno ragione, non abbiamo verificato correttamente, bisognerà rivedere la proposta fatta al cliente"
(e nella mente penso che eri TU che dovevi verificare, ma il plurale in certi casi aiuta...)

Lidia: "Eh, ma che piantamerda, non hanno voglia di lavorare. E poi nessuno ne sa molto di quella cosa, e non è che posso sapere tutto io!! Il capo cosa dice?"
(penso: in realtà sei proprio pagata per sapere quello...cmq meglio tacere)

Elizabeth: "Che abbiamo sbagliato, dovevamo verificare noi".

Lidia: "Insomma non ne faccio una giusta"
(e vai di vittimismo...che pazienza).

Dire: "Ok ragazzi, ho detto una cazzata, adesso ho capito l'errore, rivediamo la proposta"  E' TROPPO DIFFICILE?



09 giugno, 2010

Provincia


Mi impressiona pensare che potremmo perdere la nostra provincia: vivo in uno dei capoluoghi di provincia che rischiano di perderla.
Una provincia antica, una città ricca di storia e che da alcuni anni, finalmente, riceve anche i turisti.
Non che la provincia cambi lo stato delle cose: la città resta bella, vivibile, antica e interessante; il territorio resta variegato e ricco di fascino.

Eppure...pensare di perdere la nostra provincia fa un po' male.
Eppure una logica ci dev'essere. Una logica economica, certo. Meno province uguale soldi risparmiati. E se io ci lavorassi, in provincia? Mi sposterebbero in qualche altro ufficio pubblico, non è che la geste possa smaterializzarsi. Chissà quanti dipendenti provinciali stanno temendo una vita da pendolari...
Ma se invece che solo alcune, non le abolissero tutte, rivedendo l'organizzazione delle regioni? Non sarebbe meglio? Da profana mi viene da dire sì, ma sono profana, mica me ne intendo sul serio.
Sono proprio discorsi da provincialotta.

08 giugno, 2010

Ignoranza televisiva


Allora, è brutto prendere in giro il prossimo e farsi beffa dell'ignoranza altrui. No, non è per niente bello e un po' me ne vergogno.

Ma quando ho visto in tv una tizia che, davanti ad un'immagine di Beethoven, ha detto che si trattava di Dracula, beh, chiedo perdono, ma ho riso fino alle lacrime, pensando anche al povero Ludwing che si rivoltava nella tomba, se per disgrazia ora può sentire.

01 giugno, 2010

Au revoir

Felpa, pantaloni, magliette, calze e scarponcini: in valigia
Occhiali da sole: nella borsa
Macchina fotografica: carica
Crema solare (il sole in montagna è perfido): presa
Cellulare: spento
Cervello: in vacanza

Altro? "Love over Scotland" unico compagno oltre al marito e alla suddetta macchina fotografica.

Ci si risente lunedì!!!

28 maggio, 2010

E' come se


E' come se mi chiedessero

"Ma allora quando ti fai bionda???"

Uno, due, tre, cento volte.

Se non mi faccio bionda, se continuo ad essere rossa come sempre, la gente dovrebbe cominciare a capire che forse: 1) mi piaccio rossa, oppure 2) sono allergica alle tinture, oppure 3) a Darcy non piacciono le bionde, oppure 4) non ho voglia di buttar via un sabato dalla parrucchiera, oppure 5) non me lo posso permettere economicamente.

Insomma, ci sono tanti motivi. E la gente dovrebbe capirlo e piantarla lì di chiedere
"Ma allora quando ti fai bionda???"

Perchè dopo un po' diventa davvero insostenibile.

Ecco, è proprio così che mi sento, solo che non si sta parlando di una frivolezza come il colore dei capelli.

Non mi capicito di come la gente NON CAPISCA.

Riflessione su me stessa e su Annie


A volte mi capita di pensare "Caspita, quella persona lì ha tutte le fortune della vita, guarda un po' che roba, non fa in tempo a desiderare qualcosa che lo ottiene, non gli/le manca proprio nulla, ecc...". Succede, ci sono personaggi che, all'apparenza, hanno una vita perfetta. Poi chissà sotto la lucida superficie laccata quanto c'è che non va.
Riflettevo però che quel mio pensiero (poco carino, amaro, un po' recriminatorio) mi sale in gola solo nel caso in cui il protagonista sia una persona immeritevole di tanta fortuna. Mi stavo chiedendo se non sono meschina ogni tanto, a fare pensieri simili, ma mi sono accorta che non sono tanto io a farli nascere, quanto piuttosto chi tale fortune le ostenta, le mette in bella vista, le sbandiera, probabilmente anche per dar lustro alla superficie laccata di cui sopra e nascondere meglio le magagne che la vita di ognuno di noi ha.
Ho capito questa cosa pensando alla mia amica Annie.
Annie è giovane, carina, intelligente. Viene da una famiglia unita e assai benestante. Ha studiato in un ateneo prestigioso e si è laureata nei tempi e con lode. Ha preso una borsa di studio, si è specializzata e ora è una realizzata professionista del suo campo. Annie ha tanti amici, un marito che l'adora e una figlia in arrivo. Da quando è bambina, Annie è sempre stata abituata a girare il mondo e da quando è sposata, condivide questa passione col marito: almeno 2 viaggi all'anno, lunghi e in altri continenti. Annie ha anche trascorso diverso tempo in Stati Uniti e Canada, ospite da amici di famiglia, dove ha perfezionato il suo inglese. Recentemente lei ed il marito si sono trasferiti in un grande e lussuoso appartamento in centro a Milano, una casa da sogno.
Eppure, mai una volta ho rivolto ad Annie quel pensiero antipatico. Perchè Annie è la persona più modesta, altruista, generosa...buona, in una parola, che io conosca. E' incapace di malizia, cattiveria, è trasparente come l'acqua. Non conosco nessuno che abbia mai detto una sola parola negativa su di lei e penso che questa sia una delle sue più grandi ricchezze.

25 maggio, 2010

Incredulità


Pare che la signora Briatore abbia dichiarato che il pargoletto soffra lontano dallo yacht (se non ricordo male, confiscato a causa di affitto non pagato, ma correggetemi se sbaglio). Sembra che il piccolo non gradisca il cambio di residenza (chissà in che postaccio vivono ora) e che pianga in continuazione.
La domanda è: ma sta donna, non si vergogna a fare dichiarazioni pubbliche di questo tenore? E il giornalista che ha inserito l'articolo nell'edizione online di un noto quaotidiano nazionale, non aveva proprio nulla di meglio da raccontarci??

13 maggio, 2010

Non ne posso più


Ho visto cambiare palazzi, ho visto cambiare l'amministratore delegato, ho visto cambiare tanti tanti colleghi, ho visto cambiare i software che usiamo, ho visto cambiare i computer, i telefoni e le musichette di attesa.

Chissà se avrò la fortuna di vedere anche cambiare il mio ruolo.

11 maggio, 2010

Io e la mamma


Abbiamo caratteri diametralmente opposti. Lei è chiacchierona, io silenziosa. Lei è un'inguaribile ottimista, io decisamente meno. Lei ama la gente, il rumore. Non per niente ha fatto l'insegnante una vita. Io invece a volte sono persona-fobica, amo starmene per i cavoli miei, fin troppo. Lei è espansiva, racconta tutto a tutti, io invece dico poco a pochissimi.
Lei ama i colori sgargianti e i gioielli appariscenti. Io vesto di tre/quattro colori al massimo e amo i gioielli piccolini, poco sfarzosi.

Per una vita ci siamo urlate addosso, abbiamo litigato, abbiamo pianto e tenuto musi, per poi far pace molto in fretta..
A volte capita ancora, meno sovente perchè non viviamo più nella stessa casa, ma capita ancora. Ormai non ci sorprende più, non ci arrabbiamo più. E' quasi un gioco, quasi! E forse è proprio questa profonda diversità che ci rende così complementari. come i due poli di una calamita.



03 maggio, 2010

Genitori e figli

Sto leggendo un libro bellissimo, ironico e scritto con maestria, che però sotto sotto affronta temi per niente semplici. Come quello di essere genitori.
Uno dei protagonisti infatti, è un bambino di sei anni particolarmente intelligente, un pochino precoce per la sua età. La madre, conscia di questa caratteristica del piccolo, lo ingabbia in quello che lei definisce "progetto" e gli pianifica vita e attività. Gli dipinge la stanzatta di rosa (che lei chiama "il suo spazio"), lo fa vestire con salopette color ciliegia e lo manda in scuole esclusive. Nel tempo libero, gli fa praticare yoga, sassofono e lezioni di italiano. Inutile dire che il bambino sogni di giocare a rugby (siamo in Scozia), andare a pescare col padre, vestirsi come gli altri ragazzini ed avere un cameretta non rosa. La madre è in perfetta buona fede, non capisce. Arriva addirittura a fargli frequentare una serie di sedute dallo psicoterapeuta perchè il bimbo ha imbrattato i muri della scuola in un momento di rara ribellione.
Porta via il cuore leggere come questo bambino sogni di poter avere in fretta diciott'anni per poter decidere cosa fare, senza che sia la madre ad imporgli anche quali amici avere. E fa tanta tenerezza quando pensa brutte cose sulla madre e poi riflettendo, si dice "No, io non voglio odiare la mamma, è la mamma. Ma è così difficile".
Tutto ciò per dire che io non sono genitore e posso solo immaginare quanto debba essere complicato.

29 aprile, 2010

Ditemi che


sono noisosa, banale, che dico cose scontate, che sono acida e polemica.

Però, sentir parlare di

spirito di sacrificio, fatica, impresa eroica, coraggio

durante una partita di calcio, in cui ventidue super-stra-mega-ultra-pagati ragazzi mediamente poco furbi(mi scuseranno i pochi che lo sono se per una volta mi scappa di generalizzare, chiedo perdono) si comportanto in maniera assai poco sportiva, come primedonne - come ormai accade sempre, che tristezza....

...dicevo, sentir usare quelle parole così forti per parlare di una partita di calcio (importante, per carità), mi dà un po' fastidio.

Non c'è niente da fare: sono sempre più intollerante al calcio.


26 aprile, 2010

Illuminazione


Oggi ho capito il motivo portante per cui detesto profondamente il mio lavoro. Sì, perchè in sostanza sono una noiosa telefonista; sì, perchè in sostanza sono una rompiscatole che importuna il prossimo; sì, perchè lavorare con le provvigioni non è il mio forte.
Ma sopra ogni cosa, perchè questo lavoro stimola l'antagonismo, la competizione e la rivalità. Quindi ALLONTANA le persone une dalle altre.

25 aprile, 2010

Rifletto


"The object of affection did not matter; the feeling did"

Da Espresso Tales di A. McCall Smith.



19 aprile, 2010

Coraggio


Sonno come se non dormissi da giorni
Senso di colpa per gli eccessi alimentari del fine settimana
Desiderio di uscire, stare all'aria aperta, camminare sull'erba, correre in bicicletta, leggere al sole sotto un grande cappello di paglia
Tante cose a cui pensare, alcune belle, altre meno
Il fisico che accusa la primavera tardiva e quindi partenza con l'assunzione sistematica di potassio e magnesio
Solito immancabile senso di ribrezzo per il rientro in ufficio
Solito confortante pensiero che alle 6 uscirò e tornerò a casa.

Coraggio, inizia un altro lunedì.




15 aprile, 2010

Thanksgiving day


Vorrei ringraziare Darcy che, da nerd doc qual è, ha risistemato questo blog, inpiegabilmente oscurato da ieri.
Sembrerà sciocco, ma non poter venire qui mi mandava parecchio in sbattimento.


12 aprile, 2010

Sei delusioni


Prima dei giorni di Pasqua, prima della gita in Svezia, ho avuto l'ennesima riprova che niente, niente fa male come le delusioni che danno le persone che pensi siano amiche.
Troppe volte, è successo troppe volte, eppure ci ricasco sempre. Magari sono piccole cose, comportamenti apparentemente senza importanza, oppure sono grandi torti, atteggiamenti incomprensibili. Sta di fatto che fanno male, anche se può essere difficile ammetterlo, fanno male perchè ho riposto male le mie aspettative, un'altra volta.
E va beh, tutto ciò non può che farmi pensare che ho fatto bene a restringere ben bene la cerchia di persone che considero davvero uniche al mondo e che so che non mi deluderenno mai. Perchè non appena ho ripreso fiducia e ho riaperto le porte, ne ho ricavato una delusione, anzi sei. Perchè eravate in sei.

09 aprile, 2010

Martini? Guinness?

Sono due giorni di fila che esco dall'ufficio con una voglia cocente di Martini Rosso con ghiaccio e una fettona d'arancia.
In alternativa gradirei una pinta Guinness spillata come si deve, ma una di quelle buone che si bevono là. Anzi, un paio. Almeno.

Devo preoccuarmi?

Per ora, buon weekend.

Difficoltà all'orizzonte


Che la vita non fosse mai facile, l'abbiamo capito da tempo. E' solo che, ogni tanto, sarebbe bello che qualcosa fosse facile. Invece no. Se mi guardo attorno, le mie amiche più care, chi più, chi meno, sono tutte in mezzo ai casini e mica casini da poco, roba seria, che toglie il sonno, fa incavolare con il mondo e domandarsi perchè a me??
Io, con la primavera che sboccia e la vita che si risveglia dopo questo lungo e gelido inverno, rifletto su come sta andando il 2010 e su cosa potrebbe portarmi. La risposta è tante difficoltà. Per cominciare dalle relazioni con le amiche di cui sopra, che hanno bisogno di quel poco sostegno che posso dar loro come amica appunto, e non è mica un compito semplice. Nemmeno da sottovalutare.
Poi ci sono le nonne, 90 e 85 anni, donne di ferro che hanno vissuto la guerra e sono sopravvissute ai mariti, donne sempre più fragili e che ogni tanto ho paura che scivolino via. Non ho mai tempo per loro, non va bene.
I genitori, che si fanno in quattro per noi, ma a me piacerebbe che si concedessero più tempo per loro. Alla fine, sono in pensione, hanno lavorato una vita, perchè non se la godono un po' di più? Non so più come dirglielo, anche perchè pure loro, più passa il tempo e mica tornano bambini...
Il mio lavoro, croce e delizia della mia vita (delizia ormai non più da 4 anni, a dir la verità!): oltre al vomito per le dinamiche carrieristiche che permeano la multinazionale americana, adesso si aggiunge pure la spada di Damocle dello spostamento di sede (=imminente pendolarismo) e, peggio, la prospettiva di cambiamenti nella professione (obbligati, imposti) che non lasciano presagire nulla di buono. Che fare? Impegnarsi per cambaire aria, uscire da questa "struttura" e cercare di entrare in una dove la vita sia un po' più tranquilla. Ma se mi imbarco nella ricerca di un nuovo ruolo (dentro e/o fuori di qui), che fine fanno i progetti di espansione demografica che ho nella testa? Devo rimandare, devo scegliere? Che male di testa...
Welcome to the world, baby girl*




*citazione del titolo di un libro di Fannie Flagg, titolo che in italiano è stato orribilmente tradotto e che quindi ho rimosso...

08 aprile, 2010

Primavera svedese


Ho scoperto un rumore nuovo: quello di un velo di ghiaccio sull'acqua quando si rompe al passaggio di una barca, un rumore limpido e pungente.
Ho trovato conferma che il mio corpo preferisce il freddo al caldo. Il freddo mi vitalizza, mi spinge a muovermi, mi rende sveglia e frizzante. Il caldo invece mi rende fiacca, stanca e mi fa sentire gonfia.
Ho visto ancora una volta che nei paesi del nord Europa i colori sono davvero diversi dai nostri: le case, il cielo, le nuvole, i prati, la luce del sole.
Ho scoperto che a Stoccolma in primavera, può esserci un sole limpido e brillante, che scalda, ma non troppo. Però il giorno dopo può nevicare fitto fitto e far rimpiombare la città nell'inverno.
Ancora una volta ho avuto conferma che nei paesi scandinavi non avranno il bidet, ma la gente ha un senso civico da cui avremmo solo da imparare.
Ho confutato la teoria che gli svedesi sono tutti alti, biondi e con gli occhi azzurri: Stoccolma è una città interraziale, con un sacco di bei e belle morettone asiatiche, africane, latine...
Ho scoperto che in Svezia hanno l'usanza molto carina di mettere su ogni finestra di casa una piccola lampada e una pianta (un'orchidea, una piantina verde). Davvero su tutte!


01 aprile, 2010

Auguri!


Buona Pasqua a tutti, miei carissimi amici di blog!!!

30 marzo, 2010

Plans

Sto pianificando le vacanze estive. Quest'anno, grazie ad un romanzo che ho letto alcuni mesi fa (La donna che vestiva di rosso, Elizabeth George), mi sento ispirata dalla Cornovaglia.
Vorrei fare un itinerario di questo tipo:

Londra - Bath - Exeter - Boscastle - Tintagel - Port Isaac - St. Ives - Penzance - Land's End - Lizard Point - Portloe - Polperro - Southampton - Salisbury - Stonehenge - Winchester - Brighton - Hastings - Rye - Dover - Canterbury - Londra.

Insomma, un itinerario fatto di verde natura, porticcioli colorati, ventose scogliere, imponeneti cattedrali e tracce arturiane.

Il prossimo che mi dice: "Ma come, non ti fai un po' di mare?" giuro che lo stendo.


29 marzo, 2010

Anima Rock

Oggi, mentre ero in treno, nelle mie orecchie suonava questa canzone: November Rain

Perchè...anche se splendeva il sole, è bella lo stesso
perchè dentro c'è tutto, tutta me stessa, quella che ero e quella che sono
perchè è una piccola sinfonia
perchè riesco a sentire ogni strumento che canta
perchè il finale, è un grido di dolore disperato che diventa universale
e alla fine, rimane solo la pioggia, che lava via tutto.



Shopping di primavera


1 pantalone nero modello capri
1 pantalone color lino sportivo
1 pantalone nero milleusi tagliato a jeans
1 tailleur grigio-azzurro
2 t-shirts
1 borsa di stoffa blu con manici in pelle

budget: sotto controllo. So ancora fiutare gli affari.

...e ancora non sono soddisfatta, è solo l'inizio.


24 marzo, 2010

Sollievo


Il cuore è pesante.

Poi un giro di email.

Un po'chiacchiere con un'amica.

Qualche peso se ne va ed è tutto più semplice.



22 marzo, 2010

Giornate difficili

Capitano giornate, oltre tutto di lunedì, in cui il mondo ti mette proprio alla prova.

Il tempo brutto, che nel secondo giorno di primavera non si decide a mettersi al bello
Il lavoro, sempre più pesante e lontano da me
I pensieri che non danno tregua
Una potenziale inquilina rompipalle che denigra la tua casetta

Tutto si sopporta.

Ma non il marito di una delle più care amiche che mette in discussione la tua amicizia.
Eh no. Conviene che tu non ti faccia vedere per un po', altrimenti ti incenerisco, mio caro. Tu semini zizzania, tu insinui che a me non ne freghi niente di tua moglie? Beh, la prima cosa che mi viene in mente da dire è "Da che pulpito...".

Stammi alla larga, che è meglio.

Vorrei


A volte vorrei avere una mente brillante, vorrei aver conseguito una laurea prestigiosa, avere un posto di lavoro di alto livello. Magari qualcosa di scientifico, che è un mondo distantissimo da me, qualcosa che regali grandi soddisfazioni.
A volte vorrei avere un talento, un talento qualsiasi, magari artistico: vorrei saper dipingere, o cantare, o scrivere, o suonare uno strumento. Esprimermi con queste arti.

Invece ho fatto studi normali, o preso una laurea normale con un voto normale, faccio un lavoro più che mai mediocre e i libri li leggo e basta, così come la musica, so soltanto ascoltarla. Non parliamo nemmeno della pittura!

A volte mi chiedo: sono un essere mediocre? Senza un talento, senza un cervello brillante?

Però riflettendoci mi dico: l'emozione, la gioia, l'esaltazione, il sentimento che mi suscitano certi brani, certi testi e certi attimi della mia attività di traduttrice non pagata, non sono un dono importantissimo? La sensibillità per poter fruire di queste gioie, non è di per sè un talento?

Non lo so. Se sì, quello non mi manca.

19 marzo, 2010

Pensiero del giorno


Every day may not be good...

but there's something good in every day.

15 marzo, 2010

Formula 1


Vengo da una famiglia dove si è sempre seguito molto la Formula 1. Mio padre è appassionato di motori, tutto ciò che ha un motore lo affascina (anche il minipimer) e perciò tutte le gare di qualsiasi cosa fosse "a motore", a casa mia veniva seguita in televisione. Ovviamente, la regina di queste competizioni è la Formula 1. Ricordo benissimo gli occhi lucidi di mio papà quando morì Villeneuve padre, ricordo gli anni e anni di sofferenza in cui la Rossa arrancava a metà classifica. Ricordo i passi avanti e la gloriosa epoca d'oro firmata Schumarcher. Poi ricordo il post-Schumi, nel bene e nel male. E lo scorso anno, l'anno nero.

Ma ieri è stato tutto perfetto. Tutto è andato per il meglio, doppietta Ferrari, gara dominata, Alonso all'esordio che sale sul gradino più alto con Massa lì a fianco. C'era anche Hamilton sul terzo gradino, ma non se n'è accorto nessuno, in quella giornata perfetta.
L'unica nota amara, Schumacher con altra tuta, non rossa, che rosicchia un sesto posto.

Ne avevi davvero bisogno, Michael?