30 gennaio, 2010

Lo dico sempre...

...che sono un'acrobata, che forse ognuno di noi lo è, nella vita di ogni giorno, cercando un difficile equilibrio che soddisfi noi, ma anche chi ci sta vicino.

Ieri sera, a letto, stavo leggendo un libro e guarda un po' in che frase mi imbatto:

"(...) A funambolist. One who walks on tightropes".
Like all of us, she thought. In the final  analysis.


Appunto.

27 gennaio, 2010

Niente da dire

DSC02681Questo è ciò che si vede oggi, dalle finestre di quella che fu la casa di Anna Frank.
Non posso fare a meno di pensare, in questi giorni particolarmente, a quale fosse la vista offerta ad Anna da queste finestre negli anni della persecuzione. Sempre ammesso che potesse dare una sbirciatina fuori, ogni tanto.

22 gennaio, 2010

Poche cose

Poche cose al mondo hanno il potere di "lavarti dall'interno", di portare via da te i dispiaceri. Ben poche cose al mondo riescono a staccare da te ogni residuo, ogni scheggia, ogni macchia rimasta di amarezza, delusione, sconforto. Poche cose hanno il potere di farti rinascere, cellula per cellula, anche in una grigia, gelida mattinata come questa.

Poche cose hanno il rigenerante effetto della musica sulle nostre menti schiacciate dalle piccole difficoltà di ogni giorno.





All winter
We got carried
Away over on the rooftops just get merry
All summer we just hurry
So come over just be patient and don’t worry
So come over just be patient and don’t worry

So come over just be patient and don’t worry
So come over just be patient and don’t worry

So come over just be patient and don’t worry

And don’t worry…

....

No I don't want to battle from the year to end
I don't want to cycle and recycle revenge
I don't want to follow death and all of his friends...

Momenti di gloria

Giovedì 21 gennaio 2010

Collega: "Elizabeth, tu che sei donna di cultura, conosci un poeta che si chiama John Donne?" (detto com'è scritto)

Elizabeth: "Certo cara, poeta metafisico ingelse del '600, uno dei miei preferiti!"

Collega: "Ah, lo sapevo! Quante ne sai...sto leggendo un libro che ne cita alcuni passi e mi sono appassionata, è fichissimo! Non hai qualche libro da prestarmi?"

Elizabeth: "Sicuro, domani te lo porto, ma me lo devi trattare come un essere vivente perchè ci tengo tantissimo e ha le pagine sottili come l'elenco telefonico"

Collega: "Si si, te lo prometto" - intanto ravana in Google - "Ah, ma è quello di No man is an island...! Cavolo Elizabeth, è bellissimo, portami il libro!".

E stamattina gliel'ho portato, un po' timorosa, come se dovessi lasciare mio figlio all'asilo il primo giorno, ma felice, perchè qualcun'altro sarà rapito dalla bellezza di The Sun Rising e degli Holy Sonnets.

18 gennaio, 2010

Vorrei....

...almeno per una volta, non essere io quella che deve rendere conto. A mezzo mondo. Quella a cui il telefono squilla e vengono poste domande inquisitorie. Quella che settimanalmente (o quasi) viene interrogata. Quella a cui, sempre settimanalmente, controllano il livello di attività.

Basta, mi avete rotto, voi tutti, proprio TUTTI, che ogni giorno, venite da me a batter cassa.

Vorrei, almeno per un giorno, essere io a venire da voi a chiedervi conto di che cavolo state facendo, SE state facendo qualcosa.

Ci riuscirò?

"Dovrei imparare a concentrarmi di più su quello che ho, invece di continuare a crucciarmi per ciò che non riesco ad avere".

Gira male

Sono tornata già da una settimana. Dieci giorni in montagna possono fare miracoli, almeno così credevo. A dir la verità sono stata molto bene, mi sono rilassata, ho spento il cervello, ho letto molto, ho tradotto, ho fatto sudoku, passeggiate, mangiate...totale relax, con chiusura sotto una pesante nevicata.
La settimana scorsa sono rimasta in uno stato quasi di irrealtà: ero a casa, tutto era ricominciato secondo i soliti ritmi, ma mi sembrava di essere in una specie di dimensione parallela. E va beh.
Questa mattina, lunedì, la sveglia che suona e zac! il duro contatto con l'amara verità, di nuovo quel peso sul cuore che solo io posso portare, di nuovo quel senso di incapacità che nessuno sembra capire, di nuovo quel pensiero "non-riesco-proprio-a-combinare-niente-di-buono" che è tanto deleterio quanto sbagliato, di nuovo quella tristezza che mi assale come una belva, per le aspettative deluse.
Alzo la tapparella, c'è una nebbia da far paura e se è così in città, chissà fuori com'è. Procedo: doccia, colazione, vestizione...sto per mettermi le scarpe e...una calza rotta! E no, allora qui c'è proprio qualcosa che gira male.