28 marzo, 2014

Ma chi l'ha detto?

Ma chi l'ha detto che le donne sono complicate?

Un kindle pieno di tante pagine nuove da scoprire
La prospettiva di un sabato sera con amici e buon cibo
Una giornata di sole
Due profumi nuovi, buonissimi ed economici
La figlia che ti dice: "Mamma sei la mia migliore amica"
La consapevolezza di aver superato te stessa con l'ultima crostata
Aver esplorato la via dei secondi piatti con delle polpette di manzo che neanche Bastianich avrebbe osato criticare
La prospettiva di un imminente weekend al mare
La grigliatona di Pasqua in montagna che si avvicina
Avere la certezza che presto o tardi, l'ospedale ti DEVE chiamare e che quindi, STARAI BENE.

Ci vuol tanto a rendere felice una fanciulla?




22 marzo, 2014

La ricerca della normalità

Il sabato mattina noi abbiamo la piscina, acquaticità mamma-bimba.

Del momento piscina ho già parlato, dello sbatti di dover essere sempre accettabili a livello peli, della
rottura di scatole di far stare i capelli lunghi nella cuffia, nell'impresa epica di lavare una bambina incarognita perchè vorrebbe restare a mollo invece di andare a casa....insomma, sapete tutto.

Per la mamma-con-ernia-al-disco, tutto ciò viene condito da dolori vari misti assortiti, che fino a qualche settimana fa venivano messi a tacere a colpi di paracetamolo, ma ad oggi, il paracetamolo...come dire, ci fa un baffo. Per esser fini.

Quindi capite bene che il sabato mattina non mi sveglio dell'umore migliore del mondo, contrariamente all'italiano medio.

Ma ci si prova, ce la metto tutta. Ce la metto tutta nel tentare di vivere normalmente, nel cercare di non farmi amputare la vita da questa grandissima menata che mi ritrovo in L5 S1, anche se ciò significa puntare la sveglia anche di sabato, depilarsi in posizioni che neanche saprei raccontarvi, saltare come un grillo per non urlare dal male di fronte alla Ballerina e ingerire litri di caffè per resistere sveglia di pomeriggio, quando la stanchezza piomba addosso come un elefantino rosa.

Già, il pomeriggio post piscina. E post doccia. E post pranzo.

Una volta (l'anno scorso) la Ballerina dopo la piscina di pomeriggio, si sparava dei sonnellini che potevano toccare il picco delle tre ore.

Adesso niente. Niente. Zero.

Noi siamo morti, per motivi diversi, ma siamo morti.

Ci piazziamo sul divano e ci si chiudono gli occhi, ci addormentiamo mentre leggiamo, facciamo puzzle e/o raccontiamo favole. E lei nulla: dopo aver pranzato ha ripristinato le riserve energetiche e chi la ferma più.

Oggi era brutto, nuvoloso, ventoso e grigio. Che si fa? Muoriamo sul divano lasciando la figlia allo stato brado o cerchiamo qualcosa da fare tutti insieme? Ovvio che scegliamo la seconda strada.

Abbiamo optato per un festival della birra artigianale che si tiene durante questo weekend qui in città. Rigorosamente al chiuso.

Ci andiamo verso le 5, con l'intento di vedere qualche stand, far fare merenda alla pargola e magari scolarci una birra.
La situazione è subito chiara: a quell'ora ci sono solo semialcolizzati, addetti ai lavori e...coppie con bambini piccoli. Il festival è ben lontano dall'essere al suo meglio, i gruppi provano, accordano gli strumenti e gli addetti agli stand chiacchierano amabilmente e organizzano il lavoro in previsione della serata.
Poi arriviamo noi, facciamo il giro, prendiamo un gelato per LEI e due birre per noi.
Finite le birre penso che si è già fatto tardi, dobbiamo andare a casa per poter cenare ad un orario che permetta alla piccola di andare a nanna presto perchè è stanca, si vede e poi io ho male alla schiena, tutto sommato sono stanca anch'io, anche se faccio buon viso e poi a dirla tutta, dopo una media bionda, una buona ma normalissima media bionda, sono mezza sbronza.
Già, io, proprio io. La stessa che una volta ha retto nove (NOVE, 9) pinte di Guinness senza  morire nè vomitare. Sono mezza sbronza dopo una media bionda. E zoppico vistosamente.

Ci avviamo verso l'auto e io immagino quando, verso le 10 di sera, quel posto diventarà un pullulare di bicchieri, di baci, di musica e di brindisi. Ma scaccio subito questo pensiero, prima di poter anche solo pensare "che invidia".


PS. per la cronaca, sto ancora aspettando la data dell'intervento. Sono alla frutta.

17 marzo, 2014

E' arrivata la bella stagione

E' sempre così. IO sono così: una stramaledetta altalena in balia del vento.

Dopo i primi giorni di riposo dal lavoro, che mi hanno ristorata a livello fisico, ma ammettiamolo, soprattutto mentale, adesso la musica comincia a cambiare.

Fuori è scoppiata la primavera.
Ciuffi di fiori colorati e spavaldi, cielo azzurro, aria tiepida e vellutata, i bambini giocano nel cortile della scuola, riappaiono i motorini, gli occhiali da sole, gli hot pants, la gente pubblica foto fantastiche sui social networks e urge il cambio dell'armadio.

E a me, da vera donna mediocre, basta questo per ributtarmi nel mio stato preferito e seminaturale: l'ansia.

Eh già, il clima è così piacevole, si potrebbero fare tante cose, peccato che io non riesca a stare in auto (quindi niente viaggi oltre i 10 minuti), non riesca a camminare troppo o la schiena reclama (quindi niente passeggiate), non riesca a star seduta oltre i 3 minuti (quindi niente pranzetti fuori porta).

E poi, ma mi sono vista in faccia?
Sono bianca come uno straccio, ho delle occhiaie da competizione (il dolore mi fa dormire poco e male) e fisicamente sono appesantita da questa forzata inattività.

Insomma, è arrivata la bella stagione. Per gli altri.

Mettiamoci poi un Darcy spompato e rosicchiato dal lavoro, a cui lui dà dà dà dà dà e non riceve. O meglio, riceve come uno che dà una volta e basta, ma non va bene. Io mi arrabbio per questa cosa, nel vederlo vestire i panni di don Chisciotte, nel vedere quanto stia accumulando stanchezza e tensione.
Senza contare che dal mese prossimo tutta l'economia famigliare graverà sulle sue spalle in quanto unico portatore (non molto sano...) di stipendio.
Sensi di colpa io? Volete scherzare? Ahahaha. Meglio ridere per non piangere.

Mettiamoci poi una splendida Ballerina che, percependo che la mamma non sta bene, mi si appiccica come una cozza, pretendendo da me di tutto e di più, ma soprattutto TUTTE LE SACROSANTE COSE NORMALI che fa una mamma con la sua bimba. Peccato che la sua mamma abbia un'ernia del disco che la rende una mezza invalida, che non le permette di giocare, rincorrerla, saltare, fare la lotta sul lettone e prenderla in braccio.

Oltre a tutto ciò, la fatica mostruosa di stare al pc: posso mica scrivere da sdraiata?? In verità in questo momento ci sto provando!

06 marzo, 2014

Piccolo grande sogno

Cara nonna, questa è la lettera che non ti leggerò mai, perchè penso che entrambe piangeremmo dalla prima all'ultima riga e non va bene, soprattutto per me, perchè come faccio a leggere mentre piango?

Te la scrivo qui perchè sento, come al solito, il bisogno di mettere nero su bianco certe parole che girano senza meta tra le mie orecchie senza trovare una precisa collocazione.
Te la scrivo perchè oggi sono a casa da sola e miracolosamente ora riesco a star seduta per qualche minuto in più di ieri.
Te la scrivo perchè in questo momento sono qui in casa, col sole fuori e la musica dentro, con le auricolari sparate a mille come una ragazzina (so che i miei timpani un giorno mi presenteranno il conto, ma meglio sorda che non godersi certe emozioni).
Te la scrivo perchè adesso le sensazioni sono fresche e domani chissà come saranno.

Oggi sono stata a casa tua con l'architetto. Abbiamo preso misure, fatto ipotesi, fatto conti, disegnato mobili nell'aria, constatato quanto sia bella, la tua casa, ma anche quanto necessiti di essere sistemata.

Per me è stato il solito turbine di sentimenti: ricordi bellissimi, fatti di calore, di protezione, di sonni sereni, di ottime cene, di giochi in camera della mamma, di Happy Days prima di cena e rigorosamente di Tg1 durante, fatti di profumo di minestra buona e di friciulin di riso. Fatti di te con il grambiule perennemente addosso e il centimetro al collo, fatti del nonno che legge sul divano, sempre lì, sempre uguale.


Ti prometto nonna che i tubi a vista spariranno, che l'impianto elettrico verrà rifatto, che i pavimenti brutti verranno sostituiti, che il bagno e la cucina saranno moderni, funzionali e spaziosi.
Ti prometto che la sala diventerà enorme senza più quel tavolone inutile, ti prometto che le tende saranno chiare e leggere, che le porte e gli infissi saranno bianchi, ti prometto che non toccheremo il tuo ampio ingresso.
Ti prometto che ci saranno pochi mobili essenziali, ti prometto che non ci saranno tappeti, che tutto splenderà e profumerà di nuovo e soprattutto, ti prometto che ci sarà luce, ci sarà luce dappertutto.

Così potrai ammirla un pochino anche tu, per quando ti sarà possibile.
Perchè sai io nutro un piccolo grande sogno: portarti a vederla, quando i lavori saranno finiti.
Ci vieni vero?

04 marzo, 2014

Riflessioni personali e tecnologiche

Scrivo poco, lo so. E' per il fatto che non riesco a stare seduta a lungo e scrivere da sdraiata...faccio una gran fatica.

Eppure in questi giorni grigi e piovosi, ero qui sul divano che osservavo le gocce di pioggia scivolare sui vetri delle mie finestre e sentivo gli uccellini cantare. Fuori era il trionfo del grigiore: cielo coperto di nuvole cariche d'acqua, alberi ancora spogli, asfalto lucido e bagnato, pozzanghere che riflettevano il pallore del cielo, terra umida e scura. Eppure gli uccellini non si perdevano d'animo e cantavano.
Loro sanno che sta arrivando la primavera e non gliene importa nulla se piove, se fa ancora freddo, se il sole si fa desiderare e se i rami degli alberi sono ancora nudi.
Loro cantano.

Così faccio io. Più o meno. Senza cantare davvero, eh.
Nonostante la mia inattività fisica, comunque sento che mi sto muovendo, che sto facendo qualcosa. Non so bene cosa, è più un fermento interiore che un vero e proprio fare. Sogno, penso, rifletto, sogno di nuovo...Ho comprato la guida della Bretagna e ho deciso che sarà la meta di una mini vacanza estiva.
Ho comprato gli ingredienti per sperimentare torte nuove. Ho fatto ordine tra le mie cose.

Questo stato di salute un po' così mi sta facendo fare ordine anche tra le amicizie...poco da stupirsi, in verità.
Certi messaggi, certe chiamate, aprono il cuore e rendono le giornate leggere.
Certi silenzi, dicono soltanto ciò che si sa già.

Tutto questo mi ha portato anche ad una riflessione tecnologico-sociale: l'email, sta diventando uno strumento obsoleto, fuori dai contesti lavorativi? Mi spiego. Io sono qua confinata a casa e ricevo sms, messaggi privati su facebook, messaggi su skype, messaggi su whatsapp, i vostri commenti sul blog, ma pochissime email.
Al di là dell'uso che ne facevo per lavoro, ormai mi rendo conto che privatamente utilizzo la posta elettronica per usi specifici come controllare ordini online, ricevere aggiornamenti vari, attivare registrazioni a siti, ma sta un po' sparendo l'uso della "lettera" all'amica, sostituita dai strumenti più veloci, immediati, sintetici e forse, un po' meno adatti all'espressione dei sentimenti.

Avete anche voi questa sensazione?

Scusate la divagazione, ma in un'altra vita ho studiato comunicazioni sociali e certe cose ti restano appiccate addosso e poi riemergono. Soprattutto quando si è quasi confinati in casa.