30 novembre, 2007

Musiche al telefono

Svolgendo un'attività prettamente telefonica, mi capita spesso di essere "messa in attesa" quando chiamo quei simpaticoni dei miei clienti. Le musiche di attesa sono tante e variegate, in particolare ricordo

People have the power di Patti Smith
Un pezzo di Herbie Hancock di cui non ricordo il titolo
Maria dei Blondie
Orinoco Flow di Enya
Moonlight Shadow di Mike Oldfield
Every breath you take dei Police
Torn di Natalie Imbruglia

e molte altre musiche d'atmosfera.

Ma ieri, un mio collega fatto attendere in linea si è ritrovato nelle orecchie VIVO PER LEI degli ORO cantanta da GIORGIA E ANDREA BOCELLI.

Gran belle voci, canzone che può piacere, ma santo cielo...


Venerdì...

Quest'ultima settimana di novembre volge al termine. Per me è una buona notizia, perchè lavorativamente parlando si chiude un trimestre andato bene, nonostante la mia frustrazione (ma ormai quella fa parte del mio ruolo qui dentro).
Sono stancuccia, sono stata di corsa tutta la settimana, non sono nemmeno riuscita a preparare un cena decente in certi casi (tipo ieri,), tant'è che negli ultimi otto giorni ho abusato di pizza (gioia del palato, supplizio del girovita). Però bisogna ammettere che siamo stati estremamente "operativi", sistemando la questione fotografo (ammazza che salasso, anche se dilazionato!) e rappresentante di scale.

Stasera voglio uscire presto e andare a casa a poltrire, prepararmi una cena veloce e aspettare Darcy per poltrire in stereo.
Domani mattina ore 10.30 appuntamento dal mobilificio per la cucina
Domani pomeriggio ore 15.30 appuntamento con Ila per investitura ufficiale della testimone e primo giro di shopping natalizio
Domenica pranzo a casa di Darcy
Domenica pomeriggio giro in monferrato alla scoperta di ristoranti per il Pranzo
Domenica ore 18.30 aperitivo con Simo e Giò
Domenica sera cena dai miei.

Sento che sarà un weekend riposante.

28 novembre, 2007

Acrobata


Un' acrobata non vola

ma cammina sempre sola
sul quel filo teso tra
la terra e il cielo...


Christmas mood

La città si anima, i negozi aperti di domenica, le decorazioni illuminano le strade, la musica esce dalle porte dei negozi, la gente spende un sacco di soldini, ma è felice perchè fa regali a chi vuole bene...
Insomma, sta arrivando il Natale.
Non sono una di quelle persone che lo odia perchè diventato simbolo del consumismo, cerco ancora di pensare a quello che rappresenta in realtà.

Il Natale però  mi piace soprattutto per i ricordi che evoca in me.

Ogni anno, quando ero bambina, i miei genitori organizzavano con i nostri amici una cena pre-natalizia con scambio di regali. Eravamo tre famiglie, a rotazione la cena si faceva a casa degli uni piuttosto che degli altri. Ricordo tutti i pacchetti messi in centro al soggiorno, sul tappeto, tutti mischiati, in modo che noi bambini dovessimo leggere tutti i bigliettini per trovare i nostri. Le mamme, elegantissime, cucinavano ogni ben di Dio, in particolare ricordo la crema al mascarpone da mettere sul panettone, gnam.
La tavola era apparecchiata con stoviglie di carta, rigorosamente natalizia, noi bambini mangiavamo con calma, senza troppa fretta di arrivare al momento di scartare i regali. Dopo il dolce, ci radunavamo tutti, genitori e figli, attorno ai pacchetti e poi partiva la ricerca, ognuno cercava i propri regali. Vìcino a noi, ricordo un grande e bellissimo albero di Natale e un altrettanto bel Presepe. Forse i grandi si divertivano ancor più di noi piccoli.


Questa tradizione continua ancora oggi. Da diversi anni non ci scambiamo più i regali (non sapremmo più che pesci pigliare!) e da un paio d'anni la cena si fa al ristorante, perchè le mamme non hanno più tanta voglia di cucinare. La cosa bella però è che adesso noi figli siamo tutti intorno a trent'anni (a parte un giovanotto di 23) eppure, immancabilmente, a Natale ci ritroviamo insieme con i nostri genitori per tenere viva questa tradizione. Io non ho una famiglia numerosa e loro, pur non essendo parenti, ne fanno parte a tutti gli effetti.

27 novembre, 2007

Wedding plans

Ho capito che l'importante è non farsi prendere dall'ansia, non ascoltare tutti quelli che ti mettono fretta, che ti dicono che sei già in ritardo, che non sai a ciò che stai andando incontro, perchè loro ci sono già passati (manco fosse un percorso di guerra). Non dar retta a quelli che campano in aria previsioni di spesa assurde, fuori da ogni logica. Fare orecchie da mercante di fronte a chi dice che non avrai più tempo per nient'altro, che tutto il tuo tempo libero sarà assorbito da questo pensiero fisso, che ogni volta che crederai di aver sistemato tutto, salterà fuori qualcosa che non avevi preventivato e che sconvolgerà la tua fugace tranquillità.

Ma che palle, cazzarola.
Stiamo entrando nell'ordine delle idee che ci sposiamo da una settimana e devo dire che per adesso, ci stiamo divertendo un mondo! Solo pensare a come posizionare gli invitati nei tavoli, in modo che chi si non si prende tanto non sia vicino...fa già sorridere. La cosa che più mi sconvolge è che bisogna prenotare il ristorante un anno prima. UN ANNO. Roba da matti. E il fotografo? Ci ha detto che ci è andata di lusso perchè ha già tutta l'agenda piena fino a NATALE 2008. Ma neanche la regina d'Inghilterra è così impegnata. Sarà, ma a me tutte 'ste cose, invece che mettermi ansia, mi fanno proprio ridere: alla fin fine dev'essere una festa, mica un'happining mondano. E poi sono allenata. Con i sei a cui ho partecipato nel 2007, possibile che non arriverò più che preparata al mio??

26 novembre, 2007

Essere e avere

Mi stavo guardando intorno e ho notato che


chi più ha idee piccole, più alza la voce
chi più è debole fa il forte con i deboli, ma è debole con i forti
chi parla più spesso di sè, meno ha da dire agli altri
chi più ostenta ciò che ha, meno è


Si lo so, non ho fatto una grande scoperta. Ma la consapevolezza è amara...

23 novembre, 2007

Torcicollo

Da piccola sono caduta rovinosamente nella vasca da bagno. Ero in Germania, per un gitino pasquale insieme ai miei ed alcuni amici, avevo 8 anni. Ci stavamo preparando per la visita al castello di Ludwig, quello che si vede sempre sui puzzle, nei documentari, quello bianco con le torrette a punta che sembra proprio il castello delle fate.
Ecco, io quella mattina del 1984 l'ho visitato, dentro e fuori, ma non ricordo assolutamente niente, perchè non riuscivo a guardare niente! Con il collo dolorante  e completamente bloccato in una posizione assurda, per me è stato impossibile ammirare le torrette, le sale, i giardini...niente.
Tutto perchè, facendo il bagno la sera prima, ero ruzzolata nella vasca battendo la testa piuttosto forte.

Da allora sono soggetta al torcicollo, mi viene molto spesso, purtroppo.
Stamattina quando mi sono alzata stavo benissimo: ho fatto caffè, la doccia, il letto...poi mi sono infilata i jeans e ho messo la cintura: da quell'istante sono completamente bloccata, con una fitta lancinante che va dal collo alla scapola sinistra. Ho preso una pastiglia che spero sarà miracolosa. In caso contrario, tra breve la mia giornata lavorativa terminrà, tanto non riesco nemmeno a star qui seduta a battere i tasti del pc.

Thanks God it's Friday.

19 novembre, 2007

Stagioni

Sarò strana, ma non ho mai capito chi va a fare le vacanze in luogo caldo quando qui è inverno. A ben pensarci non capisco chi vorrebbe che fosse SEMPRE estate. Va bene, io patisco il caldo, quindi non sarò mai la fan numero uno di tale stagione, ma nonostante ciò l'estate mi piace. E come se mi piace.
Quello che sento però, è che il mio organismo ama il susseguirsi delle stagioni: dopo l'inverno, verso febbraio, mi stanco del freddo, aspetto con ansia la primavera e dopo ancora, voglio che arrivi il caldo estivo (anche se, potendo, mi piacerebbe tanto evitare l'afa soffocante che spesso attanaglia questa zona).
Nello stesso modo, alla fine dell'estate, ne ho le scatole piene del caldo, il mio fisico ha bisogno di un po' d'aria fresca. Così, capisco che ho voglia di mettere maglioni, cappotti, cappelli...Credo che ben poche persone comprendano questo punto di vista perchè, come ho scritto prima, sto notando che la tendenza attuale è quella di cercare l'estate nell'inverno. L'inverno non lo vuole nessuno, perchè è freddo e grigio, perchè è triste e interminabile.
Invece io lo aspetto, in questa stagione mi godo l'aria frizzante, quella che ti fa venire il naso rosso; tutta contenta metto i miei adorati cappelli, mi faccio su intorno al collo sciarpone giganti, rispolvero i miei guanti e le calze spesse. Certo, non è il massimo della praticità essere bardati in quel modo però ci vuole, almeno, PER ME ci vuole. Penso che avrei un tracollo se domani dovessi ritrovarmi in un qualsiasi luogo con 30°. Adesso mi piace respirare l'aria che comincia a profumare di neve, di Natale, di feste, mi piace andare in montagna e vedere che le vette sono imbiancate, sentire l'aria che sa di legna bruciata nei camini, mangiare le castagne, mi piace vedere le foglie degli alberi che ingialliscono e poi di punto in bianco cadono, formando un insidioso tappeto sui viali.
Forse sono un'abitudinaria, ma mi rendo conto che con la stessa intensità aspetto l'arrivo di ogni stagione, anche dell'inveno.

Vercelli

Nella mia piccola città non capitava quasi mai niente di interessante. Sebbene si trattasse di un capoluogo di provincia, non c'erano iniziative, di nessun tipo. Ho sempre pensato che il centro storico fosse poco valorizzato, anzi, per niente e che la città avrebbe meritato un po' più di attenzione a livello turistico.
Poi qualche anno fa è iniziato un processo di ristrutturazione delle vecchie case del centro che l'ha reso accogliente e colorato. Le piazze e le vie della zona pedonale si sono rifatte il trucco ed ora hanno tutt'altro aspetto. Comincio a pensare che qualcosa sia cambiato quando noto pulman di turisti nella piazza della stazione, ogni domenica ce ne sono diversi: finalmente è partita una piccola spinta turistica. Poi ascolto i miei tanti colleghi del sud elogiare la mia città: si vive bene, non c'è criminalità, il centro è proprio bello, ci sono un paio di musei di gran pregio e un sacco di splendide chiese e palazzi.
Peccato che a fronte di una maggioranza che la pensa così, un'agguerrita minoranza di colleghi non del posto si ostinasse a criticare questa città: è brutta, triste, morta, non c'è NIENTE di interessante, NIENTE di bello, non c'è il mare (che scoperta), è in mezzo al nulla, ci sono le zanzare (che palle!), non ci sono locali, tanto parlare per "un paio di chiese", bla bla bla. A queste persone Vercelli sta dando da mangiare da diversi anni, eppure, il sentimento verso il luogo che ha dato loro un lavoro e una casa, è quello che ho appena descritto. Mi viene da dire loro due cose.
Primo. Perchè restate? Se vivere qui è tanto infame e qui siete lontani dalle vostre famiglie e non siete riusciti a farvi degli amici (ammetto che questo non sia del tutto semplice), cercate un nuovo lavoro, vicino a casa vostra, o in una grande città e trasferitevi. Qualcuno vi costringe a restare? Non mi sembra. Certo, qui ci lavorate. Ma avete esperienza, un buon cv, siete persone che si sanno vendere...allora vendete voi stessi e cambiate aria. E poi quest'azienda ha anche una sede nella capitale.
Secondo: come la mettiamo con il Guggenheim? Anche quello è "NIENTE"? San Marco restaurata è "NIENTE" come pure tutto ciò che di interessante c'è da vedere qui?

16 novembre, 2007

E poi mi frulla in testa...

...l'idea che non mi è piaciuta tanto la conversazione telefonica avuta oggi con un'amica.

Un'amica a cui tengo tantissimo, perchè mi ha aiutata quando ho affrontato un lavoro nuovo, ma soprattutto perchè mi è stata vicina quando ero nelle sabbie mobili, quando ero un po' negativa, pessimista, disfattista. Mi ha aiutata ad aprire gli occhi e mi ha fatto vedere quanto c'era di prezioso e importante intorno a me. Per queste ragioni le sarò sempre riconoscente.

Ma ultimamente ci frequentiamo poco. Vederla è diventata un'impresa, è sempre così impegnata...per carità, lo capisco, ha le sue ragioni.

Oggi l'ho chiamata, era parecchio che non parlavamo, anche al telefono. E l'ho sentita un po' distante. Magari sono io che ho avuto questa impressione e forse sbaglio...ma non so perchè, non riesco a mandare via quella sensazione di distacco che mi ha trasmesso...

Uff

Soffoco

Sono le 17.29 e tra poco uscirò all'aria aperta.

Mi sento le gambe pesanti,
gli occhi che si chiudono,
la testa vuota,
il fiato corto...
insomma, non sto per niente bene.

Alle 18.15 abbiamo appuntamento dall'architetto, persona di infinita gentilezza, ma un po' chiacchierone...e io non ho più voglia di stare al chiuso, per oggi. Sto male al solo pensiero che ci trattenga a lungo nel suo piccolo studio. Mi viene la nausea...

Vorrei poter uscire e camminare, camminare lungo le strade respirando a fondo l'aria fredda, pungente che c'è qui negli ultimi giorni. Arrivare fino alla stazione, poi girare verso la piazza del Duomo, passargli accanto e tornare verso casa. Rinata, rinfrescata, come se potessi lavarmi di dosso questa orribile sensazione di soffocamento.

Mi gira la testa e mi si sta ribaltando lo stomaco...Ma quando arrivano le 6?

Sento il bisogno di ARIA....Soffoco....

15 novembre, 2007

Lui l'aveva già detto

E' quello che penso tutte le volte che rifletto sulla natura umana. Infatti, se piace tanto osservare, è altrettanto vero che mi piace tantissimo anche rilfettere sulle parole che le persone usano e sui loro comportamenti.
Domenica pomeriggio ho rivisto con vero piacere una coppia di amici che non vedevo da tanto tempo. Siamo andati a casa loro, ci hanno mostrato la loro villetta a schiera, ci hanno raccontato gli sforzi fatti per arredarla, i problemi affrontati con il lavoro...ma ci hanno anche parlato di come siano ansiosi di rivedersi la sera, quando tornano a casa, di come si diano una mano a vicenda a gestire una casa così grande, di come non siano stati così felici come da quando si sono sposati. Allora ho pensato a quant'era forte, bello, indistruttibile, ciò che li unisce da tredici anni. E mi sono venute in mente delle immagini molto romantiche...poi ho capito che non erano mie, quelle immaagini, ma arrivavano dai ricordi di qualcosa che avevo già letto. Qualcosa che il bardo aveva già scritto, prima di tutti.





Sonnett 116



Let me not to the marriage of true minds
Admit impediments, love is not love
Which alters when it alteration finds,
Or bends with the remover to remove.
O no, it is an ever-fixed mark
That looks on tempests and is never shaken;
It is the star to every wand'ring bark,
Whose worth's unknown, although his height be taken.
Love's not Time's fool, though rosy lips and cheeks
Within his bending sickle's compass come,
Love alters not with his brief hours and weeks,
But bears it out even to the edge of doom:
If this be error and upon me proved,
I never writ, nor no man ever loved.



14 novembre, 2007

Osservo

Mi piace osservare la gente. Quando esco per la pausa pranzo, metto nelle orecchie gli mp3 e mi guardo intorno: persone in bici, persone a piedi, persone che vanno a casa a pranzo, altre invece che fanno gruppo coi colleghi e affollano i bar del centro.
Mi piace osservare la gente anche alla sera, quando esco dall'ufficio e prima di andare a casa e mi concedo una passeggiata. Gruppetti di adolescenti fatti con lo stampino che scorrazzano e rumoreggiano, coppiette che passeggiano abbracciate strette strette, mamme e figlie in preda a raptus da shopping compulsivo, persone anziane che trascinano a fatica un sacchetto della spesa.
Mi piace pensare a queste persone che incrocio solo per pochi istanti. Mi domando come sia la loro vita, cosa stiano pensando, cosa si stiano apprenstando a fare, dove stiano andando. E immagino tutto quello che può ruotare attorno a quelle persone.
La stessa cosa mi capita quando prendo il treno per tornare a casa da Milano, la sera. Guardo fuori dai finestrini e vedo le luci accese dentro gli appartamenti; intravedo lampadari, pensili, armadi, televisioni...e mi domando chissà chi abita là, oppure laggiù...
Non so perchè, ma a questo passatempo non riesco proprio a rinunciare.

12 novembre, 2007

Sabato scorso

E' il 10 novembre, è un bellissimo sabato autunnale.
Alle 11.30 i miei passano a raccogliermi, io scendo, ma dopo pochi minuti mi accorgo che ho dimenticato il cellulare a casa. Torniamo indietro, corro sui 3 piani di scale e torno giù col telefonino in mano. La mamma si sta già agitando, forse teme che arriveremo in ritardo. L'appuntamento è al Santuario di Oropa all'una, alla fontana, davanti alla chiesa vecchia. Attraversiamo l'assurdo traffico della mia città e ci dirigiamo verso la famigerata Trossi, strada che porta a destinazione. Questa strada negli ultimi tempi è piena di rilevatori di velocità, quindi il papà va proprio pianino. La giornata è spettacolare, c'è un sole splendente, l'aria è limpida tanto che il Santuario di vede distintamente dalla pianura. Giunti lassù, parcheggiamo e finalmente riuniamo il gruppo: Darcy e genitori sono già là, davanti alla chiesa vecchia. Tutti quanti ci domandiamo come sia possibile trovare una giornata così soleggiata e mite nel profondo piemonte a 1200 mt. il 10 di novembre. Ogni giorno ci offre qualcosa di cui stupirci.
E' ora di pranzo: entriamo al ristorante e per mia grande gioia vedo che ci hanno riservato un tavolo lungo il corridoio con le grandi vetrate, in quel momento particolarmente luminoso e riscaldato dal sole. Partiamo con le portate: antipasti misti caldi piemontesi, agnolotti di fonduta al brasato, polenta concia, bocconcini di cervo con polenta, bunet, caffè. Alla fine siamo tutti sazi, ma non troppo appensantiti. Decidiamo di fare una passeggiata nel Santuario, tanto per far finta di smaltire il pranzo. Andiamo fino all'erboristeria a comprare la liquirizia e poi scendiamo per recuperare le auto e far ritorno in città. Una volta arrivati, io e Darcy riprendiamo a passeggiare, lasciando mamme e papà a casa per un altro caffè e chissà quante chiacchiere.

Mi sono ritrovata a pensare che stare bene tutti insieme è una cosa assolutamente non banale.

09 novembre, 2007

Giornata memorabile


E' stata una settimana faticosissima...

Ma domani è sabato! e mi aspetta il Pranzo Di Famiglia.

A Oropa, a farsi rotondi di polenta.

Non so perchè, ma sento che sarà una giornata memorabile.


06 novembre, 2007

Punto di domanda

A volte mi chiedo se davvero sto percorrendo la strada giusta

in certi momenti mi sento persa, come se vagassi nel buio senza conoscere cosa c'è intorno a me

ultimamente mi capita più spesso

c'è stato un periodo in cui questa sensazione era una compagnia quotidiana

ma da un po' di tempo a questa parte, tutto si era fatto più chiaro, sembrava quasi scritto, indirizzato...

adesso mi sembra che tutto sia in discussione, incerto, nebuloso...

Una parte della mia vita poggia su solidi pilastri, quelli che mi danno sicurezza, serenità

Un'altra parte in questo momento, è un enorme punto di domanda...

Vivere di incrollabili certezze è sicuramente pericoloso, anche un po' stupido

ma anche le incertezze non fanno stare proprio tranquilli....

05 novembre, 2007

Oggi mi sento così...


THE FOOL ON THE HILL

Day after day,
Alone on the hill,
The man with the foolish grin is keeping perfectly still,
But nobody wants to know him,
They can see that he's just a fool,
And he never gives an answer,
But the fool on the hill
Sees the sun going down,
And the eyes in his head,
See the world spinning 'round.

Well on the way head in a cloud,
The man of a thousand voices is talking perfectly loud
But nobody ever hears him,
Or the sound he appears to make,
And he never seems to notice,
But the fool on the hill
Sees the sun going down,
And the eyes in his head,
See the world spinning 'round.

And nobody seems to like him
They can tell what he wants to do.
And he never shows his feelings,
But the fool on the hill
Sees the sun going down,
And the eyes in his head,
See the world spinning 'round.

woah ooh,
Round and round and round.

He never listens to them,
He knows that they're the fool
They don't like him,
The fool on the hill
Sees the sun going down,
And the eyes in his head,
See the world spinning 'round.

Rientro traumatico

E' quello che è toccato a me oggi. Stamattina alle dieci non ne potevo già più. Non ho avuto nemmeno il tempo di girare la pagina del calendario e accorgermi che siamo a novembre.
Tralascio tutte le brutture lavorative che ho affrontato oggi (meno male che ci sono i miei insostituibili compagni di team!), non ho neanche voglia di scriverle. Piuttosto, sono le 17.54, tra pochi minuti mi impongo di uscire, nonostante io abbia da fare per le prossime 36 ore. Credo che farò un giro qui in centro, respirerò forte forte l'aria autunnale, guarderò un po' di vetrine e farò una bella passeggiata. Sento di aver bisogno d'aria. A volte l'atmosfera qui dentro è davvero soffocante.