Stamattina sono arrivata in ufficio e sono subito andata al piano di sopra dove c'è un distributore di bottigliette d'acqua. Quando sono entrata nell'area break, sono stata investita da un forte odore di caffè stantio. Istantaneamente, quel profumo famigliare mi ha riportato alla mente luoghi, persone e sensazioni purtroppo ormai sepolti nella memoria. Ho ricordato, sette anni fa, i primi tempi in cui lavoravo per questa gloriosa azienda. Ero più giovane, ero entusiasta, ero ottimista, perchè questo lavoro mi sembrava la cosa più bella che mi potesse capitare. E forse all'epoca, lo era. Mi assumono e mi mandano in Irlanda a fare formazione. Negli uffici irlandesi, vivaci, cosmopoliti, giovani e pieni di vita, aleggiava sempre nell'aria quell'odore di caffè pessimo che i colleghi irlandaesi bevono rigorosamente in bicchieri di polistirolo. Ho pensato a come mi sentivo io in quel periodo, felice di poter visitare un paese che da molto tempo sognavo di vedere, elettrizzata all'idea della nuova esperienza lavorativa, orgogliosa di me stessa perchè mi sembrava di essere stata una grande a superare i colloqui e ottenere quel posto, frastornata dalla quantità di nuove amicizie di ogni parte del mondo che stavo facendo in pochi giorni. Avevo grande fiducia in tante persone, credevo in quello che stavo facendo, ne ero fiera. Poi, col tempo, la mia fiducia è stata tradita, non tutti gli amici si sono rivelati tali e la qualità del lavoro è andata lentamente degradando. Adesso è un quotidiano sopportare e cercare, in ogni cosa, di tirar comunque fuori il meglio che posso da ciò che mi viene chiesto.
Ma mi ha fatto molto, molto bene questa mattina, ricordare perchè sono qui e con quale spirito ho iniziato, grazie a quell'odore di caffè stantio che mi ha investita come un camion in corsa.
12 ottobre, 2010
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