Ci sono persone che entrano nella nostra vita solo per tirarci fuori dal fango e quando siamo salvi all'asciutto, si allontanano e provocano sofferenza, ma forse è così che dev'essere.
Ci sono persone che entrano nella nostra vita come caterpillar e la devastano al punto che i segni, sotto sotto, nel bene e nel male, saranno sempre visibili.
Ci sono persone che rimangono nella nostra vita per poco tempo e poi se ne vanno, ma si resta legati, indissolubilmente, da un filo sottile, resistente e trasparente, come la bava da pesca, e a tentare di spezzarlo, ci si fa solo un gran male alle mani.
Ci sono persone che sembra che escano dalla nostra vita, ma invece ci sono sempre, per quanto lontane, fisicamente o no, ci sono, emergono, nelle piccole cose, nelle situazioni più inaspettate, ci sono.
Ci sono persone che entrano nella nostra vita e ci restano, e basta, perchè diversamente non sarebbe possibile.
29 dicembre, 2011
24 dicembre, 2011
Buon Natale
Carissime amiche, scusate se ultimamente scrivo e comment poco, mi manca davvero il tempo.
Irrompo qui un attimo, solo per augurare Buon Natale a tutte voi, che gioite, condividete, soffrite, sorridete, vivete insieme a me.
Siete speciali.
Auguri!!!
Irrompo qui un attimo, solo per augurare Buon Natale a tutte voi, che gioite, condividete, soffrite, sorridete, vivete insieme a me.
Siete speciali.
Auguri!!!
16 dicembre, 2011
Outing
Basta girarci intorno.
Ho evitato questo post come la peste per mesi, ma adesso, non riesco a trattenere le dita. Sarà il mal di testa che è tornato più vivace che mai, sarà che il tempo vola e le energie pure...
Sta di fatto che
nonostante sia Natale, periodo dell'anno che adoro per gli enne motivi che già vi ho sciorinato nel post precedente;
nonostante mamma e papà si facciano in quattro per me pur avendo da accudire una ottantaseienne non più lucida e una novantunenne lucidissima ma che ahinoi sta diventando cieca;
nonostante mia suocera, seppur con un piede ancora convalescente da operazione non semplice, mi guardi ogni pomeriggio un'oretta la Ballerina;
nonostante mio suocero fornisca verdure di vario tipo evitandomi di comprarle e a volte, pure di cuocerle;
nonostante Darcy mia aiuti in casa caricando lavatrici, stendendo, lavando i piatti, cambiando le lenzuola e sa il cielo quante altre cose che ora non ricordo;
nonostante tutto ciò mi sento un totale e irrimediabile disastro.
La Ballerina è una bambina molto demanding (scusatemi, perdono, sono in ginocchio sui ceci per questo orrore di parola, ma il mio cervello vaga nella tachipirina e non mi viene un termine migliore!!!) quindi a volte nemmeno riesco a lavarmi i denti dopo colazione. La mattina farsi la doccia è un affare che richiede un'organizzazione degna di una caserma, idem cucinare qualcosa che non sia una minestra pronta Knorr. Non parliamo poi del riordinare casa, è impensabile.
Non appena lei non mi vede, mi chiama a suo modo, nel migliore dei casi, nel peggiore piange urlando così forte che mi spezza il cuore, ma anche i timpani.
Ha bisogno che ci sia sempre qualcuno con lei, è naturale, ha sei mesi! Qualcuno che le parli quando è tranquilla (raramente) sulla sdraietta, qualcuno che giochi con lei quando la piazziamo nella palestrina...
E poi come quasi tutti i bimbi, adora andare a spasso, quindi dato il clima della zona, mi sono armata di sacco imbottito per passeggino e tutone imbottito modello astronauta e la porto in giro Ogni Santo Giorno Due Volte Al Giorno: al mattino, dalle 10.30 a mezzogiorno e al pomeriggio, dalle 15 alle 16.30, quando rincasiamo per la merenda. Poi non si esce più perchè praticamente è notte.
Ecco, questo mio girovagare ha di positivo che ho quasi riconquistato la mia forma fisica pre-gravidanza. D'altro canto lascio la casa in condizioni tipo campo di battaglia e io stessa, dopo 6 mesi, comincio a trascinare le gambucce.
Chiarisco, non mi sto lamentando, amo fare la vita da mamma, l'ho sognata tanto e ora me la godo.
Ma non posso fare a meno di chiedermi come fanno le altre?
Quelle che sembrano sempre riposate, quelle che riescono anche a truccarsi come attrici, quelle che non hanno un capello fuori posto, quelle che riescono pure ad andare dall'estetista!, quelle che vanno fuori a cena o cucinano manicaretti...
Sono io che sono palesemente imbecille e non riesco a organizzarmi?
Sono le altre che sono mostri di bravura?
O raccontano palle e l'unica scema sincera sono io?
Qualcuno mi chiarisca la questione, please, perchè qui l'autostima è in riserva sparata, spia fissa.
Ho evitato questo post come la peste per mesi, ma adesso, non riesco a trattenere le dita. Sarà il mal di testa che è tornato più vivace che mai, sarà che il tempo vola e le energie pure...
Sta di fatto che
nonostante sia Natale, periodo dell'anno che adoro per gli enne motivi che già vi ho sciorinato nel post precedente;
nonostante mamma e papà si facciano in quattro per me pur avendo da accudire una ottantaseienne non più lucida e una novantunenne lucidissima ma che ahinoi sta diventando cieca;
nonostante mia suocera, seppur con un piede ancora convalescente da operazione non semplice, mi guardi ogni pomeriggio un'oretta la Ballerina;
nonostante mio suocero fornisca verdure di vario tipo evitandomi di comprarle e a volte, pure di cuocerle;
nonostante Darcy mia aiuti in casa caricando lavatrici, stendendo, lavando i piatti, cambiando le lenzuola e sa il cielo quante altre cose che ora non ricordo;
nonostante tutto ciò mi sento un totale e irrimediabile disastro.
La Ballerina è una bambina molto demanding (scusatemi, perdono, sono in ginocchio sui ceci per questo orrore di parola, ma il mio cervello vaga nella tachipirina e non mi viene un termine migliore!!!) quindi a volte nemmeno riesco a lavarmi i denti dopo colazione. La mattina farsi la doccia è un affare che richiede un'organizzazione degna di una caserma, idem cucinare qualcosa che non sia una minestra pronta Knorr. Non parliamo poi del riordinare casa, è impensabile.
Non appena lei non mi vede, mi chiama a suo modo, nel migliore dei casi, nel peggiore piange urlando così forte che mi spezza il cuore, ma anche i timpani.
Ha bisogno che ci sia sempre qualcuno con lei, è naturale, ha sei mesi! Qualcuno che le parli quando è tranquilla (raramente) sulla sdraietta, qualcuno che giochi con lei quando la piazziamo nella palestrina...
E poi come quasi tutti i bimbi, adora andare a spasso, quindi dato il clima della zona, mi sono armata di sacco imbottito per passeggino e tutone imbottito modello astronauta e la porto in giro Ogni Santo Giorno Due Volte Al Giorno: al mattino, dalle 10.30 a mezzogiorno e al pomeriggio, dalle 15 alle 16.30, quando rincasiamo per la merenda. Poi non si esce più perchè praticamente è notte.
Ecco, questo mio girovagare ha di positivo che ho quasi riconquistato la mia forma fisica pre-gravidanza. D'altro canto lascio la casa in condizioni tipo campo di battaglia e io stessa, dopo 6 mesi, comincio a trascinare le gambucce.
Chiarisco, non mi sto lamentando, amo fare la vita da mamma, l'ho sognata tanto e ora me la godo.
Ma non posso fare a meno di chiedermi come fanno le altre?
Quelle che sembrano sempre riposate, quelle che riescono anche a truccarsi come attrici, quelle che non hanno un capello fuori posto, quelle che riescono pure ad andare dall'estetista!, quelle che vanno fuori a cena o cucinano manicaretti...
Sono io che sono palesemente imbecille e non riesco a organizzarmi?
Sono le altre che sono mostri di bravura?
O raccontano palle e l'unica scema sincera sono io?
Qualcuno mi chiarisca la questione, please, perchè qui l'autostima è in riserva sparata, spia fissa.
11 dicembre, 2011
Il periodo più bello dell'anno
Tempo fa, in un periodo in cui la mia vita era un po' grigina, una collega, andando verso la stazione insieme a me e guardando le lucine natalizie, mi ha detto: "Questo è il periodo più bello dell'anno, non ci sono dubbi". Quelle poche, forse banali parole, all'epoca hanno riacceso una lucina dentro di me. E si sono impresse a fuoco nella mia testa e nel mio cuoricino. La mia collega ha ragione, penso all'improvviso, non devo farmi rovinare da congiunture negative ma superabili questo periodo magico.
Da allora, guardo con occhio molto molto critico i "cinici del Natale", quelli del ah ma io quest'anno il Natale non lo sento, oppure, ah a me piaceva solo quand'ero piccolo/a, oppure, per carità con sta rottura dei regali, è solo una festa consumistica.
No no no. Tutto sbagliato. Io adoro questo periodo. Adoro fare i regali, cercare quello giusto per la persona giusta, che sia un'idea azzeccata e calzante. Amo vedere le luci degli addobbi in città, amo vedere la gente con i pacchi di regali in braccio (ecco, temo che quest'anno questo aspetto sarà un po' carente, ma lasciamo perdere), amo il freddo che pizzica la faccia, amo il suono delle campana per la novena, amo i Presepi nelle chiese e gli alberi illuminati nei giardini. Mi piace abbuffarmi di pandoro in una casa dove tutti lo schifano per il più gettonato panettone (il che è un bene così il suddetto pandoro è tutto per me), adoro emigrare per qualche giorno in montagna per capodanno per una cena semplice (ma abbondante) tra amici che si vedono un paio di volte l'anno.
Il Natale mi fa tornare un po' bambina, rivivo con la memoria la piccola tradizione di casa mia, quando io, contrariamente a molti bambini, non volevo aprire i regali la notte della Vigilia, dopo la Messa di mezzanotte, ma al mattino, al risveglio. Ci si alzava, si faceva colazione e poi tutti e tre andavamo intorno all'albero e ognuno di noi cercava i propri pacchetti da scartare leggendo i bigliettini. Poi, uno alla volta (di solito iniziavo io) li scartavamo e allineavamo tutti i regali sul divano.
Adesso il rituale è decisamente diverso, ma per me questa festa non ha perso nemmeno una briciola di fascino, anzi. Ho imparato e capito che ogni anno, mi regala qualcosa di nuovo, si arricchisce di un nuovo aspetto, di un nuovo dettaglio, piccolo o grande che sia. Ogni anno, è speciale.
Da allora, guardo con occhio molto molto critico i "cinici del Natale", quelli del ah ma io quest'anno il Natale non lo sento, oppure, ah a me piaceva solo quand'ero piccolo/a, oppure, per carità con sta rottura dei regali, è solo una festa consumistica.
No no no. Tutto sbagliato. Io adoro questo periodo. Adoro fare i regali, cercare quello giusto per la persona giusta, che sia un'idea azzeccata e calzante. Amo vedere le luci degli addobbi in città, amo vedere la gente con i pacchi di regali in braccio (ecco, temo che quest'anno questo aspetto sarà un po' carente, ma lasciamo perdere), amo il freddo che pizzica la faccia, amo il suono delle campana per la novena, amo i Presepi nelle chiese e gli alberi illuminati nei giardini. Mi piace abbuffarmi di pandoro in una casa dove tutti lo schifano per il più gettonato panettone (il che è un bene così il suddetto pandoro è tutto per me), adoro emigrare per qualche giorno in montagna per capodanno per una cena semplice (ma abbondante) tra amici che si vedono un paio di volte l'anno.
Il Natale mi fa tornare un po' bambina, rivivo con la memoria la piccola tradizione di casa mia, quando io, contrariamente a molti bambini, non volevo aprire i regali la notte della Vigilia, dopo la Messa di mezzanotte, ma al mattino, al risveglio. Ci si alzava, si faceva colazione e poi tutti e tre andavamo intorno all'albero e ognuno di noi cercava i propri pacchetti da scartare leggendo i bigliettini. Poi, uno alla volta (di solito iniziavo io) li scartavamo e allineavamo tutti i regali sul divano.
Adesso il rituale è decisamente diverso, ma per me questa festa non ha perso nemmeno una briciola di fascino, anzi. Ho imparato e capito che ogni anno, mi regala qualcosa di nuovo, si arricchisce di un nuovo aspetto, di un nuovo dettaglio, piccolo o grande che sia. Ogni anno, è speciale.
06 dicembre, 2011
La prossima volta, eviti i collant
I miei genitori, quando decisero che volevano un figlio, erano poco più che ragazzini. O almeno, al giorno d'oggi parrebbero tali.
Mia madre aveva 27 anni e mio padre 25, sposati da due anni, un bel giorno, mentre sono a casa di amici e si spupazzano il loro pargolo appena nato, capiscono che anche per loro è giunto il momento. Tanto non ci sono problemi, hanno casa, lavoro e salute. Pronti, via. Iniziano a fantasticare e a fare i conti. Mia madre insegna, quindi programma la sua gravidanza in modo da poter usufruire al meglio dei mesi di maternità senza dover attingere al sottopagato congedo facoltativo. Incredibile, ma vero: i suoi conti, tanto precisi quanto opportunistici ai miei occhi, sono corretti e io, piccolo microscopico esserino, lo sono ancora di più e mi insedio puntualissima, esattamente quando loro avevano deciso. Pazzesco, a pensarci ora mi vengono i brividi, primo perchè questo "calcolare" mi è sembrato un po' troppo opportunistico, al punto da togliere un po' di sentimento e magia all'evento; secondo perchè penso a quanto è stata diversa e meno semplice la mia strada.
La gravidanza di mamma fila liscia fino al sesto mese, poi io avevo fretta di venire al mondo e la costringo a stare a casa dal lavoro anticipatamente, anche perchè all'epoca insegnava fuori città.
Arriva l'inverno e la mia nascita si avvicina.
Fa un freddo cane, quella domenica pomeriggio. Mamma sta benone e come al solito, ha fame. Lei e papà sono in giro a passeggio e decidono di concedersi cioccolata calda e pasticcini. Sono le sei di sera.
Alle due di notte, la mamma si alza e va in bagno, ha un po' di mal di pancia. Ma ecco una perdita ematica. Sveglia papà e insieme decidono che è meglio fare un salto in ospedale, anche se mamma non avverte alcun dolore. Mamma, che è una precisina, si veste di tutto punto, collant compresi. Arrivati in ospedale, li fanno attendere, tanto rispetto alle altre donne urlanti, mia madre sembra ben lontana dal momento fatidico.
Quanto viene visitata però, l'ostetrica per poco non sviene e la manda al volo in sala parto dicendole: "Signora mia, lei è in travaglio da ieri sera, è mancato poco che partorisse in ascensore!".
Sono le tre passate da pochi minuti. Mio padre, aspettandosi un'attesa snervante, esce nella gelida notte a cercare un bar aperto per comprare panini e sigarette; in ospedale nel frattempo sono arrivati i miei quattro nonni.
Dalla sala parto sentono delle risate che scambiano per un pianto e si dicono: "Povera cara, chissà quanto soffre".
Sono le tre e mezzo e l'ostetrica esce dalla sala parto con una bimba rossa in braccio e la mostra alle mie nonne dicendo: "Guardata che bella bambina, è una bambina!". Loro non capiscono e pensano: "E quindi? Chi è questa bambina?". Non avevano capito che ero già io. Nata al volo, in pochi minuti, praticamente senza alcun dolore, mentre mio padre era in giro nella città addormentata.
Il ginecologo va da mia madre e le dice: "Tutto bene signora, complimenti. Ma per favore, la prossima volta almeno eviti i collant".
Questo post partecipa al contest di Mamma è in pausa caffè
Mia madre aveva 27 anni e mio padre 25, sposati da due anni, un bel giorno, mentre sono a casa di amici e si spupazzano il loro pargolo appena nato, capiscono che anche per loro è giunto il momento. Tanto non ci sono problemi, hanno casa, lavoro e salute. Pronti, via. Iniziano a fantasticare e a fare i conti. Mia madre insegna, quindi programma la sua gravidanza in modo da poter usufruire al meglio dei mesi di maternità senza dover attingere al sottopagato congedo facoltativo. Incredibile, ma vero: i suoi conti, tanto precisi quanto opportunistici ai miei occhi, sono corretti e io, piccolo microscopico esserino, lo sono ancora di più e mi insedio puntualissima, esattamente quando loro avevano deciso. Pazzesco, a pensarci ora mi vengono i brividi, primo perchè questo "calcolare" mi è sembrato un po' troppo opportunistico, al punto da togliere un po' di sentimento e magia all'evento; secondo perchè penso a quanto è stata diversa e meno semplice la mia strada.
La gravidanza di mamma fila liscia fino al sesto mese, poi io avevo fretta di venire al mondo e la costringo a stare a casa dal lavoro anticipatamente, anche perchè all'epoca insegnava fuori città.
Arriva l'inverno e la mia nascita si avvicina.
Fa un freddo cane, quella domenica pomeriggio. Mamma sta benone e come al solito, ha fame. Lei e papà sono in giro a passeggio e decidono di concedersi cioccolata calda e pasticcini. Sono le sei di sera.
Alle due di notte, la mamma si alza e va in bagno, ha un po' di mal di pancia. Ma ecco una perdita ematica. Sveglia papà e insieme decidono che è meglio fare un salto in ospedale, anche se mamma non avverte alcun dolore. Mamma, che è una precisina, si veste di tutto punto, collant compresi. Arrivati in ospedale, li fanno attendere, tanto rispetto alle altre donne urlanti, mia madre sembra ben lontana dal momento fatidico.
Quanto viene visitata però, l'ostetrica per poco non sviene e la manda al volo in sala parto dicendole: "Signora mia, lei è in travaglio da ieri sera, è mancato poco che partorisse in ascensore!".
Sono le tre passate da pochi minuti. Mio padre, aspettandosi un'attesa snervante, esce nella gelida notte a cercare un bar aperto per comprare panini e sigarette; in ospedale nel frattempo sono arrivati i miei quattro nonni.
Dalla sala parto sentono delle risate che scambiano per un pianto e si dicono: "Povera cara, chissà quanto soffre".
Sono le tre e mezzo e l'ostetrica esce dalla sala parto con una bimba rossa in braccio e la mostra alle mie nonne dicendo: "Guardata che bella bambina, è una bambina!". Loro non capiscono e pensano: "E quindi? Chi è questa bambina?". Non avevano capito che ero già io. Nata al volo, in pochi minuti, praticamente senza alcun dolore, mentre mio padre era in giro nella città addormentata.
Il ginecologo va da mia madre e le dice: "Tutto bene signora, complimenti. Ma per favore, la prossima volta almeno eviti i collant".
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01 dicembre, 2011
Così, all'improvviso
Una sta bene per mesi, che quasi si dimentica come si sta (male).
Durante la gravidanza, mai un accenno. Sarà l'assenza dal lavoro, sarà la gioia, sarà lo stato di grazia. Sta di fatto che niente, nemmeno il bisogno di un'aspirina.
Poi arrivano le giornate come questa, senza apparente motivo.
Mal. Di. Testa.
Da ieri pomeriggio. A nulla è servito dormire (perchè ho dormito); a nulla è servito l'unico misero farmaco che il gine niueig mi consente durante l'allattamento. Avessi bevuto del succo d'arancia l'effetto sarebbe stato il medesimo, anzi sarebbe stato meglio perchè almeno avrei assunto un po' di vitamina C.
E' come se avessi la testa in una morsa e qualche simpaticone pian piano stringesse. Ho male dietro agli occhi, talmente tanto che mi viene voglia di strapparmeli. Ho male al lato sinistro della faccia e della testa, ho male all'orecchio e il collo da quel lato ruota ben poco.
Stasera a letto massaggino e collarino di pile. Supersexy. Darcy è tornato ieri e io stasera lo accoglierò con pigiama, copripigiama di lana e collarino di pile.
Supersupersexy.
Durante la gravidanza, mai un accenno. Sarà l'assenza dal lavoro, sarà la gioia, sarà lo stato di grazia. Sta di fatto che niente, nemmeno il bisogno di un'aspirina.
Poi arrivano le giornate come questa, senza apparente motivo.
Mal. Di. Testa.
Da ieri pomeriggio. A nulla è servito dormire (perchè ho dormito); a nulla è servito l'unico misero farmaco che il gine niueig mi consente durante l'allattamento. Avessi bevuto del succo d'arancia l'effetto sarebbe stato il medesimo, anzi sarebbe stato meglio perchè almeno avrei assunto un po' di vitamina C.
E' come se avessi la testa in una morsa e qualche simpaticone pian piano stringesse. Ho male dietro agli occhi, talmente tanto che mi viene voglia di strapparmeli. Ho male al lato sinistro della faccia e della testa, ho male all'orecchio e il collo da quel lato ruota ben poco.
Stasera a letto massaggino e collarino di pile. Supersexy. Darcy è tornato ieri e io stasera lo accoglierò con pigiama, copripigiama di lana e collarino di pile.
Supersupersexy.
27 novembre, 2011
Home alone, with the baby
Sono a casa da sola con la Ballerina: Darcy è partito oggi per lavoro e starà via fino a mercoledì sera.
Stamattina siamo uscite presto, abbiamo pranzato dai nonni, nel pomeriggio siamo uscite di nuovo e poi, dopo la merenda qui a casa, è passato a trovarci il meraviglioso padrino di Ballerina. Per finire, cena con gli altri nonni.
Quando siamo rimaste sole era già quasi ora della nanna, ora la mia fagottina è nel suo lettino che dorme.
Io, qui in soggiorno di fronte al pc e ad una tele muta, rifletto su questa giornata maritoless.
E' stata una bella e tranquilla giornata, ma quanto mi manca Darcy... Non sono molto abituata a stargli lontano e queste trasferte (questa è la terza in due mesi e tra due settimane ce ne sarà una quarta) mi destabilizzano un po'. Mi mancano i suoi scherzi continui, mi manca vederlo con la bambina, mi mancano le sue lamentele perchè ha sempre fame, mi mancano gli occhioni da triglia che fa quando tenta di impietosirmi per qualcosa...
Penso ad una mia amica, che sta crescendo sua figlia da sola, sua figlia che ha un mese e mezzo meno della Ballerina. Una splendida bambina il cui padre sta decidendo se riconoscerla o no. Che lo faccia o meno, la povera piccola un padre mi sa proprio che non ce l'avrà, non quello, almeno. Non mi capacito di come un uomo possa aver bisogno di tempo per decidere se riconoscere o no la propria bambina, non capisco come possa trascorrere le sue giornate senza desiderare di abbracciarle, non capisco come possa anche solo pensare di non far parte della vita di quella creaturina.
La mamma invece si fa in quattro per trovare presto un lavoro che le consenta di pagare il mutuo che grava solo sulle sue spalle. Si fa in quattro per lei, perchè non le manchi nulla e per darle tutto l'amore del mondo, anche quello del padre che non ha. Ma quando la sera si butta sul letto, a pezzi per le fatiche di ogni giorno, è da sola. Si guarda intorno e vicino a lei c'è solo la tazza con la tisana. Mi ha confessato che le pesa, nonostante all'apparenza sia una roccia. Le pesa e tanto, non poter fare due parole, parlare dei progressi della bambina, scambiarsi un po' di affetto. Io per tre notti da sola mi sento già un po' immotivatamente triste, non oso immaginare quale forza abbia la mia amica.
Sono le famose risorse che non sappiamo di avere, ma che quando è ora, saltano fuori.
Stamattina siamo uscite presto, abbiamo pranzato dai nonni, nel pomeriggio siamo uscite di nuovo e poi, dopo la merenda qui a casa, è passato a trovarci il meraviglioso padrino di Ballerina. Per finire, cena con gli altri nonni.
Quando siamo rimaste sole era già quasi ora della nanna, ora la mia fagottina è nel suo lettino che dorme.
Io, qui in soggiorno di fronte al pc e ad una tele muta, rifletto su questa giornata maritoless.
E' stata una bella e tranquilla giornata, ma quanto mi manca Darcy... Non sono molto abituata a stargli lontano e queste trasferte (questa è la terza in due mesi e tra due settimane ce ne sarà una quarta) mi destabilizzano un po'. Mi mancano i suoi scherzi continui, mi manca vederlo con la bambina, mi mancano le sue lamentele perchè ha sempre fame, mi mancano gli occhioni da triglia che fa quando tenta di impietosirmi per qualcosa...
Penso ad una mia amica, che sta crescendo sua figlia da sola, sua figlia che ha un mese e mezzo meno della Ballerina. Una splendida bambina il cui padre sta decidendo se riconoscerla o no. Che lo faccia o meno, la povera piccola un padre mi sa proprio che non ce l'avrà, non quello, almeno. Non mi capacito di come un uomo possa aver bisogno di tempo per decidere se riconoscere o no la propria bambina, non capisco come possa trascorrere le sue giornate senza desiderare di abbracciarle, non capisco come possa anche solo pensare di non far parte della vita di quella creaturina.
La mamma invece si fa in quattro per trovare presto un lavoro che le consenta di pagare il mutuo che grava solo sulle sue spalle. Si fa in quattro per lei, perchè non le manchi nulla e per darle tutto l'amore del mondo, anche quello del padre che non ha. Ma quando la sera si butta sul letto, a pezzi per le fatiche di ogni giorno, è da sola. Si guarda intorno e vicino a lei c'è solo la tazza con la tisana. Mi ha confessato che le pesa, nonostante all'apparenza sia una roccia. Le pesa e tanto, non poter fare due parole, parlare dei progressi della bambina, scambiarsi un po' di affetto. Io per tre notti da sola mi sento già un po' immotivatamente triste, non oso immaginare quale forza abbia la mia amica.
Sono le famose risorse che non sappiamo di avere, ma che quando è ora, saltano fuori.
21 novembre, 2011
Nebbia
Alla maggior parte delle persone che conosco, non piace. Mette tristezza, penetra nelle ossa, è indubbiamente pericolosa se si viaggia in auto, non permette al sole di farsi vedere.
C'è però qualcosa nella nebbia che a me piace. Eccola là, direte voi, la solita Lizzie bastian contrario che odia il caldo e ama il freddo, che non andrebbe mai ai Caraibi a Natale, ma andrebbe volentieri, chessò, in Svezia.
Un po' è vero, sono così, una specie di snob-climatica che guarda storto quelli che dicono "Argh, che palle sto freddo padano, farei un mese a Santo Domingo". Se io partissi oggi per Santo Domingo credo che il mio fisico collasserebbe nel giro di poche ore, perchè io sono fatta così, seguo pedestremente le stagioni come un animaletto che fa la muta: quando è inverno ho bisogno dell'inverno, stessa cosa per la bella stagione.
Ma torniamo alla nebbia.
In certi casi, è fascinosa.
Nasconde le cime dei palazzi più alti, le classiche brutture edilizie degli anni 60-70, rende tutti suoni ovattati, un po' come fa anche la neve, tutto sembra più calmo, silenzioso, rallentato. Intorno ai lampioni che emanano luce arancione, si creano degli aloni che hanno un che di fatato, di magico...quando è buio la città sembra popolata da tante, grandi lucciole.
E poi per me nebbia significa tornare a casa con la sciarpa umida e raggomitolarmi nel plaid, significa cioccolata calda al bar, significa preludio del periodo natalizio, quando la frenesia degli acquisti è ancora lontana, ma si comincia a pensare a cosa regalare a chi.
Significa passeggiare per i viali e sentirsi sulla Luna, perchè sembra che tutt'attorno non ci sia nessuno, significa poter pensare, riflettere, stare con se stessi e potersi isolare, protetti e nascosti dalla nebbia e dal cappotto.
...Ma qui ovviamente interviene il mio indomabile lato sociopatico ^__^
C'è però qualcosa nella nebbia che a me piace. Eccola là, direte voi, la solita Lizzie bastian contrario che odia il caldo e ama il freddo, che non andrebbe mai ai Caraibi a Natale, ma andrebbe volentieri, chessò, in Svezia.
Un po' è vero, sono così, una specie di snob-climatica che guarda storto quelli che dicono "Argh, che palle sto freddo padano, farei un mese a Santo Domingo". Se io partissi oggi per Santo Domingo credo che il mio fisico collasserebbe nel giro di poche ore, perchè io sono fatta così, seguo pedestremente le stagioni come un animaletto che fa la muta: quando è inverno ho bisogno dell'inverno, stessa cosa per la bella stagione.
Ma torniamo alla nebbia.
In certi casi, è fascinosa.
Nasconde le cime dei palazzi più alti, le classiche brutture edilizie degli anni 60-70, rende tutti suoni ovattati, un po' come fa anche la neve, tutto sembra più calmo, silenzioso, rallentato. Intorno ai lampioni che emanano luce arancione, si creano degli aloni che hanno un che di fatato, di magico...quando è buio la città sembra popolata da tante, grandi lucciole.
E poi per me nebbia significa tornare a casa con la sciarpa umida e raggomitolarmi nel plaid, significa cioccolata calda al bar, significa preludio del periodo natalizio, quando la frenesia degli acquisti è ancora lontana, ma si comincia a pensare a cosa regalare a chi.
Significa passeggiare per i viali e sentirsi sulla Luna, perchè sembra che tutt'attorno non ci sia nessuno, significa poter pensare, riflettere, stare con se stessi e potersi isolare, protetti e nascosti dalla nebbia e dal cappotto.
...Ma qui ovviamente interviene il mio indomabile lato sociopatico ^__^
18 novembre, 2011
Due parole col Dott. Freud
Mi sveglio nel mio morbidissimo lettone, Darcy sta già facendo il caffè, ne sento il profumo salire fino al mio naso. Mi alzo, spalanco le tende e vado nella cameretta della Ballerina: che bella, è tutta arredata di bianco, con un sacco di peluches in giro. Prendo la bimba, scendo l'ampia scalinata e raggiungo Darcy in cucina, dove facciamo colazione tutti insieme. La cucina dà sul retro, da dietro le tende intravedo il bel giardino: quanto ne sono fiera. Lascio per un po' la piccola col suo papà, che se la sbaciucchia tutta. Io risalgo, faccio una doccia rapida e mi vesto. Adoro avere un armadio così grande! Ecco, scelgo un vestito strambo di Marc Jacob, è talmente strambo che non riesco neanche a descriverlo...
Quando scendo Darcy è ai fornelli e la bambina ridacchia dal seggiolone.
Dopo un'oretta esco dalla nostra splendida casa (due piani, mattoni rossi, infissi bianchi...) con la Ballerina, insieme attraversiamo St. John's Wood e ci spingiamo fino a Maida Vale, dove prendiamo la metro e ci dirigiamo verso il centro: ci aspettano le amiche per un giretto di shopping non troppo alternativo (vorranno andare a Convent Garden, penso tra me e me)....
...E poi sento la piccola che si lamenta, mi chiama...ma cos'ha? Caspita, piangiucchia...
Apro gli occhi. Azz. Stavo sognando! Vado dalla Ballerina, le accarezzo la testolina e lei, tesoro, riprende sonno. Torno a letto, chiudo gli occhi sperando di riprendere da dov'ero rimasta, ma niente. Quella specie di sogno fantastico rimarrà tale, ovviamente.
MA chi dice che i sogni esprimono il nostro subconscio? Questo era conscissimo!!!!
Quando scendo Darcy è ai fornelli e la bambina ridacchia dal seggiolone.
Dopo un'oretta esco dalla nostra splendida casa (due piani, mattoni rossi, infissi bianchi...) con la Ballerina, insieme attraversiamo St. John's Wood e ci spingiamo fino a Maida Vale, dove prendiamo la metro e ci dirigiamo verso il centro: ci aspettano le amiche per un giretto di shopping non troppo alternativo (vorranno andare a Convent Garden, penso tra me e me)....
...E poi sento la piccola che si lamenta, mi chiama...ma cos'ha? Caspita, piangiucchia...
Apro gli occhi. Azz. Stavo sognando! Vado dalla Ballerina, le accarezzo la testolina e lei, tesoro, riprende sonno. Torno a letto, chiudo gli occhi sperando di riprendere da dov'ero rimasta, ma niente. Quella specie di sogno fantastico rimarrà tale, ovviamente.
MA chi dice che i sogni esprimono il nostro subconscio? Questo era conscissimo!!!!
08 novembre, 2011
Forse tradirò me stessa
Fin da ragazzina ho sempre detto che avrei avuto più di un figlio, con la spensierata inconsapevolezza di quando si è troppo giovani per capire che non sono cose pianificabili.
Sono figlia unica, figlia di due figli unici. Ne ho sofferto, inutile tentare di negarlo. Ho sofferto perchè non avevo zii e cugini e ho sofferto perchè non potevo conoscere il legame che lega fratelli e sorelle.
Quando avevo otto anni ho invidiato pazzescamente un mio amico, anzi IL mio amico, perchè i suoi genitori gli avevano regalato un fratellino.
E nello stesso modo pazzesco ho cominciato a colpevolizzare i miei per aver scelto di lasciarmi figlia unica. Per me era inconcepibile: mia madre sbandierava a destra e a sinistra quanto fosse stato sereno il suo parto e quanto io fossi stata una bambina d'oro e poi, nemmeno un seguito?? Folli. Senza contare che mi lasciavano potenzialmente sola al mondo! Senza cugini, senza fratelli. Ai miei occhi erano due egoisti irresponsabili che per motivi meramente economici e di (loro) comodo, avevano scelto in modo consapevole di privarmi di qualcosa di speciale.
Quanta, quanta tristezza quando sentivo i racconti dei compagni di scuola che parlavano dei loro fratelli/sorelle....Sapevo che io non avrei mai vissuto quelle situazioni, provato quei sentimenti. Che ingiusta privazione, mi ripetevo incarognita.
Certo, avevo le amiche, anche una con cui ci chiamavamo "sorella" (figlia unica anche lei), ma ammettiamolo, non è la stessa cosa. Con lei non condividevo la cameretta, non ci pranzavo insieme a Natale, non andavamo insieme in vacanza.
Così, animata da questo sentimento, mi sono sempre detta che io non avrei privato mio figlio di tutto ciò di cui era stata privata sua madre.
Oggi, vacillo. Col cuore a pezzi, vacillo. Io non voglio, non voglio davvero, lasciar sola la Ballerina. Vorrei con tutta l'anima che un giorno avesse un fratello o una sorella. Ma. Ma io ho già quasi 36 anni, Darcy due di più. Se anche il secondo figlio sarà "laborioso" come la Ballerina, passerà comunque molto altro tempo. Saremo due genitori vecchi? E i rischi per la salute? Che angoscia...
Poi c'è il lavoro. Già cosi sono in crisi nera, se dovesse capitarmi un'altra gravidanza, apriti cielo.
E per finire, il dolore e la paura. Giaggià, perchè io, madre snaturata, non ho per niente dimenticato i dolori del parto col sorriso della mia bambina. Ovvio, quando lei mi guarda e mi sorride io volo in Paradiso, ma non ho dimenticato un bel niente. Non ho dimenticato le ore di indecisione dei medici su da farsi. Non ho dimenticato l'induzione "meccanica", con la sua invasività e con le sue 12 ore di durata. Non ho dimenticato la furia delle contrazioni portate dall'induzione "chimica". Non ho dimenticato il nervoso, la paura e l'angoscia di quando, tolto il foley, la Ballerina ha avuto ore e ore di tachicardia notturna e io ero là, da sola, con l'ostetrica che non mi toglieva mai il monitoraggio perchè il battito era troppo accelerato. Non ho dimenticato niente e credo che non potrò mai dimenticare.
Non mi sento libera di scegliere altre strade, un'altra struttura. Sebbene io mi stia informando e abbia la più cara amica che lavora in un altro ospedale non lontano da qui, non mi sento libera, non mi sento appoggiata in questa eventuale decisione da prendere. Credo che se rimanessi di nuovo incinta, mi verrebbe detto (e velatamente imposto) di restare qui, perchè alla fine è andato tutto bene.
Ma io non ne sono convinta e non sono sicura di voler ripetere l'esperienza. Poi magari da un'altra parte sarebbe lo stesso, ma almeno avrei provato a cambiare. Ma se non posso provare, se non vengo sostenuta in questa scelta...beh, con tutti questi dubbi che si sommano non so se ce la farò.
Ma forse è presto per pensarci, vero??
Sono figlia unica, figlia di due figli unici. Ne ho sofferto, inutile tentare di negarlo. Ho sofferto perchè non avevo zii e cugini e ho sofferto perchè non potevo conoscere il legame che lega fratelli e sorelle.
Quando avevo otto anni ho invidiato pazzescamente un mio amico, anzi IL mio amico, perchè i suoi genitori gli avevano regalato un fratellino.
E nello stesso modo pazzesco ho cominciato a colpevolizzare i miei per aver scelto di lasciarmi figlia unica. Per me era inconcepibile: mia madre sbandierava a destra e a sinistra quanto fosse stato sereno il suo parto e quanto io fossi stata una bambina d'oro e poi, nemmeno un seguito?? Folli. Senza contare che mi lasciavano potenzialmente sola al mondo! Senza cugini, senza fratelli. Ai miei occhi erano due egoisti irresponsabili che per motivi meramente economici e di (loro) comodo, avevano scelto in modo consapevole di privarmi di qualcosa di speciale.
Quanta, quanta tristezza quando sentivo i racconti dei compagni di scuola che parlavano dei loro fratelli/sorelle....Sapevo che io non avrei mai vissuto quelle situazioni, provato quei sentimenti. Che ingiusta privazione, mi ripetevo incarognita.
Certo, avevo le amiche, anche una con cui ci chiamavamo "sorella" (figlia unica anche lei), ma ammettiamolo, non è la stessa cosa. Con lei non condividevo la cameretta, non ci pranzavo insieme a Natale, non andavamo insieme in vacanza.
Così, animata da questo sentimento, mi sono sempre detta che io non avrei privato mio figlio di tutto ciò di cui era stata privata sua madre.
Oggi, vacillo. Col cuore a pezzi, vacillo. Io non voglio, non voglio davvero, lasciar sola la Ballerina. Vorrei con tutta l'anima che un giorno avesse un fratello o una sorella. Ma. Ma io ho già quasi 36 anni, Darcy due di più. Se anche il secondo figlio sarà "laborioso" come la Ballerina, passerà comunque molto altro tempo. Saremo due genitori vecchi? E i rischi per la salute? Che angoscia...
Poi c'è il lavoro. Già cosi sono in crisi nera, se dovesse capitarmi un'altra gravidanza, apriti cielo.
E per finire, il dolore e la paura. Giaggià, perchè io, madre snaturata, non ho per niente dimenticato i dolori del parto col sorriso della mia bambina. Ovvio, quando lei mi guarda e mi sorride io volo in Paradiso, ma non ho dimenticato un bel niente. Non ho dimenticato le ore di indecisione dei medici su da farsi. Non ho dimenticato l'induzione "meccanica", con la sua invasività e con le sue 12 ore di durata. Non ho dimenticato la furia delle contrazioni portate dall'induzione "chimica". Non ho dimenticato il nervoso, la paura e l'angoscia di quando, tolto il foley, la Ballerina ha avuto ore e ore di tachicardia notturna e io ero là, da sola, con l'ostetrica che non mi toglieva mai il monitoraggio perchè il battito era troppo accelerato. Non ho dimenticato niente e credo che non potrò mai dimenticare.
Non mi sento libera di scegliere altre strade, un'altra struttura. Sebbene io mi stia informando e abbia la più cara amica che lavora in un altro ospedale non lontano da qui, non mi sento libera, non mi sento appoggiata in questa eventuale decisione da prendere. Credo che se rimanessi di nuovo incinta, mi verrebbe detto (e velatamente imposto) di restare qui, perchè alla fine è andato tutto bene.
Ma io non ne sono convinta e non sono sicura di voler ripetere l'esperienza. Poi magari da un'altra parte sarebbe lo stesso, ma almeno avrei provato a cambiare. Ma se non posso provare, se non vengo sostenuta in questa scelta...beh, con tutti questi dubbi che si sommano non so se ce la farò.
Ma forse è presto per pensarci, vero??
04 novembre, 2011
So never mind the darkness, we still can find a way
In giornate come questa, tipicamente autunnali, il cielo è cupo e pesante, l'acqua si riversa a terra come una cascata e le pozzanghere si gonfiano, diventando specchi in cui gli alberi giallastri guardano le loro chiome che tra pochi giorni non ci saranno più. In giornate come questa, in casa si accende la luce fin dal mattino, si beve thè caldo ad ogni ora e viene voglia di mangiare roba calda.
Ringrazio il cielo di non dover andare a lavorare, mettere gli stivali, l'impermeabile e il cappellino anti-pioggia (odio e raramente uso gli ombrelli) e contemporaneamente covo un sottile e pungente senso di colpa verso me stessa, appunto perchè non lavoro, e risentimento invidioso verso chi invece, come Darcy, a lavorare ci va e torna pure a casa tardi perchè anche se il mondo si fermasse, è pur sempre novembre (nè Seavessi?)
In questa situazione di sentimenti shakerati a dovere dalla mia psiche instabile, mi stanno salvando gli assoli di chitarra del riccioluto Slash, che sarà pure un tamarro senza eguali, sarà pure uno strafatto, ma che volete che vi dica, quando lui suona e la sua chitarra parla, io volo in alto.
http://www.youtube.com/watch?v=8SbUC-UaAxE
Ringrazio il cielo di non dover andare a lavorare, mettere gli stivali, l'impermeabile e il cappellino anti-pioggia (odio e raramente uso gli ombrelli) e contemporaneamente covo un sottile e pungente senso di colpa verso me stessa, appunto perchè non lavoro, e risentimento invidioso verso chi invece, come Darcy, a lavorare ci va e torna pure a casa tardi perchè anche se il mondo si fermasse, è pur sempre novembre (nè Seavessi?)
In questa situazione di sentimenti shakerati a dovere dalla mia psiche instabile, mi stanno salvando gli assoli di chitarra del riccioluto Slash, che sarà pure un tamarro senza eguali, sarà pure uno strafatto, ma che volete che vi dica, quando lui suona e la sua chitarra parla, io volo in alto.
http://www.youtube.com/watch?v=8SbUC-UaAxE
25 ottobre, 2011
Persone e comportamenti
Auto parcheggiate sulle strisce pedonali e davanti ai portoni
Marciapiedi disseminati di escrementi di cani
Mani subito pronte a premere il clacson
Mani subito pronte a fare gestacci
Voci subito pronte ad insultare
Persone che litigano in gelateria (!) su chi c'era prima
Anziani derisi per strada dai ragazzini
Piste ciclabili ignorate dai pedoni
Gente che ti urta camminando e invece che scusarsi aggredisce verbalmente
Gente che litiga (se va bene) per una partita di calcio
Gente il cui principale pensiero è fregare il prossimo, meglio se con un tornaconto personale
Ma cosa ci sta capitando??
Avrei voluto inaugurare il nuovo aspetto del blog con uno post più positivo, ma oggi pioveva e sono andata al supermercato, quindi va così....
Marciapiedi disseminati di escrementi di cani
Mani subito pronte a premere il clacson
Mani subito pronte a fare gestacci
Voci subito pronte ad insultare
Persone che litigano in gelateria (!) su chi c'era prima
Anziani derisi per strada dai ragazzini
Piste ciclabili ignorate dai pedoni
Gente che ti urta camminando e invece che scusarsi aggredisce verbalmente
Gente che litiga (se va bene) per una partita di calcio
Gente il cui principale pensiero è fregare il prossimo, meglio se con un tornaconto personale
Ma cosa ci sta capitando??
Avrei voluto inaugurare il nuovo aspetto del blog con uno post più positivo, ma oggi pioveva e sono andata al supermercato, quindi va così....
17 ottobre, 2011
Sdoppiamento
Parallelamente alla me che vive il senso di grande completezza che mi danno la Ballerina e Darcy, esiste un'altra che me che si sente vuota come una campana e anche un po' inutile.
So che sbaglio, ma a volte arriva sera, la Ballerina si addormenta e io mi spaparanzo sul divano e penso "Ebbene, cos'ho combinato oggi? Ho fatto qualcosa di costruttivo? Ho fatto qualcosa di buono per gli altri?". E mi rispondo di no. Che poi non è nemmeno tanto vero, visto che durante le mie giornate principalmente mi occupo di mia figlia, ma anche un po' di mio marito e della nostra casa, ecco. Ma forse non è abbastanza.
E' che mi manca tanto, tantissimo, fare qualcosa che mi impegni e mi appassioni al di là della vita privata. Svolgere un lavoro che, arrivata sera, mi faccia pensare "Oh, oggi ho fatto la-tal-cosa e la-tal-altra e sono soddisfatta".
Non fraintendetemi, non sto dicendo che fare la mamma non sia abbastanza impegnativo o che non sia sufficientemente appagante. Non sto dicendo questo, perchè la realtà è ben diversa, essere mamma è il mestiere più impegnativo e difficile del mondo, non ci sono orari, regole, pause...Ma al contempo regala gioie ed emozioni indescrivibili.
La mancanza che sento io è quella dell'essere impegnata in qualcosa che vada al di là di noi stessi e della vita privata. Da troppo, troppo tempo mi manca un lavoro che mi realizzi, che mi appaghi, che mi soddisfi e che mi faccia sentire utile. Da troppo tempo faccio un lavoro di cui non vado fiera, perchè tutto quello che produco è far lucrare ancor di più uno degli uomini più ricchi del mondo.
E invece vorrei fare qualcosa di cui essere fiera, per cui sentirmi una persona migliore.
Per adesso questo lavoro appagante non ce l'ho e non sono per niente certa di rivolere quello vecchio (come potete capire anche dal mio post di qualche giorno fa), perciò per il momento mi concentrerò sulla mia vita di mamma e sulle idee balzane che mi frullano in testa; coltiverò i momenti che sto trascorrendo con la mia bimba, con la mamma e con le amiche e coltiverò anche le mie idee balzane, appunto, perchè forse da loro trarrò la forza per trovare l'occupazione che cerco.
15 ottobre, 2011
Vecchie amiche, vita nuova
L'aria si è fatta fresca, molto fresca. Vesto a cipolla la Ballerina, berrettino di lana lilla, coperta e via, si va a spasso, perchè la ragazza non ama stare in casa. Giro per le strade della città col naso per aria, guardo il cielo azzurro attraversato da nuvole rapide e bianche; il sole brilla e scalda ancora e le foglie resistono ancora sugli alberi. Raggiungo il centro, la zona pedonale, quella del passeggio, dello struscio. Guardo le vetrine, entro ed esco dai negozi, a volte acquisto qualcosa, per lo più per la Ballerina, che cresce a vista d'occhio.
E poi incontro le amiche. Quelle con cui andavo in gita, quelle con cui ho iniziato a uscire di sera, quelle con cui ho capito che andare in discoteca non faceva per me, quelle con cui andavo a Torino in treno il sabato pomeriggio, quelle con cui vivevo le piccole e grandi battaglie di ogni giorno, a scuola. Quelle con cui ho vissuto cinque anni di scuola superiore sbagliata, dove io ero nel posto sbagliato e dove mi sono sentita sola, all'inizio.
Siamo sempre state così diverse: loro, nella maggior parte carine, estroverse e amanti delle lunghe serate tra bar e discoteca (appunto). Io, quella col carattere da grattugia, un po' asociale, un po' timida, esageratamente riservata. Quella che aveva già il suo mondo, e le bastava. Quella a cui non è mai piaciuto il casino, quella che preferiva restare a casa con la musica che urlava nelle orecchie, piuttosto che uscire la sera.
Poi crescendo, i nostri mondi si sono avvicinati: loro sono diventate un po' più simili a me, io a loro e mi hanno insegnato a uscire dal mio mondo perfetto, per scoprirne un altro, tutt'altro che perfetto ma molto più interessante.
Non so se riesco a spiegarmi, ma anche se a piccoli passi, queste ragazze mi hanno dato tanto, hanno fatto molto per la mia "crescita".
E adesso, tutte over trenta, ci troviamo a spasso con passeggini, carrozzine, marsupi. Parliamo dei nostri bimbi, chiacchieriamo, ci chiediamo conferme l'un l'altra e sorridiamo, ridiamo, ricordando quando siamo uscite di nascosto da scuola dalla finestra. Per esempio. Oppure a quando ci siamo abbuffate fino a star male di sfogliatelle sulla scalinata del Duomo di Amalfi.
Una vita fa, un'altra vita.
La vita è fatta di tante vite e per noi adesso, ne è iniziata una nuova.
E poi incontro le amiche. Quelle con cui andavo in gita, quelle con cui ho iniziato a uscire di sera, quelle con cui ho capito che andare in discoteca non faceva per me, quelle con cui andavo a Torino in treno il sabato pomeriggio, quelle con cui vivevo le piccole e grandi battaglie di ogni giorno, a scuola. Quelle con cui ho vissuto cinque anni di scuola superiore sbagliata, dove io ero nel posto sbagliato e dove mi sono sentita sola, all'inizio.
Siamo sempre state così diverse: loro, nella maggior parte carine, estroverse e amanti delle lunghe serate tra bar e discoteca (appunto). Io, quella col carattere da grattugia, un po' asociale, un po' timida, esageratamente riservata. Quella che aveva già il suo mondo, e le bastava. Quella a cui non è mai piaciuto il casino, quella che preferiva restare a casa con la musica che urlava nelle orecchie, piuttosto che uscire la sera.
Poi crescendo, i nostri mondi si sono avvicinati: loro sono diventate un po' più simili a me, io a loro e mi hanno insegnato a uscire dal mio mondo perfetto, per scoprirne un altro, tutt'altro che perfetto ma molto più interessante.
Non so se riesco a spiegarmi, ma anche se a piccoli passi, queste ragazze mi hanno dato tanto, hanno fatto molto per la mia "crescita".
E adesso, tutte over trenta, ci troviamo a spasso con passeggini, carrozzine, marsupi. Parliamo dei nostri bimbi, chiacchieriamo, ci chiediamo conferme l'un l'altra e sorridiamo, ridiamo, ricordando quando siamo uscite di nascosto da scuola dalla finestra. Per esempio. Oppure a quando ci siamo abbuffate fino a star male di sfogliatelle sulla scalinata del Duomo di Amalfi.
Una vita fa, un'altra vita.
La vita è fatta di tante vite e per noi adesso, ne è iniziata una nuova.
01 ottobre, 2011
M come Mamma e come Multinazionale
Premessa n.1: Che io volessi un figlio, credo non fosse un mistero per nessuno, nell'openspeis, anche se non l'ho mai gridato ai quattro venti.
Premessa n.2: la sede dove lavoro sta per chiudere, sta andando ad "esaurimento" e verrà sostituita da una sede estera.
Premessa n.3: non sono la prima e temo, nemmeno l'ultima, a vivere questa scomoda situazione.
Maggio 2010: un altro anno fiscale si chiude e Lizzie è soddisfatta, perché nonostante la congiuntura economica, nonostante il suo capo sia un ragazzo, che chiameremo Narciso, a cui lei stessa ha fatto da tutor/mentore (e quindi ha tante cose da insegnarle), nonostante ne abbia piene le scatole del suo lavoro, ha centrato e superato l'obiettivo. Il foglio excel non mente mai e dice 165%. Non male. Bene, pensa la povera Lizzie, adesso mi attende questo:
potrebbe andare in porto il passaggio interno per cui ho fatto il colloquio, che è anche andato bene, per fare un lavoro più adatto a me. Oppure se va male, visti i risultati ottenuti, mi daranno una mini promozione (scatto di livello interno all'azienda senza alcun valore al di fuori che sono anni che chiede vanamente), visto che gli aumenti sono bloccati.
Povera, povera Lizzie, illusa che non è altro.
Giugno 2010: a Lizzie viene trovato un tumorino benigno nel palmo della mano destra, che si manifesta come una pallina dura sottopelle grossa come un pisello che dà un po' fastidio. Va rimosso immediatamente e dopo l'operazione, perfettamente riuscita, la prognosi è 25 giorni. 25 giorni del nuovo anno fiscale in cui Lizzie non può lavorare perchè oltre tutto, la mano è la destra.
Nel frattempo in ufficio si decidono i nuovi organigrammi e altri ameni cambiamenti, pratica usuale per la multinazionale ad ogni nuovo anno fiscale. In particolare, nella struttura dove lavora Lizzie bisogna decidere chi vende cosa. Quindi ai suoi colleghi vengono fatti brevi colloqui in cui si domanda loro se preferiscano occuparsi (vendere) i prodotti di tipo T o di tipo F.
A Lizzie nessuno manco telefona.
Luglio 2010: il capo di Narciso, che chiameremo Blondie, organizza una cena di inizio anno e telefona a Lizzie per invitarla. Con rinnovato ottimismo Lizzie partecipa alla cena, per poi scoprire, tra una parola detta e una masticata, che lei è l'unica della tavolata a cui non è stato nè chiesto, nè comunicato che cavolo avrebbe venduto nei mesi successivi. Era come se fosse seduta ad un tavolo in cui i commensali parlavano un dialetto russo degli Urali meridionali, capiva uguale uguale. E si altera un po', anche perchè il progetto di cambiamento di ruolo in cui sperava è miseramente fallito.
Il giorno dopo alza il telefono e alza di peso a parole Narciso, che si arrabatta e si giustifica come può, confermandole che inoltre, lui non è più il suo capo. E qui fa una mossa geniale: con tutta l'empatia di cui è capace, dice a Lizzie che lei è meritevole di una promozione, di un aumento, di una sedia d'oro e altre vaccate, si si, mai come quest'anno merita tutto ciò, ma che lui non può occuparsene perchè non è più il suo capo e quindi di rivolgersi a quello nuovo.
Lizzie non può far altro che obbedire. Già è scazzata perchè il lavoro che voleva è svanito, almeno proverà a consolarsi con un inutile scatto interno.
Il nuovo capo, che chiameremo Giullare, di fronte alle richieste perorate da Narciso dice che no, lui non può fare alcunchè, perchè per lui io sono come una nuova arrivata e quindi i fantomatici organi di approvazione non gli passerebbero la richiesta e che quindi Lizzie deve pazientare e far passare un tempo tecnico dopo di che lui inoltrerà la domanda a chissà chi.
Il tempo tecnico era settembre, poi diventa gennaio, ma Lizzie non si stupisce, sono anni che lei tenta di richiedere piccole cose e che le richieste si perdono come lacrime nella pioggia.
Settembre 2010: Lizzie scopre con incalcolabile gioia che la cicogna sta arrivando. Il regolamento vorrebbe che si comunicasse subito al proprio capo la gravidanza, ma la scaramanzia la fa da padrona e quindi la Lizzie aspetta qualche settimana. Poi, le sue continue assenze pomeridiane (il momento peggiore della giornata è il post pranzo), necessitano una spiegazione sensata e quindi il vaso di pandora viene aperto.
Ottobre 2010: Giullare è contento della notizia, probabilmente pensa che avrà tra le mani una rompiballe in meno. Il capo di Giullare invece reagisce alla notizia con un digrigno di denti e le sue prime parole sono: "E quindi da quando starai a casa?".
Novembre 2010: le richieste inoltrate da Lizzie, sotto suggerimento di Narciso, a Giullare, giacciono in un dimenticatoio senza fondo. Poi adesso che è dichiaratamente incinta, figuriamoci, è già tanto che abbia ancora una scrivania e un pc.
L'alimentazione di soli farinacei (pasta, pizza, focaccia e pane sono gli unici alimenti che la Lizzie digerisce) la portano ad avere i valori degli esami del sangue sballatini e le forze sotto zero. Any given day, non digerisce il pranzo e spesso il pomeriggio dà forfait. Ne parla con il gine niueig, che seraficamente le dice: "Elizabeth, stia a casa". E così sia. Tanto in ufficio mi trattano come un vecchio soprammobile ereditato dalla zia che proprio non si sa dove mettere perchè in casa sta male.
Gennaio 2011: nella nuova sede estera, viene assunto un tizio, che chiameremo Mercuzio, che prende il posto di Lizzie. Il lavoro che lei svolgeva è ufficialmente passato a lui.
Giugno 2011: Nasce la Ballerina. Tutto il resto non esiste più.
Settembre 2011: Lizzie viene a sapere che tutti i suoi colleghi aventi ruolo analogo al suo, hanno ottenuto la sospirata promozioncina che lei ancora pazientemente aspetta. Qualcuno, si vocifera, non l'aveva nemmeno chiesta.
Ricapitolando: Lizzie ora è in ferie, tra breve entrerà in congedo facoltativo fino ad aprile (sfruttandolo tutto) e quando tornerà sarà la più vecchia e con la qualifica più bassa - di chi fa il suo mestiere - di tutta la sua sede ed inoltre il suo lavoro non ci sarà più, perchè lo fa Mercuzio già da mesi, all'estero nella nuova sede. La sede vecchia della sua città è in chiusura, quindi dall'alto suggeriscono comunque di provare a cercarsi un altro lavoro perchè posto per tutti, difficilmente ci sarà.
Figuriamoci poi per la tardona con qualifica bassa che oltretutto, ha avuto la sfrontatezza di sposarsi e fare una figlia. Tzè.
Premessa n.2: la sede dove lavoro sta per chiudere, sta andando ad "esaurimento" e verrà sostituita da una sede estera.
Premessa n.3: non sono la prima e temo, nemmeno l'ultima, a vivere questa scomoda situazione.
Maggio 2010: un altro anno fiscale si chiude e Lizzie è soddisfatta, perché nonostante la congiuntura economica, nonostante il suo capo sia un ragazzo, che chiameremo Narciso, a cui lei stessa ha fatto da tutor/mentore (e quindi ha tante cose da insegnarle), nonostante ne abbia piene le scatole del suo lavoro, ha centrato e superato l'obiettivo. Il foglio excel non mente mai e dice 165%. Non male. Bene, pensa la povera Lizzie, adesso mi attende questo:
potrebbe andare in porto il passaggio interno per cui ho fatto il colloquio, che è anche andato bene, per fare un lavoro più adatto a me. Oppure se va male, visti i risultati ottenuti, mi daranno una mini promozione (scatto di livello interno all'azienda senza alcun valore al di fuori che sono anni che chiede vanamente), visto che gli aumenti sono bloccati.
Povera, povera Lizzie, illusa che non è altro.
Giugno 2010: a Lizzie viene trovato un tumorino benigno nel palmo della mano destra, che si manifesta come una pallina dura sottopelle grossa come un pisello che dà un po' fastidio. Va rimosso immediatamente e dopo l'operazione, perfettamente riuscita, la prognosi è 25 giorni. 25 giorni del nuovo anno fiscale in cui Lizzie non può lavorare perchè oltre tutto, la mano è la destra.
Nel frattempo in ufficio si decidono i nuovi organigrammi e altri ameni cambiamenti, pratica usuale per la multinazionale ad ogni nuovo anno fiscale. In particolare, nella struttura dove lavora Lizzie bisogna decidere chi vende cosa. Quindi ai suoi colleghi vengono fatti brevi colloqui in cui si domanda loro se preferiscano occuparsi (vendere) i prodotti di tipo T o di tipo F.
A Lizzie nessuno manco telefona.
Luglio 2010: il capo di Narciso, che chiameremo Blondie, organizza una cena di inizio anno e telefona a Lizzie per invitarla. Con rinnovato ottimismo Lizzie partecipa alla cena, per poi scoprire, tra una parola detta e una masticata, che lei è l'unica della tavolata a cui non è stato nè chiesto, nè comunicato che cavolo avrebbe venduto nei mesi successivi. Era come se fosse seduta ad un tavolo in cui i commensali parlavano un dialetto russo degli Urali meridionali, capiva uguale uguale. E si altera un po', anche perchè il progetto di cambiamento di ruolo in cui sperava è miseramente fallito.
Il giorno dopo alza il telefono e alza di peso a parole Narciso, che si arrabatta e si giustifica come può, confermandole che inoltre, lui non è più il suo capo. E qui fa una mossa geniale: con tutta l'empatia di cui è capace, dice a Lizzie che lei è meritevole di una promozione, di un aumento, di una sedia d'oro e altre vaccate, si si, mai come quest'anno merita tutto ciò, ma che lui non può occuparsene perchè non è più il suo capo e quindi di rivolgersi a quello nuovo.
Lizzie non può far altro che obbedire. Già è scazzata perchè il lavoro che voleva è svanito, almeno proverà a consolarsi con un inutile scatto interno.
Il nuovo capo, che chiameremo Giullare, di fronte alle richieste perorate da Narciso dice che no, lui non può fare alcunchè, perchè per lui io sono come una nuova arrivata e quindi i fantomatici organi di approvazione non gli passerebbero la richiesta e che quindi Lizzie deve pazientare e far passare un tempo tecnico dopo di che lui inoltrerà la domanda a chissà chi.
Il tempo tecnico era settembre, poi diventa gennaio, ma Lizzie non si stupisce, sono anni che lei tenta di richiedere piccole cose e che le richieste si perdono come lacrime nella pioggia.
Settembre 2010: Lizzie scopre con incalcolabile gioia che la cicogna sta arrivando. Il regolamento vorrebbe che si comunicasse subito al proprio capo la gravidanza, ma la scaramanzia la fa da padrona e quindi la Lizzie aspetta qualche settimana. Poi, le sue continue assenze pomeridiane (il momento peggiore della giornata è il post pranzo), necessitano una spiegazione sensata e quindi il vaso di pandora viene aperto.
Ottobre 2010: Giullare è contento della notizia, probabilmente pensa che avrà tra le mani una rompiballe in meno. Il capo di Giullare invece reagisce alla notizia con un digrigno di denti e le sue prime parole sono: "E quindi da quando starai a casa?".
Novembre 2010: le richieste inoltrate da Lizzie, sotto suggerimento di Narciso, a Giullare, giacciono in un dimenticatoio senza fondo. Poi adesso che è dichiaratamente incinta, figuriamoci, è già tanto che abbia ancora una scrivania e un pc.
L'alimentazione di soli farinacei (pasta, pizza, focaccia e pane sono gli unici alimenti che la Lizzie digerisce) la portano ad avere i valori degli esami del sangue sballatini e le forze sotto zero. Any given day, non digerisce il pranzo e spesso il pomeriggio dà forfait. Ne parla con il gine niueig, che seraficamente le dice: "Elizabeth, stia a casa". E così sia. Tanto in ufficio mi trattano come un vecchio soprammobile ereditato dalla zia che proprio non si sa dove mettere perchè in casa sta male.
Gennaio 2011: nella nuova sede estera, viene assunto un tizio, che chiameremo Mercuzio, che prende il posto di Lizzie. Il lavoro che lei svolgeva è ufficialmente passato a lui.
Giugno 2011: Nasce la Ballerina. Tutto il resto non esiste più.
Settembre 2011: Lizzie viene a sapere che tutti i suoi colleghi aventi ruolo analogo al suo, hanno ottenuto la sospirata promozioncina che lei ancora pazientemente aspetta. Qualcuno, si vocifera, non l'aveva nemmeno chiesta.
Ricapitolando: Lizzie ora è in ferie, tra breve entrerà in congedo facoltativo fino ad aprile (sfruttandolo tutto) e quando tornerà sarà la più vecchia e con la qualifica più bassa - di chi fa il suo mestiere - di tutta la sua sede ed inoltre il suo lavoro non ci sarà più, perchè lo fa Mercuzio già da mesi, all'estero nella nuova sede. La sede vecchia della sua città è in chiusura, quindi dall'alto suggeriscono comunque di provare a cercarsi un altro lavoro perchè posto per tutti, difficilmente ci sarà.
Figuriamoci poi per la tardona con qualifica bassa che oltretutto, ha avuto la sfrontatezza di sposarsi e fare una figlia. Tzè.
29 settembre, 2011
Rifiuti
Sono le 10 di sera di un normale giovedì e sono finalmente sola con la Ballerina, che è qui che dormicchia, vicino a me. Darcy ha una cena di lavoro e io ho appena delicatamente sbattuto fuori di casa mamma, papà, prozia romana e suocera che erano tutti qui per una pizza in compagnia. Dopo un po' non respiravo più e con la scusa che altrimenti la bambina non si sarebbe addormentata (cosa che però è vera), ho invitato tutti a rientrare a casa propria (tranne la zia romana che ovviamente non poteva e al momento sta dai miei).
Qui sola, rifletto su una cosa che nella mia città scalda parecchio gli animi: l'inceneritore.
Ne abbiamo uno, qui appena fuori, vecchio e, a quanto si dice, obsoleto. In questi giorni parte - finalmente - la raccolta differenziata e in molti si chiedono "Perchè ci serve un inceneritore se differenziamo e ricicliamo?". Perchè purtroppo non tutto si ricicla e quei rifiuti da qualche parte devono andare, sarebbe la facile risposta. Ma il nostro impianto non è al passo coi tempi e pare anche che i suoi fumi facciano molto male (piuttosto verosimile, direi). In città si sono organizzati gruppi di genitori che vogliono sensibilizzare l'amministrazione perchè questo impianto chiuda. E va bene, ma poi? Costruiamo un vero termovalorizzatore? Già la parola fa sorridere, su. Che caspita valorizzi? Sta parola mi fa la stessa impressione di "missione di pace", ma va beh. Pareva fosse a piano, ma quando? A quali costi? Da tempo non se ne sente più parlare....E quindi? Qual è l'alternativa, una bella discarica, così avremo anche noi i gabbiani che girano sulla città anche se non siamo sul mare? Via, la discarica sposta il problema dall'aria alla terra e poi all'acqua.
Il problema è che bisognerebbe minimizzare i rifiuti all'origine: troppi sprechi, troppi imballaggi, troppa plastica, troppo tutto.
E' un argomento a cui sono interessata, ma un po' come mi succede per il nucleare, sento che è un tema importantissimo su cui però la gente non è abbastanza informata. Almeno vista l'incidenza che ha sulle nostre vite. Io non mi sento informata a sufficienza.
Perdonatemi, stasera sono seriosa, ma ritenetevi fortunati, avrei potuto parlare della mia futura condizione lavorativa di neomamma nella multinazionale: allora sì che sarebbero stati cavoli amari!
Qui sola, rifletto su una cosa che nella mia città scalda parecchio gli animi: l'inceneritore.
Ne abbiamo uno, qui appena fuori, vecchio e, a quanto si dice, obsoleto. In questi giorni parte - finalmente - la raccolta differenziata e in molti si chiedono "Perchè ci serve un inceneritore se differenziamo e ricicliamo?". Perchè purtroppo non tutto si ricicla e quei rifiuti da qualche parte devono andare, sarebbe la facile risposta. Ma il nostro impianto non è al passo coi tempi e pare anche che i suoi fumi facciano molto male (piuttosto verosimile, direi). In città si sono organizzati gruppi di genitori che vogliono sensibilizzare l'amministrazione perchè questo impianto chiuda. E va bene, ma poi? Costruiamo un vero termovalorizzatore? Già la parola fa sorridere, su. Che caspita valorizzi? Sta parola mi fa la stessa impressione di "missione di pace", ma va beh. Pareva fosse a piano, ma quando? A quali costi? Da tempo non se ne sente più parlare....E quindi? Qual è l'alternativa, una bella discarica, così avremo anche noi i gabbiani che girano sulla città anche se non siamo sul mare? Via, la discarica sposta il problema dall'aria alla terra e poi all'acqua.
Il problema è che bisognerebbe minimizzare i rifiuti all'origine: troppi sprechi, troppi imballaggi, troppa plastica, troppo tutto.
E' un argomento a cui sono interessata, ma un po' come mi succede per il nucleare, sento che è un tema importantissimo su cui però la gente non è abbastanza informata. Almeno vista l'incidenza che ha sulle nostre vite. Io non mi sento informata a sufficienza.
Perdonatemi, stasera sono seriosa, ma ritenetevi fortunati, avrei potuto parlare della mia futura condizione lavorativa di neomamma nella multinazionale: allora sì che sarebbero stati cavoli amari!
22 settembre, 2011
Multitasking
Cosa riesce a fare una mamma mentre il suo adorato bebè le regala il cono temporale di un sonnellino pomeridiano post pasto?
Ebbene, riesce a finire di riassettare la cucina, abbandonata con il tavolo ancora mezzo apparecchiato e i piatti in parte da lavare perchè il suddetto bebè piangeva
riesce ad andare a stendere i vestitini lavati la mattina e a ritirare gli asciugamani ormai asciutti
riesce a lavarsi i denti
riesce a cucinare qualcosa di molto veloce per cena
riesce a ritirare un po' di scarpe estive rimaste in giro, ormai la stagione sta cambiando
riesce a guardare le previsioni del tempo per capire se abbassare o meno le tende da sole
in caso di bel tempo, riesce appunto ad abbassare le tende
riesce a telefonare ad un'amica, forse anche a due
riesce e ritirare la roba stirata
riesce a bagnare e concimare le piante
riesce a scrivere un post
Il tutto in meno di mezz'ora, oh yes.
Dite che un uomo sarebbe altrettanto multitasking??
21 settembre, 2011
September
Ragazze, ce l'ho fatta: ho sconfitto il mal di testa, almeno per ora, quindi sfrutto questo momento di pace cefalica e mi dedico alla scrittura.
Che dire, le due settimane al mare sono state fantastiche: clima ottimale, cibo neanche a dirlo, la Ballerina è sempre stata bene ed è aumentata di 3etti e 20. Niente male.
In spiaggia, ne ho viste cose che bla bla come diceva il replicante di Blade Runner.
Del tipo:
Insomma, varia umanità che fa diventare ancor più sociopatica una mezza asociale come me.
Ma tutto ciò è stato ampiamente ripagato dalle risate di mia figlia, dai bagni nell'acqua cristallina, dagli spaghetti alle vongole e da un gentilissimo marocchino che mi ha venduto per pochi euri uno splendido vestito di lino blu!
E adesso si torna alla vita di tutti i giorni e settembre, come abbiamo più volte ribadito, è il mese del "ripartire", molto più che gennaio. Nell'aria si respira quel profumo di estate che se ne va, quell'aria che al mattino è fresca e di pomeriggio è tiepida; per ora l'orizzonte è limpido e si vedono bene le montagne schierate all'orizzonte, mentre presto l'aria diventerà lattiginosa, le giornate saranno sempre più corte e si respirerà l'odore delle stoppie bruciate in campagna, un odore così tipico di queste parti. E poi gli alberi arrossiscono, sui viali quando si passeggia le foglie secche scricchiolano sotto le scarpe e compaiono magicamente i venditori di caldarroste, ogni anno più precoci.
Si è carichi di un'energia nuova, di qualcosa che mette voglia di fare, di migliorare, di agire. Si srotolano chilometriche to do lists, ci si iscrive in palestra, si prenotano massaggi, si fanno i primi acquisti per i mesi freddi, si riempie il frigo di roba sana (o almeno si prova...), si fanno tante e lunghe telefonate e si organizzano cene, visite, feste. Io sto facendo tutto questo (ehm...no, in palestra proprio non ce la faccio, sorry). Mi sento un po' iperattiva e multifunzione e la cosa mi garba. Oggi ho già spuntato ben quattro punti della lista odierna ed entro sera altri due verranno smarcati. Che soddisfazione!
E poi, ripartenza delle ripartenze, la prossima settimana taglio i capelli. Seriamente e consistentemente. E già, perchè con l'allattamento ne perdo a ciocche e lascio capelli in ogni dove e onestamente, non ne posso più di raccoglierli e di sentire solletico nella schiena, sulle braccia...Quindi, decisione epocale, si taglia di brutto! Sembrerò pure un po' pel di carota, ma pazienza.
Ben arrivato, autunno!
Che dire, le due settimane al mare sono state fantastiche: clima ottimale, cibo neanche a dirlo, la Ballerina è sempre stata bene ed è aumentata di 3etti e 20. Niente male.
In spiaggia, ne ho viste cose che bla bla come diceva il replicante di Blade Runner.
Del tipo:
- bambine di dieci anni che si controllavano a vicenda il livello di abbronzatura deprecando eventuali segni dei costumi;
- ragazzi ampiamente oltre i vent'anni che si facevano spalmare di crema dal papà e di sera andavano a spasso per mano con mamma;
- donne oltre i cinquant' anni a cui bisognerebbe ricordare che il perizoma è un privilegio, non un diritto;
- bande di ragazzi urlanti per la strada a cui avrei volentieri strappato la lingua a mani nude, visto che la Ballerina si era appena addormentata;
- bambine prendermi di mira inopinatamente col mitra ad acqua e le madri a un metro non dire nulla se non "smettila" non dando alcun seguito alle parole;
- ragazzini che ignorano l'esistenza della parola "grazie" e della parola "scusi".
Insomma, varia umanità che fa diventare ancor più sociopatica una mezza asociale come me.
Ma tutto ciò è stato ampiamente ripagato dalle risate di mia figlia, dai bagni nell'acqua cristallina, dagli spaghetti alle vongole e da un gentilissimo marocchino che mi ha venduto per pochi euri uno splendido vestito di lino blu!
E adesso si torna alla vita di tutti i giorni e settembre, come abbiamo più volte ribadito, è il mese del "ripartire", molto più che gennaio. Nell'aria si respira quel profumo di estate che se ne va, quell'aria che al mattino è fresca e di pomeriggio è tiepida; per ora l'orizzonte è limpido e si vedono bene le montagne schierate all'orizzonte, mentre presto l'aria diventerà lattiginosa, le giornate saranno sempre più corte e si respirerà l'odore delle stoppie bruciate in campagna, un odore così tipico di queste parti. E poi gli alberi arrossiscono, sui viali quando si passeggia le foglie secche scricchiolano sotto le scarpe e compaiono magicamente i venditori di caldarroste, ogni anno più precoci.
Si è carichi di un'energia nuova, di qualcosa che mette voglia di fare, di migliorare, di agire. Si srotolano chilometriche to do lists, ci si iscrive in palestra, si prenotano massaggi, si fanno i primi acquisti per i mesi freddi, si riempie il frigo di roba sana (o almeno si prova...), si fanno tante e lunghe telefonate e si organizzano cene, visite, feste. Io sto facendo tutto questo (ehm...no, in palestra proprio non ce la faccio, sorry). Mi sento un po' iperattiva e multifunzione e la cosa mi garba. Oggi ho già spuntato ben quattro punti della lista odierna ed entro sera altri due verranno smarcati. Che soddisfazione!
E poi, ripartenza delle ripartenze, la prossima settimana taglio i capelli. Seriamente e consistentemente. E già, perchè con l'allattamento ne perdo a ciocche e lascio capelli in ogni dove e onestamente, non ne posso più di raccoglierli e di sentire solletico nella schiena, sulle braccia...Quindi, decisione epocale, si taglia di brutto! Sembrerò pure un po' pel di carota, ma pazienza.
Ben arrivato, autunno!
02 settembre, 2011
Il padrino e la madrina
C'è aria di battesimo.
Pochi giorni fa sono andata ad ordinare le bomboniere che, seguendo la mia filosofia* "al bando i ciapapuvra" (per i non piemontesi "oggettini inutili che stazionano nullafacenti sui vostri scaffali a prendere polvere"), ho optato per sacchettini bianchi con confetti rosa e per padrino e madrina due tazze per la colazione. Così ogni mattina penseranno alla Ballerina.
Scelta dura, quella di padrino e madrina.
Tradizione vorrebbe dei parenti: zii, cugini o roba simile. Di zii la sottoscritta è priva, essendo figlia di figli unici. I cugini...beh, i più prossimi sono a 800km di distanza più o meno.
Mi sono fatta un esame di coscienza e ho capito che non volevo due parenti tanto per fare. Volevo due persone a cui voglio bene, due persone generose e tenere, due persone che amassero i bambini e che capissero il significato di ciò che gli avrei chiesto. E a quel punto la scelta è stata facilissima.
Sono doppiamente contenta perchè ho visto quanto ne siano stati contenti e perchè la Ballerina avrà come madrina il sorriso più bello della città e come padrino un giovanissimo dolce uomo che tutti, tutti amano.
*bomboniere del matrimonio: una bottiglia di vino. Nessuno protestò.
Pochi giorni fa sono andata ad ordinare le bomboniere che, seguendo la mia filosofia* "al bando i ciapapuvra" (per i non piemontesi "oggettini inutili che stazionano nullafacenti sui vostri scaffali a prendere polvere"), ho optato per sacchettini bianchi con confetti rosa e per padrino e madrina due tazze per la colazione. Così ogni mattina penseranno alla Ballerina.
Scelta dura, quella di padrino e madrina.
Tradizione vorrebbe dei parenti: zii, cugini o roba simile. Di zii la sottoscritta è priva, essendo figlia di figli unici. I cugini...beh, i più prossimi sono a 800km di distanza più o meno.
Mi sono fatta un esame di coscienza e ho capito che non volevo due parenti tanto per fare. Volevo due persone a cui voglio bene, due persone generose e tenere, due persone che amassero i bambini e che capissero il significato di ciò che gli avrei chiesto. E a quel punto la scelta è stata facilissima.
Sono doppiamente contenta perchè ho visto quanto ne siano stati contenti e perchè la Ballerina avrà come madrina il sorriso più bello della città e come padrino un giovanissimo dolce uomo che tutti, tutti amano.
*bomboniere del matrimonio: una bottiglia di vino. Nessuno protestò.
29 agosto, 2011
Congedi e sensi di colpa
La maternità ordinaria sta per scadere, la Ballerina compirà 3 mesi tra poco e il tempo, manco a dirlo, è volato. Nei miei piani c'è lo smaltimento di un po' di ferie (se me lo permettono, di tutte) e poi lo sfruttamento completo del congedo parentale facoltativo, cioè altri 180 a casa per svezzare e veder crescere la mia creatura. Tutto bene quindi, direte voi. All'atto pratico avete ragione, problemi non dovrebbero essercene.
L'unica nota stonata è che mi sento vagamente in colpa.
Perchè sono stata in maternità anticipata dopo il terzo mese
Perchè essendo pagata a provvigioni, la mia retribuzione veniva calcolata sulla base di quella dell'anno precedente, che essendo andato particolarmente bene, mi ha consentito di starmene sul divano ad accarezzarmi il pancione, mentre mi accreditavano dei buoni stipendi
Perchè penso a chi è mamma e un lavoro fisso non ce l'ha e fa i salti mortali per sbarcare il lunario (che meravigliosa espressione! un po' vintage)
Perchè mi spiace vedere Darcy che lavora e io a volte ho l'impressione di fare la principessina
Perchè penso a chi è stata costretta a tornare al lavoro dopo il classico terzo mese di vita del pupo, per non perdere il lavoro stesso
Perchè da un lato forse, vorrei tornare, perchè cominciano a friggermi le mani
Ma poi...penso alla Ballerina, che per almeno altri 3 mesi mangerà solo il mio latte, per enne volte al giorno. Lavorando, come farebbe lei? Dovrei togliermi il latte tutte le sere e lasciare i biberon alle nonne...
E poi penso a me, a quante volte ho pensato "al diavolo tutti (o quasi) in questa azienda ingrata a cui ho dedicato tanto tempo e tante energie e mai, MAI ho ottenuto le poche stupidate che ho richiesto!"
Poi penso che stando a casa, faccio un favore ai miei beneamati capi, perchè se tornassi, diciamocelo chiaro e tondo, non saprebbero cosa farmi fare...
Quindi forse faccio un favore un po' a tutti se metto il bavaglio alla voce dei sensi di colpa idioti e procedo con i piani originali.
Ecco, l'ho scritto, il buon proposito è nero su bianco. Intanto, oltre al bavaglio, comprerò anche dei tappi per le orecchie per me, che non guastano.
25 agosto, 2011
Cosa direbbero i nonni
Dopo le settimane passate al paesello in montagna, era inevitabile che riaffiorassero tanti ricordi in cui sono protagonisti i miei nonni. Le mie due nonne, una arzilla 91enne e una molto meno arzilla 86enne, sono ancora qui e tra un acciacco e l'altro, vivono la gioia dell'arrivo della Ballerina. Ma i loro mariti non ci sono più, ormai da anni, e in montagna ho cominciato a pensare a quanto sarebbero stati felici di conoscere la piccola.
Conoscendoli, probabilmente nonno L. le farebbe già vedere le partite del Milan tentando di suscitare in lei un tifo primordiale da cui mai potrebbe separarsi; la porterebbe a spasso fino al campo di aviazione a vedere gli aerei ed i paracadutisti, come faceva con me; le insegnerebbe a tirare la pasta per gli agnolotti (già ora, sì sì lo farebbe già ora ;-)) e le canterebbe le canzoncine in dialetto. Nonno G. invece, la terrebbe vicina mentre si cimenta con le parole crociate o con l'ultimo libro di Eco e tenterebbe di imbastire con lei le prime conversazioni. Anche in tedesco va, che che serve sempre.
Penso che farebbero proprio così.
Ciò di cui sono certa è che adesso sono là, da qualche parte nel cielo. Stanno fumando e giocando a carte, probabilmente stanno discutendo animatamente perchè a nessuno dei due piace perdere e anche perchè il Milan avrà pure vinto l'ultimo scudetto, ma la Vecchia Signora è sempre la Vecchia Signora (ebbene sì, mio nonno G. aveva questo grande, enorme difetto...ma chi non ne ha ;-)). Sì, stanno discutendo, ma di tanto in tanto guardano giù e poi si sorridono felici, vedendo le guanciotte della loro bisnipotina.
Conoscendoli, probabilmente nonno L. le farebbe già vedere le partite del Milan tentando di suscitare in lei un tifo primordiale da cui mai potrebbe separarsi; la porterebbe a spasso fino al campo di aviazione a vedere gli aerei ed i paracadutisti, come faceva con me; le insegnerebbe a tirare la pasta per gli agnolotti (già ora, sì sì lo farebbe già ora ;-)) e le canterebbe le canzoncine in dialetto. Nonno G. invece, la terrebbe vicina mentre si cimenta con le parole crociate o con l'ultimo libro di Eco e tenterebbe di imbastire con lei le prime conversazioni. Anche in tedesco va, che che serve sempre.
Penso che farebbero proprio così.
Ciò di cui sono certa è che adesso sono là, da qualche parte nel cielo. Stanno fumando e giocando a carte, probabilmente stanno discutendo animatamente perchè a nessuno dei due piace perdere e anche perchè il Milan avrà pure vinto l'ultimo scudetto, ma la Vecchia Signora è sempre la Vecchia Signora (ebbene sì, mio nonno G. aveva questo grande, enorme difetto...ma chi non ne ha ;-)). Sì, stanno discutendo, ma di tanto in tanto guardano giù e poi si sorridono felici, vedendo le guanciotte della loro bisnipotina.
23 agosto, 2011
Ironia della sorte
Mesi e mesi a cercare la cicogna. Mesi passati a sognare la Ballerina (o un Ballerino, allora non potevo immaginare), mesi a chiedersi Ma andrà tutto bene?, ad arrovellarsi, ad imparanoiarsi, a crogiolarsi e poi a ripigliarsi....e a vedere le amiche panciute come esseri perfetti e funzionanti come io non ero. Delle vere e proprie dee della fertilità.
Poi arriva la Ballerina e tutto questo resta un ricordo, doloroso, formativo, importante. Un pezzo di me messo in soffitta.
Oggi: visita di controllo post parto. Vado dal gine niueig con un consistente ritardo (la visita è consigliata a 40 gg dal parto, io ho partorito il 5 giugno, fatevi due conti) e un po' di angoscia perchè, pur allattando, ho già avuto il ciclo. In sostanza, dalla visita è emerso che sono già di nuovo ben ben operativa, ovulazione a mille. Già. Il gine niueig mi guarda sorridente, un po' divertito di fronte alla mia espressione di sconcerto e mi dice: "Wow, superfertile, 10 e lode!...Ehm, occhio allora".
Se non fosse che in concreto è una cosa bella, che io funzioni così bene, mi verrebbe da battere la testa contro il muro.
Ma dico io, ma si può??
22 agosto, 2011
A piccoli passi
La vita con la Ballerina si è evoluta moltissimo nelle ultime settimane. Fino ai fatidici 40 giorni, questi esserini sono così piccoli che sembra di poterli rompere ogni volta che li si prende in braccio. Poi non li capiamo: piangono quando hanno fame, sonno, caldo, freddo, mal di pancia...e distinguere i pianti è roba da professionisti. Le espressioni sono in genere tre: sveglia, nanna, pianto.
Improvvisamente poi, iniziano i veri sguardi, i sorrisi, abbozzi di risate, gli occhi che finalmente vedono e captano quello che si muove tutt'attorno. E lì per me è scattato qualcosa. La Ballerina, da neonata amata incondizionatamente perchè mia, perchè tanto voluta, perchè fatta con tanta fatica, ha iniziato ad essere anche una splendida, socievole, simpatica e sorridente bambina e cui voler bene perchè è così lei, non perchè è mia. Vi sembrarà un passaggio automatico e magari non significativo, ma vi assicuro che per me è stata una svolta fondamentale. Adesso le giornate via via diventano più regolari tra poppate, pannolini e passeggiate. Le notti sono più quiete (ma non diciamolo troppo forte...) e io sono molto, molto meno stanca. Quindi posso partire con i buoni propositi dell'autunno. Non so ancora quali saranno (!), ma ne avrò e appena li avrò chiari in mente, ve ne renderò partecipi. Uno, a dire il vero, lo so già: ricominciare a fare dolci. Ma solo quando questo caldo devastante ci avrà salutati e potrò osare accendere il forno.
17 agosto, 2011
I bambini fanno miracoli
La vecchia Lizzie è tornata. Dopo 5 settimane di frescura montana, il fato l'ha rivoluta in città proprio quando qui riscoppiava il caldo dopo settimane di finta estate. Sapendo quanto io ami il caldo, potete immaginare la mia contentezza. Ma tralasciamo.
Vorrei raccontarvi tante cose, ma al momento devo ancora riordinare le idee, quindi, di getto, vi voglio confermare che i bambini compiono miracoli. Oh sì. Eccone alcuni.
Ho iniziato a mangiare le pesche, forse ero l'unica al mondo a non farlo, ma ora mi piacciono, perchè la Ballerina ha bisogno di vitamine, quindi via di frutta e verdura e quindi, pesche come se piovessero.
Ho passato tre settimane di pace con mia madre. Quella con cui per 25 anni mi sono scornata, quella con cui ho discusso per un lenzuolino, quella che mi diceva "noi non andremo mai d'accordo". E invece...
Ho riscoperto persone che non sentivo da secoli e adesso mi dimostrano uno strano affetto. Vero o falso che sia, per adesso me lo tengo.
Ho amato alla follia stare in un paesino montano ormai non più frequentato dai turisti, ho amato chiacchierare in cortile con tre pensionate di cui una tedesca.
Ho amato passeggiare con dei sandali scandalosamente brutti, ma comodi.
Stamattina la Lizzie dopo la doccia ha provato una strana e sconvolgente sensazione, un'energia, che le è vagamente sembrata voglia di tornare al lavoro.
....Ballerina cara, ancora una cosa non ti riesce proprio: far smettere tuo nonno di fumare. Ma possiamo riuscirci, coraggio.
Vorrei raccontarvi tante cose, ma al momento devo ancora riordinare le idee, quindi, di getto, vi voglio confermare che i bambini compiono miracoli. Oh sì. Eccone alcuni.
Ho iniziato a mangiare le pesche, forse ero l'unica al mondo a non farlo, ma ora mi piacciono, perchè la Ballerina ha bisogno di vitamine, quindi via di frutta e verdura e quindi, pesche come se piovessero.
Ho passato tre settimane di pace con mia madre. Quella con cui per 25 anni mi sono scornata, quella con cui ho discusso per un lenzuolino, quella che mi diceva "noi non andremo mai d'accordo". E invece...
Ho riscoperto persone che non sentivo da secoli e adesso mi dimostrano uno strano affetto. Vero o falso che sia, per adesso me lo tengo.
Ho amato alla follia stare in un paesino montano ormai non più frequentato dai turisti, ho amato chiacchierare in cortile con tre pensionate di cui una tedesca.
Ho amato passeggiare con dei sandali scandalosamente brutti, ma comodi.
Stamattina la Lizzie dopo la doccia ha provato una strana e sconvolgente sensazione, un'energia, che le è vagamente sembrata voglia di tornare al lavoro.
....Ballerina cara, ancora una cosa non ti riesce proprio: far smettere tuo nonno di fumare. Ma possiamo riuscirci, coraggio.
06 luglio, 2011
Emigro, per un po'
Ragazze, mi care amiche, questo caldo mi sta devastando. Al mattino sopravvivo, al pomeriggio starei nell'acqua gelata continuativamente. Il caldo mi ha sempre fatto male, mi sento fiacca, divento inappetente e la pressione da ipotesa cronica ne paga lo scotto. Insomma, sono una carretta. La Ballerina dal canto suo, piccolo esserino fagottoso, non può non aver caldo! Per quanto la vesta leggera, suda, soprattutto quando mangia, perchè una addosso all'altra ci facciamo caldo a vicenda.
Quindi ho preso la decisione storica di emigrare in montagna. E fin qui, direte voi, dove sta il problema?
Ecco...Darcy è in ferie da fine mese, perciò, udite udite, vado con mia madre. Capito? Io e mia madre in 43 metri quadri con bambina. Ho un po' paura, ma qui sono disperata, devo andare alla ricerca di aria fresca. Per fortuna mio padre e Darcy verranno a trovarci nei weekend e saltuariamente anche in settimana, altrimenti chissà...
Che poi magari, essendo ora mamma anch'io, vien fuori che dopo sta vacanza andiamo pure d'accordo....Io l'ho detto, la buona intenzione c'è ^__^
Voi pensatemi lo stesso però eh, perchè là sono senza connessione, o meglio, c'è, ma va a passo del bradipo quindi dubito di poter aggiornare.
Perciò mie care, auguro a tutte voi una felice estate, a qualcuno che sia di rinascita, a qualcuno di nuove scoperte, a qualcuno di crescita (anche di panza :-)) a tutte che sia ricca di cose belle. Tanto belle.
Vi lovvo. E mi mancherete un sacco.
Quindi ho preso la decisione storica di emigrare in montagna. E fin qui, direte voi, dove sta il problema?
Ecco...Darcy è in ferie da fine mese, perciò, udite udite, vado con mia madre. Capito? Io e mia madre in 43 metri quadri con bambina. Ho un po' paura, ma qui sono disperata, devo andare alla ricerca di aria fresca. Per fortuna mio padre e Darcy verranno a trovarci nei weekend e saltuariamente anche in settimana, altrimenti chissà...
Che poi magari, essendo ora mamma anch'io, vien fuori che dopo sta vacanza andiamo pure d'accordo....Io l'ho detto, la buona intenzione c'è ^__^
Voi pensatemi lo stesso però eh, perchè là sono senza connessione, o meglio, c'è, ma va a passo del bradipo quindi dubito di poter aggiornare.
Perciò mie care, auguro a tutte voi una felice estate, a qualcuno che sia di rinascita, a qualcuno di nuove scoperte, a qualcuno di crescita (anche di panza :-)) a tutte che sia ricca di cose belle. Tanto belle.
Vi lovvo. E mi mancherete un sacco.
26 giugno, 2011
Ti rendi conto che non sei più una ragazzina quando...
Sono a metà strada tra i 30 e i 40, ma se dovessi dire che mi sento i miei 35 anni, mentirei. Me ne sento una trentina, via, ma non certo di più. L'aspetto fisico di noi fanciulle del terzo millennio aiuta, ammettiamolo: chi ha per le mani le foto delle nostre mamme e ancor di più delle nostre nonne, si rende subito conto che per noi l'invecchiamento inizia dopo, sembriamo tutte ragazzine più a lungo. Saranno i capelli, saranno gli abiti, sarà lo stile di vita, ma la verità è che la giovinezza si è allungata.
Però c'è un però. Quando capitano piccoli eventi nella vita quotidiana che ti fanno pensare "non sono più una giovanotta".
Tipo: quando vicino a casa c'è un festival jazz e tu, invece di essere contenta, sei scazzata perchè suonano fino a tardi e potrebbero tener sveglia la bambina; quando i festeggiamenti per il compleanno di un amico iniziano ad un'orario in cui tu di solito vai a letto; quando ti chiamano per disdire la serata tra donne e tu, con mal celata gioia, dici "quanto mi dispiace", ma in cuor tuo pensi già al divano che ti aspetta; quando per qualche causa di forza maggiore fai tardi la sera e il giorno dopo non recuperi neanche se ti droghi; quando ti rendi conto che non vedi l'ora di passare due settimane in montagna con marito e figlia a fare passeggiate e goderti gli amici e l'aria buona, nient'altro...
Però c'è un però. Quando capitano piccoli eventi nella vita quotidiana che ti fanno pensare "non sono più una giovanotta".
Tipo: quando vicino a casa c'è un festival jazz e tu, invece di essere contenta, sei scazzata perchè suonano fino a tardi e potrebbero tener sveglia la bambina; quando i festeggiamenti per il compleanno di un amico iniziano ad un'orario in cui tu di solito vai a letto; quando ti chiamano per disdire la serata tra donne e tu, con mal celata gioia, dici "quanto mi dispiace", ma in cuor tuo pensi già al divano che ti aspetta; quando per qualche causa di forza maggiore fai tardi la sera e il giorno dopo non recuperi neanche se ti droghi; quando ti rendi conto che non vedi l'ora di passare due settimane in montagna con marito e figlia a fare passeggiate e goderti gli amici e l'aria buona, nient'altro...
24 giugno, 2011
Changes
Quando si ha la pancia farcita di una piccola creatura, bisogna accettare tanti cambiamenti. Il fiato corto per un nonnulla, le gambe gonfie, le guance più paffute, le bracciotte più rotondette e la bilancia che, inesorabile, quantifica con precisione tutti questi cambiamenti.
Poi si partorisce e non bisogna pensare che il nostro eroico corpicino torni quello di dieci mesi prima in pochi giorni. Proprio no. Resta la panciotta un po' molle, le braccia morbide, il faccino tondo e le gambe che gridano "ritenzione idrica".
Tutto questo fa parte del meraviglioso percorso di mettere al mondo una vita e come parte integrante va accettato senza tragedie. Insomma, chissenefrega se quest'estate non potrò permettermi i pantaloni bianchi a sigaretta o se dovrò comprarmi un paio di costumi nuovi perchè in quelli vecchi non mi stanno nè tette, nè sedere.
Scrivo questo perchè ho saputo da una mia amica cacciatrice che sua cognata, anche lei cacciatrice, ha finalmente scoperto (o almeno così pare) dove sta l'inghippo. Troppo diete scriteriate. Questa donna è maniaca della linea, lo è sempre stata e l'idea dell'aumento di peso conseguente alla gravidanza la terrorizzava. Quindi ha pensato bene di mettersi ancor più a dieta del solito nel periodo in cui ha cominciato la ricerca, seguendo un regime alimentare fatto di verdure crude e poco altro. Sapete la conseguenza qual è stata? Pare che i medici che la seguono abbiano accertato che questo regime alimentare, seguito con poche variazioni da ANNI, le abbia ridotto ai minimi termini la scorta di uova. Magari le sarebbe successo lo stesso anche se fosse campata a cannoli siciliani, ma sembra sicuro che una mano non se la sia data di certo.
Non voglio fare terrorismo, lungi da me.
Vorrei solo che qualche ragazza angosciata dai propri rotolini di ciccia passasse di qui e leggesse queste righe, vorrei che capisse che non vale la pena di compromettere la propria salute per un paio di hot pants, vorrei che capisse che va bene star bene con se stessi, va bene non essere obesi, va bene...ma non esageriamo. Non c'è niente di male nei rotolini, Darcy mi dice spesso che la mia nuova ciccetta gli piace...
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