Mi sveglio stranamente di buon'ora, per essere sabato, giornata il cui mattino è solitamente dedicato al sonno fino a tarda ora. Oggi invece no, ma sono fresca, riposata e di buon umore. Fuori splende un sole strano, il cielo ha riflessi perlacei, non è proprio blu. Apro la portafinestra, arieggio la stanza, metto i cuscini sul balcone a prendere aria e sole. Darcy nel frattempo mi ha portato su caffè e biscotti. Ma quanto lo adoro. Scendo, accendo il pc, controllo la posta del lavoro, purtroppo mi tocca, ieri era chiusura...Niente di allarmante, quindi chiudo tutto e vado a farmi una doccia, nel frattempo Darcy sta stendendo la prima lavatrice e io lo adoro sempre di più. Mi faccio ben bene la mia nuova piega stile Cleopatra, mi vesto e riaccendo il pc. Faccio un giro dai miei amici blogger e penso che tutto si sta risvegliando: il cielo, i passerotti, i miei cuscini, la biancheria stesa fuori e io stessa, dopo la tirata lavorativa degli ultimi giorni. Arriva la primavera e da oggi ho anche un secondo lavoro piuttosto impegnativo. Mi aspettano mesi interessanti.
27 febbraio, 2010
24 febbraio, 2010
Correva l'anno 1992
Presa dalla tristezza dei risultati degli italiani in queste olimpiadi invernali canadesi, mi sono riguardata su youtube i filmati delle sfolgoranti imprese nello sci alpino ad Albertville, Lillehammer e Nagano. All'epoca di Albertville, avevo trascorso una settimana sulla neve non molto distante proprio dalla località olimpica. Avevo 16 anni e facevo ancora qualche gara...mamma mia quanto tempo è passato. Ripensando a quei giorni mi sono resa conto che sono stati i miei ultimi giorni di vacanza nell'età non adulta. Se la memoria non mi inganna, eravamo saliti dopo S. Stefano, per poi tornare a casa i primi giorni di gennaio. Eravamo in alta Savoia, appunto, in settimana bianca con i miei genitori e amici vari con i relativi figli (su per giù della mia età). Con noi c'erano anche alcuni maestri del CAI, con cui io trascorrevo le mie belle giornate sulla neve: paletti stretti, porte larghe, discese senza bastonici, filmati...e alla sera, in albergo, ci si riguardava vedendo gli errori di ognuno ed evidenziando cosa bisognava migliorare. I genitori durante il giorno erano tranquilli perchè noi ragazzi eravamo coi maestri e di sera c'era sempre un clima di gran festa in albergo. Ricordo i fuochi della sera di Capodanno, con fuori un freddo barbino che ci ha fatto rientrare molto velocemente!
Mi ricordo che in autostrada, tornando a casa, c'era un sacco di traffico, al punto che mi papà a un certo punto a detto :"Parlano di crisi e guarda quanta gente c'è in giro! Noi compresi...". Buffo pensare che già allora si parlasse di una crisi...
Senza che ci sia un motivo particolare, conservo un ricordo particolarmente dolce di quella vacanza e non so bene perchè, ma so che è stata la mia ultima vacanza da ragazzina, l'ultima in cui mi sono sentita ancora bambina.
Mi ricordo che in autostrada, tornando a casa, c'era un sacco di traffico, al punto che mi papà a un certo punto a detto :"Parlano di crisi e guarda quanta gente c'è in giro! Noi compresi...". Buffo pensare che già allora si parlasse di una crisi...
Senza che ci sia un motivo particolare, conservo un ricordo particolarmente dolce di quella vacanza e non so bene perchè, ma so che è stata la mia ultima vacanza da ragazzina, l'ultima in cui mi sono sentita ancora bambina.
Risveglio
Finalmente c'è un pallido sole. Si vedono strappi di azzurro nel cielo bianco di nuovole. Al mattino, dal lucernario del bagno, si sente qualche audace passerotto iniziare il suo canto e nel giardino di fronte a casa zampettano coppie di merli. Si ricomincia, la natura si sta risvegliando. Mai come quest'anno ho bisogno di essere parte di questo risveglio.
22 febbraio, 2010
18 febbraio, 2010
Per la mia amica Y.
Il pensiero di quella casa vuota. Di tutte le sue cose ormai rimaste sole.
Il pensiero della gatta, che soffre di solitudine senza di lei.
Il pensiero di un uomo la cui vita si sta per spezzare.
Il pensiero di una vecchiaia mai goduta, di passeggiate sul lungomare mai fatte.
Il pensiero di una figlia senza più la sua guida e la sua forza.
Il pensiero che nessuno di noi può fare nulla.
Il pensiero che non c'è un perchè.
Il pensiero del dolore che starà provando ora e dei pensieri neri che l'accompagnano la sera, al buio in quella stanza che non è la sua, con accanto delle sconosciute...sola, di fronte a qualcosa che fa paura.
Scusate, ma in questi giorni non penso ad altro.
Il pensiero della gatta, che soffre di solitudine senza di lei.
Il pensiero di un uomo la cui vita si sta per spezzare.
Il pensiero di una vecchiaia mai goduta, di passeggiate sul lungomare mai fatte.
Il pensiero di una figlia senza più la sua guida e la sua forza.
Il pensiero che nessuno di noi può fare nulla.
Il pensiero che non c'è un perchè.
Il pensiero del dolore che starà provando ora e dei pensieri neri che l'accompagnano la sera, al buio in quella stanza che non è la sua, con accanto delle sconosciute...sola, di fronte a qualcosa che fa paura.
Scusate, ma in questi giorni non penso ad altro.
17 febbraio, 2010
Non riesco
Ci sono situazioni in cui non riesco a esprimermi, non trovo le parole. Momenti dolorosi in cui non riesco a dar voce alla mia tristezza. Avete presente quando Robinson vive qualche esperienza forte e Defoe si toglie dagli impacci scrivendo ". . .provò sensazioni che non sapeva descrivere." Capita diverse volte nel romanzo.
Ecco, più o meno è così.
Da ieri penso a quello che è successo a un'amica e non riesco proprio a parlarne, a dire una parole di quel buio che mi ha assalita.
Quindi lascio che qualcuno di molto più comunicativo di me, esprima quella che sento.
". . . On and on the rain will fall
Like tears from a star like tears from a star
On and on the rain will say
How fragile we are how fragile we are . . ."
Ecco, più o meno è così.
Da ieri penso a quello che è successo a un'amica e non riesco proprio a parlarne, a dire una parole di quel buio che mi ha assalita.
Quindi lascio che qualcuno di molto più comunicativo di me, esprima quella che sento.
". . . On and on the rain will fall
Like tears from a star like tears from a star
On and on the rain will say
How fragile we are how fragile we are . . ."
14 febbraio, 2010
Breve storia di un'unione sbagliata
Per un'amica.
Te l'ho detto mille volte: pensaci, sei ancora in tempo. Anzi, sei sempre in tempo. Ma prendi una decisione, apri gli occhi, smettila di mettere la testa sotto la sabbia. Hai pianto, hai sofferto, hai perso il sonno e la serenità. Eppure, piuttosto che ammettere l'errore e la sconfitta, davanti a te stessa e davanti agli altri, l'hai sposato lo stesso. Piuttosto che affrontare le sofferenze della prematura rottura, lo sconforto dei tuoi genitori e le dicerie della gente, l'hai fatto lo stesso. Non ti giudico, ma è stato un errore. Ora, le cose vanno di male in peggio. Passiamo ore al telefono e ci scriviamo email chilometriche, ma cosa risolviamo? Nulla. Lui è sempre lì. E con tutto quello che mi racconti, io fatico davvero quando ci incontriamo. Fatico a non dirgli che è un bastardo, infantile, sciocco egocentrico dal comportamento inqualificabile. Ti dice cose irripetibili, ti rovescia addosso colpe che non hai. Vede e pensa solo a se stesso. Te lo ripeto ancora: si è sempre in tempo. Questa sera ci vedremo e io ho già l'ansia di non riuscire a dissimulare la mia rabbia. E se la dissimulo, è solo perchè tu me lo chiedi. Ma non so se sia un bene. Non so se mai qualcosa cambierà. Ho paura che tu non riesca mai ad uscirne e io non posso più sopportare la vista dell'uomo che ti ha ingannata prima e ti tratta come uno straccio adesso. Perchè una moglie non si offende, non si insulta, non si prende a male parole, non si aggredisce. Non so dove tu trovi la forza per andare avanti in questa cosa che a me sembra sempre di più una commedia...se non una tragedia.
Te l'ho detto mille volte: pensaci, sei ancora in tempo. Anzi, sei sempre in tempo. Ma prendi una decisione, apri gli occhi, smettila di mettere la testa sotto la sabbia. Hai pianto, hai sofferto, hai perso il sonno e la serenità. Eppure, piuttosto che ammettere l'errore e la sconfitta, davanti a te stessa e davanti agli altri, l'hai sposato lo stesso. Piuttosto che affrontare le sofferenze della prematura rottura, lo sconforto dei tuoi genitori e le dicerie della gente, l'hai fatto lo stesso. Non ti giudico, ma è stato un errore. Ora, le cose vanno di male in peggio. Passiamo ore al telefono e ci scriviamo email chilometriche, ma cosa risolviamo? Nulla. Lui è sempre lì. E con tutto quello che mi racconti, io fatico davvero quando ci incontriamo. Fatico a non dirgli che è un bastardo, infantile, sciocco egocentrico dal comportamento inqualificabile. Ti dice cose irripetibili, ti rovescia addosso colpe che non hai. Vede e pensa solo a se stesso. Te lo ripeto ancora: si è sempre in tempo. Questa sera ci vedremo e io ho già l'ansia di non riuscire a dissimulare la mia rabbia. E se la dissimulo, è solo perchè tu me lo chiedi. Ma non so se sia un bene. Non so se mai qualcosa cambierà. Ho paura che tu non riesca mai ad uscirne e io non posso più sopportare la vista dell'uomo che ti ha ingannata prima e ti tratta come uno straccio adesso. Perchè una moglie non si offende, non si insulta, non si prende a male parole, non si aggredisce. Non so dove tu trovi la forza per andare avanti in questa cosa che a me sembra sempre di più una commedia...se non una tragedia.
11 febbraio, 2010
Non ci posso credere
A volte è vero che la tenacia ripaga. Ho provato a sostenere questa prova e ce l'ho fatta, contro ogni mia più rosea aspettativa. La casa editrice presso cui ho frequentato un seminario di traduzione ha valutato positivamente la mia prova e mi ha mandato un contratto di traduzione e l'indicazione dei testi da tradurre con le relative scadenze.
Sono strafelice, frastornata e forse non me ne rendo del tutto conto. Non so ancora bene che cambiamenti porterà nella mia vita questa cosa, sicuramente non saranno cambiamenti immediati, ma insomma, da qualche parte bisogna pur cominciare ed io sento di essere all'inizio di una nuova avventura!
Sono strafelice, frastornata e forse non me ne rendo del tutto conto. Non so ancora bene che cambiamenti porterà nella mia vita questa cosa, sicuramente non saranno cambiamenti immediati, ma insomma, da qualche parte bisogna pur cominciare ed io sento di essere all'inizio di una nuova avventura!
08 febbraio, 2010
Questo libro continua a darmi grandi soddisfazioni...
" (...) usually people who are naturally good have to work at it. The goodness may be there, but they have to cultivate it, work to bring it out."
Quindi, alle persone che mi dicono "tu sei troppo buona, io al tuo posto bla bla bla..." o roba del genere, sappiano costoro che io non sono nè santa nè niente, solo che faccio del mio meglio, ci provo. Credo che essere buoni faccia bene alla salute, ma è tutt'altro che semplice.
Quindi, alle persone che mi dicono "tu sei troppo buona, io al tuo posto bla bla bla..." o roba del genere, sappiano costoro che io non sono nè santa nè niente, solo che faccio del mio meglio, ci provo. Credo che essere buoni faccia bene alla salute, ma è tutt'altro che semplice.
07 febbraio, 2010
Scimmiette ammaestrate
Se c'è una cosa che mi piace poco, è vedere i bambini che si esibiscono in televisione. Ho sempre l'impressione che non abbiano potuto scegliere, che debbano inseguire i sogni infranti dei genitori e che siano condannati a vivere delle mezze-infanzie che porteranno conseguenze negative. A maggior ragione se le trasmissioni televisive in cui sono coinvolti presuppongono oltre che alle esibizioni, anche una gara. Siamo sicuri che i bambini in questione abbiano voglia di mettersi in mostra davanti a tutta l'Italia e competere fra di loro? Non sono sicura per niente.
Qualche giorno fa, facendo zapping, mi imbatto nel messaggio promozionale di una di queste aberranti trasmissioni; intervistano una bimba che non avrà avuto più di dieci anni. Le chiedono :"E tu, quando hai scoperto la tua passione per il canto?" La ragazzina con una prontezza quanto meno sospetta risponde, raggiante "Quando ero nella pancia della mamma!"
Ecco. Non ditemi che la sua cara mammina non le aveva fatto studiare il copione a memoria.
Qualche giorno fa, facendo zapping, mi imbatto nel messaggio promozionale di una di queste aberranti trasmissioni; intervistano una bimba che non avrà avuto più di dieci anni. Le chiedono :"E tu, quando hai scoperto la tua passione per il canto?" La ragazzina con una prontezza quanto meno sospetta risponde, raggiante "Quando ero nella pancia della mamma!"
Ecco. Non ditemi che la sua cara mammina non le aveva fatto studiare il copione a memoria.
06 febbraio, 2010
Nuova veste
Complice il proxy dell'ufficio che non mi permetteva più di visualizzare correttamente il blog, ho deciso di cercare un nuovo template. Insomma, era ora, non l'avevo mai cambiato e sentivo il bisogno di una ventata di freschezza. Dopo una lunga e sofferta ricerca, ma soprattutto dopo l'intervento di Darcy per le modifiche, ecco il risultato.
Devo dire che sono proprio soddisfatta!
Devo dire che sono proprio soddisfatta!
05 febbraio, 2010
Analisi spicciola del venditore
I venditori sembrano sempre mossi da un sacro fuoco. Io mi domando: di cosa si tratta esattamente? Ieri sera ne parlavo con Darcy, proprio perchè a me quel sacro fuoco, manca.
Io sostenevo che ciò che spinge una persona e fare il venditore (o il commerciale, per usare un termine più carino) sono i soldi, perchè solitamente i commerciali sono pagati fisso+provvigioni e il fisso è quasi sempre da fame. Da qui la motivazione a svolgere con successo la professione, pena non arrivare agevolmente alla fine del mese.
Darcy non era del tutto d'accordo con me, perchè anche i commerciali ad un passo dalla pensione spesso si fiondano sui clienti come sciacalli assatanati. E questi signori normalmente nell'arco della loro onorata carriere hanno accantonato piccole fortune. Quindi cosa li spinge? Darcy diceva che ce l'hanno nel sangue, è passione, è sfida, mettersi in gioco ogni giorno.
Ma io mi domando: perchè queste persone sentono il bisogno di alzarsi ogni mattina con una nuova "sfida" da vincere? Cosa devono dimostrare? A chi? A loro stessi, ai loro capi...? Boh. Io non sento per niente questo bisogno...tutt'altro.
Non sarà che queste persone hanno un fondo di insicurezza per cui sentono ogni giorno il bisogno di dimostrare a se stessi e agli altri quanto sono bravi e quanto si arricchiscono?
Io sostenevo che ciò che spinge una persona e fare il venditore (o il commerciale, per usare un termine più carino) sono i soldi, perchè solitamente i commerciali sono pagati fisso+provvigioni e il fisso è quasi sempre da fame. Da qui la motivazione a svolgere con successo la professione, pena non arrivare agevolmente alla fine del mese.
Darcy non era del tutto d'accordo con me, perchè anche i commerciali ad un passo dalla pensione spesso si fiondano sui clienti come sciacalli assatanati. E questi signori normalmente nell'arco della loro onorata carriere hanno accantonato piccole fortune. Quindi cosa li spinge? Darcy diceva che ce l'hanno nel sangue, è passione, è sfida, mettersi in gioco ogni giorno.
Ma io mi domando: perchè queste persone sentono il bisogno di alzarsi ogni mattina con una nuova "sfida" da vincere? Cosa devono dimostrare? A chi? A loro stessi, ai loro capi...? Boh. Io non sento per niente questo bisogno...tutt'altro.
Non sarà che queste persone hanno un fondo di insicurezza per cui sentono ogni giorno il bisogno di dimostrare a se stessi e agli altri quanto sono bravi e quanto si arricchiscono?
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