Così mi è capitato di frequentare un laboratorio incentrato sui format televisivi. Storia, evoluzione, modalità comunicative e compagnia bella. Ricordo una parte interamente dedicata alle soap operas, sceneggiati nati negli Stati Uniti, prima in radio poi sbarcati in tv, che hanno spopolato anche qui in Italia negli anni 80.
Ieri dopo pranzo, mi sono resa conto che le soap operas stanno morendo. A dispetto di una delle caratteristiche distintive del format stesso, cioè quella di non avere una fine, questo prodotto ha ormai fatto il suo tempo. Recentemente ha chiuso i battenti una delle soap operas storiche, nata per la radio nell'immediato dopoguerra negli Stati Uniti appunto. Il segnale è chiaro: si è chiusa un'epoca.
Del resto, a ben pensarci, non è che improvvisamente l'utenza richieda opere teatrali di alto livello, documentari scientifici o storici o altri programmi di elevata qualità contenutistica. Tutt'altro. Direi che l'utenza si sta rimbambendo sempre più. Solo che non c'è più bisogno di pagare attori, sceneggiatori e costumisti per impegolarsi a produrre una soap opera. Ci sono i reality, caspita! Partecipanti illustri sconosciuti che mettono alla berlina se stessi e la loro smodata voglia di fama, sconosciuti che possono avere un talento oppure avere solo il talento di non saper fare assolutamente nulla. Il segreto è: chiudi un po' di queste persone a caso (o forse non tanto a caso) in un luogo qualsiasi (una casa, un'isola, una scuola...poco importa) e la soap opera prenderà vita da sè. Niente attori, nè sceneggiatori da pagare.
La qualità del risutato...beh, tutto sta a capire se intendiamo misurarla coi contenuti espressi o con gli ascolti.
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Meno male che ci restano Criminal Minds e NCIS.