C'è stato un periodo in cui ero orgogliosa di me stessa. Perchè ho conseguito una laurea, perchè ho comprato casa, perchè ci sono tante persone che mi vogliono bene, perchè ho un buon lavoro, perchè - ultimamente - sto costruendo una famiglia nuova di zecca.
Resta tutto valido, per carità. Ma una piccola, acuta fitta nel fianco mi dice che qualcosina è stato lasciato per strada. Il problema è semplice: quando mi sono laureata, ormai sei anni or sono, credevo di riuscire, prima o poi, a inseguire i miei sogni professionali. Poi però ci si scontra con una realtà ben diversa che conosciamo più o meno tutti. Ti fai un culo quadro per laurearti in tempi accettabili e con una votazione decorosa e poi finisci a rincorrere stage in posti dove non te ne frega niente e magari manco ti pagano. Poi si passa dallo stage al contratto interinale, di nuovo in un posto che non interessa, ma è pur sempre un miglioramento. Intanto lavoro, pensiamo tutti, per il lavoro-che-vorrei, mi sto attrezzando, intando faccio qualcosa. Nel frattempo il contratto interinale scade e si rinnova tre o quattro volte finchè, con una gran botta di culo, ecco arrivare una proposta di contratto a tempo indeterminato. Vorrai mica non cogliere l'occasione? E via, si riparte. Esperienza nuova, tutto da imparare. E' ciò che hai sempre voluto fare? Naturalmente no, il settore in questione è in crisi, è chiuso, è una casta...bla bla bla. Quindi, accetta la nuova proposta e niente lamentele, il lavoro al giorno d'oggi è un lusso, non un diritto, poter scegliere non è contemplato.
Gli anni passano e la tua esperienza matura e si forma in un settore di cui francamente, ti frega ben poco. Qualche soldino l'hai messo da parte, il lavoro in sè diventa sempre più avvilente (già non era la tua passione in partenza...), quindi, ricominci a cercare. Ma scopri che là fuori, è l'esperienza fatta che conta. Chissenefrega se sei laureato in qualcosa, l'importante è cos'hai fatto negli ultimi cinque anni in cui hai lavorato. E lì capisci che sarà molto difficile riprendere le fila del lavoro-che-vorrei-fare, perchè ormai hai intrepreso una strada e molto probabilmente ti toccherà seguirla. Tutto sommato, il posto che hai è così male? Boh, qualcuno dice anche che ci sai fare. Qualcuno ogni tanto dice che c'è una piccola nerd, nascosta sotto la faccia di una innamorata di John Donne.
21 agosto, 2008
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Belle le tue considerazioni, potrebbero essere applicabili a quasi ogni aspetto della vita. Poi mi chiedo: che ne sappiamo di quale sia davvero la cosa in cui eccelliamo? Magari, se invece quel lavoro che "volevi" l'avessi avuto, avrebbe anche potuto succedere che poi si rivelasse qualcosa di frustrante su altri aspetti, che alla lunga rivelasse dei limiti che non avevi contemplato. Ecco che, alla fine, è forse solo guardando ad occhi aperti ciò che effettivamente stiamo facendo oggi, che potremmo scoprire che anche se non è ciò che sognavamo, stiamo eccellendo in un campo inaspettato. A volte, le deviazioni del destino, ci mostrano aspetti insospettati di noi stessi. Ciò che hai, alla fine, forse è qualcosa che magari non volevi, ma che riesci a fare molto bene. Perché allora non iniziare a guardare questa cosa come ad un aspetto di te su cui fare affidamento? su cui puntare l'attenzione? Insomma, non sempre i sogni non realizzati sono poi quelli che avrebbero davvero fatto per noi. Se seguo ciò che hai scritto, mi viene da pensare che ciò che fai ora è forse qualcosa da cui ricavare qualcos'altro di buono, oltre ad uno stipendio. O magari, (e mi scuso per la lunghezza del commento ma mi hai fatto riflettere) questo è solo un passaggio verso qualcosa che arriverà, che ancora non conosci. E che ti troverà con l'esperienza, quella fatta oggi, giusta per una nuova opportunità....Buone cose comunque..
RispondiEliminaGrazie, il tuo commento mi offre un nuovo punto di vista.
RispondiEliminaCiao!
Io ho cominciato a lavorare nel 1985 (!!!). Non ho fatto una strepitosa carriera, ma non mi posso lamentare piu` di tanto, bene o male, fino ad oggi e' sempre stato tutto in crescita.
RispondiEliminaQualcuno dice che ho fortuna, qualcuno che sono bravo... forse tutte e due le cose... ma io penso che il vero motivo e che io ho cominciato a lavorare senza alcuna aspettativa, come se fosse solamente un gioco in attesa di altro. La mia idea era di fare totalmente altre cose nella mi vita (il musicista, l'artista), ed il lavoro mi serviva solo come strumento per poter fare queste altre cose (e per far stare bravi i miei genitori).
...poi tutto e' andato come e' andato.
Quasi tutti quelli che conoscevo che avevano grandi aspettative si sono arenati da qualche parte... forse, a volte, e' meglio lasciarsi trasportare dalla corrente ed aggiustare la rotta un pochino per volta.
Ciao :-)