Perché ho 37 anni e sai com’è
Perché ho un contratto di un anno e
garanzie zero
Perché nooo, finchè lei non va alla
materna no
Perché prima vorremmo sistemare la
casa al mare
….perchè sono dell’acquario, tifo
Toro, la società fa schifo, non c’è futuro, non ci sono più le
mezze stagioni, piove piove la gatta non si muove.
Invento un sacco di balle, per me
stessa, ma soprattutto per gli altri. Perché con me stessa ho
imparato ad essere svergognata e non mi mento più, ma con gli altri
è più difficile.
La mia bambina ha ormai quasi due anni; è
una bambina felice, solare, relativamente tranquilla. Mangia senza
storie, dorme di notte ed è socievole con tutti.
Quando un bambino raggiunge questa
fase, il prossimo non resiste, ce l’ha lì sulla punta della
lingua, che vuole per forza uscirgli di bocca e lui non può, non ce
la fa a trattenerla. Così, formula la fatidica domanda: “Non è
ora di farle un fratellino?”
Dopo quell’interminabile istante di
imbarazzo, dopo il disgelo, incanto il prossimo con una delle
fregnacce di cui sopra. L’interlocutore SA che gli ho propinato una
balla e io SO CHE LUI SA. Ma pazienza, il gioco delle parti è
compiuto e va bene così.
Io però poi torno in me e mi ripeto la
verità; quella che dico solo a me stessa, quella che mi fa sentire
in colpa, che mi fa sentire un mamma anormale, diversa,
un’irresponsabile ed egoista. La verità di cui mi vergogno.
Io non ho superato il dolore del parto.
Lo ricordo perfettamente. Alla faccia del “non appena lo tieni
stretto a te, il ricordo svanisce”.
Ricordo i due giorni di tentennamento
dei medici e ricordo le 36 ore circa che ci sono volute perché la
mia bambina potesse nascere.
Già, ricordo che il personale medico –
scarso, perchè c'era il ponte del 2 giugno! - ad ogni cambio turno,
cambiava pure idea sul da farsi.
Ricordo il digiuno coatto “...perché
forse magari dopo (?) induciamo. Che ne pensa signora?” Io cosa ne
penso??? Penso che TU dovresti sapere cosa fare, cosa sia meglio, non
io! E intanto non mi autorizzavano i pasti. Tanto mica mi serviva
essere in forze….
Ricordo la tortura del foley, 12 ore di
calvario.
Ricordo la notte
successiva, quando me l’hanno tolto e la piccola aveva il battito
accelerato; una notte passata quasi interamente con il monitoraggio,
sveglia e a digiuno. Preoccupata, preoccupatissima, terrorizzata da
quel battito che non ne voleva sapere di rallentare. Tanto mica mi
serviva essere riposata e tranquilla…
Ricordo l’induzione, le contrazioni
subito forti, fortissime, ravvicinate.
Ricordo di aver pensato “mai più”.
Ricordo che ero sfinita, distrutta e
pensavo che non sarei stata in grado di sopportarlo di nuovo.
E lo penso ancora. E non so se mai
smetterò di farlo. Eppure vorrei tanto, tanto che la mia piccola non fosse sola come me, vorrei tanto darle quel dono meraviglioso che può essere un fratello o una sorella, visto che poverina, già non ha zii.
Che vergogna.