Sto traslocando, pian piano. Sto assaporando il piacere immenso che si prova a trasportare valigioni su e giù per tre piani di scale senza ascensore, poi il fatto di avere perennemente la casa nuova impolverata e tutti gli espertissimi che ti dicono "ah ma con le case nuove è così, salta fuori polvere per almeno sei mesi!". Uno spasso. Mi madre che ogni cosa le sembri inutile in casa sua mi dice "lo vuoi? io non lo uso, però è ancora bello". Ma chissenefrega che sia bello, se tu non lo usi, perchè dovrei farlo io?? E poi ci sono tutti quegli stramaledettissimi insetti (non solo zanzare, che anzi, sono stranamente pochine) che invadono la casa nei tre secondi netti che intercorrono tra il sollevamento della tapparella e la chiusura della zanzariera. Vanno a collocarsi sui miei soffitti candidi ed immacolati e/o svolazzano impazziti intorno alle luci. Che dire...li detesto.
MA...il gioco vale la candela. Perchè la mia vecchia casina, perfetta per me sola, per la mia fu-vita da single, arredata apposta per me e per le mie esigenze, sta diventando bazar da quando ci viviamo in due. Mica per colpa di qualcuno. Semplicemente non ci stiamo. E non è neanche colpa delle mie scarpe, è colpa dell'arredamento e dello sfruttamento degli spazi, studiati per me sola.
Abbiamo aspettato sette mesi prima di poter entrare nella casa nuova e ora finalmente la data è imminente. Mi sembra ovvio che il grande sbattone del trasloco caschi proprio in questi giorni...in cui sono certa si scatenerà la caldazza padana.
26 giugno, 2009
22 giugno, 2009
Piccole grandi soddisfazioni
Oggi ho aiutato una collega con delle faccende di lavoro che dovrebbe spiegare lei a me, se guardiamo le rispettive figure professionali, ma essendo arrivata da poco più di un anno, l'ho aiutata con delle cose ormai vecchie che non trattiamo quasi più e che di conseguenza lei non ha mai avuto modo di gestire. Dal momento in cui le è stato richiesto, è dovuta correre ai ripari e io le ho dato una mano.
Ecco, mi ha ringraziata, mi ha poi detto che ha chiesto poi conferma di quel che aveva capito e che era tutto corretto. Insomma, non la finiva più di ringraziarmi e di dirmi che ne so un sacco, che lo dirà al mio capo, ecc...Sono piccole soddisfazioni, in questa piatta desolazione...
Ecco, mi ha ringraziata, mi ha poi detto che ha chiesto poi conferma di quel che aveva capito e che era tutto corretto. Insomma, non la finiva più di ringraziarmi e di dirmi che ne so un sacco, che lo dirà al mio capo, ecc...Sono piccole soddisfazioni, in questa piatta desolazione...
19 giugno, 2009
Evelyn, Eddie e Alan
Evelyn ed Eddie vengono assunti quasi in concomitanza, nel giro di un mese.
Dopo due anni di lavoro, in cui Evelyn raggiunge gli obiettivi annui entrambe le volte, mentre Eddie una sola volta, Eddie diventa il capo di Evelyn.
Dopo alcuni mesi, in azienda arriva uno stagista, Alan, che poi viene assunto. Ad Evelyn viene dato l'incarico di seguirne la crescita, affiancarlo e seguirne la valutazione finale dopo il corso di formazione. Evelyn fa tutto questo con un discreto successo, il ragazzo passa l'esame a fine corso e inizia la sua vita professionale.
Passano tre anni e mezzo - in cui Evelyn raggiunge in tre casi gli obiettivi annui, in un caso li sfiora - e ad Alan viene affidata la gestione di un team di tre persone.
Passano altri sei mesi e Alan prende il posto di Eddie, diventa il capo di sette persone tra cui Evelyn. La persona che gli ha dato una mano quando non ci capiva una mazza, che gli ha dato fiducia quando si scoraggiava, che lo ha aiutato ad imparare il lavoro.
Ad Evelyn, come in precedenza, non viene dato alcun aumento, alcuna possibilità di crescita.
E' proprio il caso di dire che a volte l'allievo supera la maestra.
O sarà forse che a volte, certe scelte sono dettate dal testosterone??
Dopo due anni di lavoro, in cui Evelyn raggiunge gli obiettivi annui entrambe le volte, mentre Eddie una sola volta, Eddie diventa il capo di Evelyn.
Dopo alcuni mesi, in azienda arriva uno stagista, Alan, che poi viene assunto. Ad Evelyn viene dato l'incarico di seguirne la crescita, affiancarlo e seguirne la valutazione finale dopo il corso di formazione. Evelyn fa tutto questo con un discreto successo, il ragazzo passa l'esame a fine corso e inizia la sua vita professionale.
Passano tre anni e mezzo - in cui Evelyn raggiunge in tre casi gli obiettivi annui, in un caso li sfiora - e ad Alan viene affidata la gestione di un team di tre persone.
Passano altri sei mesi e Alan prende il posto di Eddie, diventa il capo di sette persone tra cui Evelyn. La persona che gli ha dato una mano quando non ci capiva una mazza, che gli ha dato fiducia quando si scoraggiava, che lo ha aiutato ad imparare il lavoro.
Ad Evelyn, come in precedenza, non viene dato alcun aumento, alcuna possibilità di crescita.
E' proprio il caso di dire che a volte l'allievo supera la maestra.
O sarà forse che a volte, certe scelte sono dettate dal testosterone??
18 giugno, 2009
12 giugno, 2009
Lacrime
Riflettevo su di me, su come sono fatta e sono giunta alla conclusione che forse un pochino di ragione, mia mamma ce l'ha: sono ben strana. Quanto meno per quel che riguarda le lacrime. Già, perchè nella vita in generale, sono la tipica persona "con le lacrime in tasca": piango di contentezza pituttosto spesso: quando un'amica mi dice qualcosa di bello, Darcy mi dice che mi vuole bene e che mi ama, quando ritrovo qualcuno dopo tanto tempo, ascolto una canzone che mi emoziona tanto, rivedo un posto che amo dopo tanto tempo, quando ripenso a momenti particolarmente intensi.
E piango di tristezza: quando penso disgrazie più grandi di me, alle sfortune di chi mi sta vicino, ricordando i miei nonni e il tempo passato con loro...
Ma se per quanto riguarda la vita vera, sono una fontana, per i film è tutta un'altra storia. Sì, perchè ci ho pensato a lungo e sono giunta alla conclusione che ho pianto per 3 film in tutta la mia vita. E ne ho visti tanti! 3 sono proprio pochini...e sono:
Antarctica (si scrive così?), quando i primi cani non ce la fanno, le lascrime sono arrivate...cavolo, ero anche piccola quando l'ho visto!
Schindler's List, quando i salvati regalano l'anello a Itzhak Stern.
Leon, quando Matilda interra in giardino la pianta di Leon e parte la sigla finale, quella splendida canzone che è "Shape of my heart" di Sting.
E piango di tristezza: quando penso disgrazie più grandi di me, alle sfortune di chi mi sta vicino, ricordando i miei nonni e il tempo passato con loro...
Ma se per quanto riguarda la vita vera, sono una fontana, per i film è tutta un'altra storia. Sì, perchè ci ho pensato a lungo e sono giunta alla conclusione che ho pianto per 3 film in tutta la mia vita. E ne ho visti tanti! 3 sono proprio pochini...e sono:
Antarctica (si scrive così?), quando i primi cani non ce la fanno, le lascrime sono arrivate...cavolo, ero anche piccola quando l'ho visto!
Schindler's List, quando i salvati regalano l'anello a Itzhak Stern.
Leon, quando Matilda interra in giardino la pianta di Leon e parte la sigla finale, quella splendida canzone che è "Shape of my heart" di Sting.
11 giugno, 2009
Social networking
C'è chi ne dice peste e corna. E in parte ha ragione, sono la prima a dirlo.
Però, se in mezzo alle centinaia di persone che riincontriamo su questi network, ce ne fosse anche solo una che ci scrive qualcosa che arriva dritta allo stomaco e fa quasi salire una lacrima agli occhi, non sarebbe valsa la pena?
A me è successo. Più di una volta, ma in particolare ricordo due episodi.
Uno in cui un amico mi ha addirittura scritto una poesia: garantisco, tutto avrei pensato di questa persona, che avesse tutti i pregi del mondo, ma che mi dedicasse una poesia, per giunta carina! No, non l'avrei mai detto e mi ha commossa. E ora ci sentiamo regolarmente (lui abita molto lontano) e ogni volta ci ripetiamo che è splendido essersi ritrovati.
Il secondo episodio è di oggi. Un'amica di quando ero bambina, ma proprio bambina. Credo che la nostra frequentazione si sia interrotta quando avevamo 13 anni. Ebbene, oggi questa ragazza mi ha scritto delle parole bellissime, che hanno reso speciale una giornata qualunque (pure un po' noiosa!).
Sono un po' troppo sentimentale? Forse sì, ma sono fatta così, that's me.
Però, se in mezzo alle centinaia di persone che riincontriamo su questi network, ce ne fosse anche solo una che ci scrive qualcosa che arriva dritta allo stomaco e fa quasi salire una lacrima agli occhi, non sarebbe valsa la pena?
A me è successo. Più di una volta, ma in particolare ricordo due episodi.
Uno in cui un amico mi ha addirittura scritto una poesia: garantisco, tutto avrei pensato di questa persona, che avesse tutti i pregi del mondo, ma che mi dedicasse una poesia, per giunta carina! No, non l'avrei mai detto e mi ha commossa. E ora ci sentiamo regolarmente (lui abita molto lontano) e ogni volta ci ripetiamo che è splendido essersi ritrovati.
Il secondo episodio è di oggi. Un'amica di quando ero bambina, ma proprio bambina. Credo che la nostra frequentazione si sia interrotta quando avevamo 13 anni. Ebbene, oggi questa ragazza mi ha scritto delle parole bellissime, che hanno reso speciale una giornata qualunque (pure un po' noiosa!).
Sono un po' troppo sentimentale? Forse sì, ma sono fatta così, that's me.
08 giugno, 2009
A un passo dal possibile
Succede che abbia per la testa di fare delle cose, compiere dei passi, iniziare avventure.
Succede, perchè quello di cui mi occupo al momento non è mio, non lo sento mio, non mi appartiene e non mi trasferisce niente.
Quindi mi sono rimboccata le maniche e il cervello e ho trovato una strada percorribile, che potenzialmente mi porterà nella direzione che mi interessa.
Ciò significa però abbandonare alcune sicurezze, una in modo particolare: la retribuzione.
Allora sono scattate le domande:
1. E' giusto che io, con una lavoro sicuro a tempo indeterminato, mi arrovelli per cercare di realizzare altro?
2. Non è indelicato nei confronti di chi un lavoro non ce l'ha e lo cerca disperatamente?
3. E' giusto che tante persone a cui chiedo consiglio mi rispondano - in buona fede, eh - con la parola Maternità?
4. Non è una follia risolvere un'insoddisfazione professionale mettendo al mondo un figlio?
5. Non bisognerebbe prima cercare di realizzare un pochino se stessi prima di far nascere un esserino innocente su cui scaricare tutte le nostre possibili frustrazioni?
6. Il problema non verrebbe solo posticipato?
7. E' più responsabile mantenere la propria solida, frustrante posizione, gioendo di aver già portato a casa un risultato memorabile avendo un lavoro, oppure è più corretto verso se stessi perseguire i propri difficili sogni e aspirazioni, affrontando incertezze non da poco?
Si accettano suggerimenti.
Succede, perchè quello di cui mi occupo al momento non è mio, non lo sento mio, non mi appartiene e non mi trasferisce niente.
Quindi mi sono rimboccata le maniche e il cervello e ho trovato una strada percorribile, che potenzialmente mi porterà nella direzione che mi interessa.
Ciò significa però abbandonare alcune sicurezze, una in modo particolare: la retribuzione.
Allora sono scattate le domande:
1. E' giusto che io, con una lavoro sicuro a tempo indeterminato, mi arrovelli per cercare di realizzare altro?
2. Non è indelicato nei confronti di chi un lavoro non ce l'ha e lo cerca disperatamente?
3. E' giusto che tante persone a cui chiedo consiglio mi rispondano - in buona fede, eh - con la parola Maternità?
4. Non è una follia risolvere un'insoddisfazione professionale mettendo al mondo un figlio?
5. Non bisognerebbe prima cercare di realizzare un pochino se stessi prima di far nascere un esserino innocente su cui scaricare tutte le nostre possibili frustrazioni?
6. Il problema non verrebbe solo posticipato?
7. E' più responsabile mantenere la propria solida, frustrante posizione, gioendo di aver già portato a casa un risultato memorabile avendo un lavoro, oppure è più corretto verso se stessi perseguire i propri difficili sogni e aspirazioni, affrontando incertezze non da poco?
Si accettano suggerimenti.
06 giugno, 2009
Ciao, Roma!
Ho tempo di scrivere solo questo, ma ci tenevo perchè sono appena arrivata e penso già: "Ma quanto mi sei mancata, ma quanto sei bella???"
04 giugno, 2009
Un attimo di esaltazione pura
Lunedì 1 giugno, Vernazza (La Spezia)
Camminiamo in salita per la strada principale di questo splendido borgo ligure arroccato sulla montagna a strapiombo sul mare. I paesini liguri sono belli anche perchè sono vivi: si sente profumo di pesce, di focaccia, di fiori...c'è un sacco di gente in giro, non solo turisti. C'è vita.
Avvistiamo delle bancarelle di libri e non potendone fare a meno, ci avviciniamo.
Eccolo, è lì: il libro che aspetto da 2 anni. Lo afferrro, guardo bene, è proprio vero. Vivo un attimo di esaltazione pura.
Camminiamo in salita per la strada principale di questo splendido borgo ligure arroccato sulla montagna a strapiombo sul mare. I paesini liguri sono belli anche perchè sono vivi: si sente profumo di pesce, di focaccia, di fiori...c'è un sacco di gente in giro, non solo turisti. C'è vita.
Avvistiamo delle bancarelle di libri e non potendone fare a meno, ci avviciniamo.
Eccolo, è lì: il libro che aspetto da 2 anni. Lo afferrro, guardo bene, è proprio vero. Vivo un attimo di esaltazione pura.
Ogni tanto, un po' di mare...
Ci vuole.
Anche per noi che in fondo al cuore abbiamo la montagna, per noi che viviamo la spiaggia come un luogo pericoloso dove dobbiamo spalmarci litri di pastoni cremosi per non finire arrosto, per noi che con il caldo estivo abbiamo cali di pressione, per noi che non ci abbronziamo mai, al limite ci viene un vago colorito ambrato e qualche lentiggine in più, per noi che nelle prime ore del pomeriggio abbiamo l'obbligo di stare sotto l'ombrellone, per noi che da bambini passavamo la prima settimana di spiaggia con su la maglietta, per noi che quasi sempre ci prendiamo l'eritema solare...Insomma, anche per chi, come me, ha oggettive difficoltà a rapportarsi la vita da spiaggia, una gita al mare ogni tanto fa davvero bene.
Soprattutto durante un lungo weekend con annesso ponte, che arriva provvidenziale come non mai, dopo un lungo anno di stressante lavoro.
I luoghi sono splendidi: l'estrema riviera di Levante, dopo La Spezia: Lerici, Tellaro, Portovenere, le Cinque Terre.
Il cibo è eccellente: tagliata di tonno, trenette al pesto, spaghetti alle vongolo, gamberoni grigliati...
Il clima è tutto sommato favorevole: non è bello, ma non piove, ci permette di muoverci senza accaldarci e soprattutto di riposarci.
Mi sento nuova.
Anche per noi che in fondo al cuore abbiamo la montagna, per noi che viviamo la spiaggia come un luogo pericoloso dove dobbiamo spalmarci litri di pastoni cremosi per non finire arrosto, per noi che con il caldo estivo abbiamo cali di pressione, per noi che non ci abbronziamo mai, al limite ci viene un vago colorito ambrato e qualche lentiggine in più, per noi che nelle prime ore del pomeriggio abbiamo l'obbligo di stare sotto l'ombrellone, per noi che da bambini passavamo la prima settimana di spiaggia con su la maglietta, per noi che quasi sempre ci prendiamo l'eritema solare...Insomma, anche per chi, come me, ha oggettive difficoltà a rapportarsi la vita da spiaggia, una gita al mare ogni tanto fa davvero bene.
Soprattutto durante un lungo weekend con annesso ponte, che arriva provvidenziale come non mai, dopo un lungo anno di stressante lavoro.
I luoghi sono splendidi: l'estrema riviera di Levante, dopo La Spezia: Lerici, Tellaro, Portovenere, le Cinque Terre.
Il cibo è eccellente: tagliata di tonno, trenette al pesto, spaghetti alle vongolo, gamberoni grigliati...
Il clima è tutto sommato favorevole: non è bello, ma non piove, ci permette di muoverci senza accaldarci e soprattutto di riposarci.
Mi sento nuova.
Profumo di tigli
Tutta la città ne è invasa. Complice un po' di vento tiepido, che stranamente soffia da queste parti, il profumo dei tigli fioriti si sparge e arriva ovunque. Ieri sera, aprendo la finestra della cucina, sono stata investita da quella dolcezza. Un profumo che mi ricorda tanto l'estate, anzi, le estati di diversi anni fa, durante le quali percorrevo in bici il viale di tigli che conduceva alla piscina e ai campi da tennis.
Sono contenta perchè nella casa nuova si sentirà ancora di più: proprio davanti al balcone ce ne sono alcuni che circondano un piccolo parcheggio e sul retro il giardino della scuola con cui confiniamo ne è pieno.
Sembrerà strano, ma in questi giorni di calma apparente, di quiete prima della tempesta e di sensazione di incertezza, basta quel profumo per rasserenarmi, per darmi un senso di sicurezza, di qualcosa che non cambia, che resiste agli anni e alle stagioni che passano.
Sono contenta perchè nella casa nuova si sentirà ancora di più: proprio davanti al balcone ce ne sono alcuni che circondano un piccolo parcheggio e sul retro il giardino della scuola con cui confiniamo ne è pieno.
Sembrerà strano, ma in questi giorni di calma apparente, di quiete prima della tempesta e di sensazione di incertezza, basta quel profumo per rasserenarmi, per darmi un senso di sicurezza, di qualcosa che non cambia, che resiste agli anni e alle stagioni che passano.
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