07 gennaio, 2009

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Le vacanze sono state provvidenziali. I giorni trascorsi in montagna mi hanno rigenerata, ho avuto tempo di leggere, di dormire, di passeggiare in pace e tranquillità, di rivere un po' di amici, di festeggiare l'arrivo dell'anno nuovo, di riposare il cervello e far pace con me stessa per gli sventurati accadimenti lavorativi dell'ultimo periodo. Mi davo la colpa di qualcosa, di non so bene cosa, mi ero anche un po' trasformata in qualcuno che non sono. Adesso ho avuto tempo per macerare gli eventi e credo di essere tornata me stessa. Sono tornata alla radice: cosa voglio dal lavoro? soldini, meno sbattimenti possibili, stabilità. Accantonate le velleità post-laurea (quelle che purtroppo troppo spesso si perdono nell'affannosa ricerca di uno stipendio), ora quelle tre cose lì sono le mie principali richieste. Detto ciò, ho potuto accettare gli eventi recenti con tranquillità, finalmente. La prospettiva non è quella di una sfavillante carriera, ma in fondo, la desidero? In verità, in questo modo, in questo ambito, non l'ho mai desiderata. Con lo spettro di un trasferimento di sede imminenente, quello che mi dico adesso è, goditela finchè dura, goditi ogni giorno da non-pendolare. So cosa significa, il pendolarismo: l'ho fatto con il treno, il pulman e l'auto. Non so cosa sia peggio. E' come se la vita si accorciasse, non c'è più tempo per nulla. E poi, ho visto vari dossier in televisione: ore di trasmissioni televisive dedicate ai nuovi poveri, alla classe media che non ce la fa a pagare la casa, ai laureati senza lavoro, ai cassintegrati che non arrivano alla fine del mese, ad aziende prospere che chiudono per mandare la produzione in Cina, alla Motorola che manda a spasso meravigliosi cervelli. E io mi dovrei lamentare? Direi di no, non è proprio il caso. E' vero che ho studiato tutt'altro, è vero che sono governata da una persona mediamente imbecille, è vero che questo lavoro è diventato bruttino (una volta mi piaceva). Ma è anche vero che per adesso il mio contratto è sicuro e il 27 arriva la busta paga. Nonnononnò. Non mi lamento. Tanto a casa mi aspetta Cime Tempestose: nelle vacanze l'ho ricominciato, in italiano, tanto questa volta non è parte dell'esame di letteratura inglese! E' gotico, intrigante, misterioso, polveroso...bellissimo.

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