05 febbraio, 2008

Domani è un altro giorno

Ieri mattina sono stata in provincia di Torino per lavoro. Raramente mi muovo in auto, ma ieri era necessario. C'era il diluvio universale e alle nove dal mattino la tangeziale era una serpentone di auto e camion completamente impazziti, ad un certo punto ho creduto che qualcuno mi sarebbe passato sopra. In qualche modo sono arrivata a destinazione indenne. Miracolosamente trovo parcheggio in uno spiazzo senza segni o cartelli. Partecipo ad una riunione inutile, mangio al volo un'insalata nizzarda e mi fiondo a riprendere la mia macchinina. Continua a piovere, ho l'ombrello grosso, ma due automobilisti simpatici passando nelle pozzanghere mi infangano completamente dal ginocchio in giù. Avevo la gonna: povere calze, povere scarpe e poveri piedi. Bene, torno a casa, vado in ufficio, esco tardi, torno a casa, ceno e penso che la giornata è finita.

Stamattina avevo un appuntamento a Milano alle 9.30. Partenza alle 7.45. Trovo prima un incidente per strada e poi un traffico da mal di testa in tangenziale. Parcheggio, prendo la metro. Dopo poche fermate, il treno non riparte. Non riparte...non riparte! E il tempo vola. Una voce metallica annuncia che un guasto alla stazione di Pagano causa ritardi non quantificabili a tutti i treni in direzione Sesto. Scappo dal treno, torno in superficie e il mio angelo custode mi fa trovare un taxi. Mi faccio portare in Cadorna, torno giù, prendo la linea verde e ad una fermata dalla meta, il treno non riparte. Ma cazzo, non riparte! Mi sembra di essere in una comica. Una voce metallica simile alla precedente annuncia che una persona ha avuto un malore alla stazione di S. Ambrogio, questo causa ritardi non quantificabili ai treni in entrambe le direzioni. Dopo diversi minuti, ripartiamo. Un po' sfatta, finalmente arrivo dal cliente. Grazie al cielo incontro due persone educate e gentili.

E domani è solo mercoledì.

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