Ci sono persone che entrano nella nostra vita solo per tirarci fuori dal fango e quando siamo salvi all'asciutto, si allontanano e provocano sofferenza, ma forse è così che dev'essere.
Ci sono persone che entrano nella nostra vita come caterpillar e la devastano al punto che i segni, sotto sotto, nel bene e nel male, saranno sempre visibili.
Ci sono persone che rimangono nella nostra vita per poco tempo e poi se ne vanno, ma si resta legati, indissolubilmente, da un filo sottile, resistente e trasparente, come la bava da pesca, e a tentare di spezzarlo, ci si fa solo un gran male alle mani.
Ci sono persone che sembra che escano dalla nostra vita, ma invece ci sono sempre, per quanto lontane, fisicamente o no, ci sono, emergono, nelle piccole cose, nelle situazioni più inaspettate, ci sono.
Ci sono persone che entrano nella nostra vita e ci restano, e basta, perchè diversamente non sarebbe possibile.
29 dicembre, 2011
24 dicembre, 2011
Buon Natale
Carissime amiche, scusate se ultimamente scrivo e comment poco, mi manca davvero il tempo.
Irrompo qui un attimo, solo per augurare Buon Natale a tutte voi, che gioite, condividete, soffrite, sorridete, vivete insieme a me.
Siete speciali.
Auguri!!!
Irrompo qui un attimo, solo per augurare Buon Natale a tutte voi, che gioite, condividete, soffrite, sorridete, vivete insieme a me.
Siete speciali.
Auguri!!!
16 dicembre, 2011
Outing
Basta girarci intorno.
Ho evitato questo post come la peste per mesi, ma adesso, non riesco a trattenere le dita. Sarà il mal di testa che è tornato più vivace che mai, sarà che il tempo vola e le energie pure...
Sta di fatto che
nonostante sia Natale, periodo dell'anno che adoro per gli enne motivi che già vi ho sciorinato nel post precedente;
nonostante mamma e papà si facciano in quattro per me pur avendo da accudire una ottantaseienne non più lucida e una novantunenne lucidissima ma che ahinoi sta diventando cieca;
nonostante mia suocera, seppur con un piede ancora convalescente da operazione non semplice, mi guardi ogni pomeriggio un'oretta la Ballerina;
nonostante mio suocero fornisca verdure di vario tipo evitandomi di comprarle e a volte, pure di cuocerle;
nonostante Darcy mia aiuti in casa caricando lavatrici, stendendo, lavando i piatti, cambiando le lenzuola e sa il cielo quante altre cose che ora non ricordo;
nonostante tutto ciò mi sento un totale e irrimediabile disastro.
La Ballerina è una bambina molto demanding (scusatemi, perdono, sono in ginocchio sui ceci per questo orrore di parola, ma il mio cervello vaga nella tachipirina e non mi viene un termine migliore!!!) quindi a volte nemmeno riesco a lavarmi i denti dopo colazione. La mattina farsi la doccia è un affare che richiede un'organizzazione degna di una caserma, idem cucinare qualcosa che non sia una minestra pronta Knorr. Non parliamo poi del riordinare casa, è impensabile.
Non appena lei non mi vede, mi chiama a suo modo, nel migliore dei casi, nel peggiore piange urlando così forte che mi spezza il cuore, ma anche i timpani.
Ha bisogno che ci sia sempre qualcuno con lei, è naturale, ha sei mesi! Qualcuno che le parli quando è tranquilla (raramente) sulla sdraietta, qualcuno che giochi con lei quando la piazziamo nella palestrina...
E poi come quasi tutti i bimbi, adora andare a spasso, quindi dato il clima della zona, mi sono armata di sacco imbottito per passeggino e tutone imbottito modello astronauta e la porto in giro Ogni Santo Giorno Due Volte Al Giorno: al mattino, dalle 10.30 a mezzogiorno e al pomeriggio, dalle 15 alle 16.30, quando rincasiamo per la merenda. Poi non si esce più perchè praticamente è notte.
Ecco, questo mio girovagare ha di positivo che ho quasi riconquistato la mia forma fisica pre-gravidanza. D'altro canto lascio la casa in condizioni tipo campo di battaglia e io stessa, dopo 6 mesi, comincio a trascinare le gambucce.
Chiarisco, non mi sto lamentando, amo fare la vita da mamma, l'ho sognata tanto e ora me la godo.
Ma non posso fare a meno di chiedermi come fanno le altre?
Quelle che sembrano sempre riposate, quelle che riescono anche a truccarsi come attrici, quelle che non hanno un capello fuori posto, quelle che riescono pure ad andare dall'estetista!, quelle che vanno fuori a cena o cucinano manicaretti...
Sono io che sono palesemente imbecille e non riesco a organizzarmi?
Sono le altre che sono mostri di bravura?
O raccontano palle e l'unica scema sincera sono io?
Qualcuno mi chiarisca la questione, please, perchè qui l'autostima è in riserva sparata, spia fissa.
Ho evitato questo post come la peste per mesi, ma adesso, non riesco a trattenere le dita. Sarà il mal di testa che è tornato più vivace che mai, sarà che il tempo vola e le energie pure...
Sta di fatto che
nonostante sia Natale, periodo dell'anno che adoro per gli enne motivi che già vi ho sciorinato nel post precedente;
nonostante mamma e papà si facciano in quattro per me pur avendo da accudire una ottantaseienne non più lucida e una novantunenne lucidissima ma che ahinoi sta diventando cieca;
nonostante mia suocera, seppur con un piede ancora convalescente da operazione non semplice, mi guardi ogni pomeriggio un'oretta la Ballerina;
nonostante mio suocero fornisca verdure di vario tipo evitandomi di comprarle e a volte, pure di cuocerle;
nonostante Darcy mia aiuti in casa caricando lavatrici, stendendo, lavando i piatti, cambiando le lenzuola e sa il cielo quante altre cose che ora non ricordo;
nonostante tutto ciò mi sento un totale e irrimediabile disastro.
La Ballerina è una bambina molto demanding (scusatemi, perdono, sono in ginocchio sui ceci per questo orrore di parola, ma il mio cervello vaga nella tachipirina e non mi viene un termine migliore!!!) quindi a volte nemmeno riesco a lavarmi i denti dopo colazione. La mattina farsi la doccia è un affare che richiede un'organizzazione degna di una caserma, idem cucinare qualcosa che non sia una minestra pronta Knorr. Non parliamo poi del riordinare casa, è impensabile.
Non appena lei non mi vede, mi chiama a suo modo, nel migliore dei casi, nel peggiore piange urlando così forte che mi spezza il cuore, ma anche i timpani.
Ha bisogno che ci sia sempre qualcuno con lei, è naturale, ha sei mesi! Qualcuno che le parli quando è tranquilla (raramente) sulla sdraietta, qualcuno che giochi con lei quando la piazziamo nella palestrina...
E poi come quasi tutti i bimbi, adora andare a spasso, quindi dato il clima della zona, mi sono armata di sacco imbottito per passeggino e tutone imbottito modello astronauta e la porto in giro Ogni Santo Giorno Due Volte Al Giorno: al mattino, dalle 10.30 a mezzogiorno e al pomeriggio, dalle 15 alle 16.30, quando rincasiamo per la merenda. Poi non si esce più perchè praticamente è notte.
Ecco, questo mio girovagare ha di positivo che ho quasi riconquistato la mia forma fisica pre-gravidanza. D'altro canto lascio la casa in condizioni tipo campo di battaglia e io stessa, dopo 6 mesi, comincio a trascinare le gambucce.
Chiarisco, non mi sto lamentando, amo fare la vita da mamma, l'ho sognata tanto e ora me la godo.
Ma non posso fare a meno di chiedermi come fanno le altre?
Quelle che sembrano sempre riposate, quelle che riescono anche a truccarsi come attrici, quelle che non hanno un capello fuori posto, quelle che riescono pure ad andare dall'estetista!, quelle che vanno fuori a cena o cucinano manicaretti...
Sono io che sono palesemente imbecille e non riesco a organizzarmi?
Sono le altre che sono mostri di bravura?
O raccontano palle e l'unica scema sincera sono io?
Qualcuno mi chiarisca la questione, please, perchè qui l'autostima è in riserva sparata, spia fissa.
11 dicembre, 2011
Il periodo più bello dell'anno
Tempo fa, in un periodo in cui la mia vita era un po' grigina, una collega, andando verso la stazione insieme a me e guardando le lucine natalizie, mi ha detto: "Questo è il periodo più bello dell'anno, non ci sono dubbi". Quelle poche, forse banali parole, all'epoca hanno riacceso una lucina dentro di me. E si sono impresse a fuoco nella mia testa e nel mio cuoricino. La mia collega ha ragione, penso all'improvviso, non devo farmi rovinare da congiunture negative ma superabili questo periodo magico.
Da allora, guardo con occhio molto molto critico i "cinici del Natale", quelli del ah ma io quest'anno il Natale non lo sento, oppure, ah a me piaceva solo quand'ero piccolo/a, oppure, per carità con sta rottura dei regali, è solo una festa consumistica.
No no no. Tutto sbagliato. Io adoro questo periodo. Adoro fare i regali, cercare quello giusto per la persona giusta, che sia un'idea azzeccata e calzante. Amo vedere le luci degli addobbi in città, amo vedere la gente con i pacchi di regali in braccio (ecco, temo che quest'anno questo aspetto sarà un po' carente, ma lasciamo perdere), amo il freddo che pizzica la faccia, amo il suono delle campana per la novena, amo i Presepi nelle chiese e gli alberi illuminati nei giardini. Mi piace abbuffarmi di pandoro in una casa dove tutti lo schifano per il più gettonato panettone (il che è un bene così il suddetto pandoro è tutto per me), adoro emigrare per qualche giorno in montagna per capodanno per una cena semplice (ma abbondante) tra amici che si vedono un paio di volte l'anno.
Il Natale mi fa tornare un po' bambina, rivivo con la memoria la piccola tradizione di casa mia, quando io, contrariamente a molti bambini, non volevo aprire i regali la notte della Vigilia, dopo la Messa di mezzanotte, ma al mattino, al risveglio. Ci si alzava, si faceva colazione e poi tutti e tre andavamo intorno all'albero e ognuno di noi cercava i propri pacchetti da scartare leggendo i bigliettini. Poi, uno alla volta (di solito iniziavo io) li scartavamo e allineavamo tutti i regali sul divano.
Adesso il rituale è decisamente diverso, ma per me questa festa non ha perso nemmeno una briciola di fascino, anzi. Ho imparato e capito che ogni anno, mi regala qualcosa di nuovo, si arricchisce di un nuovo aspetto, di un nuovo dettaglio, piccolo o grande che sia. Ogni anno, è speciale.
Da allora, guardo con occhio molto molto critico i "cinici del Natale", quelli del ah ma io quest'anno il Natale non lo sento, oppure, ah a me piaceva solo quand'ero piccolo/a, oppure, per carità con sta rottura dei regali, è solo una festa consumistica.
No no no. Tutto sbagliato. Io adoro questo periodo. Adoro fare i regali, cercare quello giusto per la persona giusta, che sia un'idea azzeccata e calzante. Amo vedere le luci degli addobbi in città, amo vedere la gente con i pacchi di regali in braccio (ecco, temo che quest'anno questo aspetto sarà un po' carente, ma lasciamo perdere), amo il freddo che pizzica la faccia, amo il suono delle campana per la novena, amo i Presepi nelle chiese e gli alberi illuminati nei giardini. Mi piace abbuffarmi di pandoro in una casa dove tutti lo schifano per il più gettonato panettone (il che è un bene così il suddetto pandoro è tutto per me), adoro emigrare per qualche giorno in montagna per capodanno per una cena semplice (ma abbondante) tra amici che si vedono un paio di volte l'anno.
Il Natale mi fa tornare un po' bambina, rivivo con la memoria la piccola tradizione di casa mia, quando io, contrariamente a molti bambini, non volevo aprire i regali la notte della Vigilia, dopo la Messa di mezzanotte, ma al mattino, al risveglio. Ci si alzava, si faceva colazione e poi tutti e tre andavamo intorno all'albero e ognuno di noi cercava i propri pacchetti da scartare leggendo i bigliettini. Poi, uno alla volta (di solito iniziavo io) li scartavamo e allineavamo tutti i regali sul divano.
Adesso il rituale è decisamente diverso, ma per me questa festa non ha perso nemmeno una briciola di fascino, anzi. Ho imparato e capito che ogni anno, mi regala qualcosa di nuovo, si arricchisce di un nuovo aspetto, di un nuovo dettaglio, piccolo o grande che sia. Ogni anno, è speciale.
06 dicembre, 2011
La prossima volta, eviti i collant
I miei genitori, quando decisero che volevano un figlio, erano poco più che ragazzini. O almeno, al giorno d'oggi parrebbero tali.
Mia madre aveva 27 anni e mio padre 25, sposati da due anni, un bel giorno, mentre sono a casa di amici e si spupazzano il loro pargolo appena nato, capiscono che anche per loro è giunto il momento. Tanto non ci sono problemi, hanno casa, lavoro e salute. Pronti, via. Iniziano a fantasticare e a fare i conti. Mia madre insegna, quindi programma la sua gravidanza in modo da poter usufruire al meglio dei mesi di maternità senza dover attingere al sottopagato congedo facoltativo. Incredibile, ma vero: i suoi conti, tanto precisi quanto opportunistici ai miei occhi, sono corretti e io, piccolo microscopico esserino, lo sono ancora di più e mi insedio puntualissima, esattamente quando loro avevano deciso. Pazzesco, a pensarci ora mi vengono i brividi, primo perchè questo "calcolare" mi è sembrato un po' troppo opportunistico, al punto da togliere un po' di sentimento e magia all'evento; secondo perchè penso a quanto è stata diversa e meno semplice la mia strada.
La gravidanza di mamma fila liscia fino al sesto mese, poi io avevo fretta di venire al mondo e la costringo a stare a casa dal lavoro anticipatamente, anche perchè all'epoca insegnava fuori città.
Arriva l'inverno e la mia nascita si avvicina.
Fa un freddo cane, quella domenica pomeriggio. Mamma sta benone e come al solito, ha fame. Lei e papà sono in giro a passeggio e decidono di concedersi cioccolata calda e pasticcini. Sono le sei di sera.
Alle due di notte, la mamma si alza e va in bagno, ha un po' di mal di pancia. Ma ecco una perdita ematica. Sveglia papà e insieme decidono che è meglio fare un salto in ospedale, anche se mamma non avverte alcun dolore. Mamma, che è una precisina, si veste di tutto punto, collant compresi. Arrivati in ospedale, li fanno attendere, tanto rispetto alle altre donne urlanti, mia madre sembra ben lontana dal momento fatidico.
Quanto viene visitata però, l'ostetrica per poco non sviene e la manda al volo in sala parto dicendole: "Signora mia, lei è in travaglio da ieri sera, è mancato poco che partorisse in ascensore!".
Sono le tre passate da pochi minuti. Mio padre, aspettandosi un'attesa snervante, esce nella gelida notte a cercare un bar aperto per comprare panini e sigarette; in ospedale nel frattempo sono arrivati i miei quattro nonni.
Dalla sala parto sentono delle risate che scambiano per un pianto e si dicono: "Povera cara, chissà quanto soffre".
Sono le tre e mezzo e l'ostetrica esce dalla sala parto con una bimba rossa in braccio e la mostra alle mie nonne dicendo: "Guardata che bella bambina, è una bambina!". Loro non capiscono e pensano: "E quindi? Chi è questa bambina?". Non avevano capito che ero già io. Nata al volo, in pochi minuti, praticamente senza alcun dolore, mentre mio padre era in giro nella città addormentata.
Il ginecologo va da mia madre e le dice: "Tutto bene signora, complimenti. Ma per favore, la prossima volta almeno eviti i collant".
Questo post partecipa al contest di Mamma è in pausa caffè
Mia madre aveva 27 anni e mio padre 25, sposati da due anni, un bel giorno, mentre sono a casa di amici e si spupazzano il loro pargolo appena nato, capiscono che anche per loro è giunto il momento. Tanto non ci sono problemi, hanno casa, lavoro e salute. Pronti, via. Iniziano a fantasticare e a fare i conti. Mia madre insegna, quindi programma la sua gravidanza in modo da poter usufruire al meglio dei mesi di maternità senza dover attingere al sottopagato congedo facoltativo. Incredibile, ma vero: i suoi conti, tanto precisi quanto opportunistici ai miei occhi, sono corretti e io, piccolo microscopico esserino, lo sono ancora di più e mi insedio puntualissima, esattamente quando loro avevano deciso. Pazzesco, a pensarci ora mi vengono i brividi, primo perchè questo "calcolare" mi è sembrato un po' troppo opportunistico, al punto da togliere un po' di sentimento e magia all'evento; secondo perchè penso a quanto è stata diversa e meno semplice la mia strada.
La gravidanza di mamma fila liscia fino al sesto mese, poi io avevo fretta di venire al mondo e la costringo a stare a casa dal lavoro anticipatamente, anche perchè all'epoca insegnava fuori città.
Arriva l'inverno e la mia nascita si avvicina.
Fa un freddo cane, quella domenica pomeriggio. Mamma sta benone e come al solito, ha fame. Lei e papà sono in giro a passeggio e decidono di concedersi cioccolata calda e pasticcini. Sono le sei di sera.
Alle due di notte, la mamma si alza e va in bagno, ha un po' di mal di pancia. Ma ecco una perdita ematica. Sveglia papà e insieme decidono che è meglio fare un salto in ospedale, anche se mamma non avverte alcun dolore. Mamma, che è una precisina, si veste di tutto punto, collant compresi. Arrivati in ospedale, li fanno attendere, tanto rispetto alle altre donne urlanti, mia madre sembra ben lontana dal momento fatidico.
Quanto viene visitata però, l'ostetrica per poco non sviene e la manda al volo in sala parto dicendole: "Signora mia, lei è in travaglio da ieri sera, è mancato poco che partorisse in ascensore!".
Sono le tre passate da pochi minuti. Mio padre, aspettandosi un'attesa snervante, esce nella gelida notte a cercare un bar aperto per comprare panini e sigarette; in ospedale nel frattempo sono arrivati i miei quattro nonni.
Dalla sala parto sentono delle risate che scambiano per un pianto e si dicono: "Povera cara, chissà quanto soffre".
Sono le tre e mezzo e l'ostetrica esce dalla sala parto con una bimba rossa in braccio e la mostra alle mie nonne dicendo: "Guardata che bella bambina, è una bambina!". Loro non capiscono e pensano: "E quindi? Chi è questa bambina?". Non avevano capito che ero già io. Nata al volo, in pochi minuti, praticamente senza alcun dolore, mentre mio padre era in giro nella città addormentata.
Il ginecologo va da mia madre e le dice: "Tutto bene signora, complimenti. Ma per favore, la prossima volta almeno eviti i collant".
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01 dicembre, 2011
Così, all'improvviso
Una sta bene per mesi, che quasi si dimentica come si sta (male).
Durante la gravidanza, mai un accenno. Sarà l'assenza dal lavoro, sarà la gioia, sarà lo stato di grazia. Sta di fatto che niente, nemmeno il bisogno di un'aspirina.
Poi arrivano le giornate come questa, senza apparente motivo.
Mal. Di. Testa.
Da ieri pomeriggio. A nulla è servito dormire (perchè ho dormito); a nulla è servito l'unico misero farmaco che il gine niueig mi consente durante l'allattamento. Avessi bevuto del succo d'arancia l'effetto sarebbe stato il medesimo, anzi sarebbe stato meglio perchè almeno avrei assunto un po' di vitamina C.
E' come se avessi la testa in una morsa e qualche simpaticone pian piano stringesse. Ho male dietro agli occhi, talmente tanto che mi viene voglia di strapparmeli. Ho male al lato sinistro della faccia e della testa, ho male all'orecchio e il collo da quel lato ruota ben poco.
Stasera a letto massaggino e collarino di pile. Supersexy. Darcy è tornato ieri e io stasera lo accoglierò con pigiama, copripigiama di lana e collarino di pile.
Supersupersexy.
Durante la gravidanza, mai un accenno. Sarà l'assenza dal lavoro, sarà la gioia, sarà lo stato di grazia. Sta di fatto che niente, nemmeno il bisogno di un'aspirina.
Poi arrivano le giornate come questa, senza apparente motivo.
Mal. Di. Testa.
Da ieri pomeriggio. A nulla è servito dormire (perchè ho dormito); a nulla è servito l'unico misero farmaco che il gine niueig mi consente durante l'allattamento. Avessi bevuto del succo d'arancia l'effetto sarebbe stato il medesimo, anzi sarebbe stato meglio perchè almeno avrei assunto un po' di vitamina C.
E' come se avessi la testa in una morsa e qualche simpaticone pian piano stringesse. Ho male dietro agli occhi, talmente tanto che mi viene voglia di strapparmeli. Ho male al lato sinistro della faccia e della testa, ho male all'orecchio e il collo da quel lato ruota ben poco.
Stasera a letto massaggino e collarino di pile. Supersexy. Darcy è tornato ieri e io stasera lo accoglierò con pigiama, copripigiama di lana e collarino di pile.
Supersupersexy.
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