17 luglio, 2014

Nessuno

Affronto questo post con molta incertezza nel cuore, non sapendo bene dove andrò a parare. Non era mia intenzione affrontare questo argomento, non sono abituata a scrivere su questioni tanto drammatiche e complesse, ma questa volta il proliferare di pareri, giudizi, anatemi e condanne, il tutto sbandierato ai quattro venti su ogni social network esistente, mi sta letteralmente tirando fuori dalle dita ciò che sto per scrivere, come se ci fosse un filo diretto tra cervello e mani e io, padrona di quelle mani, non potessi fermarle.

Quasi tutti condannano Israele, o almeno, quasi tutti i miei contatti, le persone di cui io posso leggere sul web status e pensieri. Non solo loro ovviamente, le condanne infatti arrivano da tante parti, ma io nello specifico mi riferisco a persone che, superficialmente o meno, conosco.

Stamattina per esempio, leggo che “Israele chiede che venga ricordato il genocidio degli ebrei, ma poi è il primo a riservare lo stesso trattamento agli altri”. Qualcuno risponde “Vero, parole sagge, hai ragione”, qualcun’ altro invece “Si è in parte vero, ma io non posso schierarmi con i palestinesi”.

E va beh. Ognuno dice la sua.

Ciò che mi ha colpito arriva dopo.

“Basta contare il numero di morti da una parte e dall’altra per schierarsi”.

Ma…cos’è?

Una partita? Una gara?

Basta contare il numero di morti. Sono esterrefatta.

E’ così semplice? Chi causa più morti ha la colpa? E’ il più cattivo? E’ quello che sbaglia? Andatelo a dire a chi a perso un unico figlio/madre/padre/fratello/sorella.

Ammazzi una persona e ammazzi tutto il mondo di qualcuno, sempre e comunque.

E poi, in tutta onestà, io non mi sento di schierarmi proprio da nessuna parte. Sento che non c’è più nessuno che “ha ragione”, sento che non c’è la volontà di trovare pace da entrambe le parti, sento che anche la comunità internazionale non ha il coraggio di prendere posizione, sento che come in ogni guerra, sta pagando la povera gente, da una parte e dall’altra. Qualcuno lo diceva già un bel po’ di tempo fa, che tra i vinti, chi soffre è la povera gente e tra i vincitori, chi soffre è la povera gente.

E qui siamo ancora lontani anni luce da una ipotetica fine.

E’ una sconfitta costante, quotidiana, perpetua. Per tutti. Senza far la conta dei morti, senza guardare chi ha le armi più potenti, senza chiedersi chi ha la colpa, chi ha iniziato e se è nato prima l’uovo o la gallina.

Mi spiace, ma io non giustifico proprio nessuno: né chi ha un bombardiere sotto il sedere, né chi ammazza a sassate.

Nessuno.

Nemmeno chi resta a guardare. Nessuno.

9 commenti :

  1. fine.
    una parola così duplice.
    per alcuni è un sospiro di sollievo, per altri la condanna...
    in questo specifico caso, una preghiera!

    RispondiElimina
  2. La mia personale (MOLTO PERSONALE) opinione su una situazione anzi un conflitto così complicato e delicato è semplicemente che se non ne hai un'esperienza DIRETTA non puoi capire e nemmeno giudicare. devi vivere lì per comprendere esattamente cosa sta succedendo, quindi io non mi schiero da nessuna parte. I media poi oggi cercano come sempre d'influenzare l'opinione pubblica quindi non sono esattamente il massimo dell'affidabilità.
    E come dici tu purtroppo a pagare è sempre la povera gente...

    Claudia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo. Io mi sento molto ignorante in materia e quindi mi astengo dallo sbandierare giudizi netti, sia da una parte che dall'altra.

      Elimina
  3. Io ascolto i Tg e penso solo alle persone che questa guerra non la vogliono.
    Sono la maggioranza da ambo le parti, non ne ho dubbi, ma come al solito, nessuno li ascolta.
    La comunità internazionale? Si muove solo per soldi, non certo per umanità, inutile illudersi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Illusioni zero, figuriamoci. Ma lo sbigottimento resta lo stesso...

      Elimina
  4. Che sollievo leggere queste tue parole. Trovo che ci sia molta disinformazione, per usare un eufemismo... e ciò mi addolora molto (o mi fa arrabbiare, a seconda dei casi).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Simona. Il tuo commento mi alleggerisce un po' :)

      Elimina
  5. E' vero, colpisce. Ma non per questo distingue una parte nel giusto da quella che sbaglia (almeno, a mio avviso). Io non vedo la ragione da nessuna parte.

    RispondiElimina