31 marzo, 2012

Quello che non voglio

Se con i miei genitori a volte ho un rapporto conflittuale, un motivo c'è ed è ben radicato.


Fin da piccola, ho spesso avuto la sensazione di essere presa poco sul serio e di essere ascoltata a fatica. 


Presa poco sul serio perchè i miei minuscoli (ma non sempre) problemi di bambina venivano presi alla leggera, a volte addirittura sono stati oggetto di benevolo scherno, ma pur sempre scherno. E una bambina insicura non si dimentica se sua madre, in quella tale occasione e nella tal altra, l'ha presa in giro.
Ascoltata a fatica perchè col passare degli anni, visto lo scherno di cui sopra, mi sono chiusa parecchio e ho imparato a gestire i miei problemi da sola. Quindi la mia necessità di dialogo è stata per anni assai scarsa. 
E quando malauguratamente mi capitava di riprovarci, il risultato era di non riuscire nemmeno a cogliere l'attenzione dei miei genitori. Le loro menti, continuavano a viaggiare sui loro binari - il lavoro, le bollette, i nonni, la spesa da fare, le magagne del condominio, ecc...- mentre le mie parole rimanevano sospese nell'aria, una volta uscite dalla mia bocca galleggiavano inascoltate nella stanza, fino a sparire.


Ad oggi, pare che nulla sia cambiato.
Elizabeth: "Sapete oggi ho parlato con tizia, mi ha spiegato come le calcolerebbero l'incentivo all'uscita, allora le ho chiesto di spiegarmelo: il conto partirebbe da---"
Signor Bennett: "Signora Bennett, c'è della polvere sul tavolino della tv!"
Signora Bennett: "Dove?? Ho appena pulito!"

Elizabeth: "...dicevo che mi hanno spiegato come calcolano---"
Signor Bennett: "Non lì! Più indietro!"
Signora Bennett: "Ma dove??"

Elizabeth: "Scusate se vi stavo spiegando una cosa che riguarda il mio futuro molto da vicino e volevo il vostro parere, capisco che sia più importante spolverare il tavolino della tv!".
SBAM.


E poi mia madre di stupisce che io sia come un riccio e mi chiama grattugia


Quello che non voglio e che la mia bambina si senta come mi sono sentita io ogni volta che questo teatrino si ripeteva. Oggi più che mai.

28 marzo, 2012

Che ne sarà di me

Aggiornamento sul fronte lavorativo, so che eravate tutte in trepidante attesa. 
La situazione è brutta, ma per lo meno si sta delineando, quindi posso finalmente vedere prospettarsi due scenari verosimili.


Scenario uno - Prendi i soldi e scappa
Secondo questo primo scenario, dato che la divisione per cui lavoro è in chiusura, ci saranno proposte di incentivazione all'uscita. Questo già l'avevo ipotizzato, ora ve lo confermo. Da quel che so, la proposta non è nemmeno malvagia, ma si sa, i soldi finiscono e rientrare nel mondo del lavoro alla mia età e con una figlia sarebbe tutt'altro che facile. Senza contare la botta morale nel prendere coscienza che non servi più, l'azienda senza un grazie dice che può fare a meno di te, anzi, ti paga pure per sparire.


Scenario due - Presi per sfinimento
La divisione chiude, ma le persone non possono smaterializzarsi, quindi, per noi poveri sopravvissuti, si prospetta il trasferimento nella Sede Irraggiungibile. A fare lo stesso medesimo lavoro che facciamo ora, ovvero, il CONTROSENSO: la divisione chiude, ma noi dobbiamo continuare a fare un mestiere che ormai è ufficialmente di sede all'estero. Quindi saremmo senza capo (perchè è all'estero) e senza alcuna considerazione (la stragrande maggioranza del lavoro che ci spetterebbe viene fatto, appunto, all'estero). In più, la sede si chiama Irraggiungibile mica per niente. Vorrebbe dire levatacce assurde, orari sfiancanti e spese di trasporto alle stelle. Come dire, vi mettiamo tutti là e vediamo chi resiste, così sfrondiamo questo gruppo di ormai inutili soggetti che non sappiamo dove mettere, tanto in breve vi stuferete/troverete altro.


Il primo scenario non mi garba per il motivo che ho già scritto, mi spaventa troppo l'idea di ritrovarmi disoccupata dopo 10 anni di rispettabile lavoro e buttare nel ce--stino la mia professionalità
.
Il secondo non mi piace perchè è una presa in giro, si tratta di ricoprire un ruolo (di cui sono stufa marcia, ma questo non interessa a nessuno se non a me) che non ha prospettive, che è destinato a morire e quindi, presto o tardi, ci sarebbe una nuova resa dei conti.


Intanto io ci rifletto, fino a sognarmelo di notte, penso e ripenso, cerco consigli, consensi, vicinanza, comprensione, aiuto. E non riesco a capire cosa sia meglio fare. NON lo So.


Mio Signore come sono stanca.

26 marzo, 2012

Parliamo di libri

Ragazze, i libri sono una parte importantissima della mia vita.
Sono degli amici perfetti, con cui si passano ore serene. I libri ci aiutano quando siamo in crisi, offrendoci una vita parallela quando la nostra ci fa schifo. Ci rilassano quando siamo agitati, vengono con noi ovunque, non spettegolano, ci ascoltano e spesso ci danno risposte sagge. Ci insegnano un sacco di cose.


Sui libri, i gusti sono gusti. Me lo ripeto spesso, anche se non so se ci credo del tutto. Spiego: ancora non posso dimenticare quando una collega mi disse, parlando di "Tre metri sopra al cielo", "Oh Elizabeth, ho pianto tanto! E' un libro bellissimo!"
Ci ho provato, l'ho aperto, ma alla seconda pagina avevo già l'orticaria. 


Però, diciamola tutta, per una semisnob come me, parlare male di Moccia non è un grande azzardo.


Azzardiamo. 
Mesi fa un collega che reputo sveglio e intelligente, mi ha consigliato "L'ombra del vento", romanzo best seller, acclamato a livello mondiale, di Carlos Ruiz Zafòn (che adesso mi citerà per danni).
Vado su un noto sito di vendita libri online e leggo recensioni entusiaste (85%) e recensioni che lo distruggono (il restante 15%).
La premesse è buona, penso io, per quanto non mi fidi del tutto di queste recensioni.
Allora, i gusti sono gusti, come ho detto prima, ma io ho trovato questo libro terrificante. Un Harmony travestito da romanzo giallo, con punte di noia che non avevo mai toccato. Non scritto malissimo, devo ammetterlo, altrimenti non sarei riuscita a finirlo, ma che fatica! E proprio il finale, mi che mi era stato tanto decantato, mi ha lasciata fredda e indifferente, il culmine della pochezza delle pagine precedenti.






Questo romanzo è un stato un successo. Quindi io forse non ho capito niente. Voi l'avete letto? Vi prego, spiegatemi cosa mi è sfuggito.

22 marzo, 2012

Mamma che pubblicità

Da quando sono a casa guardo più televisione. Cerco di limitarmi e ci riesco senza grande fatica, vista la qualità dei programmi, ma a volte spegnere il cervello è necessario e lì scatta il telecomando, soprattutto quando la bimba dorme. 
Così, dato il mio status di mamma ormai non-più-tanto-neo, mi focalizzo sui messaggi indirizzati a noi ed ai nostri cuccioli.


Parliamo di pubblicità.


Mamma e papà rientrano a casa dall'ospedale dopo il parto con il loro fagottino in braccio. Sono belli e giovani (e questo ci può stare...), ma sono anche ben pettinati, senza un capello fuori posto, vestiti come se avessero potuto scegliere in una boutique, sorridenti ed evidentemente freschi e riposati.
Quando sono tornata a casa io, il 7 giugno scorso, impazzava un temporale. Erano le 8 di sera e faceva freddo, io ero stata ricoverata il 3, quando faceva molto più caldo. Totale: indosso una gonna che arriva a terra perchè vuoi o non vuoi, la panza un po' è già calata, Darcy mi presta la sua giacca anti pioggia che mi va enorme e nei piedi ho delle terribili infradito. I capelli sono indescrivibili, necessitano uno sciampo quanto io ora necessiterei di cioccolato fondente, sono acconciati in un codino disastrato e mezzo disfatto con ciocche ribelli ovunque. L'effetto zingara è completo. 
Altro che fresca e pettinata.


Mamma si sbatte tutto il santo giorno per star dietro ai suoi figli, ma a fine giornata gioca con loro amorevolmente, ancora vestita con pantaloni attillati e giacchetta impeccabile e, come sopra, non un capello fuori posto.
Dovreste vedere me di sera quando porto la Ballerina a dormire: t-shirt che non è detto non sia macchiata, gonnellina vecchia e informe, calzini di cotone coi gufetti, ciabattone di spugna. Un bijoux.


E potrei andare avanti per ore e ore....


Come fa una poi a non sentirsi inadeguata? già le difficoltà oggettive che i nostri splendidi esserini creano sono una prova difficilissima; già ci sentiamo informi e un po' reiette perchè usciamo poco e facciamo fatica anche ad andare a far la spesa; io poi, nel caso specifico, sento già un piede nella disoccupazione e credetemi che questo mi angoscia a 1000...ma se poi ci si mettono pure questi messaggi, siamo a posto! 

19 marzo, 2012

19 marzo

Passano gli anni e tu resti lì
immobile, cristallizzata nel tempo.
Noi invecchiamo
tu no, tu resti giovane.
I nostri capelli diventano grigi,
i tuoi no, restano neri e lucidi.
Noi cambiamo, diventiamo donne, mamme
tu invece resti sempre ragazzina.
Noi abbiamo visto guerre, attentati, esplosioni, sciagure, terremoti.
Abbiamo visto passare le stagioni, quando invece per te il tempo si era già fermato.
Perchè noi siamo ancora qui
in questo mondo così profondamente ingiusto
e tu resti nei nostri occhi.

17 marzo, 2012

Forse sono io

Premessa.
Una mia amica ha due figli maschi, uno va a scuola, l'altro all'asilo. Il marito al momento è disoccupato e comunque non ha mai avuto un posto fisso. Lei ha un lavoro che la impegna spesso anche nel fine settimana ed è notoriamente mal pagato.


Qualche tempo fa, ho scoperto che l'amica di cui sopra aspetta il terzo figlio, il terzo maschio, per la precisione. Voluto, cercato.
Parlandone con una comune amica (che di figli non ne ha e per ora non ne vuole), le ho espresso le mie perplessità, dato che ce la fanno appena ad arrivare a fine mese in quattro, chissà con un altro piccolo, senza contare che la loro casa non è sufficientemente grande. 
Così, mi esce questa frase: "Non so se ammirarla tantissimo perchè nonostante i sacrifici che l'aspettano ha voluto questo bambino, o se invece pensare che sia un po' incosciente".
Risposta: "Ma come, anche tu sei mamma, no? Non vuoi una casa piena di bambini?"


Allora. Non so se sono io che sono ipersuscettibile, ma questa frase, detta con tono pungente, mi ha irritata. Non è che perchè una ha partorito, deve per forza non voler altro che sfornare figli a raffica nella vita. Non è che non si è più capaci di ragionare su cosa sia sensato fare o meno. Non è che la vita si svuota ed esistono solo pannolini e poppate.
Certo, io sono un po' folle perchè già mi sto macerando sulla questione del fratellino alla Ballerina, che ha solo nove mesi. Ma UN fratellino, o UNA sorellina. Che poi è tutto da vedere. Mica decido io se arriverà o no. 
Ripeto, probabilmente sono io, ma mi ha dato fastidio e a dirla tutta non riesco nemmeno a focalizzare bene il perchè, forse dipende molto dal tono di superiorità con cui la frase è stata pronunciata. Spiegatemelo voi...


Va beh, ci dormo sopra, che è meglio.

12 marzo, 2012

Cacca Pride Day

Ebbene sì, raccolgo l'idea di Seavessi e oggi festeggio anch'io il mio cacca-pride day, perchè non c'è niente di male ad essere mamma e ad amare ogni singolo modo di esprimersi delle nostre dolci urlanti creaturine.


Vorrei parlare delle persone che pensano che essere mamma sia l'anticamera della casa di riposo. Ok, va bene che per un po' di mesi non si lavora, ma mica siamo pensionate! 
Avere un figlio non vuol dire non poter più vedere un film perchè il piccolo piange sempre, o non andare più a cena fuori o peggio, in vacanza. 
Ormai ai nostri giorni abbiamo tutti i mezzi per portare con noi i nostri fagotti senza dover rinunciare a niente o quasi. 
La vita non diventa così noiosa e incolore, anzi!
E c'è poco da prendere in giro se dopo il parto non ce ne frega gran che della nostra forma fisica o di quanto glamour è il paio di scarpe che abbiamo ai piedi. Abbiamo tutti i diritti di essere un po' sfattelle e menefreghiste su certi versi, cavolo!
Vorrei anche mandare il mio personale Vaffa a quelli che quando il bimbo è piccolo ti dicono: "Eeeehhhh vedrai poi quando andrà a scuolaaaaaaaa e vorrà il cellulareeeeeeeeee.........." 
Vaffa a quelli che quando il tuo dorme ti rispondono: "Aaaaaaaah vedrai poi tra un po' di mesi, dormi adesso perchè poi, MAI PIU'!!!"


Io sono felice della mia moda pre e post maman, sono felice dei chiletti che ho preso e di come li sto perdendo e sono pure felice di parlarne! 
Sono orgogliona che mia figlia dica MAMMAAAAAAAA anche se solo quando fa i capricci e vuole impietosirmi e sono fiera di ogni suo singolo, quotidiano progresso.
Non mi spiace di alzarmi la notte, se facendole una carezza lei riprende a dormire serena. 
Preferisco comprare un pigiamino a lei, che un paio di jeans per me. Che male c'è?
Non soffro a pensare alle vacanze in modo che siano su misura anche per lei. 
Adoro spettegolare di nonni, cugini, altre mamme...mi piace parlare di passeggini, lettini e copertine. E cacca.
Adoro girovagare nei negozi per l'infanzia, senza meta, senza comprare, solo guardare, perchè altrimenti comprerei TUTTO.



E per tutto ciò, non devo giustificarmi con nessuno, chiedere venia o altro.
C'è gente che fa ben di peggio, non credete?

11 marzo, 2012

Iperattività primaverile

Sarà il tepore delle ultime giornate, sarà l'aria che finalmente ha un profumo diverso, il sole che scalda e brilla nel cielo, ma stasera mi sono resa conto di aver voglia di fare un sacco di cose, così tante da avere il bisogno...di fare una lista!


Ho voglia di fare una gita nelle Langhe, sono anni che lo dico e poi per una ragione o per l'altra non l'abbiamo mai fatta.


Ho voglia di fare giardinaggio, di portare fuori i gerani, fare i vasi con le piante aromatiche, comprare qualche altra pianta nuova e godermi i miei balconi fioriti.


Ho voglia di fare dei biscotti e dei muffins, che non saranno la quint'essenza del primaverile, ma ho voglia lo stesso.


Ho anche voglia di cucinare altro: vorrei fare il pane, per esempio e ho un paio di ricette di primi sfiziosi che mi girano in testa (mai che abbia l'ispirazione per un secondo...va beh).


Ho voglia di fare un po' di sport, magari un po' di tennis e di fare tante belle pedalate.


Ho voglia di stare tanto tempo all'aperto con la mia bambina, ora che finalmente la stagione è favorevole e la laringite è solo un ricordo.


Ho voglia di fare le pulizie di primavera (giuro!) rivoltare la casa e farla splendere (qui non vale commentare dicendo:" Vieni anche a casa mia...." ;-))


Ho voglia di rinnovare il mio guardaroba, via le cose vecchie che tanto non metto più, ho voglia di spazio, spazio per roba nuova. Via al rinnovamento!


Ho voglia di leggere, leggere, leggere e di ascoltare tanta, tanta musica.


E...incredibile, ho voglia di rientrare in ufficio, di farmi dare ciò che mi spetta, di dare battaglia, di lottare per ottenere il lavoro che vorrei, che meriterei. 




Dite che ce la farò?

07 marzo, 2012

Oh Pediatressa

Prologo
Sabato sera la Ballerina non mangia. Molto strano. E' calda, ha la febbre porca escort, la sua prima febbre. Passa i 38, quindi decidiamo che ci sta una bella dose di tachipirina e fila a letto. Crolla come un sasso rovente e alle 3.40 del mattino, invece che scendere la febbre è salita a 39. La sottoscritta ha la lingua felpata, la gola secca, le gambe che tremano, le mani fredde e sudate...Il concetto è chiaro. Darcy, vedendomi in quello stato (era lampante che stavo peggio io di mia figlia) suggerisce di recarci al pronto soccorso così la bimba verrà visitata. Ok, mi infilo una tuta, vesto la piccola febbricitante e voliamo in ospedale. Al pronto soccorso c'è solo un tipo che sbraita in uno smartphone, quindi passiamo subito e ci trattano pure bene.
Ma eccoci in reparto.






Oh pediatressa, che non stavi facendo un beneamato ciufolo, visto che ci sono solo io a disturbarti, potresti almeno sforzarti ed essere gentile?


Oh pediatressa, lo so anch'io che in ospedale fa caldo, ma la piccola è febbricitante e fuori alle 4 del mattino a marzo non fa caldissimo. Ecco perchè ha il tutone sopra il pigiama.


Oh pediatressa lo so che la tachipirina ci mette un po' a fare effetto, ma qui l'effetto proprio non c'è stato sai com'è.


Oh pediatressa, lo so che tu fai questo ingrato mestiere e a casa avrai 8 figli, ma pensa, io ho solo questa e di mestiere vendo fuffa, oltre tutto è la primissima volta che si ammala, quindi, potresti evitare di sfottermi se te l'ho portata a visitare=devi solo fare il tuo mestiere?


Oh pediatressa, lo so che con la febbre alta si mette il ghiaccio sulla fronte, ma mia figlia nel letto balla la lambada, hai presente?


Oh pediatressa che mi dici "L'antibiotico è fuori discussione", ti informo che il giorno dopo un tuo esimio collega mi ha prescritto proprio quello per la laringite di mia figlia.


Oh pediatressa, perdonami se ti auguro che ti si incastri un sassolino sotto la tua suola di scarpa griffata e che rientrando a casa disegni un bel ghirigoro sul tuo parquet pregiato.