28 maggio, 2010

E' come se


E' come se mi chiedessero

"Ma allora quando ti fai bionda???"

Uno, due, tre, cento volte.

Se non mi faccio bionda, se continuo ad essere rossa come sempre, la gente dovrebbe cominciare a capire che forse: 1) mi piaccio rossa, oppure 2) sono allergica alle tinture, oppure 3) a Darcy non piacciono le bionde, oppure 4) non ho voglia di buttar via un sabato dalla parrucchiera, oppure 5) non me lo posso permettere economicamente.

Insomma, ci sono tanti motivi. E la gente dovrebbe capirlo e piantarla lì di chiedere
"Ma allora quando ti fai bionda???"

Perchè dopo un po' diventa davvero insostenibile.

Ecco, è proprio così che mi sento, solo che non si sta parlando di una frivolezza come il colore dei capelli.

Non mi capicito di come la gente NON CAPISCA.

Riflessione su me stessa e su Annie


A volte mi capita di pensare "Caspita, quella persona lì ha tutte le fortune della vita, guarda un po' che roba, non fa in tempo a desiderare qualcosa che lo ottiene, non gli/le manca proprio nulla, ecc...". Succede, ci sono personaggi che, all'apparenza, hanno una vita perfetta. Poi chissà sotto la lucida superficie laccata quanto c'è che non va.
Riflettevo però che quel mio pensiero (poco carino, amaro, un po' recriminatorio) mi sale in gola solo nel caso in cui il protagonista sia una persona immeritevole di tanta fortuna. Mi stavo chiedendo se non sono meschina ogni tanto, a fare pensieri simili, ma mi sono accorta che non sono tanto io a farli nascere, quanto piuttosto chi tale fortune le ostenta, le mette in bella vista, le sbandiera, probabilmente anche per dar lustro alla superficie laccata di cui sopra e nascondere meglio le magagne che la vita di ognuno di noi ha.
Ho capito questa cosa pensando alla mia amica Annie.
Annie è giovane, carina, intelligente. Viene da una famiglia unita e assai benestante. Ha studiato in un ateneo prestigioso e si è laureata nei tempi e con lode. Ha preso una borsa di studio, si è specializzata e ora è una realizzata professionista del suo campo. Annie ha tanti amici, un marito che l'adora e una figlia in arrivo. Da quando è bambina, Annie è sempre stata abituata a girare il mondo e da quando è sposata, condivide questa passione col marito: almeno 2 viaggi all'anno, lunghi e in altri continenti. Annie ha anche trascorso diverso tempo in Stati Uniti e Canada, ospite da amici di famiglia, dove ha perfezionato il suo inglese. Recentemente lei ed il marito si sono trasferiti in un grande e lussuoso appartamento in centro a Milano, una casa da sogno.
Eppure, mai una volta ho rivolto ad Annie quel pensiero antipatico. Perchè Annie è la persona più modesta, altruista, generosa...buona, in una parola, che io conosca. E' incapace di malizia, cattiveria, è trasparente come l'acqua. Non conosco nessuno che abbia mai detto una sola parola negativa su di lei e penso che questa sia una delle sue più grandi ricchezze.

25 maggio, 2010

Incredulità


Pare che la signora Briatore abbia dichiarato che il pargoletto soffra lontano dallo yacht (se non ricordo male, confiscato a causa di affitto non pagato, ma correggetemi se sbaglio). Sembra che il piccolo non gradisca il cambio di residenza (chissà in che postaccio vivono ora) e che pianga in continuazione.
La domanda è: ma sta donna, non si vergogna a fare dichiarazioni pubbliche di questo tenore? E il giornalista che ha inserito l'articolo nell'edizione online di un noto quaotidiano nazionale, non aveva proprio nulla di meglio da raccontarci??

13 maggio, 2010

Non ne posso più


Ho visto cambiare palazzi, ho visto cambiare l'amministratore delegato, ho visto cambiare tanti tanti colleghi, ho visto cambiare i software che usiamo, ho visto cambiare i computer, i telefoni e le musichette di attesa.

Chissà se avrò la fortuna di vedere anche cambiare il mio ruolo.

11 maggio, 2010

Io e la mamma


Abbiamo caratteri diametralmente opposti. Lei è chiacchierona, io silenziosa. Lei è un'inguaribile ottimista, io decisamente meno. Lei ama la gente, il rumore. Non per niente ha fatto l'insegnante una vita. Io invece a volte sono persona-fobica, amo starmene per i cavoli miei, fin troppo. Lei è espansiva, racconta tutto a tutti, io invece dico poco a pochissimi.
Lei ama i colori sgargianti e i gioielli appariscenti. Io vesto di tre/quattro colori al massimo e amo i gioielli piccolini, poco sfarzosi.

Per una vita ci siamo urlate addosso, abbiamo litigato, abbiamo pianto e tenuto musi, per poi far pace molto in fretta..
A volte capita ancora, meno sovente perchè non viviamo più nella stessa casa, ma capita ancora. Ormai non ci sorprende più, non ci arrabbiamo più. E' quasi un gioco, quasi! E forse è proprio questa profonda diversità che ci rende così complementari. come i due poli di una calamita.



03 maggio, 2010

Genitori e figli

Sto leggendo un libro bellissimo, ironico e scritto con maestria, che però sotto sotto affronta temi per niente semplici. Come quello di essere genitori.
Uno dei protagonisti infatti, è un bambino di sei anni particolarmente intelligente, un pochino precoce per la sua età. La madre, conscia di questa caratteristica del piccolo, lo ingabbia in quello che lei definisce "progetto" e gli pianifica vita e attività. Gli dipinge la stanzatta di rosa (che lei chiama "il suo spazio"), lo fa vestire con salopette color ciliegia e lo manda in scuole esclusive. Nel tempo libero, gli fa praticare yoga, sassofono e lezioni di italiano. Inutile dire che il bambino sogni di giocare a rugby (siamo in Scozia), andare a pescare col padre, vestirsi come gli altri ragazzini ed avere un cameretta non rosa. La madre è in perfetta buona fede, non capisce. Arriva addirittura a fargli frequentare una serie di sedute dallo psicoterapeuta perchè il bimbo ha imbrattato i muri della scuola in un momento di rara ribellione.
Porta via il cuore leggere come questo bambino sogni di poter avere in fretta diciott'anni per poter decidere cosa fare, senza che sia la madre ad imporgli anche quali amici avere. E fa tanta tenerezza quando pensa brutte cose sulla madre e poi riflettendo, si dice "No, io non voglio odiare la mamma, è la mamma. Ma è così difficile".
Tutto ciò per dire che io non sono genitore e posso solo immaginare quanto debba essere complicato.