31 agosto, 2009

Farina

Quando uno torna da un viaggio lungo e ha il fuso orario sfasato, di solito spera di sistemare le valigie, fare lavatrici a raffica, cibarsi in modo almeno accettabile e poi buttarsi a pesce nel letto per recuperare le ore di sonno lasciate nel bel mezzo dell'Oceano Atlantico.

E invece no.

Perchè, mentre ritiravo lo sciroppo d'acero, ho notato nella dispensa una strana e diffusa polvere bianca. Non essendo una spacciatrice, ho subito pensato alla farina. Il sacchetto (di carta ) della farina era come un gruviera: pieno di buchi. E minuscoli odiosi insetti popolavano l'interno del sacchetto. E a guardare bene, erano anche in giro per la dispensa.

Risultato: dispensa vuotata, lavata e disinfattata. Farina e altro sono finiti dritti nel cestino.

Sono andata a dormire all'una passata, cazzo.

Oggi mi sento come se fossi in un frullatore, mi gira tutto. Soprattutto le palle.

Quel che resta del Canada

Per adesso:



  • 1200 foto circa da guardare e sfoltire

  • 2 chili di troppo

  • un sonno boia

  • cibo vario (sciroppo d'acero, una scatola di biscotti, paté di aragosta, paté di salmone, paté di granchio, salmone affumicato, manzo secco)

  • 1 maglietta e 1 felpa

  • un'allergia cronica al turista medio giapponese

  • una passeggera intolleranza alle patatine fritte (lo so già, è passeggera)

  • il francese che mi gira ancora nelle orecchie

  • il ricordo di 2 settimane di viaggio intenso ed emozionante

15 agosto, 2009

Privilegiata

Capita che tu abbia la testa già ferie. Chiami una collega con cui stai lavorando assiduamente per dirle che da lunedì non ci sarai, per salutarla e dirle arrivederci al 31 agosto. Sei leggera e felice, con la mente stai già pensando a cosa ficcare in valigia.
Capita che lei ti dica che è lì da sola, nel nuovo, bellissimo, immenso ufficio di Milano e che quindi la tua telefonata le fa piacere e chiacchierate un po'. Dove vai in vacanza, tu sei già andata..."Io sono già andata" ti dice lei, sono stata una settimana in Cornovaglia, bellissimo, sono stata proprio bene e poi ho fatto una settimana dai miei, a Pescara". "Ah, non sapevo fossi di Pescara", dici tu. Breve pausa. "No, io sono aquilana...". A quel punto senti la sedia scapparti da sotto il sedere, quasi ti mancano le parole e dalla bocca ti esce un impacciato "Non sapevo, spero tu non abbia subito perdite..." e intanto preghi di non aver appena fatto una terrible gaffe, ma che potevi dire? ..."Eh purtroppo sì" risponde lei "la mia casetta è distrutta, non c'è più nulla, nulla. Per fortuna i miei erano a Pescara, perchè altrimenti sarebbero morti".
Capita che a volte tu ti senta proprio una privilegiata.

14 agosto, 2009

At last

E' arrivato finalmente l'ultimo giorno di lavoro prima delle sospirate ferie. Ancora qualche piccola incombenza qui in ufficio (messaggio in segreteria, auto-reply alla mail, qualche saluto di rito...) e poi me ne andrò a casa dove affronterò una pre-selezione per la valigia. Per farla seriamente aspetto domani mattina, quando sarò fresca e riposata, a mente lucida, perchè fare la valigia è una cosa seria, soprattutto se si sta via per 2 settimane. Detto ciò, auguro ancora buona estate a chi passa di qui!

Tornerò con una valanga di foto e tante cose da raccontare, dall'Ontario e dal Quebec.

Restyling

Grazie alle sapienti manine di Darcy, ho dato un'aggiustatina estetica al blog. Così, non che prima non mi piacesse, ma per dargli un tocco di novità. Secondariamente, ho tolto dall'archivio alcune foto, diciamo quelle in cui compariva il mio bel faccino. Visto che con certi soggetti non sono proprio lusinghiera e visti i tempi che corrono, meglio pararsi...le spalle.

13 agosto, 2009

Perle di saggezza

Sono figlia di un'insegnante, quindi mi sento di dover consegnare alla storia le seguenti perle di saggezza. Se dubitate di me, se pensate che non possano esistere creature in grado di produrre tali cazzate, fate un giro da Milady e scoprirete che quanto segue, è ancora poco...

Dall'ora di Storia

Alunno: "Professoressa, ma Carlo Magno e Alessandro Magno erano fratelli?"

Prof: "Controverso leader afroamericano del ventesimo secolo?"
Alunno: "Malcolm Decimo"

Prof: "Su, dai, Napoleone fu esiliato su un'isola...una bella isola del Mediterraneo...dove adesso si va in vacanza, dai che lo sai..."
Alunna: "...Ibiza?"

Dall'ora di Geografia


Prof: "Qual è il più importante canale della pianura padana?"
Alunno: "Canale 5"

Prof: " Come si chiamano le due linee immaginarie parallele all'Equatore, una a Nord e una a Sud dello stesso?"
Alunno: "Tamigi del Cancro e Tamigi del Capricorno"



Dall'ora di italiano

Alunna: "La collana di Tecla....ma cos'è la tecla?"

Alunno: "Ma chi è Donna Fugata?"

12 agosto, 2009

Invecchiamento

Ci sono persone che invecchiando, acquisiscono fascino a palate. Un esempio su tutti e per tutti: Sean Connery.

E poi ci sono quelli che invece lasciano bellezza e fascino per strada, spesso sostituendoli con chili di troppo posizionati su dei bei pancioni prominenti. Mi viene in mente Alec Baldwin (uno che era riuscito a sposarsi con Kim Basinger, quindi mica un cesso), poi Val Kilmer (chi non se lo ricorda magro e incredibilmente somigliante a Jim Morrison?), ma chissà quanti ce ne sono ancora che adesso non mi tornano alla mente.

Quello che però mi sconvolge di più, è il giovane istrionico front man di una band ingelse degli anni 70, uno che ha una voce capace di esprimersi meravigliosamente, tagliente, elettrica, capace di assomigliare al suono di diversi strumenti musicali, uno che aveva più creatività di tutta la popolazione della mia città messa insieme, uno che aveva un fisico asciutto (come quasi tutti i cantanti, all'epoca), uno che sul palco si trasformava, uno che negli anni 80, quando cominciava ad invecchiare, prometteva bene, uno che ha un paio di occhi azzurri profondi, uno sguardo intenso e problematico e un sorriso disarmante...

Mi spiegate come ha fatto Peter Gabriel a diventare Giorgio Faletti?


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11 agosto, 2009

Al check-in

Stavo leggendo con piacere il blog di Scarlett, quando mi torna alla mente un curioso episodio legato alla vita dell'aeroporto. Lei ne avrà viste cento, mille più di me, ma anche questa fa sorridere.

Malpensa, terminal 2, quello vecchio e sfigatello per intenderci (non che ora il terminal 1 sia sto gran spettacolo, ma lasciamo perdere).
Siamo all'imbarco, ormai l'aereo è lì che ci aspetta. Premetto che la nota compagnia low cost con cui volavo imbarca "per gruppi" quindi è inutile che la gente si accalchi al desk, ma in Italia si sa, la gente si accalca per qualunque cosa, quindi tanto vale incazzarsi. Bene, chiamano il mio gruppo e io mi avvicino al banco. L'attività di imbarco però viene bruscamente interrotta perchè un signore distinto, con la sua bambina per mano, sta discutendo animatamente con la hostess. Motivo: il signore non ha fatto il check-in. Non ha la carta d'imbarco, il biglietto, chiamatelo come vi pare. Sventola animatamente la stampa della prenotazione online, ma ahimè, non ha fatto il check-in, nè per se stesso, nè ovviamente per sua figlia. Alla domanda dell'incredula hostess "Perchè?" risponde, serafico e come se rispondesse a un'idiota: "Abbiamo solo il bagaglio a mano...."

"Sei stata in Sicilia??! Ma sei sicura??"

"Ma sei uscita solo di sera! O eri sempre sotto l'ombrellone??"

Ogni anno, la stessa menata. Anche quando andai in viaggio premio in Messico, al ritorno i colleghi mi chiesero se in realtà non fossi stata ad Salisburgo.

La verità è che dopo aver passato anni a litigare con la mia pelle, abbiamo fatto definitivamente pace e adesso ci vogliamo molto bene. Niente più docce solari preparatorie (l'ultima volta non riuscivo a riprendermi da un calo di pressione, con tanto di panico della titolare del solarium che temeva una denuncia), niente più sofferte sedute sul terrazzo nei ritagli di tempo, niente più creme che proteggono-ma-dovrebbero-stimolare-l'abbronzatura, ma soprattutto niente più autoabbronzanti. Tanto, diciamo la verità, anche la più costosa, la più sofisticata, quella che userebbe Victoria Beckham, fa schifo e alla fine tinge di arancione. Te e i vestiti.
Basta.
Io sono bianca e lentigginosa. Con l'esposizione solare la mia faccia si ricopre ancor più di lentiggini, i gomiti e le ginocchia pure. Le gambe restano color mozzarella e le braccia appena appena diventano ambrate. Protezione dalla 50 alla 8 a seconda di stagione, parte del corpo, latitudine terrestre ed emisfero. Cappello di paglia, occhiali da sole e crema SEMPRE nella borsa.
Ok, sembro un po' una giovane Miss Marple. E quindi?

Music in my ears

Questa settimana sono sola in ufficio, il che significa due cose: primo, nessuno intorno a me schiamazza e mi disturba; secondo, ho il lavoro di otto persone da fare. Di conseguenza, sono parrecchio presa, ma posso anche concentrarmi meglio sul da farsi ed essere più efficace. Non avendo nessuno intorno con cui interagire (cosa che mi procura un sottile piacere, il che mi fa pensare ancora una volta che vorrei abitare il un paesino di poche anime nella verde, piovosa, fresca, meravigliosa Irlanda), posso inforcare le auricolari e spararmi della buona musica nelle orecchie. Mentre lavoro, concilia, rilassa ed è indubbiamente un piacere che ormai posso concedermi di rado. Già, perchè in questa cavolo di vita indaffarata che tutti conduciamo a volte ci si dimentica di come sia bello spegnere tutto e accendere l'iPod. Credo che la musica sia una delle mie migliori amiche. Mi accetta anche quando sono odiosa, in ogni situazione mi consola, mi risolleva, mi abbraccia, mi rallegra, mi sprona...insomma, è un vero tesoro. Ecco uno dei motivi per cui mi piace volare: lassù con un cavolo da fare, cosa c'è di meglio che tuffarsi nelle nostre note preferite? L'alternativa è: 1. leggere, ma dopo un po' un libro finisce; 2. guradare un film mediamente orribile in un inglese altrettanto orribile; 3. dormire, ma non sempre si riesce.
Tutto questo per dire che in questo istante sono qui, alla mia scrivania, con il deserto intorno e la musica che mi fa compagnia, una compagnia meravigliosa e insostituibile di cui dovrei approfittare più spesso.

10 agosto, 2009

Trasloco ultimato

Volevo dire a chi si accinge ad affrontare un trasloco che non si perda d'animo. Perchè c'è un momento in cui sposti roba e roba e roba....che ti sembra di aver completamente svuotato la casa vecchia. Poi ci torni ed è ancora PIENA. Pienissima. Intanto la casa nuova è il trionfo dello scatolone e a te vien male, ti salgono le lacrime agli occhi, ma le cacci indietro e vai avanti, con la sensazione di essere Don Chisciotte contro i mulini a vento.
Poi però, dopo molti giorni (molti davvero) e tanta pazienza, arriva un attimo magnifico, un attimo fuggente, in cui realizzi che nella casa vecchia anche il più insignificante cassetto è inesorabilmente VUOTO. Non c'è più niente, se non polvere e un po' di disordine. Sei felice, salteresti di gioia se non fossi distrutto dalla stanchezza. Finalmente è finito, sto cavolo di trasloco. C'è una fine. La casa non genera oggetti ad oltranza, finiscono. E allora lasci lì la tua casetta, deserta e impolverata, pensando che con la polvere ci lasci anche un pezzettino di vita.

07 agosto, 2009

Ad una sola domanda, tante risposte...

Perchè a volte mi si gela il sangue?

Perchè c'è modo e modo di dire le cose
Perchè non tutti siamo uguali...e grazie al cielo è così
Perchè non è detto che ciò che noi pensiamo, facciamo, crediamo, sia per forza giusto
Perchè proprio con chi ci è vicino, bisognerebbe usare dolcezza
Perchè uno sguardo può ferire più delle parole. E gelare il sangue.

Giusto perchè ogni tanto ce ne dimentichiamo...

To see a world in a grain of sand
And a heaven in a wild flower,
Hold infinity in the palm of your hand
And eternity in an hour.


William Blake

05 agosto, 2009

Ricordi della Sicilia

Durante gli ultimi sette giorni sono stata in Sicilia. Ho visitato Taormina, le Eolie e Cefalù. Mi sono deliziata gli occhi con l'acqua cristallina, le rovine greche e romane e bellissimi scorci delle suddette località.
Oltre che gli occhi, anche il palato è stato deliziato da involtini di pesce spada, linguine all'astice, tartare e tagliata di tonno, arancini, granite al caffè con panna (a colazione!) e tanto altro.
Tutto queste esperienze rimarranno piacevolmente nella mia memoria, ma l'aspetto che maggiormente mi ha colpita di quelle zone è la gestione del parcheggio.
Il parcheggio dell'auto è un'operazione che qui dove vivo io presuppone una cosa: l'esistenza dello spazio per parcheggiare. Là invece, questo presupposto decade. Se uno deve fermarsi, si ferma. Gli altri troveranno un modo per proseguire, se per caso l'auto in sosta ferma il traffico. E poi la cosa meravigliosa è che nessuno si incazza. Se restano bloccati da uno che sta sostando per salutare o chiacchierare con un amico (lo fanno, è bellissimo! qui da noi quasi non ci si saluta neanche se ci si scontra a piedi!) le altre auto in fila dietro stanno zitte zitte e aspettano. Niente clacson, niente scene isteriche, niente di tutto questo. Non esiste la fretta, quindi il contrattempo non crea nessun fastidio.

Consiglio al frequentatore assiduo della tangenziale di Milano un bel viaggetto da quelle parti. Dopo le prime ore di stress alle stelle, poi ne trarrebbe beneficio.

Avventure linguistiche - doppio errore carpiato

Non so perchè però, stamattina mi è tornato alla memoria un cartello moooolto artigianale visto in Liguria, esposto fuori da una casa privata. Il cartello, rigorosamente scritto a mano, recitava, a caratteri cubitali:

ROOMS FREE.

Io e Darcy siamo rimasti un po' interdetti e ci siamo immaginati il turista straniero che entra in questa casa e pretende una stanza gratis, sottolineando poi che in inglese l'aggettivo precede il nome....